Stop alle aggressioni al personale sanitario!
Cosa DEVE fare il lavoratore o la lavoratrice in caso di probabile aggressione.
Codificare una serie di comportamenti da mettere in atto in una situazione di potenziale rischio di aggressioni degli operatori sanitari, è una delle procedure più semplici a costo zero che si DEVE mettere in atto in tutte le strutture.
Le indicazioni di seguito non risolvono il problema ma ogni lavoratore ha il dovere di metterle in atto al fine di tutelare se stesso ed i colleghi.
L’obiettivo che è quello che le raccomandazioni ministeriali del 2007, siano messe in atto in tutti i luoghi di lavoro verificando e segnalando dove questo non accade.
Nel caso TU sia vittima di un episodio di minacce devi mantenere una condotta che favorisca la de-escalation del comportamento aggressivo:
- Presentati con nome e qualifica professionale;
- Adotta un’espressione tranquilla ferma con un tono di voce basso, rivolgendoti direttamente all’utente chiamandolo per nome se possibile mostrati interessato a capire quale sia il suo problema;
- Guarda il paziente negli occhi ma senza fissarlo, ma alternando lo sguardo;
- Usa un linguaggio semplice e facilmente comprensibile;
- Cercare di rispondere all’esigenza immediata proposta dal paziente, senza spostare il discorso su altri temi;
- Negoziare con il paziente ponendolo di fronte a scelte alternative;
- Corrispondere al codice preferenziale del paziente (geografico, politico, sportivo, alimentare, ecc.);
- Cercare di far sedere il paziente sedendoti anche tu, così da avere un minor impatto della presenza fisica nella circostanza e quindi una probabile riduzione del comportamento aggressivo, se non vuole sedersi rimani in piedi anche tu;
- Posizionarsi a fianco del paziente con un asse di circa 30°: la superficie esposta a colpi è minore; inoltre, si comunica più disponibilità al dialogo;
- Modula la tua distanza dal paziente, mantieni sempre una distanza di sicurezza,
- Evita atteggiamenti di postura chiusi che potrebbe essere interpretati come difensivi o aggressivi, (come stare a braccia conserte, muoverti rapidamente o avvicinarti troppo, puntare l’indice);
- Non sorridere il paziente, può interpretarlo come una presa in giro;
- Non toccare il paziente, nelle persone agitate porta a fraintendere facilmente il contatto fisico come ostile o minaccioso quindi non invadere il suo spazio;
- Non tenere le mani in tasca, mantenerle libere e pronte a proteggersi;
- Non rispondere alle minacce con altre minacce;
- Non dare ordini.
Quando sei con un paziente o un parente, durante una visita o un colloquio, valutare sempre la possibilità che possa verificarsi un atto di aggressione, quindi è prudente:
- non lasciare sulla scrivania oggetti contundenti, taglienti e potenzialmente pericolosi;
- non rimanere solo con una persona che potrebbe essere violenta e mantenere sempre una via di fuga;
- ascoltare il paziente o l’accompagnatore difficile, in luogo dedicato, al fine di evitare l’effetto pubblico che, oltre ad innescare meccanismi di teatralità, spesso produce la diffusione del malcontento;
- modula la tua distanza dal paziente, mantieni una distanza di sicurezza minima di 1,5 m, che può essere eventualmente raddoppiata;
- mantieniti una via di fuga verso una porta evita di posizionarsi con le spalle al muro o in un angolo;
- ascolta il paziente e ponilo davanti a delle scelte alternative;
- non indossare collane e occhiali, scarpe aperte, cinture, rimuovere dalle proprie tasche penne, matite, oggetti appuntiti o taglienti;
- devi sempre avere disponibili i Dispositivi di Protezione Individuale;
- evita di rimanere da solo con il paziente se lui vuole parlare con uno specifico operatore accetta ma non lasciarlo solo;
- se non si ristabilisce la normalità, attiva la vigilanza interna se presente, per dissuadere l’aggressore;
- se la situazione è a grave rischio evolutivo, allertare le Forze dell’Ordine.
Cosa chiediamo noi alle aziende affinché ti tutelino:
La prevenzione degli atti di violenza contro gli operatori sanitari richiede che l’organizzazione sanitaria identifichi i fattori di rischio per la sicurezza del personale e utilizzi le strategie ritenute più opportune.
A tal fine le strutture sanitarie e socio sanitarie, Anche a seguito dell’approvazione della legge 113/2020, devono impegnarsi nel mettere in atto interventi di prevenzione della violenza che comprendano in primis le azioni di seguito riportate:
- Monitorare gli episodi di violenza commessi ai danni delle professioni sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni;
- Monitorare gli eventi sentinella che possano dar luogo a fatti commessi con violenza o minaccia ai danni dei sanitari;
- Promuovere studi e analisi per la formulazione di proposte e misure idonee a ridurre i fattori di rischio negli ambienti più esposti;
- Monitorare l’attuazione delle misure di prevenzione e protezione a garanzia dei livelli di sicurezza nei luoghi di lavoro anche promuovendo strumenti di videosorveglianza;
- Promuovere la diffusione delle buone prassi in materia di sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e sociosanitarie, anche nella forma del lavoro in equipe;
- Promuovere lo svolgimento di corsi di formazione per il personale sanitario finalizzati alla prevenzione e alla gestione delle situazioni di conflitto nonché a migliorare la qualità della comunicazione con gli utenti;
- Stipulare protocolli operativi con le forze di polizia;
- Realizzare un registro dedicato ai mancati infortuni;
- Costituirsi parte civile a seguito di episodi di violenza a seguito di segnalazione formale all’autorità giudiziaria dell’episodio di violenza;
- Risarcire i giorni di assenza per malattia o infortunio del personale aggredito;
- Rivedere il DVR in base al rischio di esposizione alle aggressioni, sia ospedaliero che territoriale.
Gli interventi per la promozione della sicurezza e la prevenzione dei comportamenti e atti di violenza devono essere definiti all’interno del piano programma aziendale di gestione del rischio.
Sicuramente le campagne denigratorie messe in atto in questi anni a vari livelli contro il personale sanitario ed il continuo definanziamento del sistema sanitario nazionale, che porta al taglio dei servizi ed alla diminuzione della loro qualità anche attraverso il continuo taglio al personale, stanno mettendo tutti i lavoratori in condizioni sempre più difficili.
In questo contesto è indispensabile verificare che le singole aziende mettano in atto tutte le azioni necessarie al fine di prevenire le aggressioni e contemporaneamente lavorare su campagne di sensibilizzazione del cittadino spiegando che l’aggressione al personale sanitario non è la soluzione ai problemi sanitari dei cittadini.
Nei contesti dove il personale è maggiormente esposto ai rischi di aggressione, come per esempio il Pronto Soccorso, oltre a sostenere iniziative Regionali e Nazionali che nel tempo portino ad una diminuzione degli accessi da parte dei codici bianchi e verdi, è fondamentale mettere in atto sin da subito delle strategie che permettono di mediare situazioni particolarmente esplosive, anche attraverso l’utilizzo di lavoratori adeguatamente formati individuati ad esempio tra coloro che per colpa di limitazioni fisiche personali sono difficilmente ricollocabili nell’assistenza diretta.
Le aggressioni al personale Sanitario non devono diventare quotidianità nell’attività lavorativa e di conseguenza non devono essere vissute come tali. Invitiamo tutti i lavoratori a segnalare tutti gli eventi sia verbali che fisici ai nostri delegati e delegate al fine di essere supportati.
Concorsi OSS in Emilia-Romagna - Informazioni e supporto
A breve scadranno i bandi di concorso per 6 OSS a Modena, Parma, Piacenza e Reggio Emilia e per 69 OSS nella Bassa Romagna. Se hai difficoltà ad inviare la domanda o vuoi prepararti al meglio leggi l’articolo.
CONCORSO OSS 69 POSTI ASP RAVENNA, LUGO, FAENZA
Per prepararti alle selezioni e per risolvere dubbi sulla domanda di iscrizione al concorso rivolgiti ad FP CGIL Ravenna.
Invia una mail con Nome, Cognome, Telefono e Comune di residenza a ra.infoconcorsi.fpra@er.cgil.it
CONCORSO OSS 6 POSTI MODENA, REGGIO EMILIA, PARMA, PIACENZA
Se devi presentare la domanda per il concorso OSS indetto dalle Aziende Sanitarie di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia FP CGIL Modena ti aiuta.
Giovedi 10 marzo alle ore 18, tramite piattaforma zoom, il tutorial su come presentare la domanda per il concorso!
Di seguito il link per il collegamento: https://cgiler.zoom.us/j/9748392267
Sanità RSU 2022 - Il nostro programma elettorale!
Puoi leggere il programma elettorale delle liste di FP CGIL del comparto sanità. Siamo presenti in tutte le 14 AUSL e aziende ospedaliere.
LA SICUREZZA PRIMA DI TUTTO
Dalle ultime elezioni della Rappresentanza Sindacale (2018) il nostro percorso di delegate e delegati Cgil non è stato semplice. La situazione emergenziale determinatasi con la diffusione del Covid 19 ci ha costretto ad affrontare nuove sfide, molte anche inedite, per continuare a garantire la tutela e la sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici. Rivendichiamo perciò con orgoglio il lavoro fatto nelle salette sindacali durante l’esplosione dell’epidemia attraverso il confronto aziendale, il monitoraggio costante dell’andamento dell’epidemia tra il personale delle aziende sanitarie, i protocolli per la sicurezza costruiti e le vertenze fatte contro il decreto Speranza che abolì la quarantena al personale sanitario e contro il quale abbiamo raccolto 25.000 firme, sull’abolizione dello screening fatto dalla direzione generale dell’assessorato regionale poi revocato a seguito della protesta e sul riconoscimento dell’infortunio per coloro i quali, lavorando in sanità, hanno contratto il virus.
Sulla sicurezza vogliamo mettere in evidenza anche l’impegno e il lavoro fatto sul dramma delle aggressioni al personale in sanità sul quale abbiamo costruito una vera e propria campagna di informazione e organizzato un corso di formazione, accreditato ECM, rivolto alle lavoratrici ed ai lavoratori della sanità, su tutti i territori della nostra regione che ha ottenuto un grande successo.
CONTRATTARE AI TEMPI DEL COVID, I NUOVI BISOGNI DIVENTANO NUOVI DIRITTI
Negli ultimi due anni le nostre certezze sono state spazzate via dall’arrivo dell’epidemia da COVID19 e anche la nostra azione sindacale si è chiaramente orientata a rappresentare nuovi diritti emergenti. Oltre alla sicurezza, nella prima fase della pandemia si è rivelata fondamentale la costruzione di permessi per garantire ai genitori la possibilità di stare con i propri figli costretti a casa dalla didattica a distanza, permessi che abbiamo letteralmente inventato all’interno del confronto sindacale e che poi sono diventati un riferimento per la normativa nazionale sull’emergenza.
Siamo inoltre riusciti a costruire un accordo che ha erogato il cosiddetto “bonus covid” a tutto il personale del S.S.R., il primo firmato in Italia che ha garantito risorse aggiuntive a tutto il personale, nessuno escluso, del settore amministrativo a quello tecnico fino a quello sanitario. Infine, abbiamo esteso l’indennità di malattie infettive a tutto il personale che lavora nelle unità operative dove vengono ricoverati i pazienti con COVID, un risultato importante e per nulla scontato in relazione alle troppe rigidità delle norme.
L’ACCORDO SULLE GUIDE DI TIROCINIO: LA FORMAZIONE SEMPRE AL CENTRO
Siamo l’unica regione sul territorio nazionale che, attraverso un accordo sindacale, riesce a garantire un incentivo a chi svolge il ruolo di guida di tirocinio agli studenti delle professioni sanitarie nei reparti, attraverso lo stanziamento della Regione di 5 milioni di euro aggiuntivi rispetto al contratto nazionale di lavoro. Lo riteniamo un accordo fondamentale, non solo perché riesce a garantire risorse economiche aggiuntive, ma soprattutto perché qualifica e migliora la struttura della formazione pratica da parte dei professionisti verso i nuovi che si stanno formando e rappresenteranno il futuro del nostro S.S.R.
LO SVILUPPO DELLE PROFESSIONI SANITARIE UNO DEI TEMI DEL FUTURO
Per noi quella dello sviluppo professionale è una questione fondamentale, ed è per questo che tutti gli anni organizziamo un iniziativa politica dove promuovere la discussione su questo tema invitando gli ordini e i responsabili delle professioni delle Aziende, oltre ai responsabili politici e tecnici della sanità. All’interno di questo precorso abbiamo promosso la nascita della figura del direttore assistenziale che porterà, caso unico sul territorio nazionale, le professioni sanitarie nel cuore della direzione strategica.
AVANTI CON LE ASSUNZIONI E STABILIZZARE TUTTI I PRECARI PER IL BENE DEL S.S.R.
Quella degli organici e delle stabilizzazioni è una battaglia identitaria della nostra organizzazione. Abbiamo raccolto oltre 3000 firme dentro e fuori i posti di lavoro e fatto banchetti, presidi e tutto quello che potevamo fare per portare a casa un risultato importantissimo e, come detto prima, identitario. Chi ha lavorato come precario e ha dato un contributo al nostro S.S.R. deve essere stabilizzato. Questo abbiamo fatto e questo vogliamo fare in futuro. Sono ragazze e ragazzi giovani che rappresentano un valore assoluto da preservare e garantire, anche in futuro. Dove ci sono precari c’è la CGIL che lotta per dargli un contratto a tempo indeterminato.
Così come la CGIL continuerà la sua battaglia perché la Regione continui ad assumere per garantire oltre alla copertura dei pensionamenti anche le necessità che il sistema deve garantire in funzione alla nascita dei nuovi bisogni sanitari. Una battaglia che ha portato ad un aumento dell’organico del SSR da 51.000 a 55.000 dipendenti.
LA CONTRATTAZIONE INTEGRATIVA MIGLIORA LA QUALITA’ DEI SERVIZI, AUMENTARE LE RISORSE
Sui fondi della contrattazione chiediamo da tempo un adeguamento che ne ridetermini la consistenza in relazione all’aumento delle dotazioni organiche. L’annoso problema dei tetti previsti dalla normativa va sgomberato dal tavolo per continuare nella direzione che già abbiamo intrapreso. Abbiamo infatti realizzato accordi per incrementi nel biennio 2021/2022, per un valore superiore a 100 milioni di euro che ha permesso di garantire i valori attuali della contrattazione integrativa. Ma serve di più, serve un incremento strutturale. Chi ha permesso al nostro sistema di superare l’emergenza COVID va valorizzato con tutti gli strumenti a disposizione.
IL CONTRATTO COME STRUMENTO DI CAMBIAMENTO
Siamo alle porte di un rinnovo del CCNL, e come il precedente ha permesso l’estensione di alcuni diritti fondamentali a categorie di lavoratrici e lavoratori, quello nuovo deve garantire una ristrutturazione del sistema di classificazione. L’erogazione dell’indennità di sub-intensiva agli infermieri del P.S., dell’indennità di blocco operatorio, di intensiva, sub-intensiva, nefrologia e dialisi e malattie infettive agli OSS, dell’indennità di assistenza domiciliare alle assistenti sociali, categorie prima escluse, sono stati un risultato importante ma ora bisogna risolvere la questione legata al blocco delle progressioni verticali e le difficoltà sulle progressioni orizzontali, superando l’attuale sistema per categorie a favore di un nuovo sistema di aree che permetta di semplificare le possibilità di valorizzare le persone dando a tutte e tutti un’opportunità. È inoltre già garantita nella proposta ARAN del nuovo CCNL la valorizzazione di infermieri, ostetriche, tecnici di laboratorio e di radiologia, fisioterapisti e tecnici della prevenzione, attraverso un’indennità specifica. Infine, il nuovo sistema degli incarichi permetterà di valorizzare il personale sanitario oltre a quello amministrativo estendendo la possibilità di assegnarli anche all’attuale categoria Bs e C, cosa fino a oggi non consentita.
I NOSTRI SERVIZI, UN PUNTO DI FORZA PER TUTTI
L’assicurazione sulla colpa grave per il personale sanitario e socio sanitario, la patrimoniale per il personale amministrativo, la garanzia dei crediti ECM necessari attraverso una piattaforma on-line, i corsi di preparazione ai concorsi senza nessun costo aggiuntivo per gli iscritti, rappresentano un offerta che, oltre alla tutela collettiva, si rivolge anche a quella individuale insieme ai servizi di INCA e TEOREMA. Cosi come le nostre convenzioni con le Università telematiche per l’accesso a prezzi scontati ai corsi e ai master, con UNIPOL per le assicurazioni individuali, sono insieme a tanti altri servizi una garanzia per chi entra in FP CGIL.
Gruppo Kos, siamo pronti alla mobilitazione!
Articolo apparso sul sito di collettiva.it
Cgil Emilia Romagna: “Dopo la decisione aziendale di esternalizzare servizi e trasferire addetti delle aree del pulimento e delle cucine, con conseguente modifica del loro contratto, è necessario l’intervento della Regione”
Nei giorni scorsi, si è riunita l’assemblea dei lavoratori del gruppo Kos Emilia Romagna che, all’unanimità, si è dichiarata pronta alla mobilitazione dopo la decisione di esternalizzare e dunque trasferire presso un’altra società dello stesso gruppo i lavoratori delle aree del pulimento e delle cucine.
All’assemblea hanno partecipato i lavoratori delle strutture interessate: Villa Pineta di Pavullo, Cardinal Ferrari di Fontanellato (Parma) e Villa Azzurra di Riolo Terme (Ravenna), che sono tra l’altro le principali strutture di sanità privata del gruppo Kos in Emilia Romagna. I lavoratori delle pulizie e delle cucine di queste strutture, secondo quanto deciso da Kos, saranno trasferiti presso un’altra società del gruppo con conseguente modifica del contratto nazionale di lavoro, peggiorativo e non firmato dalla Cgil.
A questi lavoratori, attualmente viene applicato il contratto nazionale Aiop della sanità privata, il più importante contratto di settore; con il trasferimento passerebbero al contratto Aris dove subirebbero un aumento delle ore di lavoro da 36 a 38 e stipendi inferiori soprattutto per gli eventuali nuovi assunti che, a parità di mansioni, percepirebbero anche 400 euro in meno.
“Il piano proposto da Kos è inaccettabile: con il trasferimento, ai lavoratori interessati si prospetta anche la diminuzione delle ore di lavoro e il taglio di alcuni posti. Fortissima poi la preoccupazione, da parte di tutti, che misure di questo tipo possano in seguito interessare anche le aree amministrative delle strutture, al momento fuori dal progetto di riorganizzazione. Si tratta di misure ingiustificate che sottintendono idee di organizzazione del lavoro, che per noi sono inaccettabili, come la volontà aziendale di aumentare i margini di guadagno intervenendo sulla qualità del lavoro e sui diritti dei lavoratori. Nonché l’idea, altrettanto negativa, che vi sia una sorta di classifica del prestigio delle mansioni al cui fondo, secondo Kos, ci sono le mansioni delle pulizie e delle cucine che quindi possono essere retrocesse con contratti più modesti”, sostiene la Cgil Emilia Romagna.
“Si prospetta anche un problema di natura politica. La Regione ha infatti previsto d’incrementare i finanziamenti per quelle strutture che avessero scelto di adottare il contratto nazionale Aiop, per così sostenere le aziende che sceglievano di tutelare anche la qualità dei contratti. Il gruppo Kos, invece, si prepara a continuare a intascare maggiori rimborsi ma cambiando il contratto, scegliendo uno che costa meno. Si tratterebbe di un precedente molto pericoloso e per questa ragione abbiamo già chiesto un incontro alla Giunta”, conclude il sindacato.
Quest’anno si svolgeranno le elezioni per il rinnovo dei rappresentanti di lavoratrici e lavoratori del pubblico impiego. Le elezioni RSU coinvolgono anche te!
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Sanità Carpi - I lavoratori sono stremati e i cittadini arrabbiati
La Cgil di Carpi è molto preoccupata per la situazione della Sanità sul territorio.
Certo il quadro è diventato più difficile e complicato in ragione della pandemia da Covid che ha investito il sistema sanitario e il Paese, ma ci troviamo di fronte ad una situazione estremamente critica che viene da lontano e che la pandemia ha fatto emergere con maggiore drammaticità.
Abbiamo da una parte i lavoratori della Sanità che sono stremati per i carichi di lavoro, i turni sempre più lunghi, la mancanza di sostituti, le tensioni organizzative, i tanti volontari delle associazioni e i pensionati che sono stati richiamati per coprire le lacune degli organici e dall’altra i cittadini che trovano risposte inadeguate e insufficienti rispetto ai loro bisogni.
Cittadini che in primis impattano con le lunghe liste d’attesa per visite specialistiche ed esami diagnostici, dove si può arrivare ad appuntamenti a sei/otto mesi e a volte addirittura alla impossibilità di prenotare. E a tal proposito è curioso notare che se ci si indirizza al privato l’appuntamento spunta miracolosamente dopo pochi giorni e a volte ore.
Cittadini che devono sorbirsi lunghissime attese all’ospedale per l’accesso al Pronto soccorso.
Cittadini che spesso non riescono a contattare nemmeno il Medico di medicina generale e ambulatori che rimangono sguarniti.
Tra l’altro il tema dei medici di medicina generale è stato oggetto di un’indagine nella provincia di Modena, tra gli iscritti della Cgil, a cura di Federconsumatori, sindacati Pensionati e della Funzione Pubblica, dalla quale risulta che il dato più negativo è quello di Carpi dove il 28% degli intervistati lamenta che la qualità del servizio sarebbe peggiorata o nettamente peggiorata.
Questa indagine rappresenta un’importante indicazione di quanto percepito dai cittadini di cui tener conto.
Le problematiche sono diverse e intrecciano diversi piani: i tagli negli anni delle risorse alla Sanità, la carenza di medici e di infermieri, il rapporto tra Sanità pubblica e privata, il delicato ruolo del terzo settore.
Sono certo indispensabili politiche sanitarie nazionali più innovative e di prospettiva, ma soprattutto sono indispensabili molte più risorse sia per infrastrutture e tecnologie e sia per un urgente piano di assunzioni pubbliche, perché senza risorse adeguate è difficile mettere in pratica anche le buone idee.
Quello che però non è ammissibile è un atteggiamento di rassegnazione e inazione da parte di chi ha le maggiori leve per intervenire e quindi anche il Servizio sanitario regionale, la Regione Emilia Romagna e il distretto devono fare la loro parte, sottolineando e lamentando gli elementi critici, pretendendo più risorse e proponendo soluzioni alternative che riducano l’attuale condizione emergenziale.
Sanità privata - Pronti alla vertenza contro il gruppo KOS
Pronti alla vertenza contro il gruppo KOS che ha annunciato una cessione di ramo d’azienda con meno ore e salari più bassi per i lavoratori. Apriremo un confronto anche con la Regione, perché modello KOS non è quello del Patto per il lavoro e il clima.
Oggi siamo stati convocati per un incontro dal gruppo KOS SERVIZI, che ha strutture nei territori di Modena, Parma e Ravenna. KOS ci ha comunicato la volontà di operare una cessione di ramo di azienda per trasferire dal gruppo KOS CARE al gruppo KOS SERVIZI tutto il personale dei servizi di supporto.
Nessuna sorpresa, chiaramente, nel constatare che in virtù del trasferimento di gruppo, quel personale avrà un contratto con salari più bassi e un orario di 38 ore e non più di 36.
Funziona così nell’imprenditoria moderna della sanità, un gruppo fa una cessione di ramo d’azienda e come per magia la gente lavora di più e guadagna meno. Ma siccome l’appetito viene mangiando, ci hanno pure proposto di ridurre le ore dei servizi: meno ore di pulizie, meno ore di ristorazione e via dicendo. Imprenditori che peraltro operano in un settore che negli ultimi tempi pare non avere carenza di richiesta, ovvero quello della sanità.
Chiaramente apriremo una vertenza con tutta la forza possibile per contrastare che ciò avvenga. Gli utili, garantiti dai contratti di servizio, non si aumentano sulla pelle di chi lavora. Apriremo un confronto anche con la Regione, per capire in questo territori la politica che ruolo e che valore vuole dare alle persone e al lavoro. Anche in relazione ai contenuti del Patto per il lavoro e per il clima, documento che abbiamo sottoscritto come organizzazione sindacale. Nel Patto, il modello che prospetta il gruppo KOS non è certamente quello delineato per caratterizzare il nostro territorio regionale. Infine, anche in relazione al fatto che la Regione ha appena rivalutato in aumento le tariffe dei servizi, vincolandole all’applicazione del CCNL della sanità privata.
Se sei una lavoratrice e un lavoratore del gruppo KOS contattaci!
Il personale sanitario in Emilia-Romagna è allo stremo
Lavoratrici e lavoratori della Sanità meritano più rispetto, non solo a parole ma attraverso fatti concreti: assunzioni, stabilizzazioni, risorse economiche, rinnovo dei contratti. Dobbiamo purtroppo constatare che ogni criticità delle precedenti ondate è riemersa impattando violentemente sull’organizzazione del lavoro e della vita del personale.
Devono essere potenziati i dipartimenti di sanità pubblica in modo da rimettere in piedi un tracciamento lineare ed effettivo e che nei reparti sia al più presto rinforzato l’organico medico e sanitario.
I dipendenti della sanità non ambiscono ad essere degli ‘eroi’ ma dipendenti pubblici orgogliosi della loro condizione, che possano essere messi in grado di svolgere il proprio lavoro.
Se sei una lavoratrice o un lavoratore della sanità e vivi una condizione di difficoltà puoi rivolgerti al presidio CGIL del tuo ospedale.
Scrivici e ti indicheremo i contatti più vicini a te.
L’Ospedale Maggiore è in affanno "Il personale è allo stremo"
Monica Marvasi (FP CGIL Parma): “Gestione improvvisata e inconcludente della quarta ondata. Il personale è allo stremo”
“La quarta ondata, tanto temuta quanto prevedibile, sta mettendo in ginocchio un’amministrazione già segnata dalle precedenti impennate dei contagi determinate dal covid-19: la mancanza di programmazione e di strategia il blocco delle assunzioni imposto dalla Regione e le nuove ordinanze relative al contenimento dei contagi stanno conducendo tutto il personale dell’ospedale all’annientamento”. È questa la preoccupata sintesi di Monica Marvasi, della Segreteria FP CGIL Parma, circa lo stato della principale struttura sanitaria del territorio.
“Il quadro attuale denota una sempre crescente domanda assistenziale da parte dei cittadini: le ospedalizzazioni sono in netto aumento e gli operatori dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma stanno ripiombando nell’incubo assistenziale determinato dalla difficile organizzazione del lavoro nella prima critica fase emergenziale”.
“Nel secondo semestre del 2021 – aggiunge Marvasi – la Direzione avrebbe dovuto pianificare una strategia aziendale in previsione di una potenziale nuova ondata, visto che nelle precedenti sono emerse delle gravi criticità per cui sarebbe stato auspicabile trovare delle soluzioni affinché queste non si potessero più ripresentare. Invece oggi constatiamo, nostro malgrado, che ogni criticità delle precedenti ondate è riemersa impattando violentemente sull’organizzazione del lavoro”.
Nei fatti, si assiste quotidianamente alla conversione o alla apertura di nuovi posti letto dedicati ai pazienti affetti dal covid: per aprire nuovi posti letto è evidente che serva il personale (dirigente e di comparto) in misura sufficiente per poter erogare l’assistenza; una puntuale pianificazione strategica aziendale avrebbe magari permesso di risolvere questa problematica non impattando criticamente sul personale.
Per aprire i nuovi reparti covid la Direzione delle Professioni Sanitarie ha invece pensato di effettuare una puntuale rimodulazione dei turni di lavoro di centinaia di dipendenti e di farlo, senza il minimo preavviso, nei giorni che precedevano il Natale: questa manovra è stata attuata col fine ultimo di recuperare unità lavorative dai vari reparti, inghiottiti dall’improvvisa rimodulazione, ed assegnarli ai reparti covid-dedicati. E visto che la ricerca del personale da destinare ai reparti covid non potrà che continuare, aleggia ed intimorisce la possibilità che, per far fronte all’aumento dei ricoveri, si ricorra alla riduzione delle attività programmate, così come avvenuto nella prima ondata della pandemia anche se una prima riduzione è già stata attuata.
Il contesto sembrava e sembra a tutt’oggi non voglia proprio considerare il personale del comparto più di un semplice progressivo numero di matricola: l’Azienda Ospedaliera ha ormai da tempo perso l’appeal e la prova sta nel fatto che molti dipendenti, approfittando delle opportunità occupazionali garantite dalle altre Regioni o dal privato, abbiano deciso di trasferirsi o di licenziarsi.
Quanto appena sottolineato rende ancora più critica una carenza di personale cronica che è conseguenza di una scarsa pianificazione aziendale sulla gestione del personale. È anche da sottolineare il continuo ed asfissiante trasloco di varie unità operative che, ad ogni ondata, vengono fisicamente spostate da un padiglione all’altro, generando un dispendio di risorse inaccettabile: le ultime verificatesi il giorno 24 Dicembre.
In tutto ciò, evidenzia Monica Marvasi, “la carenza di una comunicazione sinergica tra i veritici della Direzione Aziendale è lampante e si realizza nell’apertura di alcuni cantieri in un momento dove evidentemente non è ammissibile creare barriere strutturali potenzialmente in conflitto con l’emergenza pandemica: sarebbe stato auspicabile aprire i cantieri garantendone la consegna nel più breve periodo e nei tempi prestabiliti”.
“Diventa inevitabile per la FP CGIL – conclude Marvasi – dissociarsi da questa gestione improvvisata ed inconcludente, ringraziando tuttavia le lavoratrici e lavoratori per questi due anni di abnegazione ed impegnandosi ancor più fortemente a sfruttare ogni strumento a disposizione per ottenere il rispetto che, a quanto pare, non viene concesso neanche agli “eroi””.
AUSL Imola comunica blocco delle ferie al personale sanitario - Non ci stiamo!
Fp Cgil Imola – Cisl Fp – Uil Fpl: la Direzione ha agito in autonomia senza confronto sindacale. La situazione è grave: abbiamo chiesto incontro urgente.
A gennaio era già previsto incontro sulle dotazioni organiche dei servizi, questa scelta conferma quanto avevamo già denunciato nelle settimane scorse: aldilà dei numeri annunciati esiste una carenza di organico che le assunzioni straordinarie fatte per il Covid non hanno sanato, mentre le assunzioni tardano ad arrivare.
Il personale infatti già da mesi segnala salti riposo, turni lunghi e mancata programmazione delle ferie su cui impatta ulteriormente l’emergenza Covid che sta mettendo nuovamente sotto pressione i servizi.
Il personale è frustrato e al limite, serve un intervento immediato e di sistema perchè così non è possibile andare avanti.
Riteniamo necessario attingere con estrema urgenza da graduatoria Operatore Socio-Sanitario e verificare tutte le possibilità esistenti per avere personale infermieristico.
L’alternativa, in mancanza di assunzioni è purtroppo la sospensione temporanea di servizi non essenziali per garantire condizioni di sicurezza a chi sta lavorando e livelli di assistenza idonei ai cittadini.
Per Fp Cgil, Erika Ferretti;
Per Cisl Fp Area metropolitana, Stefano Franceschelli;
Per Uil Fpl, Giuseppe Rago.
Sanità: firmato un importante accordo con la regione Emilia-Romagna
COMUNICATO STAMPA
Tetti di spesa sul personale, tetti di spesa sui fondi della contrattazione integrativa e limiti a non finire, una giungla di vincoli che bisogna sgombrare per il bene di chi si rivolge alla sanità e per il diritto della salute delle persone.
Questo è quello che chiediamo alla Regione e questo è quello che va ribadito da parte della Regione stessa nella Conferenza delle Regioni affinché il Ministero della Salute e il Ministero dell’Economia adeguino le norme oggi esistenti ai bisogni delle persone.
E lo chiediamo all’alba della sottoscrizione di un importante verbale sul quale abbiamo lavorato per garantire un futuro alle ragazze e ai ragazzi giovani e preparati che sono venuti a lavorare nel Servizio Sanitario della nostra Regione.
Oggi infatti abbiamo cristallizzato 4 impegni fondamentali in un accordo con l’Assessore alla Sanità Raffaele Donini e il Direttore Generale dell’Assessorato Kyriakoula Petropulacos, il primo teso a garantire che il blocco del turn over terminerà il 31 dicembre per ridare spazio alle politiche sulle assunzioni che ci hanno caratterizzato negli ultimi due anni, il secondo e il terzo per garantire a tutto il personale precario che maturerà i requisiti previsti dalla legge Madia e dalla legge di bilancio di essere stabilizzato e il quarto per garantire la proroga dei contratti a termine che sostituiscono posti vacanti nelle dotazioni organiche delle Aziende USL e delle Aziende Ospedaliere della Regione Emilia Romagna.
Un accordo che garantisce il mantenimento dei servizi e che rappresenta un punto di partenza nella difficile partita della gestione della pandemia da COVID19 dove rispetto alle attività tradizionali del passato oggi si sono aggiunte altre attività quali ad esempio quelle garantite dai punti vaccinali, dai servizi di terapia intensiva, dai reparti Covid, dal tracciamento della pandemia, dall’esecuzione dei tamponi, dal necessario potenziamento dell’attività di psicologia.
Ma non ci illudiamo, questo non basta, serve una soluzione strutturale e definitiva che superi le difficoltà oggi esistenti che attanagliano le Regioni; un investimento reale e tangibile sul Servizio Sanitario Nazionale che ne garantisca l’efficacia, l’efficienza e la conduzione, oltre che il governo strategico, pubblica. La preservazione di un bene comune al quali tutti dobbiamo rivolgere le nostre attenzioni.
Bologna, 23/12/2021