Elezioni RSU 2022 - Siamo ancora il primo sindacato del pubblico impiego in Emilia-Romagna
Ancora una volta siamo il primo sindacato con il 43% dei voti, in aumento rispetto alla precedente tornata elettorale del 2018.
Importante elemento democratico: 75000 persone si sono recate alle urne ad esercitare questo diritto per scegliere quale sindacato debba rappresentarle in un contesto dove le assenze da covid erano rilevanti e con una spinta importante, di alcuni sindacati, al rinvio di questo appuntamento per il secondo anno consecutivo.
Funzioni locali:
In questo comparto, ancora una volta, siamo il primo sindacato con il 54% dei voti e con un distacco rispetto al secondo sindacato di due volte e mezzo. Sottolineiamo come la strana alleanza tra il sindacato SULPL – DICCAP (che esprime un forte corporativismo) e USB (che dichiara l’unità del lavoro) non ha funzionato infatti, CSE FLPL ha perso quasi l’1%.
Sanità:
Anche nella Sanità siamo il primo sindacato con il 36,5 % dei voti. In questa realtà, sfiancata dalla pandemia, vediamo come i sindacati cosiddetti autonomi che fanno della divisione del mondo del lavoro il fulcro del loro agire, vanno incontro ad un secco arretramento.
Funzioni Centrali:
Ci confermiamo il primo sindacato delle Funzioni centrali con il 31,5% dei voti e registriamo l’aumento più significativo rispetto al 2018, + 3%. Sottolineiamo come Confintesa, il sindacato che durante la campagna elettorale distribuiva premi in denaro a chi organizzava una lista, dimezza quasi il consenso del 2018.
Senza nuove risorse non si può garantire il diritto alla salute
Condividiamo le preoccupazioni di Donini, senza nuove risorse è inimmaginabile garantire il diritto alla salute.
Condividiamo pienamente le preoccupazioni dell’assessore regionale Raffaele Donini nel denunciare il mancato finanziamento della sanità per l’anno in corso. Una situazione drammatica che, senza interventi in tempi brevissimi, rischia di provocare un grave inasprimento delle relazioni all’interno delle aziende, tra chi ha responsabilità di governo, professionisti, rappresentanti politici, organizzazioni sindacali e utenti, che mette a rischio la tenuta e la qualità dei servizi.
Nella sostanza, il finanziamento del fondo sanitario nazionale è stato aumentato di una quota complessiva pari a 2 miliardi di euro, risorse già vincolate su voci di bilancio predefinite (tra i quali ci sono i rinnovi dei contratti di lavoro dei dipendenti della sanità, relativi al triennio 2019-2021, peraltro già scaduti ancora prima di essere firmati).
Vengono a mancare invece i finanziamenti speciali previsti nei decreti emergenziali per la lotta al coronavirus erogati nel 2020 e nel 2021, come se la situazione legata alla pandemia fosse scomparsa. Verrebbe lecito chiedersi come si può, senza risorse, mantenere l’attuale impianto per la gestione della pandemia, potenziato in questi due anni per affrontare l’emergenza sanitaria.
In mezzo a questa crisi del sistema sanitario, rischia di rimetterci chi ci lavora e i cittadini. A breve, in alcune aziende non ci saranno i soldi per pagare le quota di produttività al personale, mentre chi usufruisce dei servizi si ritroverà presto con strutture in grandissima sofferenza proprio per la carenza di personale. Senza risorse aggiuntive è infatti inimmaginabile il mantenimento dell’attuale assetto organizzativo.
Così non va, lo diciamo con forza al ministro della Salute, al ministro dell’Economia e al Parlamento. Metteremo in atto tutte le azioni di mobilitazione possibile, perché se la tutela della salute è ancora un diritto costituzionale, allora urge un provvedimento che finanzi il nostro sistema sanitario.
Contratto funzioni locali - Il punto sulla trattativa
In data 4 maggio 2022 è proseguito il negoziato per il rinnovo del CCNL delle Funzioni Locali per il triennio 2019-2021.
L’Aran ha inviato un ulteriore testo aggiornato rispetto alla precedente riunione ma in cui erano presenti solo integrazioni secondarie. Le integrazioni in questione riguardavano il trattamento del personale in distacco sindacale, la destinazione di una percentuale del salario accessorio al welfare integrativo, il rimborso delle spese del personale in trasferta, la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro del lavoro da remoto.
Nell’esaminare il testo siamo partiti dall’approvazione, in sede di comitato di settore, dell’atto di indirizzo che destina al comparto le risorse per affrontare i temi connessi alla riforma del sistema di classificazione, alle sezioni contrattuali, al sistema indennitario, al salario accessorio.
Abbiamo pertanto sottolineato che ormai non ci sono più scuse per affrontare in maniera diretta e ancora più del merito questi temi, partendo dalle nostre proposte che abbiamo puntualmente ricordato all’ARAN con particolare riferimento:
- all’introduzione di un’Area per le elevate professionalità; alla corretta riclassificazione dei profili;
- all’introduzione di un sistema indennitario più efficace nel riconoscere la professionalità dei lavoratori;
- alla revisione e la scrittura delle sezioni professionali.
Nel merito delle proposte odierne abbiamo fatto alcuni rilievi evidenziando che mancano:
- nelle relazioni sindacali alcune materie in primis quelle relative al calendario scolastico dei servizi educativi;
- sulla destinazione di quote del salario accessorio al welfare integrativo abbiamo ribadito il nostro no.
Mentre abbiamo apprezzato il richiamo alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro nel lavoro da remoto e ci siamo riservati di far pervenire una nuova formulazione sull’articolato relativo alla transizione di genere.
L’ARAN ha registrato i punti di convergenza delle OO.SS. in particolare sulla nostra proposta in merito alle relazioni sindacali per il calendario scolastico nei settori educativi e sulle sezioni professionali, anticipando possibili controproposte e ulteriori scritture. Il tavolo è stato quindi aggiornato al giorno 16 maggio alle ore 10.30.
Firmato il nuovo contratto delle Funzioni Centrali
Firmato in via definitiva il nuovo contratto delle Funzioni Centrali, triennio 19/21. Dopo il via libera definitivo da parte della Corte dei Conti, Aran (l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle Pubbliche Amministrazioni) e sindacali hanno posto sul testo la firma definitiva.
Un contratto, lo hanno definito in estrema sintesi il segretario nazionale della Fp Cgil, Florindo Oliverio, e la segretaria confederale della Cgil, Tania Scacchetti, “innovativo che riconosce diritti e un adeguato riconoscimento economico alle lavoratrici e ai lavoratori delle Funzioni Centrali ma che, soprattutto, affronta il tema della revisione degli ordinamenti e della valorizzazione delle professionalità, insieme alla contrattualizzazione del lavoro agile”.
Gruppo Kos, così non va - Il 3 maggio presidi davanti alle strutture
Gruppo Kos, così non va. L’Emilia-Romagna non è un bancomat, la Regione intervenga. Il 3 maggio presidi davanti alle strutture interessate.
Nessuna mediazione al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali tra il gruppo KOS e le organizzazioni sindacali, riguardo al passaggio del personale del gruppo dal contratto ARIS-AIOP Sanità al contratto ARIS RSA (con salari più bassi e meno diritti).
È grave che un grande gruppo industriale, con ricavi in crescita, decida autonomamente di calare i salari, in una regione dove è garantita la fornita dei servizi ospedalieri e le tariffe sono aumentate.
Questo infatti è quel che sta accadendo: attraverso una cessione di un ramo d’azienda, al personale trasferito nella nuova società verrà applicato un contratto peggiorativo rispetto ai salari e i diritti attualmente riconosciuti. Ma il lavoro che queste lavoratrici e questi lavoratori saranno chiamati a svolgere è lo stesso di prima. Un’ingiustizia inaccettabile.
Abbiamo chiesto un incontro alla Regione, alla quale chiediamo un impegno per creare i presupposti perché ciò non accada. E perché si possa consolidare un modello che, attraverso le relazioni sindacali, getti le basi per la tutela dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori intesa come elemento di miglioramento della qualità del lavoro e per la crescita economica e sociale del nostro territorio.
C’è bisogno di lavorare insieme per la tutela del lavoro di qualità e delle persone, donne e uomini che lo garantiscono. Per questo, oltre a proseguire la vertenza a tutela dei diritti di chi lavora e della garanzia dei servizi, il prossimo 3 maggio organizzeremo presidi davanti alle tre strutture interessate alla cessione del personale: alla clinica Villa Azzurra a Riolo Terme (Ravenna), al centro Cardinal Ferrari a Fontanellato (Parma) e alla clinica Villa Pineta a Pavullo (Modena).
Marco Blanzieri, FP CGIL Emilia-Romagna
Carmela Lavinia, CISL FP Emilia-Romagna
Paolo Palmarini, UIL FPL Emilia-Romagna
Raggiunto accordo stabilizzazione precari covid!
Abbiamo sottoscritto un importantissimo accordo unitario con la Regione Emilia-Romagna per stabilizzare con contratti a tempo indeterminato.
Abbiamo sottoscritto accordo per lavoratori e lavoratrici PRECARI assunti durante l’emergenza COVID e che avranno maturato 18 mesi di anzianità a giugno come previsto dalla legge di bilancio 2022.
Infatti sono in uscita i bandi per assumere a tempo indeterminato il personale sanitario e socio-sanitario che è stato reclutato a tempo determinato con procedure concorsuali e che abbiano maturato al 30 giugno 2022, alle dipendenze di un ente del Servizio Sanitario Nazionale, almeno 18 mesi di servizio, anche non continuativi, di cui almeno 6 mesi nel periodo intercorrente tra il 31 gennaio 2020 e il 30 giugno 2022.
AUMENTARE LE RISORSE
VALORIZZARE LE PERSONE
MIGLIORARE LA QUALITA’ DI SERVIZI

Rinnovo contratto Funzioni Centrali!
Il 5 gennaio 2022 è stata sottoscritta l’ipotesi per il rinnovo del CCNL Funzioni Centrali 2019 2021. La firma è arrivata dopo un lungo negoziato aperto dopo la firma del Patto per il lavoro pubblico che ne ha costruito le premesse.
Il primo risultato ottenuto è quello della crescita dei valori delle retribuzioni e cioè un incremento complessivo pari a circa il 5 %, di cui il 3,78 % sui valori tabellari dal 1° gennaio 2021, a partire da 90 euro. Ma questo è un contratto per molti aspetti innovativo infatti, si è riscritto l’ordinamento professionale di amministrazioni molto diverse fra loro e un tempo afferenti a comparti anch’essi differenti e frutto di relazioni sindacali e storie differenti.
Questo nuovo ordinamento nasce da una parte per semplificare il contesto attuale e dall’altra per dare risposta al cosiddetto mansionismo ovvero, la non rispondenza di attività svolte, dalla stragrande maggioranza dei dipendenti pubblici, rispetto al profilo professionale per cui si è stati assunti. Situazione, questa, aggravatasi negli anni per il blocco delle assunzioni e i pensionamenti, tratto comune a tutte le pubbliche amministrazioni e per il fatto che alcune attività sono ancora formalmente presenti ma, di fatto, sparite dal lavoro quotidiano e, al contrario, non sono stati inseriti nuovi profili rispondenti alle attuali necessità, per esempio quelli legati all’evolversi dell’innovazione tecnologica.
Il CCNL rivede l’ordinamento professionale suddividendo il personale in quattro aree (area degli operatori, degli assistenti, dei funzionari e delle elevate professionalità) inquadrato per famiglie professionali con competenze omogenee e la loro definizione torna ad essere materia di contrattazione collettiva integrativa (vale a dire amministrazione per amministrazione a livello centrale). Va fatto un inciso sull’area delle elevate professionalità, voluta dal governo per le assunzioni a termine del PNRR.
Tramite la definizione dei piani di fabbisogno del personale, utilizzando sia la possibilità di progressioni tra le aree (nel limite del 50 per cento dei posti da coprire) sia la partecipazione a concorsi (con adeguato riconoscimento dell’esperienza acquisita), siamo riusciti a renderla una opportunità anche per tutto il personale in servizio inquadrato nell’area dei funzionari. Il CCNL definisce, inoltre, un nuovo sistema delle progressioni economiche orizzontali più’ semplice e trasparente (stabilendo un adeguato equilibrio fra valutazione individuale, valorizzazione dell’esperienza maturata e competenze culturali acquisite) attraverso differenziali stipendiali che sostituiscono posizioni e fasce economiche, dando risposta anche alle posizioni cosiddette apicali.
Non solo, prevede delle procedure per attuare le tabelle di corrispondenza fra vecchio e nuovo ordinamento e passaggi tra le aree superiori, anche in deroga al titolo di studio, sulla base di requisiti che valorizzeranno l’esperienza maturata, le competenze acquisite e i titoli di studio posseduti. Per questi passaggi (procedure in deroga fino al 31.12.2024) il CCNL mette a disposizione, per ciascuna amministrazione, risorse pari allo 0,55% del monte salari 2018. Da sottolineare che al personale già in servizio vengono mantenute le differenze retributive di maggior favore, ove esistenti in base al precedente inquadramento a titolo di differenziale stipendiale, cui si sommano i nuovi differenziali stipendiali (progressioni economiche).
Altro aspetto di innovazione è il fatto di aver disciplinato il lavoro a distanza introducendone due tipologie: il lavoro agile e il lavoro da remoto. Il lavoro agile viene svolto senza vincolo di tempo e luogo della prestazione e vengono definite due fasce temporali di riferimento. La fascia di contattabilità, che non può essere superiore all’orario medio giornaliero e alle 36 ore la settimana, in cui il dipendente è tenuto a rispondere a telefonate, mail, SMS ecc. da parte dell’ amministrazione.
La fascia di inoperabilità, per le restanti ore della giornata, comprensive delle 11 ore continuative di riposo e della fascia notturna dalle ore 22 alle ore 6, in cui è garantito il diritto alla disconnessione. Si definisce poi il lavoro da remoto in cui la prestazione viene eseguita mantenendo il vincolo di tempo ma senza vincolo di luogo. In questo caso si applicano tutti gli istituti del contratto per i lavoratori in presenza (es. permessi, straordinario, turni, ecc.). In entrambi i casi il CCNL interviene, tramite il sistema delle relazioni sindacali, sulle opportunità di accesso, sul sistema dei diritti e sul riconoscimento di indennità nel rispetto del principio di parità di trattamento tra lavoratore a distanza e quelli in presenza.
Da ultimo va ricordato che il CCNL aggiorna i contenuti di quello precedente: migliora la fruizione frazionata dei congedi dei genitori, cancella il limite di quattro mesi per le assenze senza riduzione dello stipendio dovute ad effetti collaterali da terapie salvavita, migliora gli articoli 32 e 36 del CCNL ’16/’18 (con l’eliminazione dell’impedimento all’utilizzo nella stessa giornata di più permessi), migliora le tutele per donne vittime di violenza, riduce la decurtazione in caso di malattia (sia perché la riduzione dell’indennità di amministrazione interviene limitatamente ai primi dieci giorni, sia perché si riduce il valore dell’indennità su cui operare la decurtazione, visto che parte dell’indennità è ora conglobata nello stipendio) e introduce un nuovo articolo sulla transizione di genere per riconoscere l’identità alias.
Polizia locale di Piacenza, a rischio riposi compensativi
I “vigili” per come erano intesi una volta ora non esistono più. La Polizia Locale è quotidianamente chiamata a svolgere funzioni sempre più complesse e gravose, spesso a scapito della propria sicurezza. Agenti e Ufficiali, con un organico gravemente insufficiente – gli ufficiali si contano sulle dita delle mani, gli agenti non abbondano di certo – devono assicurare l’ordine pubblico, a supporto e talvolta in sostituzione delle forze di polizia statali, e hanno vissuto l’esperienza dolorosa della pandemia svolgendo un ruolo decisivo di controllo e contenimento sui territori, spesso in condizioni estremamente precarie e pagando un alto tributo in termini di infezioni da covid. Così, in una nota, la Fp Cgil di Piacenza sulle numerose criticità affrontate dalle lavoratrici e dei lavoratori distanza in via Rogerio, alla polizia locale di Piacenza.
«Il malessere serpeggia da tempo spiega Alberto Gorra, Responsabile funzioni locali della Fp Cgil di Piacenza – risultato di molti fattori in parte legati alla normativa (vetusta e del tutto inadeguata a rispondere alle esigenze attuali), in parte al sistema di lavoro venutosi a creare in questi anni e purtroppo anche alla rigidità burocratica dell’Amministrazione comunale, alla quale chiediamo di trovare insieme soluzioni che tutelino la qualità del lavoro e quindi del servizio reso ai cittadini. È finalmente arrivato un comandante che pensiamo possa assicurare al corpo la stabilità tanto attesa – prosegue Gorra – tuttavia le lavoratrici e lavoratori, provati per gli eventi degli ultimi due anni e l’intensità dell’esposizione a cui sono sottoposti, scoprono con amarezza la messa in discussione dei meccanismi che sostengono la possibilità del recupero psicofisico. Si paventa infatti la cancellazione del riposo compensativo per il lavoro prestato nei giorni festivi infrasettimanali, e – pare – la revisione dell’articolazione oraria sulle 35 ore frutto di un faticoso accordo sindacale di alcuni anni fa».
Agenti e ufficiali della Polizia Locale, pur mantenendo l’appartenenza al sistema degli enti locali e il radicamento sul territorio, chiedono di avere le tutele legali, infortunistiche, previdenziali che sono assicurate alle forze di polizia statale. Valga per tutte, l’esempio del riconoscimento, ad oggi negato, dello status di lavoro usurante. L’istituto del riposo compensativo e articolazione oraria settimanale sono assai dibattuti anche in giurisprudenza e sono oggetto in queste settimane della discussione sul rinnovo contrattuale. « Le richieste sindacali all’Amministrazione di non intervenire in modo peggiorativo e di attendere quantomeno, per discuterne in modo condiviso, la revisione normativa (la Legge 65/1986 che disciplina la Polizia Locale è finalmente in discussione in Parlamento) e la firma del nuovo contratto nazionale, finora sono state inascoltate. Non dovranno perciò stupirsi i piacentini – conclude Gorra – se nelle prossime settimane o nei prossimi mesi leggeranno di nuove mobilitazioni della polizia locale. La Fp Cgil lavora per trovare insieme alle amministrazioni soluzioni condivise e costruire diritti. Tuttavia quando le porte restano chiuse, è necessario trovare altre strade per far valere le ragioni delle lavoratrici e dei lavoratori. La sicurezza degli slogan elettorali, nei fatti e tutti i giorni la realizzano loro, con la loro professionalità»
Stop alle aggressioni al personale sanitario!
Cosa DEVE fare il lavoratore o la lavoratrice in caso di probabile aggressione.
Codificare una serie di comportamenti da mettere in atto in una situazione di potenziale rischio di aggressioni degli operatori sanitari, è una delle procedure più semplici a costo zero che si DEVE mettere in atto in tutte le strutture.
Le indicazioni di seguito non risolvono il problema ma ogni lavoratore ha il dovere di metterle in atto al fine di tutelare se stesso ed i colleghi.
L’obiettivo che è quello che le raccomandazioni ministeriali del 2007, siano messe in atto in tutti i luoghi di lavoro verificando e segnalando dove questo non accade.
Nel caso TU sia vittima di un episodio di minacce devi mantenere una condotta che favorisca la de-escalation del comportamento aggressivo:
- Presentati con nome e qualifica professionale;
- Adotta un’espressione tranquilla ferma con un tono di voce basso, rivolgendoti direttamente all’utente chiamandolo per nome se possibile mostrati interessato a capire quale sia il suo problema;
- Guarda il paziente negli occhi ma senza fissarlo, ma alternando lo sguardo;
- Usa un linguaggio semplice e facilmente comprensibile;
- Cercare di rispondere all’esigenza immediata proposta dal paziente, senza spostare il discorso su altri temi;
- Negoziare con il paziente ponendolo di fronte a scelte alternative;
- Corrispondere al codice preferenziale del paziente (geografico, politico, sportivo, alimentare, ecc.);
- Cercare di far sedere il paziente sedendoti anche tu, così da avere un minor impatto della presenza fisica nella circostanza e quindi una probabile riduzione del comportamento aggressivo, se non vuole sedersi rimani in piedi anche tu;
- Posizionarsi a fianco del paziente con un asse di circa 30°: la superficie esposta a colpi è minore; inoltre, si comunica più disponibilità al dialogo;
- Modula la tua distanza dal paziente, mantieni sempre una distanza di sicurezza,
- Evita atteggiamenti di postura chiusi che potrebbe essere interpretati come difensivi o aggressivi, (come stare a braccia conserte, muoverti rapidamente o avvicinarti troppo, puntare l’indice);
- Non sorridere il paziente, può interpretarlo come una presa in giro;
- Non toccare il paziente, nelle persone agitate porta a fraintendere facilmente il contatto fisico come ostile o minaccioso quindi non invadere il suo spazio;
- Non tenere le mani in tasca, mantenerle libere e pronte a proteggersi;
- Non rispondere alle minacce con altre minacce;
- Non dare ordini.
Quando sei con un paziente o un parente, durante una visita o un colloquio, valutare sempre la possibilità che possa verificarsi un atto di aggressione, quindi è prudente:
- non lasciare sulla scrivania oggetti contundenti, taglienti e potenzialmente pericolosi;
- non rimanere solo con una persona che potrebbe essere violenta e mantenere sempre una via di fuga;
- ascoltare il paziente o l’accompagnatore difficile, in luogo dedicato, al fine di evitare l’effetto pubblico che, oltre ad innescare meccanismi di teatralità, spesso produce la diffusione del malcontento;
- modula la tua distanza dal paziente, mantieni una distanza di sicurezza minima di 1,5 m, che può essere eventualmente raddoppiata;
- mantieniti una via di fuga verso una porta evita di posizionarsi con le spalle al muro o in un angolo;
- ascolta il paziente e ponilo davanti a delle scelte alternative;
- non indossare collane e occhiali, scarpe aperte, cinture, rimuovere dalle proprie tasche penne, matite, oggetti appuntiti o taglienti;
- devi sempre avere disponibili i Dispositivi di Protezione Individuale;
- evita di rimanere da solo con il paziente se lui vuole parlare con uno specifico operatore accetta ma non lasciarlo solo;
- se non si ristabilisce la normalità, attiva la vigilanza interna se presente, per dissuadere l’aggressore;
- se la situazione è a grave rischio evolutivo, allertare le Forze dell’Ordine.

Cosa chiediamo noi alle aziende affinché ti tutelino:
La prevenzione degli atti di violenza contro gli operatori sanitari richiede che l’organizzazione sanitaria identifichi i fattori di rischio per la sicurezza del personale e utilizzi le strategie ritenute più opportune.
A tal fine le strutture sanitarie e socio sanitarie, Anche a seguito dell’approvazione della legge 113/2020, devono impegnarsi nel mettere in atto interventi di prevenzione della violenza che comprendano in primis le azioni di seguito riportate:
- Monitorare gli episodi di violenza commessi ai danni delle professioni sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni;
- Monitorare gli eventi sentinella che possano dar luogo a fatti commessi con violenza o minaccia ai danni dei sanitari;
- Promuovere studi e analisi per la formulazione di proposte e misure idonee a ridurre i fattori di rischio negli ambienti più esposti;
- Monitorare l’attuazione delle misure di prevenzione e protezione a garanzia dei livelli di sicurezza nei luoghi di lavoro anche promuovendo strumenti di videosorveglianza;
- Promuovere la diffusione delle buone prassi in materia di sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e sociosanitarie, anche nella forma del lavoro in equipe;
- Promuovere lo svolgimento di corsi di formazione per il personale sanitario finalizzati alla prevenzione e alla gestione delle situazioni di conflitto nonché a migliorare la qualità della comunicazione con gli utenti;
- Stipulare protocolli operativi con le forze di polizia;
- Realizzare un registro dedicato ai mancati infortuni;
- Costituirsi parte civile a seguito di episodi di violenza a seguito di segnalazione formale all’autorità giudiziaria dell’episodio di violenza;
- Risarcire i giorni di assenza per malattia o infortunio del personale aggredito;
- Rivedere il DVR in base al rischio di esposizione alle aggressioni, sia ospedaliero che territoriale.
Gli interventi per la promozione della sicurezza e la prevenzione dei comportamenti e atti di violenza devono essere definiti all’interno del piano programma aziendale di gestione del rischio.
Sicuramente le campagne denigratorie messe in atto in questi anni a vari livelli contro il personale sanitario ed il continuo definanziamento del sistema sanitario nazionale, che porta al taglio dei servizi ed alla diminuzione della loro qualità anche attraverso il continuo taglio al personale, stanno mettendo tutti i lavoratori in condizioni sempre più difficili.
In questo contesto è indispensabile verificare che le singole aziende mettano in atto tutte le azioni necessarie al fine di prevenire le aggressioni e contemporaneamente lavorare su campagne di sensibilizzazione del cittadino spiegando che l’aggressione al personale sanitario non è la soluzione ai problemi sanitari dei cittadini.
Nei contesti dove il personale è maggiormente esposto ai rischi di aggressione, come per esempio il Pronto Soccorso, oltre a sostenere iniziative Regionali e Nazionali che nel tempo portino ad una diminuzione degli accessi da parte dei codici bianchi e verdi, è fondamentale mettere in atto sin da subito delle strategie che permettono di mediare situazioni particolarmente esplosive, anche attraverso l’utilizzo di lavoratori adeguatamente formati individuati ad esempio tra coloro che per colpa di limitazioni fisiche personali sono difficilmente ricollocabili nell’assistenza diretta.
Le aggressioni al personale Sanitario non devono diventare quotidianità nell’attività lavorativa e di conseguenza non devono essere vissute come tali. Invitiamo tutti i lavoratori a segnalare tutti gli eventi sia verbali che fisici ai nostri delegati e delegate al fine di essere supportati.

Concorsi OSS in Emilia-Romagna - Informazioni e supporto
A breve scadranno i bandi di concorso per 6 OSS a Modena, Parma, Piacenza e Reggio Emilia e per 69 OSS nella Bassa Romagna. Se hai difficoltà ad inviare la domanda o vuoi prepararti al meglio leggi l’articolo.
CONCORSO OSS 69 POSTI ASP RAVENNA, LUGO, FAENZA
Per prepararti alle selezioni e per risolvere dubbi sulla domanda di iscrizione al concorso rivolgiti ad FP CGIL Ravenna.
Invia una mail con Nome, Cognome, Telefono e Comune di residenza a ra.infoconcorsi.fpra@er.cgil.it

CONCORSO OSS 6 POSTI MODENA, REGGIO EMILIA, PARMA, PIACENZA
Se devi presentare la domanda per il concorso OSS indetto dalle Aziende Sanitarie di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia FP CGIL Modena ti aiuta.
Giovedi 10 marzo alle ore 18, tramite piattaforma zoom, il tutorial su come presentare la domanda per il concorso!
Di seguito il link per il collegamento: https://cgiler.zoom.us/j/9748392267