Personale Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, le preoccupazioni della Funzione Pubblica CGIL
Monica Marvasi: “Occorrono risposte immediate per la salvaguardia complessiva del sistema sanitario territoriale”
“Nell’arco degli ultimi mesi abbiamo assistito a mobilitazioni significative da parte dei lavoratori del settore sanitario, inclusi medici, infermieri e altri professionisti della salute. A fine dicembre 2023, alcuni sindacati hanno guidato due scioperi cruciali, enfatizzando la necessità di un intervento deciso a sostegno della sanità pubblica, seguiti da una serie di mobilitazioni”.
Ad intervenire sul tema, di stringente e stridente attualità, è Monica Marvasi, della segreteria FP CGIL Parma, che dà voce all’allarme della categoria: “Il Governo, attraverso varie misure legislative, sembra allontanarsi sempre di più dall’obiettivo di garantire un servizio sanitario universale e pubblico. Le politiche attuate negli ultimi anni, tra cui il mantenimento di rigidi tetti di spesa per il personale e per i salari, la mancata attuazione di riforme cruciali per l’assistenza territoriale e la crescente privatizzazione del sistema sanitario nazionale, sono sintomatiche di un disinvestimento nella salute pubblica e nella valorizzazione dei suoi operatori”.
“Stiamo chiedendo al Governo di intraprendere azioni concrete per superare le attuali difficoltà, tra cui l’implementazione di un piano straordinario di assunzioni e l’eliminazione dei vincoli che limitano la crescita salariale e occupazionale nel settore sanitario e soprattutto, il rinnovo di un Contratto Nazionale scaduto da ormai due anni con risorse sufficienti a recuperare l’inflazione. Allo stesso tempo come FP CGIL evidenziamo la carenza di personale che ormai persiste in Azienda Ospedaliero-Universitaria per i vari blocchi ed invitiamo tutte le istituzioni, le lavoratrici e i lavoratori ad unirsi al nostro percorso di mobilitazione”.
Marvasi conclude con l’impegno da parte della categoria a “sollecitare l’Azienda affinché ponga tutta l’attenzione nel dare risposte immediate ai professionisti sanitari, senza dimenticare tecnici e amministrativi, valorizzando il lavoro di questi anni pesantissimi perché oltre alle risposte economiche le lavoratrici e i lavoratori rivendicano una programmazione lavorativa, di carichi di lavoro, di sviluppo professionale che permetta di migliorare e conciliare i tempi di vita”.
Riconoscimento delle indennità collegate alle mansioni durante le ferie
La Corte di giustizia europea riconosce come principio generale il diritto del lavoratore, durante il periodo di ferie, a una retribuzione che includa “qualsiasi importo pecuniario che si ponga in rapporto di collegamento all’esecuzione delle mansioni e che sia correlato allo status personale e professionale del lavoratore”.
Nel caso in cui non ti vengano riconosciute le indennità correlate all’esecuzione delle tue mansioni e allo status personale e professionale nei periodi di ferie, spesso causate dalla differenziazione delle amministrazioni stesse, rivolgiti alla Fp CGIL del tuo territorio per il modello di messa in mora alle amministrazioni e per mantenerti informato per le eventuali successive azioni di rivendicazione.
La Fp CGIL sarà impegnata al pieno riconoscimento all’ attuazione dei principi sanciti dalla Corte di Giustizia europea a partire dall’ apertura della prossima stagione contrattuale .
Per il contratto delle Funzioni Locali servono più risorse
“Per tornare ad essere attrattivi è necessario investire facendo crescere i salari e eliminando il tetto al finanziamento dei fondi, che da troppi anni blocca la possibilità di contrattare nei Comuni per poter riconoscere un salario accessorio e una carriera che siano aderenti alla complessità dei compiti a cui i lavoratori sono chiamati tutti i giorni. Per questo è necessario che vengano stanziate risorse adeguate a finanziare il nuovo sistema di classificazione previsto dall’ultimo contratto nazionale che valorizza l’esperienza e la professionalità di lavoratrici e lavoratori”.
Lo scrive in una nota Tatiana Cazzaniga, segretaria nazionale Fp Cgil a proposito dell’iter relativo al rinnovo contrattuale per i dipendenti delle Funzioni locali.
“Le risorse per il rinnovo non sono sufficienti, vista anche l’erosione del potere d’acquisto. Dunque, un contratto senza risorse adeguate non può trovare una soluzione rapida. A differenza di ciò che leggiamo nella bozza dell’atto di indirizzo – afferma Cazzaniga – è solo con la partecipazione e la contrattazione che si può rispondere all’esigenza di rendere attrattivo lavorare in un Ente locale. Gli investimenti su salario e finanziamento del Sistema di classificazione sono fondamentali per dare gambe alla contrattazione. Vale la pena di ricordare che secondo gli ultimi dati Istat, relativamente alle amministrazioni comunali, dal 2011 al 2021 si è stimata una perdita di circa 80mila unità di personale (-20%), accentuata nel Mezzogiorno (-24,3%) rispetto al Centro-nord (-17,8%). Nel Meridione d’Italia, inoltre, nel 2021 solo il 73% degli addetti è a tempo pieno (86,5% nel Nord; 91,2% nel Centro). Per noi di Fp Cgil bisogna, quindi, investire sul personale e bisogna assumere”, conclude.
Polizia locale: no ad una riforma inutile e senza tutele
“Il ruolo della Polizia Locale per la sicurezza urbana è essenziale, per questo gli agenti devono essere valorizzati come avviene per le altre forze dell’ordine”
“No ad una riforma della polizia locale inutile! Dopo 37 anni di attesa la riforma dell’ordinamento della polizia locale parte senza tutele, senza adeguate risorse e strumenti efficaci a sostegno”. Si legge in una nota della Funzione Pubblica CGIL. “La sicurezza urbana e il ruolo della Polizia locale sono una parte essenziale delle politiche delle Autonomie Locali e attendono da troppo tempo investimenti e valorizzazione. Per questo qualsiasi intervento normativo non deve rappresentare solo un impegno generico ma una svolta reale”.
“Lo strumento della legge-delega adottato dal Governo, anziché stringere i tempi e dare concrete risposte, fa peggio dei disegni di legge già presentati alla Camera ed al Senato. Infatti, il testo non prevede per la polizia locale l’equiparazione delle tutele previdenziali, assistenziali e infortunistiche della Polizia di Stato, come invece fanno tutti i disegni di legge finora presenti in Parlamento. Ci sembra che la proposta ignori che quando parliamo di Polizia Locale ci riferiamo a lavoratrici e lavoratori che ogni giorno sono impegnati per garantire sicurezza e legalità sul territorio a tutela dei cittadini e, in molte realtà, rappresentano l’unico presidio esistente”.
“Ci mobiliteremo fin da subito per aprire un confronto con il Governo e per ottenere modifiche al testo che rendano esplicito lo stanziamento di risorse per l’estensione delle tutele alla Polizia Locale”, conclude la FP CGIL.
Inizia la trattativa per il rinnovo del CCNL della sanità: servono più risorse per il contratto
Oggi si è insediato il tavolo sul rinnovo del contratto nazionale 2022-24 della sanità pubblica: “Comincia in salita vista la scarsezza di risorse”. Così la segretaria generale Fp Cgil Serena Sorrentino e la segretaria confederale della Cgil Francesca Re David, in una nota post incontro.
“Il tema delle risorse è cruciale per noi. È condivisibile ragionare di valorizzazione professionale, condizioni di lavoro e revisione delle indennità, ma per noi rimane cruciale il tema degli incrementi salariali. Leggiamo di cifre sui giornali che non solo non sono soddisfacenti ma che non tengono conto che toccare anche solo una delle questioni poste da noi, e in gran parte contenute anche nell’atto di indirizzo delle Regioni, a partire dal necessario aumento del valore degli incarichi all’estensione degli stessi, alla valorizzazione di nuovi profili professionali, alla maggiorazione di tutte le indennità a partire da quella di specificità infermieristica, che va aumentata e equiparata anche per le ostetriche, e quella di tutela della salute e del malato, significa spendere parte di quel 5,78 su altri capitoli abbassando il valore degli incrementi salariali”.
Inoltre, aggiungono le sindacaliste, “vanno incrementati e sbloccati i fondi della contrattazione decentrata, e va soprattutto garantito un orario di lavoro adeguato e che consenta di conciliare vita e lavoro, il diritto alle ferie e l’aumento dei congedi. Per fare tutte queste cose quel 5,78 diventa sempre meno, quindi ci sarà sempre meno incremento del salario. Il datore di lavoro pubblico, a differenza del privato, ha deciso di stanziare risorse che coprono solo un terzo dell’inflazione cumulata nel triennio 22/24: come si può pensare di rinnovare il ccnl della sanità pubblica senza ulteriori interventi?”, proseguono Sorrentino e Re David.
“Lo dobbiamo alle lavoratrici e lavoratori della sanità pubblica, ma anche per garantire che sempre di più ci siano elementi di miglioramento organizzativo dei servizi che possano garantire maggiore qualità di salute per i cittadini. Il governo ha fatto molti proclami ma ora i nodi vengono al pettine: dica se vuole dare risposte ai lavoratori pubblici o no. Non basta partire dalla sanità nell’apertura dei tavoli per dare il giusto riconoscimento ai professionisti e operatori sanitari, bisogna dargli salario e miglioramento delle condizioni di lavoro, per questo continueremo la mobilitazione visto che non ci rassegniamo alla risposta dell’Aran che bisogna accontentarsi di quello che il governo ha deciso unilateralmente”, concludono.
Sanità: audizione di Schillaci? Passare dalle parole ai fatti
“Abbiamo letto le affermazioni del ministro Schillaci nel corso dell’audizione in Commissione Affari Sociali della Camera e ognuna di esse meriterebbe una risposta. Per quanto riguarda il ruolo dei medici di medicina generale siamo d’accordo col ministro quando afferma che nessuna riforma sanitaria, a maggior ragione se si ragiona di territorio, può prescindere da un ripensamento della medicina di base. Proprio per questo però, a differenza di ciò che afferma il ministro, per noi è strategico il tema del rapporto di lavoro. Per questo continuiamo ostinatamente a chiedere che si impari dagli errori e dalla pandemia e che quindi, almeno nelle case di comunità, i medici di medicina generale siano alle dipendenze del Ssn. Solo così, cambiando questa ‘regola di ingaggio’, quei luoghi diventeranno effettivamente quel punto di primo contatto fra cittadino e servizio sanitario in grado di deflazionare i pronto soccorso”.
Lo scrive in una nota Fp Cgil, che prosegue: “inoltre, concordiamo col ministro sulla funzione e l’importanza degli specializzandi, a patto che non li si consideri un esercito sanitario di riserva senza diritti. Per questo, da tempo, chiediamo al governo e al ministro di prevedere un vero e proprio contratto di formazione lavoro che tuteli e garantisca questi professionisti. Ad oggi, al di là delle dichiarazioni, non ci risulta essere stato adottato nessun provvedimento in tal senso. Quanto all’abolizione del tetto di spesa per le assunzioni, il ministro ne parla dal giorno del suo insediamento. Ci aspettiamo si passi finalmente dalle parole ai fatti, prevedendo anche le risorse necessarie per permettere alle regioni di poter concretamente effettuare le assunzioni sempre più indispensabili”.
“C’è, infine, un tema che il ministro non ha citato quale elemento decisivo per combattere la carenza di professionisti: quello dei salari. Nei giorni scorsi – prosegue la nota di Fp Cgil – si è aperta la trattativa per il rinnovo del contratto di lavoro del comparto. Una trattativa partita molto in salita visto che la maggioranza delle organizzazioni sindacali a partire da Fp Cgil hanno dichiarato la totale insufficienza delle risorse stanziate dal Governo per il rinnovo. Il ministro faccia la sua parte all’interno del governo perché arrivino le risposte indispensabili alla sottoscrizione di un contratto che non penalizzi ulteriormente quei professionisti che lui sostiene di voler valorizzare”.
Riorganizzazione dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli: Impatti negativi su Reggio Emilia, Ferrara e Forlì-Cesena
La recente riorganizzazione proposta dal direttore Alesse dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha sollevato preoccupazioni significative soprattutto negli uffici di Reggio Emilia, Ferrara e Forlì-Cesena. Queste modifiche, che sono un declassamento degli uffici territoriali menzionati, emergono in un periodo già critico per quanto riguarda la carenza di personale e sollevano dubbi sulla capacità dell’agenzia di mantenere livelli di prestazione efficienti e di alta qualità.
Le preoccupazioni non riguardano solo la qualità dei servizi, ma estendono il loro raggio d’azione anche sulle garanzie per il personale impiegato, con una potenziale riduzione dei livelli di sicurezza e stabilità lavorativa. La mancanza di comunicazioni chiare e dettagliate da parte della direzione dell’Agenzia ha ulteriormente alimentato l’insoddisfazione, lasciando lavoratori, sindacati e cittadini in attesa di risposte chiare e fondate.
Di fronte a questa situazione di incertezza, le assemblee dei lavoratori hanno deciso di rispondere con azioni concrete, nei territori coinvolti, cui faranno seguito iniziative di protesta, a partire dal presidio che si terrà il giorno 9 Aprile 2024 davanti gli uffici della sede di Ferrara.
L'Unione Reno Galliera esternalizza un altro pezzo del Servizio educativo pubblico per l'infanzia
A partire dal prossimo anno scolastico al Nido di Pieve di Cento, una sezione di nido sarà appaltata al privato.
Questa la comunicazione improvvisa da parte dell’Unione Reno Galliera.
Inaccettabili la scelta e le motivazioni date dall’Ammistrazione. Da un lato la riduzione del costo di personale a carico del Comune di Pieve di Cento, malgrado i servizi educativi siano da anni conferiti all’Unione, dall’altro “compensare” la chiusura di due sezioni di nido già in appalto al privato, nel comune di San Pietro in Casale.
Una delle tre sezioni pubbliche del Comune di Pieve di Cento in cui lavora personale pubblico dipendente dell’Unione e personale in somministrazione a tempo determinato, sarà quindi esternalizzata con un appalto.
Noi conosciamo bene, e denunciamo da anni, i limiti di legge insopportabili subiti dai Comuni e dalle Unioni, che minano la loro possibilità di garantire i servizi pubblici ai cittadini: blocchi e tagli dei trasferimenti economici dallo Stato e tetti di spesa sul personale da anni, ma da oltre cinque anni l’Amministrazione ha scelto di non investire alcuna risorsa per assumere personale, non un concorso pubblico per avere graduatorie dalle quali assumere a tempo indeterminato o determinato.
Si è già esternalizzato completamente il Nido di Galliera, si sostituiscono assenze e pensionamenti con personale in somministrazione, con un costo maggiore rispetto al personale assunto direttamente, si è di fatto impedito a tante lavoratrici e tanti lavoratori in possesso dei requisiti, magari già operanti nelle cooperative che hanno in appalto le sezioni già esternalizzate, o che lavorano in somministrazione, di entrare nel sistema pubblico dei servizi educativi della Reno Galliera.
Che idea di servizio pubblico ha una istituzione pubblica come l’Unione che non bandisce concorsi ne fa assunzioni stabili da anni in servizi delicatissimi come i servizi educativi pubblici per l’infanzia, e che futuro avranno quei servizi?
Noi siamo convinti che quel futuro si garantisca non certo seguendo la via della precarietà lavorativa tra appalti e somministrazione: va fatto rapidamente un concorso pubblico che riconosca anche l’esperienza maturata da lavoratrici e i? lavoratori che oggi operano attraverso gli appalti e la somministrazione!
Questo ci aspettiamo dall’Unione Reno Galliera! E questo, se non saremo ascoltati, rivendicheremo insieme tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori che garantiscono tutti i giorni i servizi educativi per l’infanzia della Reno Galliera.
PER DARE UN FUTURO AI SERVIZI EDUCATIVI PUBBLICI PER L’INFANZIA DELL’UNIONE RENO GALLIERA, SERVONO CONCORSI E ASSUNZIONI!
FP CGIL Piacenza: Intimidazioni inaccettabili ricevute dal rappresentante della casa protetta Gasparini
“Se la Cgil firma questo accordo i suoi iscritti percepiranno il premio aziendale, altrimenti no.”
È questo l’ultimatum espresso da Paolo Favari, in funzione di rappresentanza della direzione dell’istituto della casa protetta “Gasparini” di Rivergaro in apertura di incontro sindacale lo scorso venerdì.
Un aut-aut che viene denunciato dalla Fp Cgil di Piacenza. Motivo del contendere, le poche risorse di premio aziendale 2023 messe a disposizione dall’azienda. Il premio, oltre a dipendere dalla presenza in servizio, secondo l’azienda dovrebbe essere conseguente alla valutazione dei comportamenti dei dipendenti, secondo la discrezionalità massima della direzione aziendale. Sarebbero inoltre esclusi dal premio tutti i nuovi assunti e coloro i quali, pur avendo lavorato nel corso dell’anno, non fossero più dipendenti alla data del 31 dicembre.
«Nelle settimane scorse abbiamo espresso chiaramente i nostri dubbi sulla proposta e chiesto correttivi – spiega Alberto Gorra, responsabile del comparto per la Fp Cgil Piacenza -. Ma la discussione all’ultimo incontro non è neppure iniziata per l’atteggiamento ricattatorio dell’Azienda. Abbiamo immediatamente abbandonato il tavolo perché non c’erano le condizioni minime di rispetto per i lavoratori e per chi li rappresenta».
Chiarisce il sindacalista: «L’azienda potrebbe corrispondere il premio anche senza il benestare del sindacato, certo perderebbe le agevolazioni fiscali. Se non fosse per questa esigenza non si darebbero alcuna pena di mantenere aperta una discussione con noi».
«È noto a tutti – prosegue Gorra – che il lavoro nelle case protette è gravoso e mal pagato e trovare personale che voglia rimanere a lavorare con contratti quali “Uneba” qui applicato, tra i più poveri del settore, è sempre più difficile. Gli incentivi di produttività dovrebbero essere uno strumento per valorizzare il lavoro svolto, ma il Gasparini sembra non rendersi conto che il sistema rischia di collassare e ha scelto la strada peggiore per valorizzare il proprio personale: discriminarlo sulla base dell’adesione sindacale».
Conclude Gorra: «Nell’interesse dei lavoratori e del delicato servizio svolto, abbiamo inviato una nota alla direzione del Gasparini confidando nella ripresa di corrette relazioni sindacali. Diversamente, valuteremo tutte le strade di ulteriore vertenza a tutela del personale».
Servizi educativi Comune di Parma, criticità su vari fronti
Il segretario generale della Funzione Pubblica CGIL Parma, Ruggero Maria Manzotti, esprime preoccupazione per la situazione delle lavoratrici e lavoratori dei Servizi Educativi del Comune di Parma.
Secondo Manzotti “occorre strutturare e aumentare il numero di sostituzioni, in modo da tenere conto delle esigenze di questo settore. Vi è poi una difficoltà crescente nella gestione delle bambine e dei bambini con difficoltà psico-fisiche o con problematiche legati a contesti famigliari e sociali complessi: queste situazioni meritano una attenzione particolare per poter assicurare a loro un percorso educativo importante e significativo. Le insegnati di sostegno sono parte fondamentale di questi percorsi e risultano fondamentali per l’integrazione dei bambini. Per questo devono avere una continuità di lavoro nella propria sezione e non essere impiegate a sopperire le mancanze di colleghe su altre strutture”.Da tempo, inoltre, la FP CGIL chiede con forza di indire il concorso per insegnanti di scuola dell’infanzia, considerato che da parecchio la graduatoria è esaurita. Tale concorso dovrebbe generare una graduatoria con numeri sufficenti per garantire una continuità assunzionale anche nel prossimo futuro.
“Chiediamo infine, ma lo chiederemo sempre, di continuare ad investire nel servizio pubblico in questo settore strategico per la vita e la crescita dei bambini e delle bambine della nostra città. A partire dalle prossime progettazioni legate ai finanziamenti PNNR che permetteranno alla nostra città di avere due strutture educative in più, chiediamo che si inizi immediatamente una discussione sulla gestione di queste strutture. Soluzioni a senso unico che non dovessero tenere in conto la tenuta del perimetro pubblico troverebbero la FP CGIL contraria e pronta ad azioni di mobilitazione”.