Sanità: firmato un importante accordo con la regione Emilia-Romagna

COMUNICATO STAMPA

Tetti di spesa sul personale, tetti di spesa sui fondi della contrattazione integrativa e limiti a non finire, una giungla di vincoli che bisogna sgombrare per il bene di chi si rivolge alla sanità e per il diritto della salute delle persone.

Questo è quello che chiediamo alla Regione e questo è quello che va ribadito da parte della Regione stessa nella Conferenza delle Regioni affinché il Ministero della Salute e il Ministero dell’Economia adeguino le norme oggi esistenti ai bisogni delle persone.
E lo chiediamo all’alba della sottoscrizione di un importante verbale sul quale abbiamo lavorato per garantire un futuro alle ragazze e ai ragazzi giovani e preparati che sono venuti a lavorare nel Servizio Sanitario della nostra Regione.

Oggi infatti abbiamo cristallizzato 4 impegni fondamentali in un accordo con l’Assessore alla Sanità Raffaele Donini e il Direttore Generale dell’Assessorato Kyriakoula Petropulacos, il primo teso a garantire che il blocco del turn over terminerà il 31 dicembre per ridare spazio alle politiche sulle assunzioni che ci hanno caratterizzato negli ultimi due anni, il secondo e il terzo per garantire a tutto il personale precario che maturerà i requisiti previsti dalla legge Madia e dalla legge di bilancio di essere stabilizzato e il quarto per garantire la proroga dei contratti a termine che sostituiscono posti vacanti nelle dotazioni organiche delle Aziende USL e delle Aziende Ospedaliere della Regione Emilia Romagna.

Un accordo che garantisce il mantenimento dei servizi e che rappresenta un punto di partenza nella difficile partita della gestione della pandemia da COVID19 dove rispetto alle attività tradizionali del passato oggi si sono aggiunte altre attività quali ad esempio quelle garantite dai punti vaccinali, dai servizi di terapia intensiva, dai reparti Covid, dal tracciamento della pandemia, dall’esecuzione dei tamponi, dal necessario potenziamento dell’attività di psicologia.

Ma non ci illudiamo, questo non basta, serve una soluzione strutturale e definitiva che superi le difficoltà oggi esistenti che attanagliano le Regioni; un investimento reale e tangibile sul Servizio Sanitario Nazionale che ne garantisca l’efficacia, l’efficienza e la conduzione, oltre che il governo strategico, pubblica. La preservazione di un bene comune al quali tutti dobbiamo rivolgere le nostre attenzioni.

Bologna, 23/12/2021


Siamo come sei - La storia di Federica

“Siamo come sei” è un viaggio fra i volti e le voci delle persone che ogni giorno si impegnano per rendere le nostre comunità più accessibili, sicure e giuste.
Sono le storie delle iscritte e degli iscritti di FP CGIL in Emilia-Romagna. La seconda tappa del nostro viaggio è il cortile al S. Orsola di Bologna, per conoscere Federica che fa l’infermiera al S. Orsola.


Guarda tutto il video con l’intervista a Federica

Federica ha 25 anni e fa l’infermiera all’ospedale Sant’Orsola di Bologna.

Si è iscritta alla CGIL per risolvere il problema della stabilizzazione del proprio contratto a tempo determinato.

Arrivo dopo pranzo di fronte al padiglione 3 dell’Ospedale S. Orsola di Bologna, quello dove si trovano tutti gli uffici amministrativi dell’enorme struttura sanitaria bolognese. Aspetto qualche minuto nel cortiletto interno fino a che non arriva Federica.

Federica è una giovane infermiera umbra trasferita a Bologna per lavorare. Ha appena staccato il turno ma nonostante la probabile stanchezza mi saluta molto cordialmente e mi guida verso la saletta sindacale della CGIL.
Ci accoglie sorridente Cesare, delegato di FP CGIL presso l’ospedale e insieme pensiamo a come organizzare l’interviste. Quanto deve durare, cosa dire, quali domande fare. Federica è un po’ emozionata e legittimamente tesa, non le avevo comunicato granché di cosa le avrei chiesto.

Decidiamo di iniziare le riprese nel cortile interno del padiglione. E’ una bella giornata e c’è una bellissima luce.

Iniziamo l’intervista e Federica mi racconta di come è venuta in contatto con la CGIL. Dell’aiuto che i delegati le hanno dato a stabilizzare il suo contratto.
Mi spiega che, anche grazie ad FP CGIL, oggi lavora stabilmente in un grande ospedale pubblico, in una città che le piace e che offre tante possibilità a tanti giovani.

Federica, i giovani e il sindacato

Mi fa pensare la vicenda di Federica. Il sindacato spesso si interroga su quali siano i bisogni dei giovani, i loro interessi, le loro aspettative. Tutte cose giuste. Spesso basterebbe invece pensarli semplicemente come lavoratori o aspiranti tali, che desiderano avere un contratto stabile, un lavoro in cui ci sia formazione continua, la possibilità di conciliare il proprio tempo libero con il proprio lavoro.
Federica voleva rimanere a Bologna e il suo contratto precario non glielo permetteva. Secondo molte stime l’Italia sarebbe entrata in una fase di espansione economica, eppure dei nuovi contratti 4 su 5 sono a termine. Anche il pubblico impiego non è esente da questo problema.

C’è una sola soluzione per far ripartire il paese e la pubblica amministrazione, assumere tanto e assumere bene.

Finiamo l’intervista, lascio andare Federica e saluto Cesare che si raccomanda di fargli avere tutti i materiali video, che fra poco ci sono le elezioni RSU e bisogna correre.

E allora noi corriamo.


Sanità in Emilia-Romagna - Nessun passo indietro!

Martedì 14 dicembre FP CGIL e UIL FPL organizzeranno un volantinaggio davanti agli ospedali della Regione per dire no al blocco delle assunzioni, per dire no alla mancata proroga dei contratti a tempo determinato e per chiedere lo sblocco dei finanziamenti per la sanità.

Pur apprezzando lo sforzo e l’impegno della Regione sulle politiche assunzionali, messo in campo nel 2020 e parte del 2021, riteniamo grave l’indicazione data alle aziende sanitarie di bloccare in termini generali le assunzioni in relazione alle difficoltà legate al bilancio regionale che, soprattutto nella parte relativa alla sanità, è in grandissima sofferenza.

Grave perché i bisogni delle persone, a differenza delle assunzioni, non si possono fermare e i servizi per funzionare hanno bisogno di persone che ci lavorino dentro.

Oggi la garanzia del diritto alla salute passa per una serie innumerevole di prestazioni e servizi aggiuntivi rispetto al passato.

Centri vaccinali, aumento dei posti letto di terapia intensiva e dei trasporti in emergenza, aumento delle situazioni di disagio della popolazione di tutte le fasce di età, apertura nuovi reparti Covid e recupero delle liste di attesa sono questioni a cui dare risposta e a cui è necessario provvedere aumentando le dotazioni organiche e valorizzando i professionisti.

Per questo riteniamo impensabile che oggi si blocchino le assunzioni e che si lascino a casa i tempi determinati in scadenza che invece pensiamo debbano essere stabilizzati, perché giovani e preparati e perché sono una grande risorsa per la nostra sanità.

Non accetteremo pertanto che nessun dipendente che abbia acquisito nel 2021 o che maturerà nel 2022 i requisiti per la stabilizzazione sia lasciato a casa servono certezze adesso, aspettare il 18 gennaio come teorizza la CISL FP, ha lo stesso significato della frase “Adda passà ‘a nuttata !”.

Alla Regione chiediamo di battere i pugni sul tavolo del Ministero della Salute e dell’Economia perché stanzino le risorse necessarie, non si può infatti accettare che la “straordinaria” situazione legata alla pandemia trovi risposta dal finanziamento “ordinario” da parte dello Stato.

Non vogliamo entrare nella logica del male minore da gestire quando i temi da trattare sono il diritto alla salute e una visione dei bisogni sociali ai quali la Legge di Stabilità, attualmente in discussione, non da adeguate risposte.

Rivendichiamo il diritto alla salute e il benessere delle comunità come diritto universale delle persone e tuteliamo le lavoratrici ed i lavoratori per garantirlo, se la CISL FP pensa di mobilitarsi tra oltre un mese, FP CGIL e UIL FPL ritengono lo si debba fare adesso per ottenere sin da subito risposte certe, questi non sono temi che possono essere rimandati “al domani”.

 

Lavori nella sanità e vuoi maggiori informazioni sull’iniziativa? Scrivi ad una delle nostre FP CGIL Territoriali!

 

Per approfondire


Nasce la direzione assistenziale - Vittoria per i professionisti della sanità

Anche grazie all’impegno del sindacato nasce una struttura dirigenziale che riconosce il ruolo fondamentale dei professionisti della sanità.

Oggi è stata approvata dall’Assemblea Legislativa regionale dell’Emilia Romagna, la Legge che istituisce la Direzione Assistenziale all’interno delle Direzioni Generali delle Aziende Sanitarie Locali, territoriali ed ospedaliere.
Questa figura formalizzerà l’ingresso delle professioni sanitarie nell’area strategica delle scelte aziendali, in quanto il direttore assistenziale sarà un dirigente afferente ad una delle quattro aree delle professioni sanitarie, quella infermieristico-ostetrica, quella tecnica, quella della riabilitazione e quella della prevenzione.
Da tempo FP CGIL Emilia-Romagna si batte per il riconoscimento del ruolo cruciale che hanno gli operatori della sanità. Si tratta di una promozione strameritata e guadagnata sul campo da molto tempo per il grande contributo e per il valore che da sempre i professionisti garantiscono per dare garanzia ai percorsi assistenziali.
Come ha giustamente sottolineato l’assessore regionale alla sanità Raffaele Donini da tempo le professioni sanitarie hanno acquisito grandi responsabilità nella rete dell’assistenza ai malati, sia nei reparti ospedalieri che nel territorio.
Grazie alla direzione assistenziale viene finalmente riconosciuto formalmente il valore, le competenze, il ruolo, ormai più che agito nella pratica di questi lavoratori, investendo sulla collaborazione e sulla comune assunzione di responsabilità fra tutti gli operatori sanitari per il bene della nostra Sanità Pubblica.
L’Emilia-Romagna è la prima regione in Italia a dotarsi di questa legge e lo fa grazie all’apporto fondamentale di FP CGIL e del sindacato dei lavoratori e delle lavoratrici della sanità.


Carenza di personale Ausl Imola - La situazione è preoccupante

Dal sito della CGIL Imola

Fp Cgil, Cisl FP, Uil Fpl denunciano una situazione preoccupante che riguarda la carenza di personale alla AUSL di Imola. Una situazione che riguarda diverse unità operative e servizi della AUSL e che è stata oggetto di acceso dibattito con la Direzione nei recenti incontri sindacali.

La nostra preoccupazione si è accentuata a seguito di una assemblea molto partecipata svolta con i lavoratori del Blocco Operatorio. Questo reparto dell’Ospedale di Imola è in grave difficoltà a causa di un aumento  delle ore di pronta disponibilità per garantire gli interventi in urgenza. Le richieste di pronta disponibilità per ogni operatore eccedono molto spesso il limite massimo di 6 al mese come previsto dal CCNL Sanità Pubblica.

La causa? La grave mancanza di personale infermieristico e di supporto.

Gli stessi operatori si gravano, inoltre, di ore fatte attraverso prestazioni aggiuntive per garantire prestazioni specialistiche di sala operatoria.
La criticità si estende poi al Day Surgey di Castel San Pietro, per il quale da tempo si parla di un trasferimento a Imola, che vede spesso il personale infermieristico “reinventarsi” anche ausiliario per fronteggiare le carenze di personale.

E’ una situazione che riguarda solo il blocco operatorio?
Possiamo dire proprio di no. Le ore di straordinario complessivamente infatti aumentano ovunque. E parliamo di lavoratrici e lavoratori che lavorano sotto pressione da due anni per garantire i servizi ordinari e gestire i reparti Covid.
Riteniamo che questa modalità organizzativa non sia più sostenibile.

Come organizzazioni sindacali abbiamo condotto una vertenza per l’eliminazione di una prassi che era quella delle ferie richiamabili non previste da alcun contratto. Queste, però, non devono essere sostituite da salti di riposi o continui cambi turno o addirittura a continui prolungamenti dei turni da parte del personale.

La carenza di personale infermieristico sappiamo essere un problema a carattere nazionale, ma questo non può essere risolto sulle spalle degli stessi e sempre gli stessi operatori.

Per questo ci rivolgiamo anche alle istituzioni del territorio le quali, nelle scelte di programmazione che riguardano la sanità in raccordo con le altre aziende metropolitane, devono tenere in considerazione l’assetto organico a disposizione senza scelte calate dall’alto che impattano sulla professionalità dei lavoratori e di conseguenza anche sul livello di servizio offerto.

Allo stesso tempo abbiamo già chiesto alla AUSL di Imola un incontro urgente per affrontare il tema delle piante organiche, ci aspettiamo che venga utilizzata ogni leva a disposizione per far fronte a questa situazione e stabilire un punto zero per partire dai numeri necessari di dotazione di personale, così che le persone in servizio siano sempre quelle che servono.

In attesa di proposte concrete e urgenti da parte degli attori richiamati, siamo pronti ad una mobilitazione del personale.