L’Ospedale Maggiore è in affanno "Il personale è allo stremo"

Dal sito di Fp Cgil Parma

Monica Marvasi (FP CGIL Parma): “Gestione improvvisata e inconcludente della quarta ondata. Il personale è allo stremo”

“La quarta ondata, tanto temuta quanto prevedibile, sta mettendo in ginocchio un’amministrazione già segnata dalle precedenti impennate dei contagi determinate dal covid-19: la mancanza di programmazione e di strategia il blocco delle assunzioni imposto dalla Regione e le nuove ordinanze relative al contenimento dei contagi stanno conducendo tutto il personale dell’ospedale all’annientamento”. È questa la preoccupata sintesi di Monica Marvasi, della Segreteria FP CGIL Parma, circa lo stato della principale struttura sanitaria del territorio.

“Il quadro attuale denota una sempre crescente domanda assistenziale da parte dei cittadini: le ospedalizzazioni sono in netto aumento e gli operatori dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma stanno ripiombando nell’incubo assistenziale determinato dalla difficile organizzazione del lavoro nella prima critica fase emergenziale”.

“Nel secondo semestre del 2021 – aggiunge Marvasi – la Direzione avrebbe dovuto pianificare una strategia aziendale in previsione di una potenziale nuova ondata, visto che nelle precedenti sono emerse delle gravi criticità per cui sarebbe stato auspicabile trovare delle soluzioni affinché queste non si potessero più ripresentare. Invece oggi constatiamo, nostro malgrado, che ogni criticità delle precedenti ondate è riemersa impattando violentemente sull’organizzazione del lavoro”.

Nei fatti, si assiste quotidianamente alla conversione o alla apertura di nuovi posti letto dedicati ai pazienti affetti dal covid: per aprire nuovi posti letto è evidente che serva il personale (dirigente e di comparto) in misura sufficiente per poter erogare l’assistenza; una puntuale pianificazione strategica aziendale avrebbe magari permesso di risolvere questa problematica non impattando criticamente sul personale.

Per aprire i nuovi reparti covid la Direzione delle Professioni Sanitarie ha invece pensato di effettuare una puntuale rimodulazione dei turni di lavoro di centinaia di dipendenti e di farlo, senza il minimo preavviso, nei giorni che precedevano il Natale: questa manovra è stata attuata col fine ultimo di recuperare unità lavorative dai vari reparti, inghiottiti dall’improvvisa rimodulazione, ed assegnarli ai reparti covid-dedicati. E visto che la ricerca del personale da destinare ai reparti covid non potrà che continuare, aleggia ed intimorisce la possibilità che, per far fronte all’aumento dei ricoveri, si ricorra alla riduzione delle attività programmate, così come avvenuto nella prima ondata della pandemia anche se una prima riduzione è già stata attuata.

Il contesto sembrava e sembra a tutt’oggi non voglia proprio considerare il personale del comparto più di un semplice progressivo numero di matricola: l’Azienda Ospedaliera ha ormai da tempo perso l’appeal e la prova sta nel fatto che molti dipendenti, approfittando delle opportunità occupazionali garantite dalle altre Regioni o dal privato, abbiano deciso di trasferirsi o di licenziarsi.

Quanto appena sottolineato rende ancora più critica una carenza di personale cronica che è conseguenza di una scarsa pianificazione aziendale sulla gestione del personale. È anche da sottolineare il continuo ed asfissiante trasloco di varie unità operative che, ad ogni ondata, vengono fisicamente spostate da un padiglione all’altro, generando un dispendio di risorse inaccettabile: le ultime verificatesi il giorno 24 Dicembre.

In tutto ciò, evidenzia Monica Marvasi, “la carenza di una comunicazione sinergica tra i veritici della Direzione Aziendale è lampante e si realizza nell’apertura di alcuni cantieri in un momento dove evidentemente non è ammissibile creare barriere strutturali potenzialmente in conflitto con l’emergenza pandemica: sarebbe stato auspicabile aprire i cantieri garantendone la consegna nel più breve periodo e nei tempi prestabiliti”.

“Diventa inevitabile per la FP CGIL – conclude Marvasi – dissociarsi da questa gestione improvvisata ed inconcludente, ringraziando tuttavia le lavoratrici e lavoratori per questi due anni di abnegazione ed impegnandosi ancor più fortemente a sfruttare ogni strumento a disposizione per ottenere il rispetto che, a quanto pare, non viene concesso neanche agli “eroi””.


Siamo come sei - La storia di Federica

“Siamo come sei” è un viaggio fra i volti e le voci delle persone che ogni giorno si impegnano per rendere le nostre comunità più accessibili, sicure e giuste.
Sono le storie delle iscritte e degli iscritti di FP CGIL in Emilia-Romagna. La seconda tappa del nostro viaggio è il cortile al S. Orsola di Bologna, per conoscere Federica che fa l’infermiera al S. Orsola.


Guarda tutto il video con l’intervista a Federica

Federica ha 25 anni e fa l’infermiera all’ospedale Sant’Orsola di Bologna.

Si è iscritta alla CGIL per risolvere il problema della stabilizzazione del proprio contratto a tempo determinato.

Arrivo dopo pranzo di fronte al padiglione 3 dell’Ospedale S. Orsola di Bologna, quello dove si trovano tutti gli uffici amministrativi dell’enorme struttura sanitaria bolognese. Aspetto qualche minuto nel cortiletto interno fino a che non arriva Federica.

Federica è una giovane infermiera umbra trasferita a Bologna per lavorare. Ha appena staccato il turno ma nonostante la probabile stanchezza mi saluta molto cordialmente e mi guida verso la saletta sindacale della CGIL.
Ci accoglie sorridente Cesare, delegato di FP CGIL presso l’ospedale e insieme pensiamo a come organizzare l’interviste. Quanto deve durare, cosa dire, quali domande fare. Federica è un po’ emozionata e legittimamente tesa, non le avevo comunicato granché di cosa le avrei chiesto.

Decidiamo di iniziare le riprese nel cortile interno del padiglione. E’ una bella giornata e c’è una bellissima luce.

Iniziamo l’intervista e Federica mi racconta di come è venuta in contatto con la CGIL. Dell’aiuto che i delegati le hanno dato a stabilizzare il suo contratto.
Mi spiega che, anche grazie ad FP CGIL, oggi lavora stabilmente in un grande ospedale pubblico, in una città che le piace e che offre tante possibilità a tanti giovani.

Federica, i giovani e il sindacato

Mi fa pensare la vicenda di Federica. Il sindacato spesso si interroga su quali siano i bisogni dei giovani, i loro interessi, le loro aspettative. Tutte cose giuste. Spesso basterebbe invece pensarli semplicemente come lavoratori o aspiranti tali, che desiderano avere un contratto stabile, un lavoro in cui ci sia formazione continua, la possibilità di conciliare il proprio tempo libero con il proprio lavoro.
Federica voleva rimanere a Bologna e il suo contratto precario non glielo permetteva. Secondo molte stime l’Italia sarebbe entrata in una fase di espansione economica, eppure dei nuovi contratti 4 su 5 sono a termine. Anche il pubblico impiego non è esente da questo problema.

C’è una sola soluzione per far ripartire il paese e la pubblica amministrazione, assumere tanto e assumere bene.

Finiamo l’intervista, lascio andare Federica e saluto Cesare che si raccomanda di fargli avere tutti i materiali video, che fra poco ci sono le elezioni RSU e bisogna correre.

E allora noi corriamo.


Siamo come sei - La storia di Leonardo

“Siamo come sei” è un viaggio fra i volti e le voci delle persone che ogni giorno si impegnano per rendere le nostre comunità più accessibili, sicure e giuste.
Sono le storie dei delegati e delle delegate di FP CGIL in Emilia-Romagna. La prima tappa del nostro viaggio è la stazione dei vigili del fuoco di Bologna, per conoscere Leonardo.


Guarda tutto il video dell’intervista con Leonardo.

Leonardo è un vigile del fuoco di Bologna, si occupa della centrale operativa, del coordinamento logistico e della gestione delle sostanze tossiche.

Da più di vent’anni è anche delegato sindacale e ora è il coordinatore provinciale della CGIL Vigili del Fuoco di Bologna.

Aspetto una decina di minuti di fronte alla Caserma dei Vigili del Fuoco di Bologna prima che Alessandro, il ragazzo con il quale mi sono messo d’accordo per l’intervista mi apra la porta. La centrale si trova sulla Ferrarese, una strada provinciale molto trafficata che parte dal quartiere della Bolognina, attraversa la “bassa” e arriva, per l’appunto, a Ferrara.

E’ una mattina di novembre e a Bologna inizia a fare freddo. Alessandro mi accoglie con occhi sorridenti e stanchi e mi dice subito che purtroppo non riuscirà a fare l’intervista che avevamo concordato perché deve gestire alcune emergenze.

“In centrale è sempre così, un’emergenza dietro l’altra, però puoi parlare con Leonardo, il coordinatore della CGIL Vigili del Fuoco di Bologna

La centrale dei vigili del fuoco di Bologna

Mi guida nei stretti corridoi della centrale con passo veloce, senza badare troppo a me e alla mia falcata fantozziana evidentemente più lenta e affannosa. Mi sforzo di stargli dietro e raggiungiamo l’ufficio di FP CGIL. Qui Alessandro mi abbandona dicendomi che arriverà a momenti Leonardo e che posso aspettarlo lì.

Obbedisco, d’altronde non posso fare altrimenti.

Dopo qualche minuto arriva Leonardo che prima che mi possa presentare mi chiede subito se voglio un caffè. Accetto volentieri e dopo qualche chiacchera iniziamo a predisporre tutto per l’intervista dentro l’ufficio sindacale.

Leonardo e la sua CGIL

Leonardo mi racconta di come è entrato nella CGIL, del perché fa il delegato sindacale, della fatica di tenere insieme il lavoro e l’attività di rappresentanza. Sorride quando gli chiedo se è contento di essere considerato un eroe. Gli fa molto piacere essere considerato tale, ma mi ricorda che lui e i suoi colleghi sono lavoratori come gli altri, non hanno superpoteri e vorrebbero più diritti.

Leonardo mi spiega che ad esempio i vigili del fuoco non hanno la tutela dell’Inail come tutti gli altri lavoratori. Ovviamente questo è un problema perché se fai il vigile è piuttosto normale farsi male a lavoro e molti suoi colleghi sono stati costretti ad anticiparsi di tasca propria cure mediche, tutori e visite specialistiche.

Mentre parlo con Leonardo mi viene da pensare che noi cittadini diamo davvero un sacco di cose per scontate.

Diamo per scontato che ogni giorno ci sono migliaia di lavoratori e lavoratrici che si impegnano per garantire sicurezza delle nostre comunità e che lo fanno spesso in condizioni di sotto-organico, con contratti non rinnovati da anni, rischiando di doversi pagare le cure mediche per infortuni causati sul posto di lavoro.

Facciamo bene a pretendere servizi di qualità, veloci e flessibili. Ma forse dovremmo ricordarci che se i Servizi Pubblici spesso non funzionano al meglio la colpa è nel fatto che, come dice FP CGIL, mancano all’appello almeno 600 mila lavoratori e lavoratrici nella Pubblica Amministrazione.

Finiamo l’intervista e mentre arrotolo i cavi mi faccio raccontare da Leonardo come è cambiato il suo lavoro con la Pandemia.

Mi spiega che il lavoro del vigile del fuoco è un lavoro di squadra e che il covid ha complicato un po’ tutto.

“Sembra una banalità, ma anche solo dover uscire con due camionette invece che con una, perché non possiamo stare in troppi in uno spazio piccolo fa tutta la differenza del mondo. Perché il nostro è un lavoro in cui dobbiamo comunicare bene e velocemente con i nostri compagni e se dobbiamo farlo via radio fra membri della stessa squadra da due diverse macchine tutto si complica”

Usciamo dalla zona con gli automezzi e le macchine di soccorso. Non nego che il bambino che è in me vorrebbe chiedere a Leonardo di farlo salire su ogni Camion, fargli provare un estintore e fargli suonare la sirena.

Per pudore mi limito a salutare e ringraziare per l’intervista e per tutto il resto.


Gravi carenze di organico - Apertura stato di agitazione alla motorizzazione di Modena

dal sito della CGIL Modena

La Funzione Pubblica Cgil Modena, insieme alle lavoratrici e ai lavoratori della Motorizzazione di Modena, hanno preannunciato lo stato di agitazione per via delle gravi carenze di organico e per i problemi inerenti l’organizzazione delle attività lavorative. La FP Cgil denuncia queste problematiche da circa un anno.

“La situazione è diventata insostenibile – dice Fabio De Santis segretario FP Cgil Modena – La drammatica carenza di organico sta producendo un crescente malessere organizzativo, con conseguente danno sia per i cittadini, che per i lavoratori”.
Attualmente l’organico è composto da 23 addetti e non tutti a tempo pieno. Un anno fa i dipendenti erano 25. La dotazione organica prevista sarebbe di 33 persone. Manca il 30% del personale per assicurare alla Motorizzazione di Modena l’organico minimo per soddisfare le esigenze dei cittadini modenesi.
“La mancanza così accentuata di persone – riprende De Santis – sta causando, al contempo, grossi ritardi e squilibri nell’erogazione dei servizi ai cittadini. Il grosso delle attività è destinato agli esami per le patenti, ma nonostante questo i cittadini non riescono comunque ad avere risposte in tempi brevi. La forte carenza di personale amministrativo, e l’esiguo tempo dedicato a queste attività, comportano l’accumulo e il ritardo per l’espletamento di pratiche, quali, per dirne alcune: i duplicati delle carte di circolazione e le immatricolazioni. Ritardi si registrano anche per l’emissione di provvedimenti per le revisioni delle patenti e per la revisione dei veicoli pesanti. Tale squilibrio sta generando rischi da stress da lavoro correlato per i dipendenti, per via del fatto che le pratiche non riescono ad essere evase in tempi ragionevoli”.

Nel tavolo sindacale dello scorso 2 novembre la FP Cgil, oltre a chiedere l’implementazione dell’organico, ha anche chiesto una revisione della distribuzione dell’attività lavorativa, nella direzione di un maggiore equilibrio tra le diverse attività.

Dall’Amministrazione non sono arrivate risposte confortanti sul lato dell’organico e si è registrata una totale indisponibilità a rendere più equilibrata l’organizzazione delle attività. Per questo motivo nell’assemblea sindacale dell’11 novembre la FP Cgil ha incassato il mandato unanime dell’assemblea per aprire lo stato di agitazione, con tentativo di conciliazione in Prefettura.

“Sia chiaro – aggiunge Fabio De Santis – che questa vertenza ha l’obbiettivo di ottenere delle risposte, a partire da nuove assunzioni, a beneficio sia dei lavoratori che dei cittadini, che si aspettano di ricevere i servizi in tempi brevi. Questa è una di quelle vicende che dimostra quanto stiamo dicendo da anni: una Pubblica Amministrazione per funzionare ha bisogno di risorse umane. I tagli avvenuti negli anni, e denunciati in solitudine dal sindacato, producono ora queste problematiche, il cui danno si riversa sui cittadini e sui lavoratori. Per questo motivo, oggi, c’è bisogno di un piano straordinario di assunzioni, per far ripartire la Pubblica Amministrazione e il Paese”.

FP CGIL Modena fa sapere che, nel caso in cui in Prefettura non si dovesse trovare un accordo soddisfacente con l’Amministrazione, lo stato di agitazione prevedrà, fin da subito, il totale blocco degli straordinari ad oltranza delle lavoratrici e dei lavoratori.

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