telelavoro

Il caso Agenzia delle Entrate: l'emergenza non apre al lavoro agile per tutti

Nel pomeriggio di ieri l’Agenzia Regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile dell’Emilia Romagna ha diramato una nuova allerta rossa per criticità idrauliche ed idrogeologiche valida dalla mezzanotte del 16 maggio in gran parte della regione, invitando a spostarsi solo se necessario e ad adottare il più possibile lo smart working nelle aziende e negli enti.

Per quanto risulta alla scrivente FP CGIL (peraltro neanche in tutte le Direzioni Provinciali interessate dall’allerta rossa) sarebbe stato invece esclusivamente concesso di usufruire di una giornata di lavoro agile ai soli dipendenti che hanno già sottoscritto gli accordi individuali (giornata per la quale è inoltre previsto il recupero al fine di assicurare il rispetto dei limiti previsti dai suddetti accordi).

Per tutti gli altri dipendenti, fatta salva l’eccezione di una singola Direzione Provinciale, compresi i nuovi assunti già fortemente penalizzati durante il tirocinio in situazioni analoghe, non sarebbe stata prevista alcuna possibilità di evitare gli spostamenti dalla propria abitazione (ribadiamo senza curarsi delle indicazioni dell’Agenzia Regionale) e sarebbero conseguentemente stati di fatto obbligati a raggiungere le sedi di lavoro nonostante le potenziali situazioni di grande rischio ed imprevedibile pericolo alle quali andrebbero incontro e senza tenere in debita considerazione anche la chiusura delle scuole con tutti i conseguenti disagi che ne derivano per le famiglie interessate.

Ancora una volta quindi, dopo i deplorevoli precedenti che si sono già verificati per esempio in occasione del malfunzionamento degli impianti di climatizzazione o della sospensione della fornitura di acqua in diverse Direzioni Provinciali della regione, l’amministrazione dimostrerebbe di essere sorda rispetto alla esigenze di prevenzione e tutela e insensibile riguardo alle difficoltà personali e familiari dei propri dipendenti, perdendo un’ulteriore occasione per evidenziare la dovuta attenzione alle direttive delle istituzioni deputate e alla salvaguardia della salute dei propri lavoratori,  esponendoli in tal modo a potenziali rischi inaccettabili ed incomprensibili.

Risulta davvero difficile per la scrivente Organizzazione Sindacale comprendere quali potrebbero mai essere le ragioni e le motivazioni che sottenderebbero a tali decisioni, considerando che la stessa Agenzia delle Entrate non ha minimamente indugiato nelle sedi centrali ad adottare il lavoro agile per tutti i dipendenti al verificarsi di situazioni di emergenza, sebbene certamente meno drammatiche di quella attuale, e che, per citare solo una tra le altre amministrazioni pubbliche tra le più prossime alle Entrate, l’Agenzia delle Dogane ha immediatamente fatto ricorso a Bologna al lavoro agile per tutti suoi dipendenti.

Con la presente, pertanto, pur confidando che la situazione resti sempre sotto controllo e ritenendo comunque prioritaria la sicurezza dei lavoratori e dei cittadini anche in termini di prevenzione e di protezione dai rischi, la FP CGIL auspica e richiede la possibilità per tutti i dipendenti di svolgere l’attività lavorativa in modalità di lavoro agile e che anche nel corso della giornata odierna venga consentito a chi ne dovesse fare richiesta di rientrare alla propria abitazione per completare l’orario di lavoro in modalità agile.


Casa Circondariale Forlí

Gravi condizioni e carenza di personale nella casa circondariale di Forlì

Il Segretario Generale della Fp Cgil Forlì-Cesena, Mirko Masotti, ha inviato una missiva alle autorità competenti per denunciare le gravi condizioni della casa circondariale di Forlì.

La principale problematica riguarda la carenza di personale della Polizia Penitenziaria e la sua influenza sulla sicurezza e l’ordine dei detenuti, nonché sui diritti fondamentali del personale. Masotti sottolinea che questa situazione non può essere sottovalutata, poiché mette a rischio la sicurezza dei pochi poliziotti rimasti in servizio, costretti a garantire il mandato istituzionale in condizioni inaccettabili.

Per affrontare questa problematica complessa, chiediamo un’implementazione significativa del personale maschile della Polizia Penitenziaria attraverso un adeguato reclutamento. L’obiettivo è fornire un rapido e completo sollievo alle difficoltà presenti nell’Istituto Forlivese, garantendo i diritti dei poliziotti e, soprattutto, assicurando una maggiore sicurezza della struttura penitenziaria e il corretto svolgimento del mandato istituzionale da parte di tutti i lavoratori della Polizia Penitenziaria.

Nella lettera la FP CGIL Forlì-Cesena evidenzia alcune problematiche specifiche, come l’assenza di pause per la cena per il personale di polizia che lavora nel turno serale, l’accorpamento eccessivo dei posti di servizio a un singolo lavoratore, la revoca dei riposi per esigenze di servizio e l’impossibilità di usufruire delle ferie accumulate. Nonostante la presenza quasi completa di agenti e assistenti nella pianta organica di Forlì, non è chiaro come mai il personale non riesca a prendere ferie o venga richiamato in servizio durante i giorni di riposo o congedo.

Si sottolinea la mancanza di una direzione stabile presso il carcere di Forlì. Attualmente, il Comandante è in missione da un altro istituto, mentre la Direttrice attuale ha la responsabilità anche di altri due istituti. Questa mancanza di continuità direttiva compromette la stabilità gestionale e organizzativa dell’istituto.

La Fp Cgil di Forlì ribadisce e rinnova la richiesta di un aumento del personale della Polizia Penitenziaria per la Casa Circondariale di Forlì. Tale richiesta è motivata dalla necessità di garantire i diritti fondamentali e la sicurezza degli agenti della Polizia Penitenziaria e rispettare le norme di sicurezza nei confronti della popolazione detenuta.


Sindacati in agitazione: responsabilità politiche e tecniche al Comune di Reggio Emilia

Comune di Reggio Emilia: Dipendenti in stato di agitazione

La FP CGIL di Reggio Emilia, insieme alla CISL FP, alle RSU, al SILPOL e al CSE SULPL, ha proclamato lo stato di agitazione presso il Comune di Reggio Emilia. Durante l’assemblea tenutasi il pomeriggio del 10 maggio presso il Centro Internazionale Malaguzzi, le organizzazioni sindacali hanno comunicato ufficialmente tale decisione al Prefetto, alla Commissione di Garanzia e all’Amministrazione Comunale.

Questa mobilitazione è scaturita dalla rottura dei tavoli di trattativa con il Comune, a causa dell’accumulo nel tempo di una serie di problematiche irrisolte all’interno dell’Ente.

Tra le questioni emerse di recente, vi è l’intenzione di esternalizzare parte del personale a tempo determinato dell’Istituzione nidi e scuole, notificata dall’Amministrazione solo lo scorso 3 marzo. Ciò nonostante, negli anni, il costo del personale a tempo determinato è aumentato senza una pianificazione adeguata e un turnover efficace.

Diverse problematiche da risolvere

Tuttavia, i problemi che hanno portato all’agitazione dei dipendenti sono molteplici. I sindacati evidenziano la mancanza di volontà da parte del Comune nell’affrontare e risolvere deliberatamente diverse questioni irrisolte. Questo fallimento è di natura politica e tecnica: politica perché nonostante le sollecitazioni, non si è mai dato un reale riscontro o dimostrato un interesse verso i problemi sollevati dai dipendenti; tecnica perché non si è riusciti a gestire in modo adeguato le criticità organizzative né a pianificare correttamente le assunzioni, arrivando spesso a utilizzare graduatorie di altri Enti.

Le criticità irrisolte comprendono anche il mancato rispetto del contratto decentrato integrativo, le ritardate assegnazioni delle progressioni economiche orizzontali e le procedure concorsuali, nonché una trasparenza insufficiente nei pagamenti delle indennità di specifiche responsabilità, dei servizi ai privati effettuati dalla Polizia Locale e dei conguagli per i servizi disagiati della Polizia Locale. Un altro tema rilevante è rappresentato dal mancato rispetto delle tempistiche del confronto sindacale sul regolamento del lavoro agile/lavoro da remoto, oltre alla mancata erogazione del buono pasto per chi riprende il lavoro nel pomeriggio e all’adeguamento del suo valore a 7€.

Anche la gestione dei veicoli comunali presenta diverse problematiche, in quanto la quantità di autoveicoli a disposizione dell’Ente non è sufficiente per soddisfare le esigenze dei dipendenti, che spesso sono costretti a utilizzare le proprie auto personali per scopi lavorativi, ricevendo solo un rimborso pari al costo di due biglietti dell’autobus.

Queste sono le ragioni che hanno spinto i lavoratori del Comune e dell’Istituzione a conferire ai sindacati il mandato di proclamare lo stato di agitazione. Nei prossimi giorni si prevedono ulteriori sviluppi e azioni di protesta, poiché si intende mettere in luce le gravi responsabilità politiche e tecniche che hanno contribuito alla situazione attuale.


clinica privata Bologna

Aumento fondi pubblici alle cliniche private: vogliamo spiegazioni

Il caso dell’aumento dei fondi pubblici destinati alle cliniche private Bellombra e Santa Viola richiede risposte. Si tratta di una situazione strana riguardante la revisione dei codici tariffari per la riabilitazione nelle strutture private di Villa Bellombra e Santa Viola, situate nel territorio di Bologna. Questa revisione comporterà un potenziale incremento di entrate per le due strutture pari a 4,5 milioni di euro all’anno, considerando i 66 posti letto complessivi.

La Regione ha autorizzato il passaggio di 33 posti letto di Villa Bellombra dal codice 56 al codice 75, e 30 posti letto del Santa Viola dal codice 60 al codice 56, entrambi con un diverso importo di rimborso. Tuttavia, i numeri dimostrano che non vi era la necessità di questo aumento delle tariffe a favore delle cliniche private menzionate. Infatti, le strutture pubbliche che offrono le stesse prestazioni si trovano nelle immediate vicinanze e dispongono di un numero di letti sufficiente per soddisfare la domanda.

L’effetto sulla sanità pubblica e la popolazione anziana

Ciò di cui c’è invece sempre più bisogno sono posti letto per la popolazione anziana con malattie croniche, che richiede cure specializzate a lungo termine identificate dal codice 60. Questi posti letto sono stati sacrificati in favore del più remunerativo codice 56. Inoltre, questo cambio potrebbe causare una perdita di entrate per il settore pubblico se i pazienti provenienti da altre regioni scelgono le strutture private anziché quelle pubbliche.

Chiediamo alla Regione di spiegare le motivazioni di questa operazione che non sembra finalizzata alla razionalizzazione economica né a una migliore programmazione sanitaria, considerando che non sono emersi bisogni in tal senso. Inoltre, sarà interessante vedere se verrà aumentato il personale a Villa Bellombra e Santa Viola per far fronte a questa maggiore complessità dei trattamenti.

È importante sottolineare che Villa Bellombra e Santa Viola sono soci fondatori del consorzio Colibrì, una cooperativa di rilievo nel territorio bolognese. Tuttavia, entrambe le cliniche fanno parte del gruppo ANASTE, che applica un contratto non sottoscritto da nessuna organizzazione confederale e ha peggiorato notevolmente le condizioni di lavoro dei dipendenti.

Impegno per una sanità equa e accessibile per tutti

In conclusione, riteniamo che il caso dell’aumento dei fondi pubblici alle cliniche private Bellombra e Santa Viola richieda una chiara spiegazione da parte delle autorità competenti. Chiediamo trasparenza e responsabilità nell’affrontare questa situazione che solleva interrogativi sulla gestione dei fondi pubblici destinati alla sanità. È fondamentale tutelare la sanità pubblica, garantendo l’accesso ai servizi di riabilitazione e le cure necessarie per la popolazione anziana e migliorando le condizioni lavorative del personale sanitario.

Continueremo a seguire da vicino gli sviluppi di questa vicenda e ad agire affinché vengano presi provvedimenti adeguati per garantire una gestione oculata e trasparente dei fondi pubblici destinati alla sanità privata. La tutela della salute e il benessere dei cittadini devono essere al centro delle decisioni prese dalle istituzioni. È necessario promuovere una sanità equa e accessibile per tutti, in cui i finanziamenti pubblici vengano utilizzati in modo responsabile e a vantaggio della collettività.


Cooperazione sociale - L'attivo del 17 aprile per chiedere il contratto subito!

COOPERAZIONE SOCIALE – VOGLIAMO IL CONTRATTO SUBITO!
Si è svolto stamattina (17 aprile) l’attivo regionale delle delegate e dei delegati della cooperazione sociale della FP CGIL.
Quasi in 200 a fare il punto sulle difficili condizioni di lavoro attualmente esistenti nel settore e sullo stato delle trattative per il rinnovo del contratto nazionale.
È emerso con chiarezza come la questione salariale, la valorizzazione professionale ed il miglioramento reale delle condizioni di lavoro siano priorità che non posso essere rimandate.
La grande qualità del lavoro svolto, l’elevata professionalità esistente nella cooperazione sociale stridono fortemente con stipendi e condizioni di lavoro del tutto inadeguate.
Lavoratrici e lavoratori della cooperazione sociale si attendono un rinnovo del CCNL adeguato in tempi brevi. Se questo non succederà saremo pronti ad attivare alla mobilitazione.


Polizia penitenziaria: denunciamo criticità e assenza di relazioni positive nel distretto Emilia-Romagna e Marche

Le segreterie regionali delle organizzazioni sindacali del distretto Emilia-Romagna e Marche denunciano la criticità e l’assenza di relazioni sindacali e mettono in dubbio la gestione del Provveditorato. Nonostante la precorsa interlocuzione con la S.V., il tono immotivatamente indispettito nel precedente riscontro ha dimostrato la scarsa considerazione riservata ai rapporti con le OO.SS. e l’assenza di responsabilità da parte dei dirigenti.

Chiediamo che l’Amministrazione individui un luogo idoneo alla consultazione con i rappresentanti sindacali e denunciano anche l’inosservanza degli accordi pattizi sottoscritti tra Parte Pubblica e OO.SS. La richiesta di comunicare i nominativi dei delegati locali per partecipare ai lavori del PIL del PRAP e la convocazione dell’incontro sindacale sul FESI 2022 in modalità telematica viene vilipesa ed esprimiamo l’ intenzione di disertare l’incontro.

Le organizzazioni sindacali dichiarano lo stato di agitazione e si riservano di interrompere le trattative in sede distrettuale fino a quando non si registrerà un evidente e necessario cambiamento delle relazioni sindacali e delle condizioni lavorative del personale di Polizia Penitenziaria. Contestano infine gli interpelli emanati e le relative assegnazioni e chiedono di sospendere tali procedimenti almeno fino all’ufficialità delle nuove piante organiche.

In conclusione, chiediamo il rispetto delle trattative sindacali e la presa di responsabilità da parte del Provveditorato per migliorare le condizioni lavorative del personale penitenziario e la sicurezza degli istituti penitenziari del distretto.


Vigili del fuoco: così non va. Siamo in stato di agitazione!

Vigili del fuoco: così non va. Siamo in stato di agitazione!
La Funzione Pubblica CGIL Emilia-Romagna, unitariamente alle altre sigle sindacali, ha richiesto l’apertura dello stato di agitazione nel corpo dei vigili del fuoco regionale.
Le ragioni della protesta sono tante.
🚒 Chiediamo la presentazione del progetto del polo didattico DOS di Pavullo ed il budget di ore straordinarie x la funzionalità del reparto.
🚒 Chiediamo la copia del POA 2023 sottoscritto con la Regione Emilia Romagna e l’avvio di un tavolo sindacale permanente per contrattare le modalità di equa distribuzione funzionale delle attività concordate con la Regione. La mancanza di coinvolgimento delle OO.SS. nella stesura del POA costituisce una violazione dell’art. 84 del DPR 28 febbraio 2012 n.64.
Chiedendo pertanto la sospensione dell’ organizzazione dei servizi resi in convenzione con la regione Emilia Romagna fino al raggiungimento di un accordo sindacale.
🚒 Formazione regionale : mancata concertazione sui criteri di partecipazione alle attività formative.
🚒 Reparto Volo: è stata richiesta una revisione della disposizione impartita al Reparto Volo DIREMI 9399 in linea con gli standard impartiti a livello centrale. Per garantire adeguati standard di sicurezza ed ammininistrativi.
🚒 Nucleo Sommozzatori: mancate relazioni sindacali e mancata applicazione di concertazione non permettono di effettuare addestramenti in acque profonde con modalità organizzative congrue .
🚒 La protesta riguarda anche le problematiche del settore SAF Emilia Romagna, in modo da garantire la sicurezza alle squadre vf .
Se le richieste non saranno accolte sarà mobilitazione, fino allo sciopero.


DL Pa: Cgil e Fp Cgil, decreto inefficace, serve Piano straordinario assunzioni

Dl Pa: Cgil e Fp Cgil, decreto inefficace, serve Piano straordinario assunzioni

“Siamo in presenza di un testo che non garantisce le necessarie misure di rafforzamento della capacità amministrativa delle amministrazioni pubbliche. Serve subito un Piano straordinario di assunzioni, altrimenti per la pubblica amministrazione sarà il collasso”.
Così in una nota Cgil e Funzione Pubblica Cgil commentano il Decreto Pubblica amministrazione approvato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri.
“Nel merito, giudichiamo negativamente la decisione del Governo di sottoporre ad ulteriori forme discrezionali e potenzialmente discriminatorie di selezione per la stabilizzazione del personale degli enti locali, nonché la scelta di permettere alle ARPA di assumere personale di tutti i profili solo a tempo determinato. Inoltre – si legge nella nota – non è affrontato sufficientemente il rischio che le amministrazioni coinvolte dai progetti PNRR non vedano soluzioni né per risolvere l’ormai noto fenomeno delle rinunce degli assunti a tempo determinato né per risolvere i problemi che si stanno registrando e che potrebbero determinare il potenziale fallimento, dalla incapacità di selezionare progetti utili al paese al potenziamento delle strutture tecniche per accelerare rendicontazioni e gare. Cgil e Funzione Pubblica Cgil hanno stimato un fabbisogno di 180.000 unità di personale nei prossimi anni basandosi sui dati del conto annuale e dei piani dei fabbisogni solo per il comparto funzioni centrali (ministeri, agenzie ed enti previdenziali) in cui l’età media è di 54 anni nel comparto”.
“Siamo ancor più preoccupati avendo visto i saldi di finanza pubblica nel DEF 2023 da cui si evince chiaramente che non ci sono risorse per garantire né il potenziamento ed il miglioramento dei servizi pubblici, né il rinnovo del contratto dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni. Altro che miglioramento della capacità amministrativa, il Governo si sta assumendo la responsabilità del fallimento della macchina che lui stesso gestisce, non staremo fermi considerato oltretutto che il ministro Zangrillo ignora completamente il sindacato.
A partire dal 6, 13 e 20 maggio saremo nelle piazze per manifestare il nostro dissenso, ma la battaglia per una Pa migliore, valorizzando chi ci lavora e dando risposte ai cittadini in tempi ragionevoli, è per noi una priorità irrinunciabile”, concludono Cgil e Fp Cgil.


Fermare le aggressioni al personale sanitario si può!

Dopo quello che è successo alla dottoressa Capovani vogliamo ribadire che fermare le aggressioni al personale sanitario è possibile. Ma servono investimenti di risorse e vanno ascoltati i professionisti sanitari.
Di seguito il comunicato della FP CGIL Toscana.
Tutta la Cgil è in lutto, nel rispetto del dolore delle persone che hanno amato la dottoressa Barbara Capovani, uccisa sul lavoro.
Una tragedia terribile, una perdita immensa.
Una persona è stata individuata e arrestata, è una persona nota alle forze dell’ordine, ai servizi di salute mentale e non solo.
E’ persona la cui instabilità era nota alle forze dell’ordine, persona che aveva già avuto modo di aggredire, molestare, minacciare.
Arriverà il momento di riflettere, valutare, individuare responsabilità.
Ma per quello che ci riguarda l’obiettivo resta quello di mettere in campo – da subito – soluzioni.
Abbiamo da tempo chiesto interventi immediati a garanzia della sicurezza di chi opera nei servizi sanitari, spesso in prima linea, come accade per la salute mentale.
Servono investimenti in un settore che è stato da anni definanziato come quello della salute mentale, vanno ascoltate le professioniste e i professionisti che lavorano sul campo in estrema difficoltà e spesso in solitudine, serve maggiore coordinamento fra le strutture sanitarie, le prefetture e le questure.
Non ci interessa il giustizialismo fine a se stesso, non crediamo nelle soluzioni semplicistiche e securitarie: vogliamo un confronto di merito con i decisori politici e ci aspettiamo che il diritto alla salute (anche quella mentale) sia garantito insieme al diritto alla sicurezza.


Cooperativa Gulliver di Modena. Chiuso l'accordo dopo lo sciopero!

La Funzione Pubblica Cgil di Modena è riuscita a ottenere una vittoria importante per le lavoratrici del Servizio di Assistenza Domiciliare Polo 3 di Modena, gestito dalla cooperativa Gulliver.

Dopo un mese dallo sciopero e dal blocco di straordinari e reperibilità, Gulliver ha finalmente accettato di raddoppiare l’indennità per il rientro in servizio nel turno di disponibilità. Non solo, ma la cooperativa ha anche deciso di investire nella stabilizzazione in aumento di contratti part-time e di anticipare il passaggio dei lavoratori a una retribuzione mensilizzata. Questi miglioramenti non riguarderanno solo le 26 lavoratrici del servizio Sad Polo 3, ma tutti i suoi oltre 2.000 dipendenti.

Il Sindacato non si è fermato qui. Abbiamo anche ottenuto la promessa da parte di Gulliver di coinvolgere i dipendenti nella ridefinizione dei protocolli organizzativi del servizio e dei modelli di attivazione della disponibilità per realizzare una turnistica che non comporti carichi di lavoro esagerati. Siamo convinti che questo coinvolgimento sia essenziale per migliorare il servizio e valorizzare le competenze dei lavoratori.

Infine, per dare piena applicazione all’accordo siglato con Fp Cgil di Modena, entro il 1° giugno 2023 Gulliver, in coerenza con gli impegni presi, sarà impegnata a modificare gli aspetti organizzativi del servizio e contrattuali degli operatori socio sanitari.

Nonostante ci sia stata resistenza da parte di Gulliver, che ci ha costretti a uno sciopero durato un mese, siamo soddisfatti di aver ottenuto questi importanti risultati economici e sociali per le lavoratrici e i lavoratori del servizio di Assistenza Domiciliare Polo 3 di Modena. Continueremo a lottare e a rivendicare i diritti dei lavoratori fino a quando non saranno tutti rispettati.