“Il Ministro Schillaci dia le risposte necessarie”. Così la Fp Cgil commenta le dichiarazioni del titolare del dicastero della Sanità ieri nel question time alla Camera dei Deputati. “Condividiamo le preoccupazioni del ministro – afferma la Funzione Pubblica Cgil – per la piaga delle aggressioni nelle strutture sanitarie, ma ci permettiamo di fargli notare che la lotta alle aggressioni è il sintomo di una malattia che si chiama impoverimento del Servizio sanitario nazionale. Siamo già in ritardo su questo fronte, ogni iniziativa è utile ma dica da quando e quanto sarà diffusa”.
Così come, prosegue il sindacato, “è certamente apprezzabile l’intenzione di mettere risorse per rendere attrattivo il lavoro nel Servizio sociosanitario nazionale, peccato che quelle parole vengano dall’esponente di un Governo che non ha messo un euro per il rinnovo del contratto dei lavoratori della sanità che, anziché essere premiati, vedranno di nuovo il blocco dei salari”.
Quanto inoltre, osserva la Fp Cgil, “alla scelta di potenziare, a questo scopo, il valore delle prestazioni aggiuntive, spacciando questa soluzione come quella che può convincere i professionisti a non lasciare o a tornare nel Ssn, si ricade sempre nello stesso errore. Se le retribuzioni sono insufficienti e i carichi di lavoro insopportabili non si tratta di fare lavorare di più chi è già in servizio: si tratta di pagare meglio quei professionisti per quello che già fanno e assumerne altri. Il ministro non lisci il pelo ai cottimisti della sanità nascosti dentro qualche ordine, qualche associazione e qualche lobby datoriale: non è quella la strada giusta. Dica piuttosto cosa intende fare per far fronte all’esodo di personale che egli stesso annuncia per i prossimi anni. A costo di essere ripetitivi: serve un piano straordinario di assunzioni”.
Invece, aggiunge la Funzione Pubblica Cgil, “è molto positiva la presa di coscienza del ministro Schillaci rispetto al fenomeno delle esternalizzazioni che stanno mangiando pezzi interi del Servizio sanitario nazionale, essendo spesso la chiave per aggirare il fenomeno dei tetti alla spesa di personale e ai blocchi delle assunzioni e rischiando di cambiarne per sempre la natura. Lo aspettiamo alla prova dei fatti, ribadendo fin da subito la nostra disponibilità a un confronto vero, ad esempio per condurre insieme una battaglia affinché l’applicazione del Dm 77/22, a vincoli esistenti, non trasformi il Pnrr nella più grande operazione di esternalizzazione della sanità mai vista nel nostro paese. Sui trattamenti previdenziali agevolati da tempo chiediamo che il periodo di lavoro prestato nella pandemia covid valga doppio e che per la sanità come per tutti si superi la Fornero”.
Per il sindacato, “assunzioni, salari e giusta pensione potrebbero essere un primo passo nella pacificazione fra gli operatori tutti e quelle istituzioni che, dopo averli definiti eroi, non hanno dato seguito adeguato a quelle parole. Ma il grande assente è il finanziamento del Fondo sanitario nazionale. Il ministro lo sa che, come denunciano anche le Regioni, sarà il responsabile del collasso della sanità pubblica? Dalle sue parole sembra omettere questo che non è un dettaglio ma il problema del Paese”, conclude la Fp Cgil.