Accordo AUSL Romagna: Incremento Fondi e Nuove Opportunità per il Personale

Grazie ad un importante accordo che abbiamo firmato con l’AUSL della Romagna facciamo un importante passo avanti per migliorare le condizioni di lavoro del personale sanitario, tecnico e amministrativo. È stato firmato un accordo strategico per la distribuzione dei residui dei fondi 2023, frutto di un costruttivo dialogo avviato con l’accordo di giugno 2024.

Ecco i punti salienti del nuovo accordo:

1. Incremento dei fondi contrattuali

Sono stati integrati 1.233.500 euro derivanti da un accordo regionale legato ai decreti emergenziali, per un totale complessivo di 2.200.000 euro destinati alle DEP 2024.

2. Finanziamento per assenze improvvise

Dal 1° dicembre 2024 al 31 gennaio 2025, saranno disponibili 450.000 euro per coprire le assenze improvvise. Le tariffe rimarranno quelle estive: 50€/ora per il personale sanitario e 30€/ora per OSS e autisti di ambulanza, applicabili nei primi tre giorni dalla chiamata in servizio del personale turnista.

3. Progetti di miglioramento organizzativo e professionale

Un finanziamento aggiuntivo sarà destinato a progetti di crescita per il personale della Direzione Assistenziale e dell’Area Tecnica Amministrativa.

4. Incentivazione per operatori tecnici in servizio H/24

Per la prima volta, il personale tecnico impegnato in servizi H/24 avrà un progetto dedicato per incentivare la disponibilità a sostituzioni in situazioni di emergenza.

5. Sostegno al reddito – Servizio mensa

Il progetto di supporto al servizio mensa è stato prorogato fino al 15 luglio 2025, garantendo continuità a un’importante agevolazione per i dipendenti.

6. Potenziamento del welfare aziendale

Entro il 2025, l’accordo prevede l’attivazione di una piattaforma welfare aziendale che consentirà ai dipendenti di accedere a nuovi benefici. Inoltre, verrà valutata la cumulabilità dei buoni pasto grazie a uno studio di fattibilità.


Questo accordo rappresenta un importante traguardo per valorizzare il personale AUSL e migliorare i servizi offerti. Continueremo a lavorare per il benessere di tutti i nostri dipendenti, garantendo trasparenza e dialogo costruttivo.


Continua la trattativa per il rinnovo del CCNL Sanità Pubblica 2022/24

Si è svolto nel pomeriggio del 17 aprile il secondo incontro di trattativa per il rinnovo del CCNL Sanità Pubblica 2022/24.

Dopo l’incontro di impostazione politica che ha avviato la trattativa, anche in apertura di questo secondo incontro abbiamo nuovamente affermato come FP CGIL, come il nodo più rilevante, ad oggi, resti quello dell’assoluta insufficienza delle risorse disponibili alla trattativa. Oggi si è trattato della prima occasione nella quale si è entrati nel merito contrattuale.

Aran ha presentato una prima ipotesi di testo che interviene sue due parti del CCNL vigente: la prima sul sistema delle relazioni sindacali, la seconda sulle declaratorie di alcune aree professionali.

Gli interventi proposti da Aran sul sistema di relazioni sindacali restringono il campo del confronto aziendale, in particolare su organizzazione del lavoro, salute e sicurezza e programmazione delle pronte disponibilità, allargando il campo di iniziativa unilaterale delle Aziende /Enti.

Per noi, per la FP Cgil, l’obiettivo resta sempre quello di ricondurre i temi che attengono l’organizzazione del lavoro e il suo impatto sulle condizioni di lavoro al confronto e alla contrattazione integrativa aziendale e, nel contempo, di rendere l’informativa aziendale davvero preventiva agli atti e alle delibere e di renderla più cogente ed esigibile sotto il profilo del dettaglio delle informazioni che devono essere fornite alle OOSS e alle RSU, a partire dai Fondi Contrattuali e il relativo utilizzo delle risorse per ciascun istituto contrattuale.

Sulle declaratorie delle aree professionali, Aran ha formulato una prima, parziale, proposta che intenderebbe dare seguito alla dichiarazione congiunta n° 7 del CCNL 19/21, sul profilo dell’educatore socio pedagogico, inserendolo, come noi rivendichiamo da sempre, nelle declaratorie del comparto.

Abbiamo riaffermato come per noi sia necessario dare pratica attuazione a tutto quanto è previsto in quella dichiarazione congiunta e costruire le declaratorie anche per autista soccorritore, mediatore culturale, operatore tecnico specializzato, operatore tecnico di centrale e, inoltre, qualificare le declaratorie, all’interno dell’Area dei funzionari, per alcuni profili del ruolo tecnico quali, ad esempio, i collaboratori tecnici informatici.

Abbiamo anche riaffermato come sia per noi importante lavorare per una riunificazione contrattuale per tutto il personale dell’area della ricerca in ambito sanitario e per una sezione contrattuale dedicata alle Agenzie per la Protezione dell’Ambiente.

Per tutte queste ragioni, sinteticamente qui riportate, abbiamo giudicato insufficienti le proposte ricevute sin qui, riservandoci di produrre un nostro testo sul merito e dichiarando che la discussione sul sistema delle relazioni sindacali e sulle declaratorie professionali deve proseguire nei prossimi incontri.

A chiusura di questa prima nota, ribadiamo come questa trattativa si confermi essere molto in salita, stante le risorse disponibili da Legge di Bilancio 2024 per i rinnovi contrattuali dell’Area Sanità come di tutti i comparti pubblici, risorse insufficienti anche solo per recuperare il potere d’acquisto dei salari di questo triennio. Per questo rinnoviamo il nostro impegno a proseguire la nostra mobilitazione in vista della manifestazione di sabato 20 aprile prossimo a Roma.


Rinnovo Contratto nazionale ANFFAS 2023-2025: scopri i dettagli della pre-intesa

Il 23 aprile 2024 a Roma, presso la sede ANFFAS Nazionale, è stato siglato un importante accordo pre-intesa tra il Consorzio la Rosa Blu e le principali organizzazioni sindacali (FP CGIL, CISL FP, UIL FPL). Questo accordo riguarda il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) per il triennio 2023-2025, coprendo le lavoratrici e i lavoratori delle strutture associative parte della rete ANFFAS-La Rosa Blu. Scopriamo insieme i dettagli di questo significativo passo avanti nel settore.

Contenuto dell’Accordo

L’accordo prevede un incremento economico complessivo del 10,5% distribuito in tre tranche, migliorando così significativamente le condizioni lavorative e economiche dei dipendenti. I dettagli degli aumenti sono i seguenti:

  • Aprile 2024: aumento di 65 euro;
  • Dicembre 2024: aumento di 35 euro;
  • Novembre 2025: aumento di 55 euro.

Inoltre, la posizione economica C2 per l’operatore socio-sanitario vedrà un aumento tabellare di 155 euro, che sarà esteso anche ad altre categorie e posizioni economiche secondo parametri specifici.

Migliorie Normative e di Tutele

Sono state apportate importanti modifiche normative e di tutele per i lavoratori, inclusa la revisione dell’istituto della reperibilità con un aumento dell’indennità da 30 a 35 euro e l’inclusione di orari di lavoro retribuiti specifici. Si è anche garantita la tutela del personale in caso di cambio di gestione degli enti che erogano i servizi, così come l’inserimento di permessi specifici per le donne vittime di violenza.

Prospettive Future

L’accordo prevede il continuo aggiornamento del sistema di classificazione del lavoro e la valutazione di un accordo specifico per rivisitare il trattamento economico dell’istituto della malattia, considerando le recenti modifiche normative.

Conclusione

Questo accordo pre-intesa rappresenta un passo significativo verso il miglioramento delle condizioni di lavoro nel settore. Il prossimo step sarà l’approvazione definitiva, prevista dopo le consultazioni nelle assemblee dei lavoratori entro il 17 maggio 2024.


foto dell'acer ravenna

La FP Cgil conquista la maggioranza assoluta nelle elezioni RSU fra lavoratrici e lavoratori di ACER Ravenna

Si sono tenute il 17 e 18 aprile le elezioni per il rinnovo delle RSU di ACER RAVENNA, ente deputato alla gestione di alloggi ERP (edilizia residenziale pubblica), per conto dei Comuni. Un settore strategico, l’edilizia pubblica, il cui valore di comunità è fondamentale, specie in un contesto sociale caratterizzato dall’inasprimento della povertà e da una grande emergenza abitativa.

“La straordinaria partecipazione al voto, con una percentuale del 90% sul totale degli aventi diritto, ha confermato il valore delle elezioni fra i lavoratori – commenta Lisa Dradi, segretaria generale della Fp Cgil – e conferma la grande rappresentatività dei sindacati, avvalorando nel contempo la significativa affermazione della Fp Cgil.

I dati finali dello scrutinio consegnano alla nostra organizzazione una percentuale di oltre il 51% sui voti validi. Una grande affermazione ottenuta grazie all’impegno straordinario delle nostre delegate e dei nostri delegati, a cui va il nostro grande ringraziamento per l’impegno e la generosità dimostrati. Lo stesso ringraziamento va alle lavoratrici e ai lavoratori per la grande partecipazione democratica e per il sostegno dato alle nostre proposte.

Questo risultato rafforza il sindacato in un momento critico per il rinnovo del contratto collettivo nazionale; la partecipazione al voto del 90% dei lavoratori è un segnale importante che viene dopo lo sciopero dello scorso 20 febbraio svolto con tutte le sigle sindacali, ora ci prepariamo ad affrontare con determinazione le tante sfide che il futuro ci propone”.

All’interno del risultato generale la grande affermazione della FP CGIL riconosce la grande passione che ci mettiamo ogni giorno per rappresentare al meglio gli interessi delle lavoratrici e dei lavoratori in un settore – quello dell’edilizia residenziale pubblica – dove gli operatori stanno vivendo una fase di grande pressione per l’immane mole di lavoro determinato anche dall’evento alluvionale e dal fortunale, e dove poter garantire migliori condizioni operative vuol dire anche garantire un efficace servizio ai cittadini.


Attivazione della Procedura di Raffreddamento e Conciliazione nel Gruppo HERA

Le Segreterie Nazionali di FP CGIL, FIT CISL, UILTRASPORTI, FIADEL, FILCTEM-CGIL, FEMCA-CISL, FLAEI-CISL, UILTEC-UIL insieme alle strutture Territoriali e al Coordinamento Nazionale RSU hanno richiesto l’apertura della procedura di raffreddamento e conciliazione per il Gruppo HERA s.p.a.

Tale richiesta è in conformità con la Legge 146/90 e successive modifiche, nonché con l’art.6 dell’Accordo sindacale nazionale sul diritto di sciopero per le aziende CCNL Gas-Acqua/Elettrico e dell’Accordo del settore igiene ambientale del 1° marzo 2001.

Le motivazioni di tale richiesta derivano dall’insoddisfacente dialogo con il Gruppo HERA s.p.a. riguardante una serie di tematiche cruciali per i lavoratori e le lavoratrici, tra cui i perimetri di applicazione dei CCNL, gli appalti, gli organici, lo sviluppo professionale, lo smart-working, l’auto a casa e le politiche sulla salute e sicurezza.

Le Organizzazioni Sindacali hanno evidenziato diverse criticità:

  • Il Gruppo HERA non valorizza la qualità del lavoro né garantisce pari diritti per tutti i lavoratori, aumentando i rischi per la salute e la sicurezza.
  • Non c’è disponibilità ad ampliare gli organici, peggiorando le condizioni di lavoro e la qualità del servizio.
  • Si rischia una riduzione dei riposi giornalieri e fisiologici, compromettendo la salute degli addetti.
  • Non vi è volontà di discutere sullo sviluppo professionale dei dipendenti e sullo smart-working.
  • Proposte insufficienti sull’orario di lavoro e sull’incentivo per le politiche di salute e sicurezza.

Tali problematiche influenzano anche le imprese in appalto, aumentando il rischio di infortuni e malattie professionali. Il Gruppo HERA sembra deviare dal suo ruolo di azienda di servizi essenziali per la comunità, orientandosi verso un’ottica finanziaria.

Riteniamo fondamentale correggere questa deriva strategica e avviare un percorso di mobilitazione, coinvolgendo anche le proprietà pubbliche del Gruppo HERA s.p.a.


ospedale imola

Ausl Imola: Dichiarazione di Agitazione e Richiesta di Conciliazione

Nel contesto della contrattazione aziendale tra l’Ausl di Imola e le organizzazioni sindacali, è emersa una situazione di tensione che ha portato alla dichiarazione di uno stato di agitazione.

La Funzione pubblica Cgil Imola insieme a Cisl Fp Area Metropolitana e Uil Fpl, esprimono la propria volontà di indire uno stato di agitazione presso l’Ausl di Imola, includendo il blocco degli straordinari e iniziative di sciopero. La richiesta principale è l’attivazione delle procedure di conciliazione e raffreddamento dei conflitti, come previsto dall’art. 2, secondo comma della Legge 146/90, con la modifica della legge 83/2000.

Motivazioni dello Stato di Agitazione

Lunedì 15 gennaio 2024 si è tenuto un incontro sindacale in cui la delegazione sindacale è stata informata della volontà aziendale di decurtare il salario di produttività, anticipando i fondi incentivanti del CCNL sanità pubblica 2019-2021. Tale decisione, presa unilateralmente dall’Ausl Imola, ha creato tensioni, poiché non si è giunti a un accordo sulla erogazione degli incentivi per il 2024.

Le Organizzazioni Sindacali chiedono l’avvio delle procedure di conciliazione e raffreddamento dei conflitti, al fine di ripristinare corrette relazioni sindacali e analizzare l’utilizzo dei fondi incentivanti. La situazione è complicata dalla mancanza di una comunicazione specifica ai lavoratori e dalla mancanza di contrattazione integrativa sui fondi 2024.

L’Ausl di Imola, con carenze di personale, propone tagli al salario accessorio e richiede doppi turni al personale. Le organizzazioni sindacali chiedono il riconoscimento delle prestazioni aggiuntive attraverso fondi propri dell’Ente, come previsto dal DL 34/2023 e dalla Legge di Bilancio 2024.

La FP CGIL Imola, insieme alle altre organizzazioni sindacali, chiede l’attivazione della procedura di raffreddamento e conciliazione, conforme alla Delibera della Commissione di Garanzia del 1/6/2000. In caso di mancato riscontro, preannunciano iniziative di mobilitazione dopo 5 giorni lavorativi.


17 novembre, sarà sciopero nazionale!

SCIOPERO 17 NOVEMBRE

Contro una Legge di Bilancio 2024 iniqua per il lavoro nei servizi pubblici

SERVONO PIÙ RISORSE PER I CCNL PUBBLICI

• Quanto stanziato dal Governo per il rinnovo del contratti è lontanissimo dal recupero dell’inflazione a 2 cifre degli ultimi anni, con una perdita del potere d’acquisto del 16.1%, di fatto i dipendenti pubblici si pagano questo rinnovo e ci rimettono pure!

• L’anticipo previsto dal governo non solo divide i lavoratori dello stato da quelli di enti locali e sanità, penalizza i tempi determinati ma è un modo per mascherare l’insufficienza di risorse per i salari, assorbe oltretutto il bonus del 2023 e le risorse sono solo per un anno.

• Non ci sono risposte per la stabilizzazione dei precari nel settore pubblico, quelli storici, quelli del PNRR e dei Pon e non si danno risposte agli idonei.

• Il Governo non ha ancora attuato la sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato incostituzionale il differimento del TFR/TFS dei lavoratori pubblici fino a 7 anni.

• Non si estendono i benefici fiscali per la contrattazione di secondo livello che rimangono solo per il privato e rimane il tetto sul salario accessorio.

• Contro il taglio di 600 milioni di Euro per Regioni, Province e Comuni: a rischio, ancora una volta, il turnover del personale.

OCCORRONO PIÙ RISORSE PER LA SANITÀ PUBBLICA

Quanto stanziato per la sanità pubblica è totalmente insufficiente a salvaguardare il SSN, ad eliminare le liste d’attesa, a stabilizzare i precari e per fare nuove assunzioni.

IL GOVERNO È RIUSCITO NEL MIRACOLO DI PEGGIORARE LA LEGGE FORNERO

• Quota 103 con la finestra di 9 mesi diventa Quota 103 e 3⁄4, una vera e propria beffa per i lavoratori pubblici. È una vergogna il ricalcolo contributivo di tutti i versamenti che taglia l’assegno pensionistico fino al 20%. È inaccettabile che la pensione non possa superare quattro volte il minimo.

• È inaccettabile la revisione delle aliquote del calcolo delle pensioni liquidate a partire dal 1/1/2024 che penalizza i lavoratori degli enti locali, della sanità e gli insegnanti delle scuole comunali e parificate, degli ufficiali, aiutanti e coadiutori giudiziari.

• Si colpiscono ancora una volta le donne con l’aumento a 61 anni come anzianità per accedere ad “opzione donna”.

TUTELARE I SALARI DI CHI SI OCCUPA DEI SERVIZI ALLE PERSONE

Vogliamo tutelare il salario di tutti i lavoratori dei servizi pubblici, anche quelli con contratti privati, occorrono più risorse per finanziare adeguatamente tutti i servizi ed evitare il dumping contrattuale.

MOBILITIAMOCI! PER GARANTIRE SERVIZI PUBBLICI EFFICIENTI E PER FERMARE L’IMPOVERIMENTO DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI!


Associazioni datoriali del Terzo Settore si impegnino a rinnovare i CCNL e ad aprire la contrattazione di 2° livello

Negli ultimi giorni si sentono grida di allarme, da parte dei gestori privati, sulla condizione economica del personale inserito nei servizi socio-sanitari in accreditamento regionale.

Allarme propedeutico all’avanzamento della richiesta dell’innalzamento delle tariffe a carico dei cittadini.

Siamo ben consapevoli delle problematiche riguardanti gli operatori del sistema, al punto che da anni chiediamo alle aziende e alle cooperative sociali un innalzamento della qualità contrattuale e lavorativa delle migliaia di lavoratrici e lavoratori inserite nei servizi alla persona.

Si agita anche il CCNL come lo spauracchio per la tenuta delle aziende. Vogliamo ricordare che i CCNL di settore sono scaduti nel 2019 e che, allo stato attuale, esistono anche degli stati di agitazione nazionali aperti per arrivare a rinnovarli.

Nel frattempo si sono inseriti nel sistema CCNL sottoscritti da organizzazioni sindacali non rappresentative che hanno abbassato le tutele e i diritti per i lavoratori, inserendo norme sfavorevoli sulla malattia e sull’orario di lavoro.

I ritardi dei rinnovi contrattuali – o in diversi casi l’indisponibilità delle associazioni di rappresentanza a rinnovarli – insieme alla penetrazione di CCNL “pirata” hanno peggiorato la condizione economica e anche lavorativa delle persone.

“Non di solo pane vive l’uomo” dice il precetto evangelico, ma nella vita di tutti i giorni oss, infermieri, educatori e le varie figure professionali che lavorano nel sistema dei servizi socio-sanitari, si sono visti ridurre notevolmente il potere d’acquisto dei loro già magri salari.

La questione salariale in questo Settore è endemica, dovuta principalmente ai ritardi cronici con cui si chiudono i CCNL e all’indisponibilità delle aziende del Terzo Settore di attivare la contrattazione di 2° livello.

I rinnovi dei CCNL 2017-2019 videro il riconoscimento degli incrementi economici da parte della Regione Emilia Romagna ai gestori privati. Risorse pubbliche che hanno finanziato la tenuta del sistema in questi anni. Lo stesso è accaduto quando si è dovuto riconoscere ai gestori i presidi di sicurezza durante la Pandemia o gli incrementi dei costi energetici.

Nel frattempo abbiamo trovato l’indisponibilità della cooperazione sociale ad attivare i tavoli per la contrattazione integrativa di 2° livello anche a fronte delle piattaforme presentate da parte delle Organizzazioni sindacali.

Ma a volte è vero che non si vive di solo pane. La condizione delle lavoratrici e dei lavoratori nei servizi peggiora progressivamente. I carichi di lavoro aumentano con la crescita dei bisogni assistenziali. Non sempre ai lavoratori vengono rispettate le 11 ore di riposo tra un turno e l’altro. I precetti per la tutela della salute e sicurezza sono in certi casi disattesi. Dall’ultimo rinnovo del CCNL delle Cooperative Sociali quasi tutte le aziende non hanno ancora adeguato l’inquadramento corretto per gli educatori, precludendo agli educatori l’innalzamento delle loro retribuzioni mensili.

In sostanza ciò che si agita all’interno del sitema della gestione privata dei servizi accreditati è una vera e propria emergenza lavorativa, dovuta sia alla condizione salariale che alla condizione organizzativa del lavoro.

È indubbio che questa emergenza si può affrontare soltanto con la disponibilità delle aziende del Terzo Settore a contrattare. È arrivato il momento che le aziende facciano un salto culturale nelle relazioni con le rappresentanze sindacali. Lo devono alla comunità e alle tante lavoratrici e lavoratori che con la fiscalità e con le risorse pubbliche tengono in piedi il sistema dei servizi alla persona.

Fabio De Santis
Segreteria FP CGIL Emilia Romagna 


All'ospedale Santa Maria della Scaletta di Imola troppe situazioni critiche

Nonostante l’Ausl di Imola abbia comunicato recentemente diversi risultati positivi, in termini di qualità dei servizi, di vari reparti dell’Ospedale Santa Maria della Scaletta, la FP CGIL di Imola ribadisce che questi risultati non cancellano “le annose criticità di personale ancora presenti in diverse unità operative, che si traducono in un peggioramento delle condizioni di lavoro a causa dell’incremento di ore straordinarie e in reperibilità, richieste di doppi turni, salti di riposo e, in alcuni casi, non garanzia delle 11 ore di riposo tra un turno e l’altro“. Su questi temi, insiste la FP, “continuano infatti giornalmente le segnalazioni, che riguardano un numero di organici di sostituzione non idonei a coprire le assenze, la mancanza di un numero adeguato di Oss, in particolare nelle fasce notturne nei reparti di degenza, e l’incremento esponenziale dei carichi di lavoro”. Una situazione che “è frutto anche del ‘piano di rientro’ che la Regione ha chiesto alle Ausl sul fronte del personale dopo le assunzioni straordinarie Covid, con l’input di tornare ai numeri del 2019”. Allo stesso tempo, si legge però in una nota congiunta, “ci aspettiamo che l’Ausl evidenzi le criticità e discuta con i sindacati soluzioni condivise, anziché minimizzare e far ricadere le conseguenze sui lavoratori”.

Programmazione estiva

Tra le criticità che si riscontrano, la FP CGIL segnala, ad esempio, che “la programmazione dell’attività estiva del blocco operatorio che ci è stata presentata prevede circa 30 sedute di sala operatoria in più rispetto all’anno precedente, in un contesto in cui permane la criticità del superamento delle reperibilità mensili del personale infermieristico, di gran lunga superiore alle sette previste contrattualmente”. Vengono poi “le perplessità sulla rimodulazione prevista per luglio e agosto del servizio Residenza trattamento intensivo, che garantisce l’appropriatezza dell’intervento per pazienti in condizioni di scompenso psicopatologico acuto o subacuto. I 10 posti letto “saranno chiusi e trasferiti alla clinica per la salute mentale di Villa Azzurra di Riolo Terme”, con le motivazioni di voler “garantire le ferie estive del personale e dell’impossibilità di formare il personale in tempi brevi”. Motivazioni che però “si contrappongono alla discussione fatta sui tavoli sindacali degli ultimi anni per trovare una soluzione organizzativa appropriata”.

Altro problema è dato dal fatto che “le lavoratrici e i lavoratori di quel reparto non sanno ancora dove la Direzione infermieristica intende ricollocarli durante l’estate“, e nel Piano delle riduzioni estive “non si evince nessuna variazione in capo al servizio immuno-trasfusionale”, per il quale “ad oggi sono stati reclutati quattro tecnici di laboratorio, di cui tre da pochi mesi e per questo non formati alla possibilità di gestire sacche di sangue in autonomia ed in reperibilità, su un totale di otto tecnici”. Di conseguenza, tirano le somme le sigle confederali, “durante il turno notturno e nei festivi sarà il personale dei reparti a gestire il supporto trasfusionale dei pazienti, con ulteriore carico di lavoro e di responsabilità”.


dozza carcere bologna

Situazione esplosiva al carcere della Dozza

Sono arrivati a quasi 800 i detenuti presenti al carcere di Bologna e Salvatore Bianco di FP CGIL riferisce che alcuni “assumono pretese per le loro richieste più disparate e se non accontentati mettono in atto gesti autolesionistici o di ribellione verso le regole di convivenza”.

Il sindacato parla di “una situazione esplosiva nel penitenziario con pochissimi posti rimasti disponibili, continui eventi critici anche molto gravi, il personale di polizia penitenziaria è ridotto ai minimi termini con una carenza organica di circa 80 unità negli ultimi mesi” e un sistema “incapace di dare segnali chiari nella gestione di quei detenuti più problematici che avvertono sempre più il senso di impunità per i loro comportamenti a volte violenti e fuori dalle regole!”

Le richieste sono tra le più disparate: dallo spostamento in camera singola al rifiuto dell’assegnazione nei vari reparti, quando qualche posto si libera: “In questa situazione il personale avverte sempre più un senso di abbandono – spiega FP CGIL – davanti a una Amministrazione che resta inerme e non prende provvedimenti anche su quei soggetti che da diversi mesi continuano a creare situazioni critiche” e chiede che il blocco dei “dei continui ingressi registrati negli ultimi giorni, n.10 detenuti in più in circa 24 ore – quindi – la drastica riduzione del numero dei detenuti presenti nell’istituto, allontanando principalmente tutti quei soggetti ampiamente conosciuti per i loro comportamenti critici. Se ciò non avverrà si andrà incontro ad un periodo estivo molto complicato e l’amministrazione tutta ne sarà responsabile” conclude il sindacato.