Elezioni RSU 2022 - Siamo ancora il primo sindacato del pubblico impiego in Emilia-Romagna

Ancora una volta siamo il primo sindacato con il 43% dei voti, in aumento rispetto alla precedente tornata elettorale del 2018.

Importante elemento democratico: 75000 persone si sono recate alle urne ad esercitare questo diritto per scegliere quale sindacato debba rappresentarle in un contesto dove le assenze da covid erano rilevanti e con una spinta importante, di alcuni sindacati, al rinvio di questo appuntamento per il secondo anno consecutivo.

Funzioni locali:

In questo comparto, ancora una volta, siamo il primo sindacato con il 54% dei voti e con un distacco rispetto al secondo sindacato di due volte e mezzo. Sottolineiamo come la strana alleanza tra il sindacato SULPL – DICCAP (che esprime un forte corporativismo) e USB (che dichiara l’unità del lavoro) non ha funzionato infatti, CSE FLPL ha perso quasi l’1%.

Sanità:

Anche nella Sanità siamo il primo sindacato con il 36,5 % dei voti. In questa realtà, sfiancata dalla pandemia, vediamo come i sindacati cosiddetti autonomi che fanno della divisione del mondo del lavoro il fulcro del loro agire, vanno incontro ad un secco arretramento.

Funzioni Centrali:

Ci confermiamo il primo sindacato delle Funzioni centrali con il 31,5% dei voti e registriamo l’aumento più significativo rispetto al 2018, + 3%. Sottolineiamo come Confintesa, il sindacato che durante la campagna elettorale distribuiva premi in denaro a chi organizzava una lista, dimezza quasi il consenso del 2018.


Senza nuove risorse non si può garantire il diritto alla salute

Condividiamo le preoccupazioni di Donini, senza nuove risorse è inimmaginabile garantire il diritto alla salute.

Condividiamo pienamente le preoccupazioni dell’assessore regionale Raffaele Donini nel denunciare il mancato finanziamento della sanità per l’anno in corso. Una situazione drammatica che, senza interventi in tempi brevissimi, rischia di provocare un grave inasprimento delle relazioni all’interno delle aziende, tra chi ha responsabilità di governo, professionisti, rappresentanti politici, organizzazioni sindacali e utenti, che mette a rischio la tenuta e la qualità dei servizi.

Nella sostanza, il finanziamento del fondo sanitario nazionale è stato aumentato di una quota complessiva pari a 2 miliardi di euro, risorse già vincolate su voci di bilancio predefinite (tra i quali ci sono i rinnovi dei contratti di lavoro dei dipendenti della sanità, relativi al triennio 2019-2021, peraltro già scaduti ancora prima di essere firmati).

Vengono a mancare invece i finanziamenti speciali previsti nei decreti emergenziali per la lotta al coronavirus erogati nel 2020 e nel 2021, come se la situazione legata alla pandemia fosse scomparsa. Verrebbe lecito chiedersi come si può, senza risorse, mantenere l’attuale impianto per la gestione della pandemia, potenziato in questi due anni per affrontare l’emergenza sanitaria.

In mezzo a questa crisi del sistema sanitario, rischia di rimetterci chi ci lavora e i cittadini. A breve, in alcune aziende non ci saranno i soldi per pagare le quota di produttività al personale, mentre chi usufruisce dei servizi si ritroverà presto con strutture in grandissima sofferenza proprio per la carenza di personale. Senza risorse aggiuntive è infatti inimmaginabile il mantenimento dell’attuale assetto organizzativo.

Così non va, lo diciamo con forza al ministro della Salute, al ministro dell’Economia e al Parlamento. Metteremo in atto tutte le azioni di mobilitazione possibile, perché se la tutela della salute è ancora un diritto costituzionale, allora urge un provvedimento che finanzi il nostro sistema sanitario.


Contratto funzioni locali - Il punto sulla trattativa

In data 4 maggio 2022 è proseguito il negoziato per il rinnovo del CCNL delle Funzioni Locali per il triennio 2019-2021.

L’Aran ha inviato un ulteriore testo aggiornato rispetto alla precedente riunione ma in cui erano presenti solo integrazioni secondarie. Le integrazioni in questione riguardavano il trattamento del personale in distacco sindacale, la destinazione di una percentuale del salario accessorio al welfare integrativo, il rimborso delle spese del personale in trasferta, la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro del lavoro da remoto.

Nell’esaminare il testo siamo partiti dall’approvazione, in sede di comitato di settore, dell’atto di indirizzo che destina al comparto le risorse per affrontare i temi connessi alla riforma del sistema di classificazione, alle sezioni contrattuali, al sistema indennitario, al salario accessorio.

Abbiamo pertanto sottolineato che ormai non ci sono più scuse per affrontare in maniera diretta e ancora più del merito questi temi, partendo dalle nostre proposte che abbiamo puntualmente ricordato all’ARAN con particolare riferimento:

  • all’introduzione di un’Area per le elevate professionalità; alla corretta riclassificazione dei profili;
  • all’introduzione di un sistema indennitario più efficace nel riconoscere la professionalità dei lavoratori;
  • alla revisione e la scrittura delle sezioni professionali.

Nel merito delle proposte odierne abbiamo fatto alcuni rilievi evidenziando che mancano:

  • nelle relazioni sindacali alcune materie in primis quelle relative al calendario scolastico dei servizi educativi;
  • sulla destinazione di quote del salario accessorio al welfare integrativo abbiamo ribadito il nostro no.

Mentre abbiamo apprezzato il richiamo alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro nel lavoro da remoto e ci siamo riservati di far pervenire una nuova formulazione sull’articolato relativo alla transizione di genere.

L’ARAN ha registrato i punti di convergenza delle OO.SS. in particolare sulla nostra proposta in merito alle relazioni sindacali per il calendario scolastico nei settori educativi e sulle sezioni professionali, anticipando possibili controproposte e ulteriori scritture. Il tavolo è stato quindi aggiornato al giorno 16 maggio alle ore 10.30.


pronto soccorso emilia romagna

Pronto soccorso. Buone le proposte della Regione, ma serve aprire un tavolo sul DM 71

La soluzione dei problemi dei Pronto soccorso passa dalla riorganizzazione della rete territoriale delle cure primarie. Apprezziamo le proposte della Regione, ma serve aprire un tavolo sul DM 71.

È sufficiente contare il numero di codici bianchi che si rivolgono ai Pronto soccorso per capire cosa non funzioni nel sistema e quali interventi siano necessari.

Ad oggi sono migliaia le persone che tutti i giorni in Emilia-Romagna si rivolgono al Pronto soccorso chiedendo di usufruire prestazioni di base che nulla hanno a che fare con l’emergenza e con l’urgenza.

Di conseguenza, pur apprezzando le proposte della Regione, riteniamo che da sole non bastino e che sia necessario fare  altro per dare risposta alle difficoltà e per evitare fughe di professionalità ed esperienze fondamentali per il nostro servizio sanitario regionale.

Iniziando da cose semplici e basilari, come evitare di assegnare ai medici dei Pronto soccorso, oltre alle normali funzioni, anche quelle di guardia ospedaliera, come spesso accade negli ospedali di piccole e medie dimensioni. Con il rischio di trovare fuori dalla struttura il medico che dovrebbe sostare in PS perché obbligato a controllare anche altri reparti, trovandosi poi in difficoltà nella gestione di un’emergenza improvvisa. E tornando a sviluppare i protocolli per la gestione dell’emergenza territoriale, per garantire la massima efficacia ed efficienza utilizzando in maniera proficua i medici dipendenti all’interno del Pronto soccorso.

Dopodiché, va aperta una discussione sul decreto ministeriale numero 71 per la riorganizzazione della rete territoriale delle cure primarie, indirizzando chi ha problemi non urgenti/emergenti verso strutture idonee per evitare inutili intasamenti. Provando a capire se è bene che eventuali ambulatori di gestione dei codici bianchi rientrino nei Pronto soccorso (come nella proposta della Regione) o all’interno delle Case della Salute (come immaginiamo noi) evitando così di legittimare flussi di prestazioni che provocano ulteriori intasamenti.

Riteniamo anche fondamentale progettare la necessaria formazione/informazione nell’utilizzo dei servizi, uscendo dalla logica punitiva del superticket nei confronti di chi si rivolge erroneamente al Pronto soccorso, ed entrando in quella dell’uso consapevole della rete dei servizi.

 

FP CGIL Medici
Vittorio Dalmastri
Marco Blanzieri


Raggiunto accordo stabilizzazione precari covid!

Abbiamo sottoscritto un importantissimo accordo unitario con la Regione Emilia-Romagna per stabilizzare con contratti a tempo indeterminato.

Abbiamo sottoscritto accordo per lavoratori e lavoratrici PRECARI assunti durante l’emergenza COVID e che avranno maturato 18 mesi di anzianità a giugno come previsto dalla legge di bilancio 2022.

Infatti sono in uscita i bandi per assumere a tempo indeterminato il personale sanitario e socio-sanitario che è stato reclutato a tempo determinato con procedure concorsuali e che abbiano maturato al 30 giugno 2022, alle dipendenze di un ente del Servizio Sanitario Nazionale, almeno 18 mesi di servizio, anche non continuativi, di cui almeno 6 mesi nel periodo intercorrente tra il 31 gennaio 2020 e il 30 giugno 2022.

AUMENTARE LE RISORSE
VALORIZZARE LE PERSONE
MIGLIORARE LA QUALITA’ DI SERVIZI


Stop alle aggressioni al personale sanitario!

Cosa DEVE fare il lavoratore o la lavoratrice in caso di probabile aggressione.

Codificare una serie di comportamenti da mettere in atto in una situazione di potenziale rischio di aggressioni degli operatori sanitari, è una delle procedure più semplici a costo zero che si DEVE mettere in atto in tutte le strutture.
Le indicazioni di seguito non risolvono il problema ma ogni lavoratore ha il dovere di metterle in atto al fine di tutelare se stesso ed i colleghi.
L’obiettivo che è quello che le raccomandazioni ministeriali del 2007, siano messe in atto in tutti i luoghi di lavoro verificando e segnalando dove questo non accade.

Nel caso TU sia vittima di un episodio di minacce devi mantenere una condotta che favorisca la de-escalation del comportamento aggressivo:

  • Presentati con nome e qualifica professionale;
  • Adotta un’espressione tranquilla ferma con un tono di voce basso, rivolgendoti direttamente all’utente chiamandolo per nome se possibile mostrati interessato a capire quale sia il suo problema;
  • Guarda il paziente negli occhi ma senza fissarlo, ma alternando lo sguardo;
  • Usa un linguaggio semplice e facilmente comprensibile;
  • Cercare di rispondere all’esigenza immediata proposta dal paziente, senza spostare il discorso su altri temi;
  • Negoziare con il paziente ponendolo di fronte a scelte alternative;
  • Corrispondere al codice preferenziale del paziente (geografico, politico, sportivo, alimentare, ecc.);
  • Cercare di far sedere il paziente sedendoti anche tu, così da avere un minor impatto della presenza fisica nella circostanza e quindi una probabile riduzione del comportamento aggressivo, se non vuole sedersi rimani in piedi anche tu;
  • Posizionarsi a fianco del paziente con un asse di circa 30°: la superficie esposta a colpi è minore; inoltre, si comunica più disponibilità al dialogo;
  • Modula la tua distanza dal paziente, mantieni sempre una distanza di sicurezza,
  • Evita atteggiamenti di postura chiusi che potrebbe essere interpretati come difensivi o aggressivi, (come stare a braccia conserte, muoverti rapidamente o avvicinarti troppo, puntare l’indice);
  • Non sorridere il paziente, può interpretarlo come una presa in giro;
  • Non toccare il paziente, nelle persone agitate porta a fraintendere facilmente il contatto fisico come ostile o minaccioso quindi non invadere il suo spazio;
  • Non tenere le mani in tasca, mantenerle libere e pronte a proteggersi;
  • Non rispondere alle minacce con altre minacce;
  • Non dare ordini.

 

Quando sei con un paziente o un parente, durante una visita o un colloquio, valutare sempre la possibilità che possa verificarsi un atto di aggressione, quindi è prudente:

  • non lasciare sulla scrivania oggetti contundenti, taglienti e potenzialmente pericolosi;
  • non rimanere solo con una persona che potrebbe essere violenta e mantenere sempre una via di fuga;
  • ascoltare il paziente o l’accompagnatore difficile, in luogo dedicato, al fine di evitare l’effetto pubblico che, oltre ad innescare meccanismi di teatralità, spesso produce la diffusione del malcontento;
  • modula la tua distanza dal paziente, mantieni una distanza di sicurezza minima di 1,5 m, che può essere eventualmente raddoppiata;
  • mantieniti una via di fuga verso una porta evita di posizionarsi con le spalle al muro o in un angolo;
  • ascolta il paziente e ponilo davanti a delle scelte alternative;
  • non indossare collane e occhiali, scarpe aperte, cinture, rimuovere dalle proprie tasche penne, matite, oggetti appuntiti o taglienti;
  • devi sempre avere disponibili i Dispositivi di Protezione Individuale;
  • evita di rimanere da solo con il paziente se lui vuole parlare con uno specifico operatore accetta ma non lasciarlo solo;
  • se non si ristabilisce la normalità, attiva la vigilanza interna se presente, per dissuadere l’aggressore;
  • se la situazione è a grave rischio evolutivo, allertare le Forze dell’Ordine.

Cosa chiediamo noi alle aziende affinché ti tutelino:

La prevenzione degli atti di violenza contro gli operatori sanitari richiede che l’organizzazione sanitaria identifichi i fattori di rischio per la sicurezza del personale e utilizzi le strategie ritenute più opportune.
A tal fine le strutture sanitarie e socio sanitarie, Anche a seguito dell’approvazione della legge 113/2020, devono impegnarsi nel mettere in atto interventi di prevenzione della violenza che comprendano in primis le azioni di seguito riportate:

  • Monitorare gli episodi di violenza commessi ai danni delle professioni sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni;
  • Monitorare gli eventi sentinella che possano dar luogo a fatti commessi con violenza o minaccia ai danni dei sanitari;
  • Promuovere studi e analisi per la formulazione di proposte e misure idonee a ridurre i fattori di rischio negli ambienti più esposti;
  • Monitorare l’attuazione delle misure di prevenzione e protezione a garanzia dei livelli di sicurezza nei luoghi di lavoro anche promuovendo strumenti di videosorveglianza;
  • Promuovere la diffusione delle buone prassi in materia di sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e sociosanitarie, anche nella forma del lavoro in equipe;
  • Promuovere lo svolgimento di corsi di formazione per il personale sanitario finalizzati alla prevenzione e alla gestione delle situazioni di conflitto nonché a migliorare la qualità della comunicazione con gli utenti;
  • Stipulare protocolli operativi con le forze di polizia;
  • Realizzare un registro dedicato ai mancati infortuni;
  • Costituirsi parte civile a seguito di episodi di violenza a seguito di segnalazione formale all’autorità giudiziaria dell’episodio di violenza;
  • Risarcire i giorni di assenza per malattia o infortunio del personale aggredito;
  • Rivedere il DVR in base al rischio di esposizione alle aggressioni, sia ospedaliero che territoriale.

Gli interventi per la promozione della sicurezza e la prevenzione dei comportamenti e atti di violenza devono essere definiti all’interno del piano programma aziendale di gestione del rischio.
Sicuramente le campagne denigratorie messe in atto in questi anni a vari livelli contro il personale sanitario ed il continuo definanziamento del sistema sanitario nazionale, che porta al taglio dei servizi ed alla diminuzione della loro qualità anche attraverso il continuo taglio al personale, stanno mettendo tutti i lavoratori in condizioni sempre più difficili.
In questo contesto è indispensabile verificare che le singole aziende mettano in atto tutte le azioni necessarie al fine di prevenire le aggressioni e contemporaneamente lavorare su campagne di sensibilizzazione del cittadino spiegando che l’aggressione al personale sanitario non è la soluzione ai problemi sanitari dei cittadini.

Nei contesti dove il personale è maggiormente esposto ai rischi di aggressione, come per esempio il Pronto Soccorso, oltre a sostenere iniziative Regionali e Nazionali che nel tempo portino ad una diminuzione degli accessi da parte dei codici bianchi e verdi, è fondamentale mettere in atto sin da subito delle strategie che permettono di mediare situazioni particolarmente esplosive, anche attraverso l’utilizzo di lavoratori adeguatamente formati individuati ad esempio tra coloro che per colpa di limitazioni fisiche personali sono difficilmente ricollocabili nell’assistenza diretta.
Le aggressioni al personale Sanitario non devono diventare quotidianità nell’attività lavorativa e di conseguenza non devono essere vissute come tali. Invitiamo tutti i lavoratori a segnalare tutti gli eventi sia verbali che fisici ai nostri delegati e delegate al fine di essere supportati.


Ispettorato del lavoro. La sicurezza sul lavoro non è uno slogan, sarà sciopero!

Dal comunicato stampa unitario nazionale

A seguito della gravissima e inaudita esclusione del personale dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro e di ANPAL dall’armonizzazione delle indennità di Amministrazione, per effetto della quale un dipendente delle due Agenzie strumentali del Ministero non riceverà gli aumenti previsti dalla bozza di DPCM (che vanno dai 1.525 € lordi annui per i lavoratori A1 F1 fino ai 2.449 € lordi annui per i lavoratori A3 F7, previsti per il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali) riteniamo di dover attuare una serie di azioni di lotta, con il preciso obiettivo di riparare allo scempio commesso e reintegrare immediatamente il personale dell’INL e di ANPAL nell’armonizzazione.

Come se non bastasse a ciò si aggiunga che gli Obiettivi del lavoro sommerso del PNRR, M5C1-8, M5C1-9, M5C1-10, M5C1-11, risultano privi di finanziamento nel Decreto del MEF del 6 agosto 2021.

Le lavoratrici e i lavoratori dell’INL e di ANPAL sono stufi della logica del costo zero e non si accontenteranno di promesse o impegni ma, ritenendo di essere stati ingiustamente esclusi, pretendono di ricevere importi a partire da quanto previsto per i colleghi del Ministero di riferimento e chiedono massima attenzione sui temi del lavoro.

Pertanto, a partire da lunedì 21 febbraio e fino a venerdì 25, invitiamo le RSU degli uffici e i nostri rappresentati territoriali a proclamare un’ora al giorno di assemblea sindacale di tutto il personale, dalle ore 10 alle ore 11, con possibilità di prevedere anche presìdi di fronte all’ufficio, così da spiegare alla cittadinanza i motivi dell’agitazione.

Invitiamo, inoltre, tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori anche a porre in essere, nei prossimi giorni, le seguenti ulteriori forme di lotta:
– non partecipazione alle giornate del cosiddetto piano straordinario di formazione;
– indisponibilità all’uso del mezzo proprio, con contestuale richiesta all’anticipo del costo dell’uso dei mezzi pubblici;
– indisponibilità a partecipare alle task-force;
– indisponibilità allo svolgimento di lavoro straordinario, serale, notturno;
– indisponibilità all’uso dei cellulari o tablet personali sia per la verifica dei green pass sia per le procedure di migrazione.

Per l’intera giornata di venerdì 4 marzo proclamiamo sciopero, con una manifestazione nazionale di tutto il personale, che dovrà portare alla chiusura di TUTTE le sedi dell’Ispettorato e dell’Anpal. Nel frattempo, trasmetteremo la proclamazione dello sciopero alle Amministrazioni competenti, per
l’avvio delle relative procedure.


Siamo come sei - La storia di Marco

“Siamo come sei” è un viaggio fra i volti e le voci delle persone che ogni giorno si impegnano per rendere le nostre comunità più accessibili, sicure e giuste.
Sono le storie delle iscritte e degli iscritti di FP CGIL in Emilia-Romagna. La terza tappa del nostro viaggio è in centro a Ferrara, per conoscere Marco che fa l’impiegato presso la sede INPS di Ferrara.

Guarda tutto il video con l’intervista a Marco.

Parto da Bologna in macchina in direzione Ferrara. E’ una bella e stranamente giornata calda di inizio febbraio.

Arrivo in centro, proprio sotto la sede dell’INPS, parcheggio la macchina e mi dirigo verso il primo bar per prendere un caffè. Aspetto qualche minuto prima che Marco scenda e si presenti. Andiamo in un parco e iniziamo l’intervista.

Marco ha origini piemontesi ed ha una formazione economica e storica. Si è trasferito a Ferrara qualche anno fa proprio in seguito ad un trasferimento ottenuto grazie all’aiuto della CGIL.

“Ho vinto il concorso per l’INPS e mi hanno assegnato alla sede di Modena. Dovevo fare ogni giorno quasi tre ore di viaggio come pendolare visto che la mia compagna e poi anche le mie figlie vivevano qui. Appena c’è stata la possibilità il sindacato mi ha aiutato a chiedere il trasferimento e da qualche anno ora lavoro nella sede INPS di Ferrara“.

Quando gli chiedo le motivazioni che lo hanno spinto ad iscriversi al sindacato mi risponde che lui vede nella CGIL quell’organizzazione in grado di tenere insieme i diritti e le tutele di lavoratori e lavoratrici e la necessità di garantire alle cittadine e ai cittadini servizi efficienti.

Garantire che gli enti centrali funzioni correttamente significa vigilare sulla corretta applicazione dei diritti di cittadinanza per tutti e tutte.

“Gli impiegati pubblici non fanno niente”

Così, un po’ per provocare un po’ per sapere cosa ne pensa, chiedo a Marco cosa ne pensa del luogo comune che vede gli impiegati pubblici come dei fannulloni. Sorride e mi racconta come l’esempio dell’INPS di Ferrara sia emblematico in questo senso.

Fino a qualche anno fa c’erano circa 130 funzionari all’INPS di Ferrara. Oggi sono poco meno di 100 e le competenze che oggi quei lavoratori e lavoratrici si ritrovano a gestire si sono moltiplicate notevolmente. Inoltre mi dice che durante la Pandemia in poco tempo gli uffici sono stati costretti a riorganizzarsi per garantire l’erogazione di milioni di pratiche ai cittadini e cittadine. I dipendenti dell’INPS hanno garantito soglie e livelli di produttività molto elevati e maggiori rispetto a quelli già garantiti precedentemente.

L’impegno delle elezioni RSU 2022

Marco, come molti suoi colleghi e colleghe, è candidato alle elezioni RSU 2022 che si svolgeranno il 5, 6, 7 aprile nelle liste di FP CGIL. In questi anni ha svolto la funzione di delegato sindacale e adesso vuole impegnarsi per monitorare le condizioni di lavoro e per tutelare i diritti di tutti e di tutte.

Mi spiega che bisogna tutelare questi momenti di vera democrazia, che permettono di dibattere e mettere a fuoco i problemi del mondo del lavoro pubblico, e che bisogna fare in modo che più lavoratori e lavoratrici possibili vadano a votare.

Se vuoi altre informazioni sulle elezioni RSU 2022 visita il sito www.elezionirsu.it!


Preoccupatə per la situazione nella struttura "Luce sul mare" di Rimini

“Cosa succede a Luce sul Mare?”: lo chiede FP CGIL Rimini, che si dice “fortemente preoccupata per il modus operandi messo in pratica dalla Coop.va Sociale”.

“Ci è stato evidenziato che a seguito di un contenimento fisico e ambientale di un operatore sanitario nei confronti di un utente, che ricordiamo essere un atto medico, l’interpretazione della procedure aveva creato, una sorta di disagio tra gli altri lavoratori presenti che nel tentativo di chiarire l’accaduto prima e di migliorare l’assistenza dopo, hanno segnalato l’episodio. Professionisti che sono stati, a vario titolo, trasferiti ad altro reparto in maniera arbitraria e con decisione unilaterale”.

Non è irrilevante che i quattro professionisti “mobilitati” sono tutti appartenenti alla stessa sigla sindacale, mette infatti in evidenza un tentativo poco nascosto di delegittimare e sconsigliare la sindacalizzazione all’interno della Cooperativa, prassi già provata per altre vertenze in corso relative a tempi vestizione ed una tantum, previste dal vigente CCNL AIOP, applicato dalla cooperativa, e non ancora riconosciuti”.

FP CGIL ha già incontrato i vertici di Luce sul Mare “e le giustificazioni addotte hanno alzato il livello di preoccupazione della scrivente per tutti i lavoratori della Cooperativa, la questione non è di poco conto considerata l’utenza della struttura e se passa il messaggio che segnalare equivale ad essere puniti, la preoccupazione diventa allarme”.

FP CGIL è vicina ai tutti i lavoratori a cui vengano negati i propri diritti e di certo non tollererà atteggiamenti poco chiari e/o intimidatori”, avverte il sindacato.

Quest’anno si svolgeranno le elezioni per il rinnovo dei rappresentanti di lavoratrici e lavoratori del pubblico impiego. Le elezioni RSU coinvolgono anche te!
Per saperne di più leggi il nostro approfondimento! CLICCA QUI


Ennesima aggressione al personale di polizia penitenziaria di Forlì

Questa mattina, presso la Casa Circondariale di Forlì, è andata in scena l’ennesima aggressione, a carico di un Assistente Capo Coordinatore di Polizia Penitenziaria, da parte di un detenuto.

L’aggressore, secondo quanto appreso, avrebbe sferrato una serie di pugni per futili motivi, con una tale aggressività nei confronti dell’Operatore di Polizia, da porlo nelle condizioni di dover far ricorso alle cure sanitarie presso il locale Ospedale. Ancora una volta assistiamo ad azioni a carico del personale di Polizia Penitenziaria, senza che lo Stato, il Ministero della Giustizia, abbia ancora messo in atto azioni risolutive che possano arginare questa grave situazione.

L’agente di Polizia Penitenziaria è sostanzialmente, durante il proprio turno di lavoro, lasciato solo dallo Stato, senza alcuna tutela in termini di sicurezza della propria incolumità. Il lavoro e la sicurezza meritano rispetto, sempre!
FP CGIL esprime la massima solidarietà all’Agente coinvolto ed a tutto il personale della Casa Circondariale di Forlì.