Giustizia, mobilitazione in tutta l’Emilia-Romagna per la stabilizzazione dei precari
Due giornate di presìdi e assemblee davanti ai tribunali: partecipazione ampia da Piacenza a Rimini
Il 30 giugno e il 1 luglio 2025 l’Emilia-Romagna si è mobilitata compatta per chiedere la stabilizzazione di tutte e tutti i lavoratori precari della giustizia. Davanti ai palazzi di giustizia delle principali città della regione si sono tenuti presìdi, assemblee e momenti di confronto promossi unitariamente da FP CGIL, UIL PA e USB PI. Le iniziative hanno coinvolto con entusiasmo lavoratrici e lavoratori, RSU e rappresentanti sindacali, insieme a cittadine e cittadini solidali con la causa.
Dalla riduzione dell’arretrato all’innovazione digitale: il valore dei precari
La mobilitazione ha voluto ribadire l’importanza del contributo offerto in questi anni dai 12.000 precari in servizio nel Ministero della Giustizia, tra funzionari UPP, tecnici e operatori data entry assunti con fondi PNRR. Il loro lavoro ha consentito un reale ammodernamento del sistema: dalla riduzione dell’arretrato nei tribunali all’innovazione digitale e organizzativa. Un patrimonio di competenze che rischia di andare disperso se non si procederà alla stabilizzazione di tutti e tutte.
Un grido unitario: stabilizzare, non sfruttare
Il messaggio lanciato dalle piazze emiliano-romagnole è stato chiaro: la stabilizzazione deve riguardare la totalità dei precari, non solo una parte come previsto dall’attuale Piano strutturale di bilancio del Governo. La mancata stabilizzazione di migliaia di lavoratori e lavoratrici avrebbe conseguenze gravi: non solo per chi rischierebbe il licenziamento, ma anche per il personale di ruolo già provato da decenni di sotto-organico e per l’efficienza del sistema giustizia nel suo complesso.
Il percorso continua
Le giornate del 30 giugno e 1 luglio rappresentano una tappa importante di un percorso di mobilitazione che non si ferma. Le organizzazioni sindacali hanno già annunciato che, in assenza di risposte concrete e immediate da parte del Governo, le iniziative continueranno nei prossimi mesi, con l’obiettivo di garantire a tutte e tutti i precari della giustizia la dignità e la stabilità che meritano.
FP CGIL: "No contratto a ribasso per i medici"
“Lavoratrici e lavoratori non sono disposti a svendere competenze, dedizione e professionalità”
“Per rinnovare il contratto di professionisti che sono, con gli altri, il cuore pulsante dei servizi sanitari, servono adeguate risorse economiche” lo dichiara Andrea Filippi Segretario Nazionale Fp Cgil Medici, Veterinari e Dirigenti SSN, che continua
“nessuna organizzazione sindacale dovrebbe accettare un contratto al ribasso che umilia le retribuzioni di professionisti che hanno già gli stipendi più bassi d’Europa”.
“Anche se siamo ancora in attesa dell’Atto d’Indirizzo che dovrebbe definire le direttive e le risorse per il rinnovo del Contratto dell’Area Sanità, siamo molto preoccupati dopo la sottoscrizione da parte di alcune organizzazioni sindacali dell’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto 2022/2024 del comparto sanità, che di fatto definanzia gli aumenti contrattuali di ben 11 punti percentuali rispetto all’inflazione registrata nel triennio” precisa Filippi.
“Davanti a questo desolante scenario che mortifica ancora una volta il salario dei professionisti non possiamo che rivolgerci a tutte le lavoratrici ed a tutti i lavoratori dell’Area dei Dirigenti Medici, Veterinari, Sanitari e delle Professioni Sanitarie, ed a tutti i loro rappresentanti, perché non si pieghino ad accettare condizioni unilaterali così al ribasso”
“Da anni lamentiamo il definanziamento del SSN, il taglio al personale, il blocco del salario accessorio, il furto delle eccedenze orarie a favore di gettononisti o di improvvisati mercenari che rendono i servizi pubblici sempre meno attrattivi per chi al contrario crede nel valore sociale della professione; da anni chiamiamo tutti a raccolta in occasione di ogni legge di bilancio per chiedere le risorse necessarie a salvare il nostro SSN; quindi non capiamo perchè ora dovremmo accettare passivamente un contratto, quello 2022-2024, fortemente definanziato, per catapultarci di fretta in un contratto, quello 2025-2027, anch’esso ancora definanziato” incalza la Fp Cgil Medici e Dirigenti SSN.
“Peraltro, allo stato attuale, l’avvio della trattativa dell’Area è fortemente minata dalle sperequazioni che insistono nelle retribuzioni dei professionisti, vedasi le differenze che stiamo cercando di colmare sulle indennità di specificità dei Dirigenti Sanitari e sull’indennità di esclusività dei Dirigenti delle Professioni Sanitarie; al contrario oggi l’aumento disposto nell’ultima legge di bilancio per l’indennità di specificità di medici e veterinari con un finanziamento aggiuntivo di 327 milioni di euro dal 2026, non è stato ancora finanziato per i Dirigenti sanitari, così come non c’è traccia alcuna del finanziamento, comunque minimo, per l’indennità di esclusività dei Dirigenti delle Professioni Sanitarie” chiarisce il segretario.
“Non abbiamo nessuna fretta di sottoscrivere un contratto definanziato, anche perché parte degli aumenti dello stipendio tabellare sono già presenti in busta paga, in virtù dell’anticipo predisposto dal Governo nella legge di bilancio 2024: infatti con le attuali risorse, l’aumento del tabellare probabilmente sarà inferiore ai 250 euro lordi, ma oggi ne stiamo già percependo 121, per cui la differenza reale di quanto aumenteranno le buste paga sarà veramente irrisoria; così come irrisori sono gli arretrati a tutt’oggi maturati. Insomma, non capiamo davvero perchè dovremmo accettare le condizioni unilaterali proposte dal Governo, abdicando al nostro dovere sindacale di negoziare fino alla fine, con risorse inferiori di 11 punti rispetto all’inflazione, con la metà degli aumenti tabellari già percepiti in busta paga, con pochissimi arretrati, senza indennità di specificità e di esclusività finanziate per tutti i Dirigenti, né ci convince la narrazione di anticipare il contratto 2025-2027 che, come detto è anche questo ancora definanziato”.
“L’atto di indirizzo non è ancora uscito, la trattativa non è ancora partita, margini per migliorare le condizioni economiche e normative ci sono, ora si tratta di fare sindacato per lottare per davvero per le richieste che ci arrivano dai professionisti: risorse contrattuali adeguate, sblocco del salario accessorio, finanziamento indennità di specificità e di esclusività per tutti i Dirigenti dell’Area, migliori condizioni di lavoro, più chiarezza sull’eccedenza oraria che le Aziende continuano ad utilizzare in modo discrezionale, nonostante le innovazione introdotte del ccnl 2019/2021. Il ministro Schillaci cosa dice ai colleghi? Che si devono accontentare o ci convoca e si impegna a trovare una soluzione dignitosa per la categoria?”.
Trattativa CCNL Funzioni Locali 2022-2024: denunciamo la proposta insufficiente di Aran
«Serve un contratto giusto e dignitoso, il governo non dà risposte»
Si è tenuto il 2 luglio un nuovo incontro per il rinnovo del CCNL Funzioni Locali 2022-2024, durante il quale FP CGIL e UIL FPL hanno illustrato proposte concrete per migliorare le condizioni economiche delle lavoratrici e dei lavoratori del comparto. Le due organizzazioni sindacali hanno evidenziato la necessità di soluzioni capaci di rispondere alle reali esigenze del personale, puntando su risorse aggiuntive certe e un incremento salariale dignitoso.
La proposta Aran: spostamento di risorse e pochi euro di aumento
Durante la trattativa, Aran ha avanzato una proposta che non affronta il problema salariale. L’ipotesi illustrata prevede:
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lo spostamento delle risorse dall’indennità di comparto allo stipendio tabellare;
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una riduzione del fondo delle risorse decentrate;
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un lieve incremento (da 11 a 17 euro lordi) sul salario tabellare, che rischia di essere annullato dai maggiori oneri riflessi.
Consideriamo la proposta del tutto insufficiente e denunciamo l’assenza di fondi aggiuntivi necessari a garantire un contratto giusto e dignitoso per tutto il personale.
Trattativa interrotta e nessuna nuova convocazione
Il confronto si è concluso con un brusco stop da parte di Aran, che ha interrotto la trattativa senza indicare nuove date per la prosecuzione del tavolo negoziale. Ribadiamo la nostra piena disponibilità a continuare il dialogo e ad approfondire nel merito i provvedimenti.
Criticità del decreto sulla Pubblica Amministrazione
Sottolineiamo inoltre come il recente decreto sulla Pubblica Amministrazione non garantisca aumenti certi per tutti i lavoratori. Il superamento del tetto del salario accessorio rappresenta solo un’opportunità e non un obbligo, riservato agli enti virtuosi, molti dei quali dovranno comunque scegliere tra nuove assunzioni e un modesto aumento delle retribuzioni del personale in servizio.
Mobilitazione FP CGIL: il governo non dà risposte
Il governo non sta dando le risposte necessarie per garantire la dignità economica dei lavoratori pubblici e annunciamo l’avvio della mobilitazione a sostegno di un contratto equo.
La FP CGIL Ferrara proclama lo stato di agitazione nell'azienda sanitaria di Ferrara
Proclamato lo stato di agitazione al Centro Cardinal Ferrari - Kos Group: la proprietà torni al tavolo delle trattative
Turni e carichi di lavoro insostenibili, assenza di valorizzazione della produttività e di percorsi di carriera rivolti a tutto il personale, sono alla base della protesta indetta dal Sindacato.
FP CGIL Parma, su mandato delle assemblee di lavoratrici e lavoratori del Centro Cardinal Ferrari – Kos Group, ha proclamato lo stato di agitazione e sta per iniziare un articolato percorso di mobilitazione contro le inaccettabili condizioni di lavoro ed il mancato rispetto dei diritti del personale dipendente che si ripercuote anche sui servizi resi all’utenza.
Da tempo le tematiche inerenti la gestione del personale, quelle relative ai sistemi di incentivazione e di progressione di carriera, e, più in generale, tutte le materie di contrattazione decentrata previste dai Contratti Nazionali ed Integrativi, non vengono affrontate al tavolo di trattativa aziendale, se non in maniera sporadica, e questo sta avvelenando decisamente il clima organizzativo e lavorativo.
I rappresentanti sindacali aziendali (RSA), Federico Bertozzi, Laurentiu Ferent e Vita Salerno, unitamente al Segretario FP CGIL Gianluca Mezzadri, per stare nel merito delle questioni, mettono l’accento sul fatto che: “L’azienda ha adottato cambiamenti organizzativi e di turnistica, l’ultimo a partire dal corrente mese di maggio 2025 (ritirato appena dopo la proclamazione dello stato di agitazione, segno evidente che abbiamo colpito nel segno), senza coinvolgere le Organizzazioni Sindacali”.
“Ma soprattutto la mancanza di vere risposte alle richiesta che abbiamo avanzato da tempo” continuano i sindacalisti “sta a testimoniare la grave indifferenza da parte dell’azienda nei confronti delle lavoratrici e lavoratori ed è un comportamento che riteniamo veramente inaccettabile. Se si tiene conto del contesto socio-economico che negli ultimi anni sta attraversando il Paese, dove si è registrata una pesante perdita del potere d’acquisto dei salari per tutte le lavoratrici e i lavoratori, il non aver certezze, anche temporali, sull’individuazione e sulla retribuzione degli emolumenti di competenza della contrattazione decentrata aggrava la situazione all’inverosimile”.
Le difficoltà che si stanno vivendo attualmente all’interno di questa struttura che è definita “d’eccellenza” in ambito assistenziale/riabilitativo (e dire “attualmente” è anche sbagliato, visto che le si stanno vivendo da alcuni anni, senza reali risposte da parte di chi ha il governo del Centro) stanno anche causando una fuga di professionisti ed operatori, verso altre esperienze più gratificanti e questo sta diventando oltremodo insostenibile da parte di chi rimane (dipendenti e utenti).
Per entrare nel concreto, i riferimento è a questi problemi:
1. il Contratto Nazionale di Lavoro applicato nella struttura non è rinnovato da oltre 6 anni e questo ha causato una differenza di oltre 200 euro al mese rispetto ai colleghi che lavorano nei servizi sanitari pubblici (che fanno lo stesso lavoro); e teniamo conto che KOS è uno dei più grandi gruppi italiani ed è parte attiva nell’attuale fase di stallo delle trattative;
2. da anni, nonostante le richieste sindacali, la struttura non si è mai dimostrata veramente disponibile a valorizzare in alcun modo, anche economicamente, la qualità del lavoro che i professionisti e gli operatori svolgono con passione e impegno tutti i giorni;
3. il rapporto operatori/utenti nella struttura spesso non è rispettato, cioè ci si trova a dover assistere più utenti/pazienti di quelli che si potrebbero, secondo le norme in vigore, e questo si ripercuote sulle attenzioni e sulla qualità del servizio all’utenza;
4. non c’è la garanzia, nonostante il Sindacato lo chieda da anni e nonostante sia prevista dalla Legge e dai Contratti Nazionali di Lavoro, di facilitazioni all’accesso a percorsi di formazione e di aggiornamento professionale, indispensabili per garantire il mantenimento della qualità dei servizi.
“Per tutti questi motivi – concludono Bertozzi, Ferent, Salerno e Mezzadri – abbiamo avviato il percorso di mobilitazione che, avrà momenti di sensibilizzazione dell’utenza, delle famiglie e della cittadinanza, per culminare anche in iniziative di sciopero e informazione sulla stampa e sui social.”
FP CGIL chiede con forza che la dignità del lavoro e la valorizzazione della qualità delle prestazioni nel Centro Cardinal Ferrari tornino davvero ad essere i punti cardine tutti i giorni. Non è più il tempo dell’attesa e delle false promesse.
Rilanciare la Psicologia nel SSR: la Proposta della FPCGIL all’Emilia-Romagna
La FPCGIL Medici e Dirigenti SSN, grazie al lavoro del proprio Coordinamento Regionale degli Psicologi, ha prodotto e presentato in data 5 maggio 2025 alla Direzione Generale Sanità dell’Emilia-Romagna un documento ampiamente condiviso di analisi e proposta per il rilancio e la riorganizzazione delle attività di psicologia nelle aziende sanitarie regionali.
CRA Zambelli a Brisighella. La Fp Cgil di Ravenna richiede incontro in Prefettura in vista dello stato di agitazione
La Fp Cgil Ravenna ha chiesto un incontro in Prefettura preannunciando la proclamazione dello stato di agitazione delle operatrici e degli operatori sociosanitari della cooperativa sociale In Cammino, impiegati nella Comunità riabilitativa ad alta assistenza (Cra) Lega Zambelli di Brisighella.
“La richiesta di incontro giunge dopo lo svolgimento di due tavoli sindacali, tenutisi nei mesi di gennaio e febbraio scorsi, durante i quali la Fp Cgil su mandato delle lavoratrici e dei lavoratori ha portato all’attenzione della cooperativa diverse problematiche più volte segnalate” spiegano dal sindacato.
Fp Cgil denuncian il mancato raggiungimento del monte ore contrattuale che contraddice le continue richieste da parte datoriale di doppi turni e salti riposo che creano pesanti difficoltà di conciliazione di tempi di vita e tempi di lavoro. “Il personale affronta un’organizzazione del lavoro che obbliga a una disponibilità oraria che non concilia neanche il recupero psicofisico del personale con conseguenti rischi in termini di salute e sicurezza” sottolineano.
Oltre a ciò la Fp Cgil lamenta il mancato rispetto da parte della cooperativa In Cammino del contratto integrativo provinciale in materia di banca ore negativa.
Dichiarano dal sindacato: “Di fronte alla manifesta indisponibilità da parte della cooperativa sociale In Cammino per una soluzione condivisa con le rappresentanze sindacali – sollecitata a più riprese già in occasione di tavoli sindacali, a partire dal 2023 – il 3 aprile scorso, la totalità delle lavoratrici e dei lavoratori, impiegati come operatori sociosanitari nella Cra Lega Zambelli di Brisighella, ha dato mandato a Fp Cgil di preannunciare lo stato di agitazione al fine di giungere a una soluzione dei problemi sopra evidenziati”.
Il 22 maggio sciopero nazionale per i Ccnl Sanità Privata e RSA Aiop Aris
Sul rinnovo del CCNL Sanità 2022/2024 servono risorse vere e risposte concrete
Lo scrivono in una nota Fp Cgil e Uil Fpl.“Nonostante il tempo trascorso, il Governo continua a sottrarsi a un’assunzione di responsabilità concreta nei confronti di chi, ogni giorno, con competenza e dedizione, garantisce il diritto alla salute per l’intera collettività. La nostra posizione – proseguono – è trasparente e coerente: non si tratta di un confronto ideologico ma di una valutazione basata esclusivamente sui contenuti. Restiamo disponibili al dialogo, ma servono risorse adeguate e risposte normative precise, che chiediamo sin dall’apertura del tavolo e che, ad oggi, restano del tutto disattese”.
“A sostegno di questa posizione anche il recente ‘Documento di analisi e proposte in tema di personale del Servizio Sanitario Nazionale’, approvato dalla Conferenza delle Regioni, evidenzia con chiarezza la necessità di superare anni di sottofinanziamento e compressione della spesa per il personale. Il testo richiama l’urgenza di un’inversione di tendenza fondata su un rafforzamento delle risorse e su politiche di valorizzazione del lavoro nel SSN che ne rilancino l’attrattività e la sostenibilità. Viene inoltre indicata come non più rinviabile l’attivazione di un investimento straordinario sulle retribuzioni, indispensabile per riconoscere in modo adeguato il valore professionale, economico e sociale delle lavoratrici e dei lavoratori della sanità pubblica. Fp Cgil e Uil Fpl chiedono che queste indicazioni condivisibili non restino sulla carta ma si traducano in proposte reali e risorse aggiuntive già disponibili nei prossimi incontri. In assenza di un cambio di rotta non esistono le condizioni per la chiusura positiva della trattativa”, concludono.
Agenzia delle Dogane e Monopoli: la sperimentazione in Emilia-Romagna e Marche viene fatta sulla Pelle dei Lavoratori
La Funzione Pubblica CGIL esprime forte preoccupazione e totale contrarietà in merito alla riorganizzazione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) che sta interessando i territori dell’Emilia Romagna e delle Marche. Denunciamo con fermezza la totale assenza di una chiara finalità strategica in questa riorganizzazione, che è stata imposta dai vertici nazionali dell’Agenzia senza nessun confronto con le rappresentanze del personale ad alcun livello né tanto meno con le istituzioni territoriali e le associazioni degli operatori doganali e commerciali del territorio. Un’altra azione di governo motivata unicamente da logiche di risparmio economico scaricate, ancora una volta, sulle spalle dei lavoratori e sulla qualità dei servizi offerti ai cittadini e alle imprese.
Alla vigilia della riorganizzazione che avrà decorrenza primo Maggio constatiamo che l’assenza di indicazioni e disposizioni operative chiare rischia di generare una pericolosa paralisi organizzativa con effetti sulla erogazione dei servizi Doganali con gravi ripercussioni sul tessuto economico e sociale dei nostri territori.
In questo contesto la Direzione interregionale Emilia Romagna/Marche ha chiesto ai propri dipendenti di presentarsi al lavoro domani 1° Maggio , festa dei lavoratori, presso le proprie sedi di servizio per svolgere regolarmente l’attività lavorativa.
Tale richiesta sarebbe scaturita a valle delle evidenti difficoltà operative di mettere a terra una riorganizzazione delle sedi e dei servizi dell’amministrazione, senza alcun confronto preventivo né di livello nazionale con le organizzazioni sindacali, né con con i livelli territoriali interessati attraverso le medesime organizzazioni sindacali o le RSU appena rinnovate nella tornata elettorale dello scorso 14, 15 e 16 aprile.
È inaccettabile che un processo di riorganizzazione di tale portata sia stato avviato senza alcun coinvolgimento dei diretti interessati, la Funzione Pubblica CGIL ribadisce con forza che le lavoratrici e i lavoratori sono la vera risorsa di qualsiasi amministrazione pubblica e che ogni cambiamento organizzativo deve necessariamente passare attraverso un confronto costruttivo e trasparente con chi quotidianamente garantisce il funzionamento della macchina amministrativa.
La Funzione Pubblica CGIL si mobiliterà con tutte le proprie forze per tutelare i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori dell’ADM e per garantire la continuità e la qualità dei servizi doganali in Emilia Romagna e nelle Marche chiedendo con urgenza un incontro con i vertici dell’ADM per fare chiarezza sulle reali intenzioni dell’amministrazione e per avviare un confronto serio e costruttivo che tenga conto delle esigenze dei lavoratori e del territorio.









