24 giugno - Manifestazione nazionale per la difesa della Sanità Pubblica

La CGIL, insieme a un’ampia rete di associazioni laiche e cattoliche, ha organizzato e portato avanti con grande successo una manifestazione nazionale a Roma il 24 giugno. Migliaia di lavoratori, cittadini e attivisti si sono uniti in questa straordinaria dimostrazione di forza e solidarietà per difendere il diritto alla salute delle persone e nei luoghi di lavoro e per promuovere il rilancio del Servizio Sanitario Nazionale, pubblico e universale.

Siamo stati entusiasti di vedere una così ampia partecipazione e di ricevere il supporto di così tante persone, tutte unite dalla consapevolezza che la salute è un diritto fondamentale per ogni individuo e per l’intera comunità. Abbiamo preso posizione per proteggere e rafforzare il nostro Servizio Sanitario Nazionale, che rappresenta uno dei pilastri fondamentali della nostra società e del nostro benessere collettivo.

Nella splendida cornice di Piazza della Repubblica, alle ore 10 del mattino, ci siamo radunati per dare voce a questa importante causa. Il corteo si è poi mosso verso Piazza del Popolo, dove abbiamo ascoltato interventi appassionati e motivanti dal palco, inclusa la conclusione del discorso del segretario generale della CGIL, Maurizio Landini.

Abbiamo sollevato diverse questioni cruciali che riguardano la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. È inaccettabile che ancora oggi vi siano così tante vittime di infortuni e malattie professionali, e siamo determinati a porre fine a questa situazione.

La nostra lotta si è concentrata su dieci priorità chiave, che necessitano di un intervento urgente da parte delle istituzioni. Abbiamo chiesto una campagna di controlli straordinaria per assicurarci che tutte le aziende rispettino le norme di sicurezza e di legalità, e abbiamo sottolineato l’importanza di investire in personale specializzato per monitorare e prevenire tali situazioni.

Abbiamo richiesto di non concedere finanziamenti alle imprese che non rispettano i diritti dei lavoratori e le norme di salute e sicurezza sul lavoro. Inoltre, abbiamo proposto l’istituzione di una patente a punti per l’accesso alle gare di appalto pubbliche, in modo da garantire che solo le aziende che rispettano tali norme possano partecipare.

Abbiamo evidenziato la necessità di investire maggiormente nella ricerca sull’incidenza degli infortuni e delle malattie professionali, per poter adottare misure sempre più efficaci nella loro prevenzione.

Riteniamo che l’educazione sia uno strumento cruciale per la prevenzione, per questo abbiamo proposto di introdurre l’insegnamento della sicurezza sul lavoro fin dai primi cicli scolastici.

La formazione e l’addestramento dei lavoratori sono diritti fondamentali che devono essere garantiti da leggi e normative adeguate. Per questo, abbiamo chiesto che venga assicurato il rispetto di tali diritti e che i datori di lavoro siano obbligati a fornire la formazione necessaria ai propri dipendenti.

Abbiamo sottolineato l’importanza di modificare le norme sugli appalti pubblici per garantire che le risorse necessarie per la salute e la sicurezza siano allocate in modo adeguato.

Infine, abbiamo chiesto di garantire l’autonomia e il ruolo centrale del medico competente nella salvaguardia della salute dei lavoratori.

Questa manifestazione è stata un momento di grande importanza per la CGIL e per tutti coloro che credono nel diritto alla salute e alla sicurezza sul lavoro. Siamo orgogliosi di aver promosso una mobilitazione così significativa e determinata, e continueremo a lottare per garantire un futuro migliore per i lavoratori e per l’intera società italiana.


Cooperativa sociale Dolce, dopo lo stato di agitazione riconosciuto il corretto inquadramento alle lavoratrici

Nell’incontro di mercoledì 14 giugno in Prefettura a Modena è stato raggiunto l’accordo tra il sindacato Funzione Pubblica Cgil e la cooperativa Dolce Società Soc.Coop per il riconoscimento delle professionalità delle 15 educatrici impiegate nei nidi d’infanzia L’Aquilone, Le Coccinelle e Virgilia del Comune di Maranello, riconoscendo il titolo di educatore come un valore di qualità nel servizio erogato in appalto.

La Cooperativa Dolce si è impegnata dal 1° luglio 2023 ad applicare alle lavoratrici impiegate nel ruolo di educatrici con titolo di studio abilitante per il lavoro nei nidi dell’infanzia, il corretto inquadramento in categoria D, posizione economica D2 del Ccnl cooperative settore socio-sanitario, assistenziale-educativo e di inserimento lavorativo, ripristinando il rispetto del Ccnl e del capitolato d’appalto.

“La delegazione sindacale insieme alle lavoratrici esprime soddisfazione per l’accordo raggiunto – afferma Mohcine El Arrag della Fp Cgil – sia per le lavoratrici che per l’avvio di un percorso che ha come scopo finale la soddisfazione delle esigenze dei propri assistiti. Un obiettivo che passa anche attraverso il miglioramento delle condizioni delle lavoratrici stesse”.

La Fp Cgil è costantemente impegnata nella difesa dei diritti e della professione degli educatori del terzo settore che spesso è un lavoro povero nonostante tali mansioni richiedano un’alta qualificazione, mentre la condizione contrattuale degli operatori è spesso incerta e precaria. Basta solo pensare alla mancata retribuzione nel periodo estivo e la revisione dei contratti del part time involontario ad ogni inizio di anno scolastico.

Occorre comunque trovare una risposta per arginare le forme di precarietà in questo settore a tutti i livelli, territoriale e nazionale, a cominciare da risposte strutturali e permanenti di sostegno al reddito per i part time ciclici.


ausl Reggio Emilia

All'AUSL di Reggio Emilia oltre 7.500 lavoratori rischiano di non aver garantito il pasto

Sono oltre 1.200 dipendenti Ausl di Correggio e Guastalla che dal 1 giugno non hanno la sicurezza di poter accedere alla mensa. Oltre ai circa 6.000 che nei festivi rischiano di dover pagare come oro un semplice panino o un trancio di pizza. E’ il risultato dell’applicazione della nuova convenzione aziendale per il servizio sostitutivo della mensa voluta dalla direzione dell’Ausl”. Così Gaetano Merlino, Fp Cgil, Alberto Ansaloni, Cisl Fp e Franco Danese, Uil Fpl in una nota. 

Il problema riguarda in particolare i distretti di Guastalla – dove lavorano circa 720 dipendenti tra infermieri, operatori socio-sanitari, amministrativi, tecnici sanitari e medici – e Correggio, a cui sono assegnati oltre 500 operatori.

“Questi sono gli unici due ospedali della provincia – spiegano i sindacalisti – che non hanno una mensa interna. Se fino al 31 maggio avevano un locale dove, a prezzo convenzionato, tutti potevano consumare un pasto completo al termine del turno di lavoro, oggi questa possibilità non c’è più. Per quanto riguarda Guastalla e Correggio i locali che secondo la direzione dovrebbero poter servire un pasto completo, incluso nel valore del buono pasto, per oltre 1.200 persone sono tre bar e un pub. Numeri con tutta evidenza insufficienti”.

Numerose invece le possibilità di accesso a locali che offrono il pasto a valore, ossia al prezzo standard proposto dagli esercizi. “In questo caso – spiegano i dirigenti sindacali – è evidente che con 7 euro non si mangia. Si obbliga così il dipendente a dover pagare di tasca sua, incidendo ancora di più su stipendi che già sono inadeguati”.

Questo, infatti, è il problema che invece riguarda tutto il resto dell’Azienda, a partire dal Santa Maria ma che interessa anche gli altri distretti: Montecchio, Scandiano, Castelnovo Monti e tutti i servizi territoriali. Nell’ospedale del capoluogo tra l’altro è stata cancellata la convenzione con i bar interni alle strutture ospedaliere, che hanno prezzi importanti per pietanze come panini o insalatone, che arrivano a sfiorare i 7 euro ciascuno, ossia il valore dell’intero buono pasto.

In più l’azienda da maggio ha scelto di eliminare il servizio di take-away dalle mense aziendali che, nato nel periodo pandemico, era apprezzatissimo da tutti i dipendenti e dava una risposta anche rispetto alla conciliazione dei tempi di lavoro e vita privata.

“Il 15 giugno abbiamo incontrato l’azienda chiedendo una soluzione tempestiva per i colleghi di Correggio e Guastalla, dal riaprire i vecchi appalti mensa fino alla riattivazione del servizio da asporto, o la possibilità di usare i buoni ad esempio nei supermercati o in tutte le fasce orarie. – concludono Merlino, Ansaloni e Danese – Le risposte sono state negative o vaghe rispetto ai tempi di risoluzione. Per questo nei prossimi giorni si svolgeranno degli incontri con i lavoratori di tutta l’Azienda, a partire dagli ospedali di Correggio e Guastalla, per valutare le iniziative del caso”.


All'ospedale Santa Maria della Scaletta di Imola troppe situazioni critiche

Nonostante l’Ausl di Imola abbia comunicato recentemente diversi risultati positivi, in termini di qualità dei servizi, di vari reparti dell’Ospedale Santa Maria della Scaletta, la FP CGIL di Imola ribadisce che questi risultati non cancellano “le annose criticità di personale ancora presenti in diverse unità operative, che si traducono in un peggioramento delle condizioni di lavoro a causa dell’incremento di ore straordinarie e in reperibilità, richieste di doppi turni, salti di riposo e, in alcuni casi, non garanzia delle 11 ore di riposo tra un turno e l’altro“. Su questi temi, insiste la FP, “continuano infatti giornalmente le segnalazioni, che riguardano un numero di organici di sostituzione non idonei a coprire le assenze, la mancanza di un numero adeguato di Oss, in particolare nelle fasce notturne nei reparti di degenza, e l’incremento esponenziale dei carichi di lavoro”. Una situazione che “è frutto anche del ‘piano di rientro’ che la Regione ha chiesto alle Ausl sul fronte del personale dopo le assunzioni straordinarie Covid, con l’input di tornare ai numeri del 2019”. Allo stesso tempo, si legge però in una nota congiunta, “ci aspettiamo che l’Ausl evidenzi le criticità e discuta con i sindacati soluzioni condivise, anziché minimizzare e far ricadere le conseguenze sui lavoratori”.

Programmazione estiva

Tra le criticità che si riscontrano, la FP CGIL segnala, ad esempio, che “la programmazione dell’attività estiva del blocco operatorio che ci è stata presentata prevede circa 30 sedute di sala operatoria in più rispetto all’anno precedente, in un contesto in cui permane la criticità del superamento delle reperibilità mensili del personale infermieristico, di gran lunga superiore alle sette previste contrattualmente”. Vengono poi “le perplessità sulla rimodulazione prevista per luglio e agosto del servizio Residenza trattamento intensivo, che garantisce l’appropriatezza dell’intervento per pazienti in condizioni di scompenso psicopatologico acuto o subacuto. I 10 posti letto “saranno chiusi e trasferiti alla clinica per la salute mentale di Villa Azzurra di Riolo Terme”, con le motivazioni di voler “garantire le ferie estive del personale e dell’impossibilità di formare il personale in tempi brevi”. Motivazioni che però “si contrappongono alla discussione fatta sui tavoli sindacali degli ultimi anni per trovare una soluzione organizzativa appropriata”.

Altro problema è dato dal fatto che “le lavoratrici e i lavoratori di quel reparto non sanno ancora dove la Direzione infermieristica intende ricollocarli durante l’estate“, e nel Piano delle riduzioni estive “non si evince nessuna variazione in capo al servizio immuno-trasfusionale”, per il quale “ad oggi sono stati reclutati quattro tecnici di laboratorio, di cui tre da pochi mesi e per questo non formati alla possibilità di gestire sacche di sangue in autonomia ed in reperibilità, su un totale di otto tecnici”. Di conseguenza, tirano le somme le sigle confederali, “durante il turno notturno e nei festivi sarà il personale dei reparti a gestire il supporto trasfusionale dei pazienti, con ulteriore carico di lavoro e di responsabilità”.


dozza carcere bologna

Situazione esplosiva al carcere della Dozza

Sono arrivati a quasi 800 i detenuti presenti al carcere di Bologna e Salvatore Bianco di FP CGIL riferisce che alcuni “assumono pretese per le loro richieste più disparate e se non accontentati mettono in atto gesti autolesionistici o di ribellione verso le regole di convivenza”.

Il sindacato parla di “una situazione esplosiva nel penitenziario con pochissimi posti rimasti disponibili, continui eventi critici anche molto gravi, il personale di polizia penitenziaria è ridotto ai minimi termini con una carenza organica di circa 80 unità negli ultimi mesi” e un sistema “incapace di dare segnali chiari nella gestione di quei detenuti più problematici che avvertono sempre più il senso di impunità per i loro comportamenti a volte violenti e fuori dalle regole!”

Le richieste sono tra le più disparate: dallo spostamento in camera singola al rifiuto dell’assegnazione nei vari reparti, quando qualche posto si libera: “In questa situazione il personale avverte sempre più un senso di abbandono – spiega FP CGIL – davanti a una Amministrazione che resta inerme e non prende provvedimenti anche su quei soggetti che da diversi mesi continuano a creare situazioni critiche” e chiede che il blocco dei “dei continui ingressi registrati negli ultimi giorni, n.10 detenuti in più in circa 24 ore – quindi – la drastica riduzione del numero dei detenuti presenti nell’istituto, allontanando principalmente tutti quei soggetti ampiamente conosciuti per i loro comportamenti critici. Se ciò non avverrà si andrà incontro ad un periodo estivo molto complicato e l’amministrazione tutta ne sarà responsabile” conclude il sindacato.


maranello asilo nido

Stato di agitazione alla cooperativa sociale Dolce a Maranello

Le educatrici dei nidi d’infanzia “L’Aquilone”, “Le Coccinelle” e “Virgilia” di Maranello dell’appalto della Cooperativa Dolce, dopo la difficoltà del covid che le ha messe a dura prova, si trovano ora a dover aprire una vertenza sindacale per arrivare ad avere il riconoscimento del titolo di Educatrice (livello D2) previsto dal Ccnl delle Cooperative Sociali.

La non volontà della cooperativa di riconoscere il corretto inquadramento è finalizzata ad aumentare il profitto dell’impresa a scapito delle retribuzioni delle educatrici. Inoltre questa scelta rischia di non garantire la qualità e la continuità dei servizi nei nidi d’infanzia in appalto, poiché le educatrici possono essere maggiormente orientate a spostarsi verso i contratti che garantiscono maggiormente il riconoscimento della loro professione.

La professione degli educatori impiegati nel terzo settore continua ad essere un lavoro sempre più povero nonostante che tali mansioni richiedano un’alta qualificazione, mentre la loro condizione contrattuale è incerta e precaria. Basta solo pensare alla mancata retribuzione nel periodo estivo e la revisione dei contratti del part time involontario ad ogni inizio di anno scolastico.

La Cooperativa Dolce Società Soc.Coop ad oggi continua a non riconoscere al personale educativo il corretto inquadramento D2 nel rispetto del Ccnl, nonostante sia previsto anche dal capitolato di appalto e le lavoratrici siano in possesso dei titoli previsti dalle norme vigenti.

Il sindacato Fp Cgil di Modena ha avviato una vertenza per il riconoscimento del corretto inquadramento delle 15 educatrici impegnate nell’appalto del Comune di Maranello, e non accetta la proposta della Cooperativa di un copertura solo economica del differenziale di livello da “D1” a “D2”, in quanto al primo cambio di gestione/appalto le suddette educatrici rischiano di trovarsi senza il corretto inquadramento e il differenziale economico, e in caso di futuri aumenti contrattuali il differenziale verrebbe assorbito. In altre parole, la proposta è solo fumo negli occhi!

Le lavoratrici della cooperativa Dolce Società Soc.Coop insieme alla Funzione Pubblica Cgil hanno preannunciato presso la Prefettura di Modena uno stato di agitazione per vedersi riconosciuto il rispetto dei loro diritti. “Ci aspettiamo di raggiungere un accordo in Prefettura il 14 giugno per ripristinare il rispetto del contratto nazionale e il capitolato dell’appalto a maggiore ragione in un servizio pubblico – afferma Mohcine El Arrag della Fp Cgil – Viceversa lavoratrici e sindacato saranno uniti nel continuare la battaglia fino in fondo per il rispetto di norme e contratto”.


Sanità modenese: si aggrava la carenza di personale

La situazione della sanità modenese è sempre più problematica in riferimento al personale: ritmi di lavoro insostenibili e abbassamento della qualità dei servizi. Questi gli effetti che sta producendo la carenza di personale dovuta al blocco del turn over e al mancato scorrimento delle graduatorie per il personale sanitario nell’Ausl di Modena.
Solo poche decine di assunzioni nelle ultime settimane per il personale infermieristico attraverso lo scorrimento delle graduatorie e un prevalente ricorso alle agenzie di somministrazione, scelta poco lungimirante che non va a sanare la strutturale carenza di personale e non rende giustizia a chi ha sostenuto e vinto un concorso pubblico.
“Una situazione ormai insostenibile per la tenuta dei servizi – dichiara Giulia Casamassima responsabile Sanità Fp Cgil Modena – Negli ultimi mesi abbiamo denunciato più volte con le mobilitazioni provinciali e regionali del 3 e 7 marzo e del 6 maggio un problema relativo agli organici e alla tenuta dei servizi. Adesso, con la programmazione delle ferie estive, la situazione diventa ancora più grave. Inoltre siamo ancora in alto mare con le stabilizzazione dei precari covid.”

Il definanziamento del Fondo Sanitario, l’inflazione e il caro energia, insieme alle promesse mancate del Governo sul ripianamento delle maggiori spese sostenute dalle regioni per il covid, diventano un mix micidiale per la tenuta dei servizi sanitari – aggiunge Valerio Coviello della Fp Cgil di Modena – La soluzione dei tagli lineari alla spesa per il personale della sanità non è accettabile, l’obiettivo di riportare le dotazioni organiche ai livelli pre-covid senza tenere conto di come è aumentata la richiesta di accesso alle cure e la complessità assistenziale, è una scelta miope che mette a serio rischio il sistema. Dopo decenni di tagli alla sanità questo significherebbe ancora far ricadere sugli operatori e sui cittadini la scelta di continuare a fare sempre di più con sempre meno persone. Gli <eroi> sono ormai da tempo dimenticati, tutto continua a gravare sulle spalle dei lavoratori e le difficoltà organizzative non vedono soluzioni nel breve termine. Per tutte queste ragioni la Cgil si mobiliterà con una manifestazione nazionale il prossimo 24 giugno.”

“Se vogliamo mantenere un servizio sanitario di qualità per la nostra cittadinanza – affermano i sindacalisti della Cgil – non possiamo permetterci che nessuna delle graduatorie in essere venga archiviata senza il suo completo scorrimento. Ad oggi sono centinaia i lavoratori che attendono la chiamata per l’assunzione. L’Ausl di Modena ha fortemente bisogno, oltre che di medici, di tutte le figure sanitarie e tecno-amministrative: infermieri, Oss, tecnici, autisti soccorritori, fisioterapisti, logopedisti, terapisti occupazionali, assistenti sanitari, psicologi e personale amministrativo.”

“Ogni giorno riceviamo dagli ospedali e dai distretti decine di segnalazioni sul personale assente non sostituito – dichiara Giulia Casamassima – di grandi difficoltà nel portare avanti l’attività programmata e sull’ormai consueta impossibilità ad accedere ad istituti contrattuali come ferie, al di fuori dei periodi estivi e permessi. E’ all’ordine del giorno saltare i riposi ed è un lontano miraggio per i lavoratori conciliare tempi di vita e tempi di lavoro.”
La Fp Cgil Sanità è fortemente preoccupata per come il protrarsi di politiche di austerità sulle dotazioni di personale possa conciliarsi con la riorganizzazione dei servizi sanitari territoriali, conservando la forte vocazione pubblica della sanità modenese. Tale riorganizzazione inoltre porterebbe in sé l’occasione e l’opportunità di mettere a valore titoli e competenze degli operatori sanitari dell’Azienda Usl di Modena, apportando valore aggiunto ai servizi per la cittadinanza, ma è ancora inspiegabilmente ferma anche la graduatoria dei “Dirigenti delle Professioni Sanitarie Infermieristiche, Tecniche, della Riabilitazione, della Prevenzione e della Professione Ostetrica.
Chiediamo all’azienda l’immediato scorrimento delle graduatorie per dare nuova linfa e un servizio all’altezza per tutti i cittadini del territorio”.


Marco Bonaccini eletto segretario generale della FP CGIL Emilia-Romagna

Si è svolta stamattina l’assemblea generale della FP CGIL Emilia-Romagna che ha eletto con 80 voti favorevoli su 84 votanti Marco Bonaccini come nuovo segretario generale della categoria regionale alla presenza di Serena Sorrentino, segretaria generale della FP CGIL, e di Massimo Bussandri, segretario generale della CGIL Emilia-Romagna.
Marco Bonaccini succede a Mauro Puglia, eletto in segreteria nazionale della FP CGIL.
A Marco e Mauro va l’augurio di un buon lavoro da parte di tutta la nostra categoria regionale e della CGIL tutta.


Elezioni rappresentanti dei lavoratori Previambiente - Eletta anche Silvia Marani di Bologna

Alle elezioni per il rinnovo dei rappresentanti dei lavoratori dell’assemblea dei soci di previambiente, che si sono svolte nei giorni 29, 30 e 31 maggio 2023 è stata eletta anche Silvia Marani, autista di Hera e delegata della FP CGIL Bologna. A lei e a tutti i rappresentanti auguriamo un buon lavoro!


Part Time Ciclo Verticale: primo incontro per superare le criticità

Martedì 23 maggio, a Roma, presso la sede del Ministero del lavoro, in risposta alla richiesta unitaria delle segreterie di CGIL, CISL e UIL, si è svolto un confronto tra le OO. SS., presenti le categorie di riferimento, il Ministero rappresentato dal capo di gabinetto ed esponenti dell’Ufficio legislativo, e l’Inps, rappresentato dalla Direzione Centrale Ammortizzatori Sociali, relativo all’attuazione del dettato normativo che regola le indennità a favore dei lavoratori con contratto di lavoro a Part time ciclico verticale.

Le OO. SS. hanno chiesto unitariamente interventi risolutivi volti a superare le criticità emerse relative alle domande, per l’anno 2021, di lavoratrici e lavoratori che, pur avendo diritto al sostegno, si sono visti rigettare, nell’ordine del 60% dei casi, le richieste. Il riesame svolto dall’Inps ha consentito di recuperare una quota di domande che erano state scartate per lo più per errori di codifica in sede di comunicazioni dei datori di lavoro, ma ancora non ha raggiunto una parte significativa della platea potenziale. Altresì è stata rappresentata la necessità e l’urgenza di dare continuità a quanto previsto dall’art.1 c. 971 della legge 30 dicembre 2021 n. 234, che istituisce il “Fondo per il sostegno dei lavoratori con contratto a part-time ciclico verticale”, con la definizione in tempi brevissimi dello strumento legislativo utile al riconoscimento del sostegno economico previsto per l’anno 2022. È stata poi ribadita la richiesta sindacale di costruire una norma di carattere strutturale al fine di dare copertura reddituale certa a queste lavoratrici e lavoratori durante i periodi di sospensione.

Dopo ampia e dibattuta discussione il Ministero si è impegnato a riconvocare le confederazioni, unitamente alle categorie interessate, tra 15 giorni per la prosecuzione del confronto impegnandosi fin da ora a lavorare sulla costruzione e condivisione, in accordo con l’INPS, della norma per dare attuazione al Fondo di Sostegno per l’anno 2022, definendo in maniera più chiara le condizioni di part time con periodi di sospensione e di conseguenza i beneficiari, individuando un veicolo normativo che ne consenta una veloce attuazione.

Si è poi concordato di procedere già nei prossimi giorni ad un incontro con la direzione centrale dell’INPS per un’ulteriore verifica sulle domande in essere, in collaborazione con l’ufficio legislativo del Ministero, al fine di dar seguito ad un impegno emerso al tavolo sulla necessità di produrre un ulteriore intervento amministrativo, da parte dell’INPS in favore delle lavoratrici e lavoratori che
risultando assunti a tempo indeterminato con un part time orizzontale con periodi di sospensione dell’attività lavorativa, e quindi destinatari del Fondo di Sostegno, che si sono invece visti rigettare le domande per l’erogazione dell’indennità.

In chiusura i rappresentanti dell’Ufficio di Gabinetto del Ministero, in accordo con l’Ufficio legislativo, si sono impegnati ad individuare le prossime scadenze di legge di attenzione al Parlamento, utili al fine di poter far veicolare una nuova norma di sostegno al reddito per questi lavoratori in modo che essa costituisca una risposta strutturata a tale bisogno.
Le OO. SS. nel registrare un’apertura da parte del MdLPS e dell’INPS a farsi carico delle problematiche poste, valuteranno quanto emergerà dai prossimi confronti concordati per la ricerca di soluzioni ai problemi riscontrati sul bonus per le attività sospese del 2021, e per la manifestata urgenza di dare attuazione al bonus per l’annualità 2022.
In merito all’attivazione del percorso per l’individuazione di misure strutturali di sostegno per questa platea di lavoratrici e lavoratori, così come annunciato da parte del Ministero, le scriventi OO.SS. si riservano una puntuale valutazione.