FP CGIL Parma: Adi, un "mostro" di burocrazia e personale a rischio burnout
“Così il sistema non funziona”
Le procedure fissate per l’avviamento dell’Assegno di inclusione, che ha sostituito il Reddito di Cittadinanza, evidenziano l’inadeguatezza dell’attuale strutturazione di questa misura: confusione, aggravio di burocrazia, personale a rischio di burnout.
“Anche a Parma – spiega il segretario generale FP CGIL, Ruggero Maria Manzotti – vengono raccolte ogni giorno segnalazioni che trasudano rabbia e frustrazione da parte del personale pubblico coinvolto, quali servizi sociali, sanitari, sociosanitari pubblici, compreso il settore della giustizia, che denuncia da un lato un aumento drammatico del carico di lavoro e dall’altro l’assoluta mancanza di valorizzazione e rafforzamento del personale stesso”.
Ogni servizio ha a che fare con carenza di personale, è ancora molto alta la percentuale di personale precario, e perfino cronica è la carenza del personale amministrativo che opera nei servizi sociali.
“Alla puntigliosità delle linee di indirizzo decise per la presa in carico, che prevede il coinvolgimento anche dei servizi sanitari, socio sanitari, dei centri per l’impiego, degli uffici per l’esecuzione penale esterna, insomma di una rete territoriale costituita ed organizzata, si oppone una realtà fatta di servizi che, ben lontani dall’essere coordinati, sono lasciati soli ad affrontare, senza alcuna informazione e formazione, questo rilevante compito”.
“Più le procedure si complicano e più si ingolfa il personale, meno saranno le persone fragili che riusciranno ad ottenere un sostegno. Molti professionisti si sentono sempre più in prima linea; mancano i decreti attuativi; le procedure assomigliano sempre più ad un percorso ad ostacoli. Quale inclusione sarà possibile in questo modo?”, conclude il segretario FP CGIL.
La nostra lettera al Ministro dell'Economia: preoccupazione per il conguaglio fiscale di febbraio
La FP CGIL ha recentemente inviato una lettera al Ministro dell’Economia per affrontare la questione del conguaglio fiscale che molti di voi potrebbero dover affrontare nella prossima busta paga di febbraio.
La lettera, indirizzata al Ministro dell’Economia, esprime preoccupazione per il conguaglio fiscale che rischia di colpire numerosi dipendenti pubblici, gestiti dal sistema NoiPa. Si sottolinea come le insufficienti trattenute fiscali effettuate durante l’anno abbiano portato a un debito fiscale elevato, con conseguente impossibilità di rateizzazione per molti lavoratori.
La situazione è ulteriormente complicata dalla decisione unilaterale del governo di anticipare le rivalutazioni degli anticipi contrattuali del 2024 con l’ultima mensilità di dicembre 2023, aggravando così il disagio finanziario dei dipendenti pubblici.
La FP CGIL chiede al Ministro dell’Economia di adottare specifiche iniziative per consentire la rateizzazione del debito fiscale o valutare altre misure atte a mitigare questa difficile situazione che coinvolge numerosi lavoratori e le loro famiglie.
È importante che siate informati su questa comunicazione e sulle azioni che il sindacato sta intraprendendo per tutelare gli interessi dei dipendenti del pubblico impiego.
Piacenza "Bene la revoca del servizio di prescuola a Sarmato"
“Apprendiamo con soddisfazione della decisione del Comune di Sarmato di revocare l’affidamento alla cooperativa Erdis dei servizi di prescuola e assistenza scolastica. La revoca arriva alla fine di un lungo percorso di vertenza sindacale condotto da Fp Cgil nei confronti della cooperativa, aperto con segnalazioni già nell’estate del 2022”.
Lo scrive in una nota Fp Cgil di Piacenza, che rappresenta la totalità delle operatrici impiegate nel servizio e le sta seguendo ed assistendo nel percorso di riconoscimento dei loro crediti. “Il sindacato – viene spiegato nella comunicazione – ha coinvolto l’Amministrazione non appena le lavoratrici hanno segnalato una perdurante situazione di irregolarità tanto nel rapporto di lavoro quanto nel pagamento degli stipendi. Da dicembre è pendente presso l’Ispettorato Territoriale del Lavoro la denuncia presentata dalle lavoratrici contro le irregolarità e inadempienze subite”.
“Ci preme sottolineare che queste professioniste – affermano Alberto Gorra e Antonio De Leo per la Fp Cgil – hanno lavorato e stanno lavorando da ottobre 2023 senza aver percepito alcuno stipendio da parte della cooperativa, che è rimasta sorda a tutte le loro richieste ma sempre pronta a esigere con modalità scorrette e non trasparenti sostituzioni improvvise e variazioni di turno. La situazione è degenerata a tal punto che, pur a fronte della celere risposta delle istituzioni alla nostra richiesta di confronto ed all’accoglimento della richiesta di intervento sostitutivo previsto dal vigente codice appalti (che permetterà alle lavoratrici di esser comunque pagate direttamente dall’amministrazione comunale), due di loro sono state costrette a rassegnare le dimissioni per giusta causa. Dopo le vertenze sindacali per alcuni versi analoghe delle cooperative Eurotrend ed Ekopra, la decisione del Comune di Sarmato costituisce un ulteriore importante e virtuoso precedente sul nostro territorio. Si tratta di un precedente tanto più significativo In un momento nel quale il rischio di deresponsabilizzazione del decisore pubblico nei confronti dei gestori di servizi attinenti alla tutela di diritti costituzionalmente garantiti sembra farsi sempre più pressante”.
Preintesa per il CCNL di Unificazione contratto Misericordie e ANPAS
Giovedì 18 Gennaio 2024 è stato siglato un importante passo verso l’unificazione dei Contratti Collettivi di Lavoro di ANPAS ODV e della Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia. Questa Preintesa, relativa al periodo 2020-2022, apre la strada a un contratto unico di comparto “socio-sanitario, assistenziale, del trasporto sanitario e di emergenza urgenza extraospedaliera”. In questo articolo, esploreremo i dettagli della Preintesa e le prospettive future per i lavoratori del settore.
Il Contesto dell’Unificazione
La Preintesa è stata firmata presso la sede di ANPAS a Firenze, confermando e consolidando le condizioni favorevoli pre-esistenti relative al CCNL Misericordie. Questo passo è cruciale per la riduzione dei contratti attualmente in vigore, con l’obiettivo di creare un contratto unico che abbracci varie sfaccettature del settore.
Migliorie e Allineamenti Normativi: La Preintesa allinea i tabellari a quelli della Croce Rossa per la vigenza 2020-22, una condizione essenziale per procedere all’unificazione con la Croce Rossa Italiana (CRI). Inoltre, introduce significative migliorie, inclusa la maternità al 100% e due giorni di permesso retribuito per figli fino a otto anni di età. Sono previsti anche interventi di aggiornamento sui profili professionali e un aumento delle maggiorazioni per il lavoro supplementare dei lavoratori part-time.
Una-Tantum e Calendario di Erogazione
Un aspetto rilevante della Preintesa è l’erogazione di una-tantum di €450,00 come ristoro dei mancati aumenti per gli anni 2020 e 2021. Questa somma sarà riproporzionata per i lavoratori part-time in base al loro orario contrattuale. I tempi di erogazione sono previsti per giugno 2024 (€250) e settembre 2024 (€200).
Prossimi Passi
Ora, il processo prevede l’individuazione del calendario delle assemblee delle lavoratrici e dei lavoratori per la valutazione della Preintesa, al fine di procedere alla firma definitiva. Successivamente, si aprirà il tavolo con ANPAS-Misericordie e Croce Rossa per l’unificazione dei CCNL per gli anni 2023-2025.
Pagamento degli Arretrati
Per ANPAS, che ha già riconosciuto un anticipo sul rinnovo contrattuale a partire da dicembre 2022, si procederà all’adeguamento del tabellare con il rimanente aumento e al pagamento degli arretrati e dell’una-tantum. Per le Misericordie, gli arretrati saranno erogati a partire da dicembre 2022 secondo una precisa tempistica.
Conclusioni
La parola passa ora alle lavoratrici e ai lavoratori, chiamati a valutare la Preintesa nelle assemblee che si concluderanno entro il 1 febbraio 2024. Questa unificazione dei CCNL rappresenta un passo significativo verso migliori condizioni contrattuali e opportunità per i lavoratori del settore socio-sanitario e assistenziale in Italia.
Rinnovato il Contratto Nazionale della Cooperazione Sociale 2023/25!
Il rinnovo del contratto della cooperazione sociale per il periodo 2023/25 porta con sé una serie di cambiamenti significativi che influenzano direttamente i lavoratori e le lavoratrici del settore. Tra le principali novità, spiccano miglioramenti salariali, nuovi diritti e una maggiore stabilità contrattuale.
Salario in Crescita
Uno degli elementi centrali del nuovo contratto riguarda l’aumento salariale. La retribuzione complessiva cresce di oltre il 12% per un livello C1. Questo si traduce in aumenti di 120€ sul tabellare e nell’istituzione del 50% della 14° mensilità pari a 64,40 euro mensili, per un incremento complessivo di 184,40 euro al mese per il livello C1. Questo incremento mira a contrastare l’erosione del potere d’acquisto causata dall’inflazione, con un impegno per completare ulteriori miglioramenti nella prossima contrattazione.
Tempi di Vestizione Ottimizzati
Il nuovo contratto introduce una misura che quantifica 15 minuti nell’orario di lavoro per il tempo necessario alla vestizione e svestizione dei dipendenti.
Nuovi Diritti Garantiti
Una delle innovazioni più significative è l’integrazione della retribuzione al 100% per il periodo di maternità obbligatoria, offrendo maggiore sicurezza economica alle lavoratrici in gravidanza.
Miglioramenti nei Contratti a Termine
Il contratto a termine vede un miglioramento dell’articolato, con una clausola di stabilizzazione per i precari e una regolamentazione delle causali, offrendo maggiore stabilità e chiarezza nelle modalità di impiego.
Riconoscimento Professionale
Il contratto prevede anche il passaggio in D2 delle educatrici e degli educatori dei servizi educativi del sistema integrato 06, con il riconoscimento dei 60 cfu della legge 205/17, valorizzando e riqualificando le figure professionali coinvolte.
Assistenza Sanitaria Integrativa Potenziata
L’assistenza sanitaria integrativa vede un aumento del contributo a carico della cooperativa, garantendo maggiori benefici ai lavoratori.
Questo rinnovo contrattuale rappresenta un passo avanti significativo per il settore della cooperazione sociale, confermando l’importanza della contrattazione collettiva e fornendo strumenti essenziali ai delegati e alle delegate per rappresentare al meglio gli interessi dei lavoratori. È un momento cruciale per dare maggiore stabilità e sicurezza a coloro che operano nel settore.
Ora è il momento di dare voce alle lavoratrici e ai lavoratori. Partecipa alle assemblee che verranno organizzate nelle prossime settimane e fai sentire la tua opinione sul rinnovo del contratto!
Conclusione
In conclusione, il rinnovo del contratto della cooperazione sociale per il periodo 2023/25 porta con sé una serie di cambiamenti positivi che mirano a migliorare le condizioni lavorative e la sicurezza economica dei dipendenti del settore. Grazie a queste novità, si apre un capitolo importante per il futuro della cooperazione sociale, dove la tutela dei diritti e il benessere dei lavoratori rimangono al centro dell’attenzione.
Gli indirizzi del CIV dell’INPS sulla liquidazione dei Trattamenti di fine servizio
Il Consiglio di Indirizzo e Vigilanza dell’INPS il 23 gennaio scorso ha adottato un’importante deliberazione, la n. 2/2024, sui Trattamenti di fine servizio e fine rapporto dei pubblici dipendenti, riguardante anche le anticipazioni TFS/TFR da parte del Fondo Welfare, e le liquidazioni per gli iscritti ai fondi di previdenza negoziale Perseo Sirio ed Espero.
La problematica relativa ai lunghi tempi di erogazione per queste prestazioni, già presente nei documenti programmatici del CIV, è stata, infatti, ulteriormente evidenziata dalla sentenza della Corte Costituzionale – la n. 130 del 23 giugno 2023 – con la quale si rivolge un esplicito invito al Legislatore affinché individui in tempi ragionevoli i mezzi e le modalità di attuazione di un intervento riformatore in materia.
Il CIV, raccogliendo le segnalazioni provenienti delle Federazioni Nazionali dei Pensionati SPI CGIL, FNP CISL e UILP UIL e dalle Federazioni sindacali di categoria, sulla base dei dati e delle informazioni offerte dalle competenti Direzioni centrali dell’INPS, ha rilevato che l’iter di erogazione del TFR e del TFS e della nuova prestazione di “anticipo TFS e TFR” subisce attualmente significativi ritardi determinati non solo dalla normativa, ma da altri fattori, come la carenza di personale dedicato a tale attività e una insufficiente formazione degli operatori.
Ciò sta determinando, soprattutto in alcune realtà territoriali, un parallelo incremento del contenzioso.
A conferma di tali difficoltà, si evidenzia il fatto che le domande totali di anticipazioni del TFS/TFR presentate dai lavoratori dal 1° febbraio al 12 dicembre 2023 sono state n.17.539, quelle respinte n. 6.195, quelle in lavorazione n.9.138 e quelle lavorate n.2.216.
Pertanto il CIV, oltre a sollecitare un intervento normativo che consenta ai lavoratori pubblici di ottenere la prestazione in tempi accettabili, ha chiesto agli organi di gestione dell’Istituto di elaborare tempestivamente un progetto specifico per ridurre i tempi di erogazione dei trattamenti di fine servizio e fine rapporto, delle anticipazioni e dei versamento ai fondi di previdenza negoziale.
20 febbraio sciopero nazionale del personale del CCNL Federcasa
“FP Cgil, Cisl FP e Uil Fpl hanno proclamato lo sciopero nazionale per il prossimo 20 febbraio per il personale delle aziende che applicano il CCNL Federcasa. La trattativa per il rinnovo del Contratto Federcasa 2022-2024 ha, infatti, palesato l’indisponibilità della parte datoriale di riconoscere al personale la piena valorizzazione professionale ed economica, con incrementi economici adeguati a tutelare i salari”.
Lo affermano in una nota Serena Sorrentino, Maurizio Petriccioli e Domenico Proietti, Segretari Generali rispettivamente di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl.
“Per le organizzazioni sindacali l’obiettivo è far sì che sia garantita alle lavoratrici e ai lavoratori, impegnati quotidianamente a offrire soluzioni abitative idonee alla fascia di popolazione in condizione di fragilità, una risposta alla grave crisi inflattiva che in questi anni ne ha indebolito il potere d’acquisto”.
“La giornata di sciopero del 20 febbraio – hanno osservato – è una tappa di un percorso lungo, iniziato in autunno, che continuerà a coinvolgere, con assemblee e iniziative, lavoratrici e lavoratori delle aziende e che si allargherà alle istituzioni e a tutta la cittadinanza perché sia riconosciuta la centralità del sistema di edilizia pubblica residenziale in un contesto sociale caratterizzato dalle crescenti difficoltà nell’accesso all’abitare e dall’aumento della povertà”.
Per Sorrentino, Petriccioli e Proietti “il rafforzamento delle politiche abitative non può prescindere dal coinvolgimento dei soggetti istituzionali di rappresentanza degli enti coinvolti, chiamati a garantire, innanzitutto, una gestione capace di valorizzare il ruolo del personale occupato nelle aziende che operano a tutela della popolazione più fragile”
Proclamazione dello stato di agitazione nazionale dei Vigili del Fuoco
Gentile Signor Ministro
da tempo le Confederazioni Cgil Cisl Uil congiuntamente alla Confsal VVF, denunciano la complicata situazione in cui versa il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco che sta determinando gravissime ricadute sul dispositivo di soccorso tecnico urgente.
Nella fattispecie, abbiamo più volte manifestato l’esigenza, oramai improcrastinabile, di ottenere stanziamenti specifici indirizzati ad incrementare gli organici del Corpo, in atavica carenza sia nel settore operativo, sia in quello del Ruolo Tecnico Professionale che, ricordiamo negli anni a seguire è destinata ad aumentare per effetto dei pensionamenti.
Ciò nonostante, a tutt’oggi, alle promesse non sono seguiti i fatti. Il personale, con grande sacrificio e senso di responsabilità, è costretto a sopperire alle carenze, facendo ricorso a estenuanti turni aggiuntivi mettendo a rischio la propria incolumità con l’unico scopo di garantire la tutela e la salvaguardia dei cittadini contribuenti.
Signor Ministro, ad aggravare tale stato di grande disagio delle donne e degli uomini del Corpo, si aggiungono importanti vertenze che, inspiegabilmente, non hanno trovato ancora oggi risposte.
Ci riferiamo nello specifico a:
- rinnovo Contratto Nazionale di Lavoro 2022/2024
- sedi disagiate;
- promozione ruolo aperto;
- mancate procedure di passaggio di qualifica del personale specialista del Corpo e relative procedure di mobilità del personale;
- organizzazione personale specialista nautico;
- pagamento banca delle ore;
- buoni pasto;
- mancata convocazione sull’accordo per la distribuzione delle risorse economiche già disponibili e indirizzate al personale specialista Direttivo;
- mancata applicazione del coefficiente di trasformazione del 2,44% al personale del Ruolo Tecnico Professionale;
- ispettori antincendio scorrimento graduatorie;
- avvio procedura per adesione alla previdenza complementare;
- incremento indennità personale formatore.
Inoltre necessita uno stanziamento straordinario e specifico per finanziare:
- una nuova Legge delega e garantire il correttivo al riordino del CNVVF, Dlgs 217/05 e 139/06;
- anticipo dei 6 scatti stipendiali su base pensionabile;
- armonizzazione di tutti gli istituti accessori.
La FP Cgil, la FNS Cisl, la Uil PA VV.F. e la Confsal VV.F. hanno sempre dimostrato grande partecipazione e disponibilità per risolvere i problemi che il personale vive sulla propria pelle ma, rispetto a quanto evidenziato, ci vediamo costretti a dichiarare, nostro malgrado, lo stato di agitazione sindacale nazionale della Categoria ai sensi della Legge 146/90 e ss.mm. richiedendo la prevista procedura di conciliazione in mancanza della quale saranno adottate tutte le iniziative sindacali previste.
Maggiorazione della retribuzione individuale di anzianità: controlla la tua posizione individuale
La recente sentenza n. 4 dell’11 gennaio 2024 della Corte Costituzionale ha sollevato interrogativi significativi sul riconoscimento della maggiorazione della retribuzione individuale di anzianità (RIA). L’art. 51, comma 3 della legge n. 388/2000, dichiarato incostituzionale, aveva escluso la proroga al 31 dicembre 1993 per la maturazione dell’anzianità di servizio ai fini della maggiorazione RIA. In questo articolo, esamineremo la vicenda e le implicazioni della sentenza, offrendo supporto ai lavoratori interessati.
Il Contesto Giuridico
La sentenza della Corte Costituzionale ha messo in discussione l’interpretazione dell’art. 51, comma 3 della legge n. 388/2000, escludendo la proroga al 31 dicembre 1993 per la maturazione dell’anzianità di servizio ai fini della maggiorazione RIA. Questo implica un riesame della situazione per i lavoratori che avevano fatto ricorso sulla base di tale norma interpretativa.
La Storia della Maggiorazione RIA
Partiamo dal DPR 44/1990, che prevedeva la maggiorazione della retribuzione individuale di anzianità (RIA) per i dipendenti dei ministeri. La legge prevedeva importi crescenti in base alle qualifiche funzionali e all’anzianità di servizio. Tuttavia, la legge n. 388/2000 limitò i benefici della maggiorazione alle anzianità maturate entro il 1990.
La Proroga e la Controversia
Il decreto legge n. 384 del 1992 prorogò gli effetti del DPR 44/1990 fino al 31 dicembre 1993. Questo generò la richiesta di riconoscimento della maggiorazione RIA per i lavoratori che avevano maturato l’anzianità nel triennio 1991/1993. La legge n. 388/2000 limitò ulteriormente i benefici, escludendo le anzianità maturate dopo il 1990.
L’Incostituzionalità dell’Esclusione
La Corte Costituzionale, con la sua sentenza, ha giudicato incostituzionale l’esclusione dei benefici della maggiorazione RIA per le anzianità maturate dopo il 1990. Questa decisione rappresenta una possibile interferenza del legislatore nei confronti di giudizi ancora in corso, violando principi fondamentali dello stato di diritto e del giusto processo.
Impatti e Prospettive Future
La sentenza avrà sicuramente impatti sui giudizi pendenti, ma la situazione rimane controversa per i lavoratori il cui ricorso è stato respinto sulla base della norma interpretativa. La Funzione Pubblica CGIL offre supporto per una valutazione personalizzata della situazione, invitando i lavoratori interessati a mettersi in contatto con i delegati CGIL.
La sentenza della Corte Costituzionale ha portato una ventata di cambiamento nella discussione sulla maggiorazione RIA. Per comprendere appieno le implicazioni e valutare le possibilità di ricorso, è essenziale ottenere una valutazione personalizzata della propria situazione attraverso la Funzione Pubblica CGIL.
MAGGIORAZIONE RIA – CONTROLLA LA TUA POSIZIONE! AFFIDATI ALLA FP CGIL
Chi riguarda?
Lavoratrici e lavoratori dei Ministeri che hanno maturato almeno 5 anni di anzianità entro il 31.12.1993, sia coloro che hanno fatto ricorso a suo tempo, sia coloro che non l’hanno fatto (in questo caso i requisiti sono maturazione di 5, 10, 20 anni di anzianità nel biennio 91/93).
Lavoratrici e lavoratori degli ex enti pubblici non economici che avevano acquisito esperienza professionale permanendo nella stessa qualifica per un periodo non inferiore a 6 anni, quattro per la IX qualifica, alla data del 1 luglio 1988 o al maturare della stessa anzianità minima nell’arco della vigenza contrattuale.
Cosa occorre fare?
L’interessata/o deve presentare domanda di ricostruzione di carriera al proprio ufficio personale. La FP CGIL ti aiuta su questo punto mettendoti a disposizione l’apposita modulistica e l’assistenza per la compilazione.
Pensioni Anticipate Pubbliche: Le Nuove Regole Colpiscono i Lavoratori
Il recente decreto del governo ha introdotto significative modifiche alle pensioni anticipate, colpendo duramente i lavoratori pubblici. In particolare, le nuove disposizioni riguardano gli iscritti alla Cassa per le pensioni ai dipendenti degli enti locali (Cpdel), alla Cassa per le pensioni dei sanitari (Cps), alla Cassa per le pensioni degli insegnanti di asilo e di scuole elementari parificate (Cpi) e alla Cassa per le pensioni degli ufficiali giudiziari, degli aiutanti ufficiali giudiziari e dei coadiutori (Cpug). In questo articolo, esamineremo gli impatti di queste modifiche e forniremo soluzioni possibili per mitigare gli effetti negativi.
Il Colpo alle Pensioni Anticipate
Il governo ha recentemente approvato una legge che ha eliminato efficacemente la possibilità della pensione anticipata per numerosi lavoratori pubblici. Questo colpisce gli iscritti a diverse casse previdenziali, con conseguenze significative sulla prospettiva pensionistica di migliaia di lavoratori.
La Revisione delle Aliquote di Rendimento
La legge di bilancio più recente prevede una revisione delle aliquote di rendimento per il calcolo della pensione anticipata per coloro che hanno un’anzianità contributiva inferiore a 15 anni nel sistema retributivo. Questa revisione potrebbe portare a tagli fino al 20% sulla quota retributiva di pensione, come spiega Ezio Cigna, responsabile delle Politiche previdenziali della Cgil nazionale.
Impatti su Diverse Categorie di Lavoratori
Le nuove regole non riguardano solo le pensioni anticipate, ma influenzano anche la pensione dei cosiddetti “precoci”. Questa modifica, per molti, rende la scelta dell’anticipo difficilmente praticabile senza subire pesanti tagli.
Strade Possibili per Evitare le Modifiche
Per evitare la modifica delle aliquote di rendimento, l’unica strada possibile è il pensionamento di vecchiaia, attualmente con almeno 67 anni di età. Tuttavia, questo potrebbe essere un sacrificio troppo gravoso per molti lavoratori, in particolare per coloro con contribuzione previdenziale a cavallo della maggiore età.
Soluzioni Parziali per il Comparto Sanitario
Sebbene il governo abbia cercato di intervenire in modo parziale per i lavoratori pubblici del comparto sanitario, le soluzioni proposte non risolvono completamente la questione. Solo per alcuni iscritti alle casse previdenziali sanitarie il taglio viene parzialmente ridotto, ma con requisiti che possono risultare difficili da soddisfare.
Simulazioni degli Impatti Economici
Le simulazioni dell’Ufficio politiche previdenziali della Cgil mostrano chiaramente come la riduzione della quota di pensione retributiva cresca per coloro con meno contribuzione al 31 dicembre 1995. Le proiezioni evidenziano tagli significativi che potrebbero incidere pesantemente sulle pensioni future.
Le Conseguenze per gli “Esodati”
Un aspetto spesso trascurato riguarda le ripercussioni sugli “esodati”, ossia i lavoratori già cessati dal lavoro. Questi individui, in particolare quelli che accederanno alla pensione anticipata dal 2024 in avanti, rischiano di subire tagli significativi, senza alcuna possibilità di evitare l’impatto finanziario.
Il governo Meloni ha introdotto modifiche significative alle pensioni anticipate pubbliche, creando forti preoccupazioni tra i lavoratori e i pensionati. Le nuove regole potrebbero comportare tagli notevoli sulla quota retributiva di pensione, con impatti economici a lungo termine. È essenziale che i lavoratori comprendano appieno le nuove disposizioni e valutino strategie per affrontare queste sfide in modo efficace.
La nostra iniziativa legale
Per la prima volta, non era mai accaduto neanche con la Legge Monti-Fornero, si interviene sulle posizioni contributive maturate, con un provvedimento a forte rischio di incostituzionalità.
Per questo la Funzione Pubblica Cgil Nazionale sta valutando iniziative legali. Se sei interessato compila i tuoi dati personali.