Sciopero dell'intera giornata o turno di lavoro venerdì 29 novembre di CGIL e UIL, per cambiare la manovra di bilancio!
CGIL e Uil proclamano sciopero generale dell’intera giornata o turno di lavoro, con manifestazione regionale venerdì 29 novembre a Bologna con partenza del corteo alle ore 9.30 a Porta Lame e conclusione in piazza Maggiore con intervento finale di Maurizio Landini.
Lo hanno reso noto questa mattina nel corso di una conferenza stampa i segretari generali di CGIL e Uil Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri.
La mobilitazione è stata indetta per chiedere di cambiare la manovra di bilancio, considerata del tutto inadeguata a risolvere i problemi del paese, e per rivendicare l’aumento del potere d’acquisto di salari e pensioni e il finanziamento di sanità, istruzione, servizi pubblici e politiche industriali.
Il Governo ci infliggerà 7 anni di austerità con:
- perdita del potere d’acquisto di lavoratori e pensionati causata da un’inflazione da profitti;
- crescita della precarietà e del lavoro nero e sommerso;
- tagli ai servizi pubblici, a partire da Sanità, Istruzione, Trasporto pubblico, Enti locali;
- rinnovi contrattuali per il pubblico impiego che coprono appena 1/3 dell’inflazione;
- taglio del cuneo fiscale (con perdite per molti) pagato dagli stessi lavoratori con il maggior gettito Irpef;
- politiche fiscali che riducono la progressività e che, attraverso condoni e concordati, favoriscono gli evasori;
- nessun intervento sugli extraprofitti;
- peggioramento della Legge Monti/Fornero che si applicherà al 99,9% dei lavoratori;
- insufficiente rivalutazione delle pensioni, con la beffa di un aumento di soli 3 euro al mese per le minime;
- assenza di una politica industriale e tagli agli investimenti;
- ritardi nell’attuazione del PNRR e nessuna strategia per il Mezzogiorno;
- attacco alla libertà di manifestare il dissenso con il Disegno di Legge Sicurezza.
Per queste ragioni rivendichiamo al sistema delle imprese e al governo:
- DI PRENDERE SOLDI DOVE SONO: extraprofitti, profitti, rendite, grandi ricchezze, evasione fiscale e contributiva
- UN FINANZIAMENTO STRAORDINARIO per sanità pubblica, servizi sociali, non autosufficienza, Istruzione e ricerca
- RINNOVO DEI CCNL PUBBLICI E PRIVATI per aumentare il potere d’acquisto, con detassazione degli aumenti
- PIENA RIVALUTAZIONE DELLE PENSIONI, rafforzare ed estendere la quattordicesima
- RIFORMA DELLE PENSIONI che superi la Legge Monti/Fornero
- POLITICA INDUSTRIALE PER I SETTORI MANIFATTURIERI E PER I SERVIZI con investimenti per difendere l’occupazione – anche con il blocco dei licenziamenti – creare nuovo lavoro e costruire un modello di sviluppo sostenibile
- TUTELA DELLA SALUTE E SICUREZZA E CONTRASTO ALLA PRECARIETÀ cambiando la legislazione sul lavoro
- RITIRO DEL DISEGNO DI LEGGE SICUREZZA e rispetto delle libertà costituzionali.
MOBILITIAMOCI PER CAMBIARE le scelte ingiuste e sbagliate del Governo
Sciopero della sanità privata: presidio a Bologna davanti a Confindustria
La mattina del 23 settembre, circa 400 persone si sono radunate in via San Domenico a Bologna, di fronte alla sede di Confindustria, per partecipare al presidio organizzato in occasione della giornata di sciopero indetta da Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl. Lo sciopero ha coinvolto numerose aziende sanitarie della regione, registrando un’elevata partecipazione, con tassi di adesione fino al 95% in alcune strutture, come Villa Bellombra, che ha dovuto chiudere i servizi di fisioterapia.
Alta adesione in tutta la regione
In diverse strutture sanitarie, le adesioni allo sciopero sono state particolarmente significative. Villa Erbosa e il Toniolo hanno registrato un’adesione complessiva dell’80%, con la chiusura degli ambulatori. Anche il Poliambulatorio Hesperia di Carpi è rimasto chiuso, mentre nella sede di Modena quattro sale operatorie su sei sono state inattive, e il reparto di radiologia ha interrotto le attività. I servizi essenziali sono stati comunque garantiti nei reparti residenziali, come alla Lega Filo d’Oro e nelle case di cura Fogliani e Villa Rosa.
Rabbia per il mancato incontro
Al presidio, i lavoratori hanno manifestato con determinazione contro il rifiuto, da parte dei rappresentanti delle associazioni datoriali, di incontrare una delegazione di lavoratori e sindacati. Marco Bonaccini, Sonia Uccellatori e Paolo Palmarini, segretari generali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, hanno dichiarato: “Non solo Aiop e Aris non intendono rinnovare il CCNL, ma ora rifuggono anche il confronto. Queste aziende operano per conto della pubblica amministrazione e ricevono ingenti risorse pubbliche, ma non riconoscono il giusto compenso ai lavoratori, nemmeno di fronte all’inflazione. È una vergogna!”
Sciopero e protesta continueranno
Il presidio si è concluso con il grido “Vergogna”, ma i sindacati hanno promesso di non fermarsi qui. “Faremo tutto il necessario per garantire a tutte e a tutti il rinnovo contrattuale che meritano”, hanno assicurato i tre sindacalisti.
L’incontro a margine del presidio
A margine del presidio di Roma, una delegazione sindacale è stata ricevuta dal Capo Segreteria del Ministro della Salute: “Abbiamo ricevuto rassicurazioni sul fatto che a breve verranno convocate tutte le parti per un tavolo tecnico di confronto tra Sindacati, Conferenza delle Regioni, le parti datoriali e il Ministero della Salute. Questo è un primo segnale di apertura, ma non basta”, sottolineano.
La mobilitazione, infatti, non si ferma: “Continueremo a lottare fino a quando non sarà riconosciuto il giusto trattamento contrattuale e salariale a tutti i professionisti che, come quelli del pubblico, garantiscono quotidianamente il diritto costituzionale alla salute. Il valore del lavoro deve tornare al centro della discussione. Non ci fermeremo fino a quando non vedremo riconosciuta la professionalità di chi lavora nelle strutture accreditate e convenzionate, garantendo pari diritti e retribuzioni”
Sciopero sanità privata del 23 settembre: “Serve rispetto per lavoratrici e lavoratori di un comparto strategico per il Paese”
“Gli impegni non sono stati mantenuti, infermieri, oss, tecnici sanitari e tutto il personale della sanità privata è stanco di aspettare. Sono oltre 200.000 le lavoratrici e i lavoratori che operano nelle strutture in cui si applicano i contratti Aiop e Aris sanità privata e Aiop e Aris rsa: lavoratori che svolgono un servizio pubblico garantendo quindi un diritto costituzionale, quello alla Salute. I professionisti e gli operatori che lavorano presso le strutture private, nella quasi totalità accreditate con il Servizio Sanitario Nazionale e quindi beneficiarie di cospicue risorse pubbliche, chiedono il rispetto della dignità e dei diritti: per questo motivo il 23 settembre FP CGIL, CISL FP e UIL FPL hanno proclamato uno sciopero nazionale con l’astensione dal lavoro prevista per l’intera giornata e per ogni turno di lavoro”.
“In quest’ambito – osservano i sindacati – sono stati stipulati due accordi ponte (Aris rsa, Aiop rsa) necessari per unificare i tabellari e andare alla stipula di un nuovo contratto unico di settore per le rsa, dove le lavoratrici, i lavoratori e i professionisti hanno il contratto bloccato da oltre 12 anni.
Quanto al contratto Sanità privata Aris Aiop, è stato rinnovato nel 2020 dopo 14 anni di blocco della contrattazione, un rinnovo che però ha riguardato il triennio 2016-2018. Rispetto alla legittima aspettativa delle lavoratrici e dei lavoratori, FP CGIL, CISL FP e UIL FPL hanno chiesto l’apertura di due tavoli negoziali ma le associazioni datoriali – AIOP e ARIS – pretendono di subordinare le trattative per il rinnovo contrattuale a maggiori risorse economiche pubbliche da parte dello Stato e delle Regioni.
Una posizione, quella di AIOP e ARIS, che denota una indifferenza intollerabile ed inaccettabile nei confronti di professionisti ed operatori che contribuiscono a garantire bilanci positivi e dividendi che andrebbero in parte ridistribuiti a coloro che li hanno prodotti: infermieri, oss, tecnici sanitari, personale della riabilitazione e amministrativo attraverso un celere rinnovo del Contratto Nazionale.
In Emilia Romagna le lavoratrici e i lavoratori scenderanno in piazza a Bologna davanti alla sede di Confindustria, via S, Domenico LUNEDI’ 23 dalle ore 10 alle 12, per far sentire la loro voce, la voce di chi chiede il riconoscimento del proprio lavoro, della propria professionalità che esprime ogni giorno a favore dei cittadini, riconoscimento oggi negato da datori di lavoro che hanno, peraltro, un modestissimo rischio di impresa considerato che le prestazioni erogate vengono in larghissima parte finanziate dal sistema pubblico.
Sciopero nazionale della Sanità Privata il 23 settembre: oltre 200.000 lavoratori coinvolti
Il 23 settembre 2024 è stato indetto uno sciopero nazionale che coinvolge più di 200.000 lavoratori delle strutture sanitarie private e delle RSA, dove si applicano i contratti Aiop e Aris. Questi lavoratori svolgono un ruolo cruciale nel garantire un diritto costituzionale fondamentale: la salute. Tuttavia, come Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl denunciamo che gli impegni presi per la loro tutela non sono stati rispettati.
Le motivazioni dello sciopero
Nonostante siano stati firmati due accordi ponte per unificare i contratti nel settore RSA (Aiop e Aris), i professionisti del comparto non vedono un adeguato riconoscimento da oltre 12 anni. La situazione per i lavoratori della sanità privata è altrettanto complessa: dopo 14 anni di blocco, il contratto è stato rinnovato nel 2020, ma con un riferimento temporale fermo al triennio 2016-2018.
Come Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl abbiamo richiesto l’apertura di tavoli di trattativa per garantire nuove risorse e migliorare la condizione di questi lavoratori. Tuttavia, la risposta ricevuta è stata negativa, con l’imposizione di condizioni inaccettabili.
Un settore strategico per il Paese
Il comparto della sanità privata e delle RSA rappresenta un settore strategico per l’Italia, con lavoratori che garantiscono ogni giorno un servizio pubblico essenziale. Per questo motivo chiediamo rispetto e dignità per chi opera in queste strutture. Lo sciopero del 23 settembre è un segnale forte: difendere la professionalità e il futuro di questi lavoratori è fondamentale per il benessere del Paese.
Sciopero nazionale UNEBA: grande partecipazione ai presidi regionali di Ravenna e Fiorenzuola
Oggi 16 settembre, durante lo sciopero nazionale indetto da FP CGIL, CISL FP, FISASCAT CISL, UIL FPL e UILTUCS, si sono svolti due presidi regionali molto partecipati: a Fiorenzuola, davanti alla Casa Protetta della Fondazione Verani Lucca, e a Ravenna presso Villa Serena, nella frazione di San Romualdo. Centinaia di lavoratrici e lavoratori hanno espresso la loro forte opposizione alle proposte di Uneba, giudicate inadeguate e irrisorie, con una partecipazione significativa e determinata.
La protesta contro la proposta Uneba
Le organizzazioni sindacali regionali e i partecipanti ai presidi hanno denunciato con fermezza la mancanza di volontà di Uneba di rinnovare il Contratto Nazionale di Lavoro. La proposta avanzata dall’associazione prevede un aumento minimo, ritenuto del tutto insufficiente per riconoscere e valorizzare i professionisti del settore socio-sanitario, che ogni giorno si prendono cura della collettività con dedizione e responsabilità.
L’urgenza di un rinnovo contrattuale dignitoso
I segretari regionali e i funzionari sindacali presenti hanno ribadito che la proposta attuale di Uneba non è accettabile, sia dal punto di vista economico che per quanto riguarda i diritti lavorativi. Hanno evidenziato come, in altri comparti del settore socio-sanitario, siano stati raggiunti accordi contrattuali molto più significativi, sia sotto il profilo economico che normativo. In particolare, si sottolinea l’urgenza di ottenere un rinnovo che riconosca il valore professionale e umano dei lavoratori, garantendo loro condizioni lavorative dignitose e giuste.
La critica alle strutture Uneba accreditate
Una delle principali critiche mosse dalle organizzazioni sindacali riguarda il fatto che molte strutture Uneba operano in regime di accreditamento socio-sanitario, beneficiando quindi di fondi pubblici. Nonostante ciò, secondo i sindacati, queste strutture sfruttano tali risorse per fare business sulla salute e sul lavoro di professionisti che, al contrario, dovrebbero essere valorizzati con un rinnovo contrattuale rispettoso e dignitoso. Questo comportamento è stato definito “vergognoso” dalle segreterie regionali.
Lo sciopero e i presidi di oggi rappresentano un importante passo avanti nella battaglia per ottenere pari diritti e condizioni di lavoro adeguate, con la richiesta chiara e forte di “pari diritti per pari lavoro”.
Primi risultati dello sciopero
nella giornata di ieri, presso la sede di Uneba, si è tenuto il primo degli incontri che segue lo sciopero nazionale dello scorso 16 settembre. In apertura di confronto abbiamo ovviamente evidenziato come l’alta percentuale di adesione alla mobilitazione registrata in tutto il territorio, sia il chiaro sintomo di come le operatrici e gli operatori cui viene applicato il CCNL Uneba, non siano più disposti a lavorare per retribuzioni che se paragonate a quelle di molti altri colleghi del settore socio-sanitario- assistenziale-educativo, risultano essere nettamente inferiori. Le OO.SS. hanno quindi evidenziato, anche e soprattutto alla luce di quanto riportato nel comunicato diffuso dall’Associazione datoriale in data 13 settembre, all’indomani cioè dell’incontro avuto con i capi delegazione e a pochi giorni di distanza dallo sciopero del 16, che la cifra di 100 euro di aumento tabellare non può certamente essere ritenuta soddisfacente.
A fronte della posizione espressa in modo netto da FP CGIL, CISL FP,UIL Fpl, FISASCAT Cisl e UILTuCS, la controparte si è dunque detta disponibile ad un ulteriore sforzo, anche in termini economici, arrivando alla cifra di 120 euro, ponendo però sul tavolo la necessità di inserire all’interno del nuovo CCNL dei meccanismi di gradualità che possano in parte riprendere quanto già previsto nel CCNL Cooperative Sociali. Termine di paragone quest’ultimo, che per le OO.SS. rappresenta un punto di riferimento anche e soprattutto per le quantità economiche ottenute con il rinnovo dello scorso marzo. La delegazione di Uneba ha poi dichiarato la disponibilità alla revisione dei seguenti articoli: definizione delle causali contratti del tempo determinato, rivisitazione del TEP (Trattamento Economico Progressivo), istituto della maternità. Per parte nostra, nel prendere atto della condivisione di alcune proposte sindacali, abbiamo tuttavia ritenuto necessario avanzare una serie di precisazioni, in primis relativamente al TEP, di cui queste OO.SS. hanno chiesto l’eliminazione e non la rivisitazione. Abbiamo inoltre aggiunto la necessità di discutere ed approfondire ulteriori punti riportati in piattaforma. In relazione, poi, alla proposta di “gradualità” avanzata dalla controparte, ci siamo riservati di definire una posizione a valle di quella che sarà la discussione sulle quantità economiche da noi ritenute ancora insufficienti.
Al fine, tuttavia, di stringere il più possibile i tempi e giungere ad una convergenza di posizioni che porti al rinnovo di un contratto che lavoratrici e lavoratori attendono ormai da anni, è stato fissato il seguente calendario di appuntamenti: 21 ottobre; 7 novembre; 13 novembre; 25 novembre; 4 dicembre.
Sciopero nazionale UNEBA del 16 settembre!
Come FP CGIL insieme a CISL FP, FISASCAT CISL, UIL FPL e UILTUCS abbiamo proclamato uno sciopero nazionale per l’intera giornata del 16 settembre, con l’obiettivo di sensibilizzare sull’urgenza del rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) Uneba, scaduto dal 2019. Circa 135.000 lavoratrici e lavoratori del settore socio-sanitario privato sono coinvolti nella mobilitazione, un’azione che vuole sottolineare il malcontento generale verso la proposta di rinnovo presentata da Uneba.
La situazione contrattuale
Il CCNL Uneba è il secondo contratto più applicato nell’area socio-sanitaria privata, subito dopo quello della Cooperazione sociale. La trattativa nazionale per il rinnovo si è interrotta dopo 17 mesi di negoziati, e 27 mesi dalla presentazione delle richieste da parte dei sindacati. La rottura è dovuta alla proposta di Uneba, ritenuta inaccettabile dalle organizzazioni sindacali: 50 euro lordi di aumento per il triennio 2023-2025, pari a circa 35 euro netti. Una cifra considerata insufficiente, specialmente in considerazione della dinamica inflazionistica e del recente rinnovo di altri contratti del settore, che hanno garantito aumenti economici e normativi di tutt’altra entità.
Le ripercussioni in Emilia Romagna
Anche in Emilia Romagna, l’assenza del rinnovo contrattuale pesa sui lavoratori e, di conseguenza, sulla qualità dei servizi offerti. Nella regione, molte strutture socio-sanitarie operano anche in regime di accreditamento, beneficiando di risorse pubbliche. Tuttavia, il mancato rinnovo del contratto mette a rischio non solo i diritti acquisiti dai lavoratori, ma anche la qualità del servizio erogato agli utenti.
I presidi regionali
In Emilia Romagna le lavoratrici e i lavoratori scenderanno in piazza con due presidi di carattere regionale. Il primo si terrà a Ravenna, presso Villa Serena di San Romualdo, e il secondo a Fiorenzuola d’Arda, presso la Fondazione Verani Lucca. Entrambi gli eventi inizieranno alle 9.30 e rappresentano un’occasione per far sentire la voce di chi chiede il rispetto di diritti fondamentali: “stesso lavoro, stessi diritti, Contratto subito!”.
La lotta per il rinnovo del CCNL Uneba continua, e la mobilitazione del 16 settembre sarà un importante momento di sensibilizzazione per garantire condizioni di lavoro dignitose a chi, ogni giorno, si occupa della cura e del benessere delle persone.
Verso lo sciopero della sanità privata del 23 settembre!
Stiamo conducendo una serie di azioni di mobilitazione in tutta la regione Emilia-Romagna per difendere i diritti dei lavoratori della sanità privata. Questi sforzi sono volti a richiamare l’attenzione pubblica e politica sulla necessità urgente di rinnovare il contratto collettivo, scaduto da anni, per i professionisti che operano in strutture sanitarie private accreditate.
Protesta nella Provincia di Rimini
Nella provincia di Rimini, le bandiere dei sindacati sono state affisse all’esterno di tutte le strutture che applicano il contratto della sanità privata Aiop. Questo gesto simbolico vuole sottolineare la precarietà di centinaia di lavoratori il cui contratto è fermo da anni. La sanità privata accreditata vive quasi esclusivamente di fondi pubblici, e non è più accettabile continuare a fare accordi sulla pelle dei professionisti. È compito delle regioni e delle associazioni trovare il finanziamento necessario, ma è fondamentale che si arrivi alla sottoscrizione del nuovo contratto il prima possibile. Se la sanità privata deve continuare a far parte del perimetro pubblico, non è concepibile avere professionisti di serie A ed altri di serie B.
Manifestazioni a Bologna
A Bologna, abbiamo manifestato per il mancato rinnovo del contratto della sanità privata, fermo dal 2018. Presidi sono stati organizzati in tutta la città. Un presidio significativo si è tenuto davanti a Villa Torri, dove le lavoratrici e i lavoratori hanno chiesto con forza il rinnovo del contratto collettivo. La mancata apertura di un tavolo di contrattazione con Aiop e Aris ha portato i sindacati a uno stato di agitazione permanente, con oltre 200.000 lavoratori a livello nazionale a rischio.
Presidio a Reggio Emilia
A Reggio Emilia, abbiamo organizzato un presidio davanti al Centro Medico Lazzaro Spallanzani. La richiesta principale è un adeguamento economico di 200 euro per equiparare i lavoratori della sanità privata ai dipendenti pubblici. Il presidio ha coinvolto cinquecento professionisti, tra infermieri, tecnici sanitari e operatori socio sanitari, impiegati presso strutture private accreditate come Villa Verde, Villa Salus, Millefiori a Novellara e Hospice Madonna dell’Uliveto di Albinea. Questi professionisti chiedono maggiori diritti e un adeguamento salariale, lavorando per aziende che generano utili.
Gravi condizioni alla Casa di cura Salus di Ferrara
A Ferrara non si può dire che il contesto sia migliore e la FP CGIL Ferrara denuncia le gravi condizioni lavorative degli operatori sanitari presso la Casa di Cura Salus srl. Una situazione insostenibile e per la quale non si è riusciti ad arrivare alla conciliazione dopo l’incontro in Prefettura dello scorso 24 giugno.
Ci sono poi problemi che proseguono come i “continui mancati versamenti delle quote del Tfr verso i fondi pensionistici ma anche all’atto delle dimissioni. Un comportamento che non solo viola i diritti contrattuali dei lavoratori, ma che dimostra una totale mancanza di rispetto nei confronti degli operatori che, dopo anni di servizio, si vedono negati i loro legittimi compensi.
Davanti a Salus e anche a Qusisana da diverso tempo sono posizionate le bandiere delle organizzazioni sindacali, un gesto simbolico per attirare l’attenzione su migliaia di lavoratrici e lavoratori che fanno lo stesso identico lavoro dei colleghi della sanità pubblica.
Conclusione
La mobilitazione della FP CGIL, insieme a CISL FP e UIL FPL, rappresenta un passo decisivo nella lotta per i diritti dei lavoratori della sanità privata. La determinazione dei lavoratori e lavoratrici dimostra l’importanza di garantire condizioni di lavoro eque e dignitose per tutti i professionisti del settore. Non ci fermeremo, per questo il 23 settembre è previsto un grande sciopero generale dei lavoratori della sanità privata. Più tutele, più diritti!
Sanità privata, contratto scaduto da anni: sarà sciopero!
Come Fp Cgil Rimini, insieme a Cisl Fp Romagna e Uil Fpl abbiamo affisso le nostre bandiere fuori da tutte le strutture che applicano il contratto della sanità privata Aiop nel territorio di Rimini. Un gesto simbolico, volto a tutelare centinaia di lavoratrici e lavoratori il cui contratto è scaduto da troppi anni, una situazione non più tollerabile.
La sanità privata accreditata vive quasi esclusivamente di fondi pubblici, e non è più accettabile continuare a fare accordi sulla pelle dei professionisti. La modalità per il finanziamento è compito delle regioni e delle associazioni trovarlo, a noi interessa che si arrivi alla sottoscrizione il prima possibile. Se la sanità privata deve continuare a essere nel perimetro pubblico, non è più concepibile avere professionisti di serie A ed altri di serie B.
Con il caro vita che grava pesantemente sui redditi, assicurare prestazioni con una paga ferma al 2018 è insostenibile. Nel frattempo, la sanità pubblica ha già ottenuto un ulteriore rinnovo contrattuale (sebbene anch’esso insoddisfacente), mentre il sistema privato è ancora fermo al palo.
Per il prossimo 23 settembre, abbiamo proclamato un grande sciopero generale.
Serve chiarezza e trasparenza, e va rivisto il sistema degli accreditamenti affinché il privato sia obbligato a rinnovare il Ccnl parallelamente ai rinnovi del settore pubblico, pena la decadenza dell’accreditamento stesso. Questa è solo l’inizio di una “battaglia” che deve vedere i professionisti del privato essere considerati alla stregua dei colleghi del pubblico, sia dal punto di vista economico che normativo.
23 settembre Sciopero dei Dipendenti AIOP e ARIS!
Il 23 settembre è previsto uno sciopero dei dipendenti delle strutture sanitarie private AIOP e ARIS, indetto dalla FP CGIL insieme alla CISL FP e UIL FPL. Questa mobilitazione è una risposta alle promesse non mantenute riguardo al contratto unico delle RSA e al rinnovo del contratto della sanità privata.
Motivi della Protesta
Nonostante le ripetute mobilitazioni e gli scioperi, le trattative per il contratto unico di settore non sono ancora iniziate. Le trattative sono vincolate alla garanzia di copertura delle risorse da parte del Ministero e delle Regioni.
Situazione Attuale
Dal 2020, i dipendenti con contratto sanità privata ARIS AIOP hanno visto un rinnovo contrattuale dopo 14 anni di blocco. Tuttavia, in sanità pubblica ci sono stati progressi significativi, con il rinnovo del contratto 2019-2021 e l’apertura delle trattative per il contratto 2022-2024. Al contrario, in sanità privata le Associazioni vincolano ancora il rinnovo alla copertura delle risorse.
Importanza del Settore
Il settore della sanità privata conta centinaia di migliaia di lavoratori che garantiscono un diritto costituzionale: la salute. È doveroso sostenere le loro rivendicazioni di vedersi pienamente riconosciuti la propria professionalità e i propri diritti.
Azioni Future
Promettono di continuare a dare battaglia, mobilitandoci su tutto il territorio nazionale e chiedendo alle Istituzioni di rivedere gli accreditamenti. Incroceremo le braccia per tutta la giornata del 23 settembre, con l’astensione dal lavoro prevista per ogni turno di lavoro.
Vertenza Hera: La Mobilitazione Continua
La mobilitazione dei lavoratori del Gruppo Hera prosegue con determinazione. Nonostante il risultato storico dello sciopero del 6 maggio, i vertici del Gruppo Hera continuano a ignorare le istanze dei lavoratori, adottando una strategia comunicativa che distorce la realtà attraverso l’uso di dati macro-aggregati e ridondanti. È chiaro che il messaggio dei lavoratori e delle lavoratrici non è stato accolto, ma la mobilitazione non si fermerà finché non verranno affrontati i problemi reali.
Serve un Cambio di Passo
La vertenza è cruciale non solo per i dipendenti diretti del Gruppo Hera, ma anche per quelli degli appalti, e per la salute stessa dell’azienda e del servizio che essa fornisce alla comunità. Il successo dello sciopero, che ha visto la partecipazione di tutte le aziende del Gruppo e delle aziende in appalto, è un chiaro segnale del malcontento diffuso. I lavoratori e le lavoratrici comprendono che la direzione intrapresa dall’azienda è sbagliata sia per il proprio lavoro sia come utenti e cittadini.
Proposte per un Futuro Migliore
Le organizzazioni sindacali continueranno a sollecitare un nuovo Accordo sulla Governance, necessario per bilanciare la gestione di Hera e valorizzare i principi etici e di responsabilità. Attualmente, la gestione del Gruppo Hera è troppo orientata al profitto degli azionisti privati. È fondamentale che i soci pubblici riprendano il controllo strategico per rimettere l’azienda al servizio delle comunità.
La Preoccupazione per il Futuro
Se non verrà invertita tempestivamente la rotta, si rischiano disservizi nella gestione delle reti idriche ed energetiche e un peggioramento della qualità delle attività sugli impianti di termovalorizzazione e nei servizi ambientali. Questo comporterebbe un aumento del rischio per la sicurezza del personale e un peggioramento delle loro condizioni di lavoro. Anche le attività esternalizzate richiedono un radicale cambiamento delle “regole d’ingaggio” e dei requisiti dei bandi di gara, con l’obiettivo di migliorare le condizioni di lavoro e la sicurezza dei dipendenti delle ditte terze.
Prossime Iniziative di Mobilitazione
Il Coordinamento Nazionale RSU, riunitosi il 17 maggio, ha dato mandato alle OO.SS. di proseguire con le iniziative di mobilitazione, a partire dal blocco delle prestazioni straordinarie per il comparto energia dal 27 maggio al 25 giugno, e dalla proclamazione di una ulteriore giornata di sciopero di tutti i settori con CCNL Gas-Acqua, Elettrico, Chimico e Ambiente per lunedì 24 giugno 2024.
Qualità, Diritti e Lavoro! Inizia l’Hera di Tutt*!