Sanità privata - Pronti alla vertenza contro il gruppo KOS

Pronti alla vertenza contro il gruppo KOS che ha annunciato una cessione di ramo d’azienda con meno ore e salari più bassi per i lavoratori. Apriremo un confronto anche con la Regione, perché modello KOS non è quello del Patto per il lavoro e il clima.

Oggi siamo stati convocati per un incontro dal gruppo KOS SERVIZI, che ha strutture nei territori di Modena, Parma e Ravenna. KOS ci ha comunicato la volontà di operare una cessione di ramo di azienda per trasferire dal gruppo KOS CARE al gruppo KOS SERVIZI tutto il personale dei servizi di supporto.

Nessuna sorpresa, chiaramente, nel constatare che in virtù del trasferimento di gruppo, quel personale avrà un contratto con salari più bassi e un orario di 38 ore e non più di 36.

Funziona così nell’imprenditoria moderna della sanità, un gruppo fa una cessione di ramo d’azienda e come per magia la gente lavora di più e guadagna meno. Ma siccome l’appetito viene mangiando, ci hanno pure proposto di ridurre le ore dei servizi: meno ore di pulizie, meno ore di ristorazione e via dicendo. Imprenditori che peraltro operano in un settore che negli ultimi tempi pare non avere carenza di richiesta, ovvero quello della sanità.

Chiaramente apriremo una vertenza con tutta la forza possibile per contrastare che ciò avvenga. Gli utili, garantiti dai contratti di servizio, non si aumentano sulla pelle di chi lavora. Apriremo un confronto anche con la Regione, per capire in questo territori la politica che ruolo e che valore vuole dare alle persone e al lavoro. Anche in relazione ai contenuti del Patto per il lavoro e per il clima, documento che abbiamo sottoscritto come organizzazione sindacale. Nel Patto, il modello che prospetta il gruppo KOS non è certamente quello delineato per caratterizzare il nostro territorio regionale. Infine, anche in relazione al fatto che la Regione ha appena rivalutato in aumento le tariffe dei servizi, vincolandole all’applicazione del CCNL della sanità privata.

Se sei una lavoratrice e un lavoratore del gruppo KOS contattaci!


Casa circondariale di Forlì: Grave carenza di personale

Comunicato di FP CGIL Forlì

Denunciamo da anni la grave carenza di personale maschile che affligge la Casa Circondariale di Forlì, senza che l’Amministrazione Penitenziaria cerchi di porvi rimedio, rimandando il problema alla gestione dell’emergenza nel territorio confidando sul grande senso di responsabilità degli agenti di Polizia Penitenziaria.

Disponibilità che si è trovata a dover far fronte anche a scelte organizzative del Ministero pressoché incompatibili con una gestione di un Istituto penitenziario già in emergenza, stante la mancanza di personale. Esemplificativo di ciò è stata la scelta effettuata alcuni anni fa di riaprire una sezione detentiva maschile, precedentemente conosciuta come sezione a custodia attenuata, con particolari finalità di sorveglianza, oggi contenente circa 40 detenuti, senza aver in alcun modo previsto l’invio ad integrazione del già risicato personale di nuove forze addette alla sorveglianza.

Per favi fronte si è dovuto ricorrere al reimpiego del personale di Polizia penitenziaria già in servizio, aumentando i carichi di lavoro e conseguentemente le ore di attività prestata. Il personale operativo si trova quindi a dover far fronte alle necessità istituzionali, oltre che svolgendo il proprio orario di lavoro, con turni aggiuntivi (sino a 12/13 ore lavorative giornaliere), prolungamento di orario ordinario, rinunciando ai riposi previsti e con molte ore di straordinario che difficilmente verranno smaltite.

Infatti le ore di straordinario effettuate per sopperire alla mancanza di personale, non venendo pagate per mancanza di fondi, si cumulano e possono essere utilizzate con giornate di riposo a casa… impossibile percorso mancando personale che possa garantire le attività presso la sede carceraria.
La situazione della sicurezza sia degli operatori penitenziari che della popolazione detenuta si infrange purtroppo sulla burocrazia di un Ministero che pare in alcun modo aver cura di un tema importante: condizioni di lavoro vivibili e sicurezza della propria persona.

Presso la Casa Circondariale di Forlì, oltre a detenuti in attesa di giudizio ed ai giudicati con condanna breve, esistono tipologie di ristretti molto delicate che richiedono sorveglianze speciali come chi affetto da patologie psichiatriche o da coloro che stante la tipologia di reato non possono essere messi a contatto con gli altri detenuti.
Tutto ciò richiede un notevole sforzo operativo allo già scarso personale, molte volte anche impiegato in attività di piantonamento esterno del detenuto che necessita di cure sanitarie.

Il personale di Polizia Penitenziaria, è ormai ridotto allo stremo delle forze, i livelli di attenzione richiesti per svolgere le attività ordinarie e straordinarie sono elevatissimi. E’ recente, grazie al grande impegno profuso dal personale di Polizia, svolgendo con massima responsabilità il proprio compito, l’episodio di salvataggio di una vita, avendo sventato un tentativo di suicidio messo in atto da un detenuto.

Molteplici invece gli episodi di aggressione a carico del personale da parte della popolazione detenuta, che oltre allo stress lavorativo cumulato causa l’enorme carico di lavoro, si trova a dover subire il disinteresse di un Ministero che lascia soli i propri dipendenti, anche a rischio della propria vita.
Molteplici gli episodi di suicidio anche tra gli agenti di Polizia Penitenziaria!

Come FP CGIL chiediamo, oltre alla solidarietà, all’attenzione che periodicamente viene rivolta verso questi lavoratori e verso gli Istituti penitenziari, che si facciano delle scelte urgenti e fondamentali.

Occorre personale, occorrono condizioni di lavoro sostenibili… null’altro.

 

La segretaria Generale FP CGIL
Daniela Avantaggiato


Il personale sanitario in Emilia-Romagna è allo stremo

Doppi turni, ferie e riposi che saltano. I lavoratori della sanità in Emilia-Romagna sono frustrati e stremati dall’ennesima ondata pandemica. Serve un intervento immediato e di sistema.

Lavoratrici e lavoratori della Sanità meritano più rispetto, non solo a parole ma attraverso fatti concreti: assunzioni, stabilizzazioni, risorse economiche, rinnovo dei contratti. Dobbiamo purtroppo constatare che ogni criticità delle precedenti ondate è riemersa impattando violentemente sull’organizzazione del lavoro e della vita del personale.

Devono essere potenziati i dipartimenti di sanità pubblica in modo da rimettere in piedi un tracciamento lineare ed effettivo e che nei reparti sia al più presto rinforzato l’organico medico e sanitario.

I dipendenti della sanità non ambiscono ad essere degli ‘eroi’ ma dipendenti pubblici orgogliosi della loro condizione, che possano essere messi in grado di svolgere il proprio lavoro.

Se sei una lavoratrice o un lavoratore della sanità e vivi una condizione di difficoltà puoi rivolgerti al presidio CGIL del tuo ospedale.
Scrivici e ti indicheremo i contatti più vicini a te.


Firmato accordo per livello D2 per li educatori delle cooperative sociali

Dalla pagina facebook della Cgil Bologna

 

Un risultato di grande rilievo: così commentano le sigle sindacali FP CGIL CISL FP e UIL FPL di Bologna dopo la firma del verbale che prevede dal primo gennaio il riconoscimento del livello superiore per decine di educatori professionali dipendenti delle cooperative Quadrifoglio e Orsa.
Secondo quanto concordato, dal primo gennaio operano il riconoscimento del livello D2 tutti gli operatori in possesso del corso di riqualifica da 60 crediti formativi previsto dalla legge 205 del 2017, oltre a educatrici ed educatori in possesso dei requisiti di anzianità previsti dalla stessa legge.
La lunga battaglia è iniziata subito dopo la firma del contratto nazionale, nel 2019, ed è proseguita con decine di segnalazione all’Ispettorato del lavoro e da un costante confronto con il committente pubblico, ovvero il Comune di Bologna.

L’intesa raggiunta comporterà, per tutti i lavoratori coinvolti, un aumento della retribuzione pari al 5,6% “quanto un rinnovo del CCNL”.
Per le organizzazioni sindacali “un grande ringraziamento va alle lavoratrici e ai lavoratori che ci hanno messo la faccia”, non esitando a sottoscrivere segnalazioni e diffide che hanno contribuito a smuovere la posizione delle cooperative. Un ruolo estremamente significativo hanno svolto gli studi legali, che hanno supportato lavoratori e sindacato in una fase così complessa.
L’accordo rappresenta inoltre una grande vittoria di FP CGIL, CISL FP e UIL FPL per quanto attiene la corretta interpretazione del CCNL. “Ci aspettiamo” dichiarano le organizzazioni sindacali, “che questo accordo venga immediatamente esportato su tutti i Comuni e gli appalti dei servizi educativi del territorio metropolitano, come giusto riconoscimento della professionalità del personale educativo delle cooperative sociali.


Siamo come sei - La storia di Federica

“Siamo come sei” è un viaggio fra i volti e le voci delle persone che ogni giorno si impegnano per rendere le nostre comunità più accessibili, sicure e giuste.
Sono le storie delle iscritte e degli iscritti di FP CGIL in Emilia-Romagna. La seconda tappa del nostro viaggio è il cortile al S. Orsola di Bologna, per conoscere Federica che fa l’infermiera al S. Orsola.


Guarda tutto il video con l’intervista a Federica

Federica ha 25 anni e fa l’infermiera all’ospedale Sant’Orsola di Bologna.

Si è iscritta alla CGIL per risolvere il problema della stabilizzazione del proprio contratto a tempo determinato.

Arrivo dopo pranzo di fronte al padiglione 3 dell’Ospedale S. Orsola di Bologna, quello dove si trovano tutti gli uffici amministrativi dell’enorme struttura sanitaria bolognese. Aspetto qualche minuto nel cortiletto interno fino a che non arriva Federica.

Federica è una giovane infermiera umbra trasferita a Bologna per lavorare. Ha appena staccato il turno ma nonostante la probabile stanchezza mi saluta molto cordialmente e mi guida verso la saletta sindacale della CGIL.
Ci accoglie sorridente Cesare, delegato di FP CGIL presso l’ospedale e insieme pensiamo a come organizzare l’interviste. Quanto deve durare, cosa dire, quali domande fare. Federica è un po’ emozionata e legittimamente tesa, non le avevo comunicato granché di cosa le avrei chiesto.

Decidiamo di iniziare le riprese nel cortile interno del padiglione. E’ una bella giornata e c’è una bellissima luce.

Iniziamo l’intervista e Federica mi racconta di come è venuta in contatto con la CGIL. Dell’aiuto che i delegati le hanno dato a stabilizzare il suo contratto.
Mi spiega che, anche grazie ad FP CGIL, oggi lavora stabilmente in un grande ospedale pubblico, in una città che le piace e che offre tante possibilità a tanti giovani.

Federica, i giovani e il sindacato

Mi fa pensare la vicenda di Federica. Il sindacato spesso si interroga su quali siano i bisogni dei giovani, i loro interessi, le loro aspettative. Tutte cose giuste. Spesso basterebbe invece pensarli semplicemente come lavoratori o aspiranti tali, che desiderano avere un contratto stabile, un lavoro in cui ci sia formazione continua, la possibilità di conciliare il proprio tempo libero con il proprio lavoro.
Federica voleva rimanere a Bologna e il suo contratto precario non glielo permetteva. Secondo molte stime l’Italia sarebbe entrata in una fase di espansione economica, eppure dei nuovi contratti 4 su 5 sono a termine. Anche il pubblico impiego non è esente da questo problema.

C’è una sola soluzione per far ripartire il paese e la pubblica amministrazione, assumere tanto e assumere bene.

Finiamo l’intervista, lascio andare Federica e saluto Cesare che si raccomanda di fargli avere tutti i materiali video, che fra poco ci sono le elezioni RSU e bisogna correre.

E allora noi corriamo.


Cooperativa Elleuno, presidio delle operatricie e degli operatori - Imola & Bologna

Dal sito di FP CGIL IMOLA

 

NON UN MINUTO DI MENO DI ASSISTENZA AGLI OSPITI
DELLE STRUTTURE RESIDENZIALI PER PERSONE NON AUTOSUFFICIENTI

Vertenza aperta con la Cooperativa sociale Elleuno con sede a Casale Monferrato (AL) per l’applicazione di un accordo sindacale regionale raggiunto delle Funzioni pubbliche di Cgil -Cisl-Uil.
Questo accordo, sottoscritto per parte datoriale dai livelli regionali di Legacoop, Confcooperative e AGCI, garantisce agli operatori e operatrici che per potere svolgere il proprio lavoro devono indossare una divisa,14 minuti retribuiti al giorno per indossare la divisa a inizio turno e svestirla alla fine dell’orario di lavoro.

Venerdì 17 dicembre dalle ore 8 alle ore 10 nello spazio antistante il municipio di Castel San Pietro Terme prima iniziativa di mobilitazione sotto forma di presidio verso la Cooperativa Elleuno per chiedere l’applicazione corretta di questo accordo.

Il secondo presidio si terrà nel medesimo orario lunedì 20 dicembre presso Liber Paradisus a Bologna.

La Cooperativa Elleuno che a Bologna e nel territorio del Circondario Imolese (a Castel San Pietro Terme e Dozza) gestisce 4 strutture residenziali rivolte in particolare a ospiti non autosufficienti. Secondo la Cooperativa, questi minuti devono essere inseriti all’interno dei piani assistenziali con il risultato di diminuire l’assistenza nei confronti degli ospiti. Situazione inaccettabile dal punto di vista sindacale.

Il concetto che si vuole garantire a queste lavoratrici e lavoratori in analogia a quanto già accade per la Sanità è che il lavoro comincia dal momento in cui si indossa la divisa, che avviene sempre prima dell’inizio delle attività lavorative definite dai piani assistenziali. Per anni gli operatori socio sanitari, gli infermieri, i responsabili delle attività assistenzialii fisioterapisti, gli animatori hanno regalato ai propri datori di lavoro i minuti necessari per indossare e svestire la divisa senza che fossero riconosciuti come tempo lavoro. Tempi di vestizione che in epoca Covid si sono allungati a causa della necessità di indosare dispositivi di protezione individuali necessari per limitare al massimo la dissusione dei contagi.

Lo spirito dell’accordo è di acquisire un diritto per lavoratrici e lavoratori e non di togliere anche un solo minuto di assistenza alle persone che vivono all’interno delle Case Residenza Anziani gestite dalla Cooperativa.

Per Fp Cgil Bologna – Serena Caselli

Per Fp Cgil Imola – Maurizio Serra

Per Cisl Area metropolitana – Licia Dimase – Kevin Ponzuoli

Per Uil Fpl Imola – Giuseppe Rago

Per Uil Fpl Bologna – Umberto Bonanno

Se sei un lavoratore del terzo settore e sei interessato alle nostre attività sindacali puoi contattare la sede territoriale più vicina a te!


Sanità in Emilia-Romagna - Nessun passo indietro!

Martedì 14 dicembre FP CGIL e UIL FPL organizzeranno un volantinaggio davanti agli ospedali della Regione per dire no al blocco delle assunzioni, per dire no alla mancata proroga dei contratti a tempo determinato e per chiedere lo sblocco dei finanziamenti per la sanità.

Pur apprezzando lo sforzo e l’impegno della Regione sulle politiche assunzionali, messo in campo nel 2020 e parte del 2021, riteniamo grave l’indicazione data alle aziende sanitarie di bloccare in termini generali le assunzioni in relazione alle difficoltà legate al bilancio regionale che, soprattutto nella parte relativa alla sanità, è in grandissima sofferenza.

Grave perché i bisogni delle persone, a differenza delle assunzioni, non si possono fermare e i servizi per funzionare hanno bisogno di persone che ci lavorino dentro.

Oggi la garanzia del diritto alla salute passa per una serie innumerevole di prestazioni e servizi aggiuntivi rispetto al passato.

Centri vaccinali, aumento dei posti letto di terapia intensiva e dei trasporti in emergenza, aumento delle situazioni di disagio della popolazione di tutte le fasce di età, apertura nuovi reparti Covid e recupero delle liste di attesa sono questioni a cui dare risposta e a cui è necessario provvedere aumentando le dotazioni organiche e valorizzando i professionisti.

Per questo riteniamo impensabile che oggi si blocchino le assunzioni e che si lascino a casa i tempi determinati in scadenza che invece pensiamo debbano essere stabilizzati, perché giovani e preparati e perché sono una grande risorsa per la nostra sanità.

Non accetteremo pertanto che nessun dipendente che abbia acquisito nel 2021 o che maturerà nel 2022 i requisiti per la stabilizzazione sia lasciato a casa servono certezze adesso, aspettare il 18 gennaio come teorizza la CISL FP, ha lo stesso significato della frase “Adda passà ‘a nuttata !”.

Alla Regione chiediamo di battere i pugni sul tavolo del Ministero della Salute e dell’Economia perché stanzino le risorse necessarie, non si può infatti accettare che la “straordinaria” situazione legata alla pandemia trovi risposta dal finanziamento “ordinario” da parte dello Stato.

Non vogliamo entrare nella logica del male minore da gestire quando i temi da trattare sono il diritto alla salute e una visione dei bisogni sociali ai quali la Legge di Stabilità, attualmente in discussione, non da adeguate risposte.

Rivendichiamo il diritto alla salute e il benessere delle comunità come diritto universale delle persone e tuteliamo le lavoratrici ed i lavoratori per garantirlo, se la CISL FP pensa di mobilitarsi tra oltre un mese, FP CGIL e UIL FPL ritengono lo si debba fare adesso per ottenere sin da subito risposte certe, questi non sono temi che possono essere rimandati “al domani”.

 

Lavori nella sanità e vuoi maggiori informazioni sull’iniziativa? Scrivi ad una delle nostre FP CGIL Territoriali!

 

Per approfondire


Montecatone - Situazione insostenibile e non più rimandabile

Da FP CGIL Imola

Ieri come Fp Cgil – Cisl Fp – Uil FPL abbiamo avuto un incontro urgente con la Direzione di Montecatone in merito alla grave carenza di personale infermieristico che sta mettendo a dura prova la tenuta della qualità dell’assistenza.

All’ultimo bando di concorso per infermieri indetto dall’Istituto di Montecatone, infatti, sono pervenute solamente 6 domande. Il 13 dicembre uscirà la graduatoria ma, considerando i tempi necessari di assunzione, di preavviso e di formazione, non è una soluzione immediata alla gravosa situazione nei reparti per garantire il diritto di lavoro in sicurezza e di cura.

Abbiamo più volte evidenziato la difficoltà di reperire personale infermieristico anche all’Interno dell’Ausl di Imola e delle strutture private nel circondario imolese. Ad oggi l’Ausl garantisce 8 unità infermieristiche a Montecatone e altre unità infermieristiche alle CRA del territorio, ma questa soluzione non è più sufficiente. Ad aggravare la criticità di carenza di organico si aggiunge la direttiva della Regione, inviata alle Aziende sanitarie, di sospendere le assunzioni del personale.

Possiamo continuare a gravare sempre sugli stessi operatori ai quali continuamente chiediamo ulteriori sforzi senza nessuna data di risoluzione?
Crediamo di no e crediamo anche che non sia rinviabile la soluzione al 2022, nonostante manchino pochi giorni alla fine dell’anno. La soluzione va trovata oggi per rispetto delle persone che lavorano dentro all’Istituto.
Riteniamo che le Istituzioni e la Regione debbano farsi carico della risoluzione immediata di questa criticità che va ad incidere negativamente sugli operatori sanitari e sulla qualità dei servizi ai cittadini.

Nonostante l’allarme lanciato anche pubblicamente nulla è cambiato.
Così non va e se nulla cambierà nei prossimi giorni inizieremo una drastica mobilitazione a tutela delle persone che lavorano e a tutela della qualità dei servizi.

FP CGIL ImolaErika Ferretti
CISL FP – Kevin Ponzuoli
UIL FPL – Giuseppe Rago


Quale sicurezza sul lavoro? Vigili del fuoco di Forlì

COMUNICATO STAMPA QUALE SICUREZZA SUL LAVORO?

“Morti sul lavoro una ferita sociale lacerante, servono legalità e prevenzione, lo Stato tuteli la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro” scrive il Presidente Sergio Mattarella.
Purtroppo manca invece la cultura della prevenzione anche tra coloro dove la stessa è parte integrante dell’attività lavorativa ordinaria.
Un episodio gravissimo ha coinvolto un Vigile del Fuoco del Comando di Forlì-Cesena proprio nel corso di una dimostrazione pratica di spegnimento relativa agli accertamenti di idoneità del D.Leg.vo . 81/08.

La deflagrazione di un estintore ad anidride carbonica, ha proiettato un frammento che ha colpito il Vigile del Fuoco lasciandolo a terra con la carotide e la giugulare esposte, riducendolo in serio pericolo di vita.

L’episodio risale al 20 giugno 2018, nonostante le richieste di questa Organizzazione sindacale, a tutt’oggi non sono stati resi pubblici i risultati della Commissione tecnica del Ministero dell’Interno e delle indagini della Procura.

Nel frattempo estintori, presumibilmente simili per tipologia, omologazione, materiali, procedure di manutenzione e collaudo, circolano liberamente in commercio e sono utilizzati come presidio di prevenzione agli incendi.

L’omissione dei risultati delle inchieste, a distanza di più di tre anni dalla tragedia, altro non è che la dimostrazione di quanto poco è sentita da parte di tutte le Istituzioni coinvolte la prevenzione degli incidenti sul lavoro e conseguentemente la sicurezza dei lavoratori.

La FP CGIL chiede che la sicurezza sul lavoro non sia solo una parola d’impatto utilizzata nelle cerimonie di commiato, ma come in questo caso diventi una priorità per tutti coloro che hanno il dovere di essere parte attiva.
Perchè non devono più esserci morti sul lavoro, come invece accade ormai ogni giorno da troppo tempo senza alcun rimedio!

La Segretaria generale FP CGIL
Daniela Avantaggiato

Il Coordinatore provinciale VVF
Claudio Rossi

Scarica il comunicato stampa!

Sei un vigile del fuoco e vuoi iscriverti alla CGIL? Cerca i nostri contatti territoriali!


Siamo come sei - La storia di Leonardo

“Siamo come sei” è un viaggio fra i volti e le voci delle persone che ogni giorno si impegnano per rendere le nostre comunità più accessibili, sicure e giuste.
Sono le storie dei delegati e delle delegate di FP CGIL in Emilia-Romagna. La prima tappa del nostro viaggio è la stazione dei vigili del fuoco di Bologna, per conoscere Leonardo.


Guarda tutto il video dell’intervista con Leonardo.

Leonardo è un vigile del fuoco di Bologna, si occupa della centrale operativa, del coordinamento logistico e della gestione delle sostanze tossiche.

Da più di vent’anni è anche delegato sindacale e ora è il coordinatore provinciale della CGIL Vigili del Fuoco di Bologna.

Aspetto una decina di minuti di fronte alla Caserma dei Vigili del Fuoco di Bologna prima che Alessandro, il ragazzo con il quale mi sono messo d’accordo per l’intervista mi apra la porta. La centrale si trova sulla Ferrarese, una strada provinciale molto trafficata che parte dal quartiere della Bolognina, attraversa la “bassa” e arriva, per l’appunto, a Ferrara.

E’ una mattina di novembre e a Bologna inizia a fare freddo. Alessandro mi accoglie con occhi sorridenti e stanchi e mi dice subito che purtroppo non riuscirà a fare l’intervista che avevamo concordato perché deve gestire alcune emergenze.

“In centrale è sempre così, un’emergenza dietro l’altra, però puoi parlare con Leonardo, il coordinatore della CGIL Vigili del Fuoco di Bologna

La centrale dei vigili del fuoco di Bologna

Mi guida nei stretti corridoi della centrale con passo veloce, senza badare troppo a me e alla mia falcata fantozziana evidentemente più lenta e affannosa. Mi sforzo di stargli dietro e raggiungiamo l’ufficio di FP CGIL. Qui Alessandro mi abbandona dicendomi che arriverà a momenti Leonardo e che posso aspettarlo lì.

Obbedisco, d’altronde non posso fare altrimenti.

Dopo qualche minuto arriva Leonardo che prima che mi possa presentare mi chiede subito se voglio un caffè. Accetto volentieri e dopo qualche chiacchera iniziamo a predisporre tutto per l’intervista dentro l’ufficio sindacale.

Leonardo e la sua CGIL

Leonardo mi racconta di come è entrato nella CGIL, del perché fa il delegato sindacale, della fatica di tenere insieme il lavoro e l’attività di rappresentanza. Sorride quando gli chiedo se è contento di essere considerato un eroe. Gli fa molto piacere essere considerato tale, ma mi ricorda che lui e i suoi colleghi sono lavoratori come gli altri, non hanno superpoteri e vorrebbero più diritti.

Leonardo mi spiega che ad esempio i vigili del fuoco non hanno la tutela dell’Inail come tutti gli altri lavoratori. Ovviamente questo è un problema perché se fai il vigile è piuttosto normale farsi male a lavoro e molti suoi colleghi sono stati costretti ad anticiparsi di tasca propria cure mediche, tutori e visite specialistiche.

Mentre parlo con Leonardo mi viene da pensare che noi cittadini diamo davvero un sacco di cose per scontate.

Diamo per scontato che ogni giorno ci sono migliaia di lavoratori e lavoratrici che si impegnano per garantire sicurezza delle nostre comunità e che lo fanno spesso in condizioni di sotto-organico, con contratti non rinnovati da anni, rischiando di doversi pagare le cure mediche per infortuni causati sul posto di lavoro.

Facciamo bene a pretendere servizi di qualità, veloci e flessibili. Ma forse dovremmo ricordarci che se i Servizi Pubblici spesso non funzionano al meglio la colpa è nel fatto che, come dice FP CGIL, mancano all’appello almeno 600 mila lavoratori e lavoratrici nella Pubblica Amministrazione.

Finiamo l’intervista e mentre arrotolo i cavi mi faccio raccontare da Leonardo come è cambiato il suo lavoro con la Pandemia.

Mi spiega che il lavoro del vigile del fuoco è un lavoro di squadra e che il covid ha complicato un po’ tutto.

“Sembra una banalità, ma anche solo dover uscire con due camionette invece che con una, perché non possiamo stare in troppi in uno spazio piccolo fa tutta la differenza del mondo. Perché il nostro è un lavoro in cui dobbiamo comunicare bene e velocemente con i nostri compagni e se dobbiamo farlo via radio fra membri della stessa squadra da due diverse macchine tutto si complica”

Usciamo dalla zona con gli automezzi e le macchine di soccorso. Non nego che il bambino che è in me vorrebbe chiedere a Leonardo di farlo salire su ogni Camion, fargli provare un estintore e fargli suonare la sirena.

Per pudore mi limito a salutare e ringraziare per l’intervista e per tutto il resto.