Sanità: sottoscritta l'ipotesi di accordo del rinnovo del contratto nazionale!

Sottoscritta l’ipotesi di Contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto di Sanità Pubblica per la vigenza 2019/2021 che interessa 545 mila lavoratrici e lavoratori.

Accordo firmato in serata da Aran e dalle organizzazioni sindacali Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Fials, Nursind e Nursing Up che esprimono “grande soddisfazione per un risultato importante e atteso da tempo”.

“Con questo rinnovo, a fronte delle risorse stanziate dal governo, riconosciamo salario, diritti e tutele a lavoratrici e lavoratori che in questi anni difficili hanno affrontato l’emergenza pandemica garantendo la tenuta del Servizio sanitario nazionale e la salute dei cittadini. Il contratto riconosce a queste lavoratrici e lavoratori un importante riconoscimento del valore e dell’impegno profuso, sia sul fronte del salario che su quello dei diritti, e rappresenta un punto di partenza per un effettivo rilancio del Servizio sanitario, che dovrà passare adesso da maggiori risorse e da assunzioni stabili”, concludono i sindacati.

Sanità: Landini, grande soddisfazione per intesa raggiunta sul rinnovo contratto

“Esprimiamo grande soddisfazione per la sottoscrizione del contratto nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori della sanità pubblica. Dopo anni difficili, durante i quali il personale del sistema sanitario nazionale ha affrontato l’emergenza pandemica pagando un costo enorme, arriva il primo giusto e necessario riconoscimento sia sul versante economico che sul versante dei diritti”. È quanto afferma il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, in merito alla sottoscrizione dell’intesa per il rinnovo del contratto nazionale della Sanità Pubblica.

“Siamo soddisfatti per la definizione di un contratto importante, dopo una trattativa difficile, che le lavoratrici e i lavoratori aspettavano si sbloccasse da tempo. Si apre una stagione nuova per il riconoscimento del lavoro nella sanità pubblica del nostro paese. Il contratto è un diritto riconquistato, ora ci aspettiamo un grande investimento nell’occupazione e nel Servizio sanitario nazionale”, conclude Landini.

Scopri tutti i servizi e le convenzioni riservate agli iscritti alla CGIL!

Sanità: Grande riuscita del presidio sotto la sede della Regione

Grande riuscita del presidio sotto la sede della Regione della FP CGIL ER, per chiedere più risorse, stabilizzazioni dei precari, nuovo personale e più fondi per la contrattazione collettiva. “Non ci basteranno le parole”, avverte il sindacato.

È riuscito ben oltre le aspettative il presidio indetto dalla FP CGIL Emilia-Romagna, sotto la sede della Regione a Bologna, sui tanti temi sul tavolo che riguardano la sanità. Più di 300 le persone presenti questa mattina, che hanno deciso di raggiungere Bologna da tutti i territori dell’Emilia-Romagna per manifestare insieme, con tanti interventi di lavoratrici e lavoratori della sanità a testimoniare la grande difficoltà che si vive dentro alle strutture sanitarie delle Aziende.

Sono quattro le richieste fondamentali avanzate dal sindacato e dai lavoratori e dalle lavoratrici: più risorse per garantire il diritto alla salute; stabilizzazione dei precari assunti per la gestione della pandemia; assumere personale in relazione alla grave carenza presente nei reparti e nei servizi; rivendicare l’aumento dei fondi per la contrattazione integrativa ed evitare il calo dei salari delle lavoratrici e dei lavoratori della sanità.

Intervento dell’assessore Donini

In chiusura c’è stato anche un intervento dell’assessore regionale alla Sanità Raffaele Donini che ha marcato le grandi difficoltà delle Regioni nei confronti di un governo che pare non ascoltare, per ora, le necessità di chi gestisce la sanità sul territorio. Donini ha anche rassicurato i manifestanti sull’apertura di un tavolo di confronto, convocato per venerdì prossimo per iniziare la discussione sulle risorse.

“Non ci basteranno le parole” ha sottolineato Mauro Puglia, segretario generale della FP CGIL Emilia-Romagna. Frase che lascia presagire a una nuova stagione di lotte per la sanità regionale. “Un grande grazie a chi è venuto a manifestare con noi sotto la Regione – ha aggiunto Marco Blanzieri della segreteria della FP CGIL Emilia-Romagna -.

Insieme siamo una forza e dobbiamo continuare in questa battaglia per la difesa della salute di tutti e della sanità pubblica”.

A fare da sfondo alla giornata, uno striscione lasciato davanti alla sede della Regione che recita così: “Speranza e Draghi fuori I soldi della sanità”. Uno degli slogan più azzeccati della protesta.


Ausl Imola: lavorare in sicurezza è un diritto!

La sicurezza sui luoghi di lavoro vede da sempre la Cgil in campo per la garanzia della tutela delle lavoratrici e lavoratori. Già da mesi la Funzione pubblica Cgil di Imola denuncia alla Direzione Ausl di Imola il tema delle aggressioni al personale. L’ultima è di alcuni giorni fa ed ha coinvolto gli operatori del Pronto Soccorso.

Questo significa solo una cosa: che la Direzione Ausl non ha affrontato con la giusta sollecitudine il tema della sicurezza sottovalutando la problematica.
Apprendiamo dalla stampa che la Direzione Ausl incontrerà nei prossimi giorni presso la Prefettura le forze dell’ordine per definire delle modalità che permettano di intervenire per la sicurezza degli operatori da parte di chi ha la competenza e la formazione per farlo.

Sicuramente l’Ausl avrebbe dovuto chiedere prima l’apertura di questo tavolo. E il fatto di apprendere di questo incontro dalla stampa è la prova concreta di come l’Ausl intenda le relazioni sindacali anche su temi sollevati dalle organizzazioni sindacali stesse.
L’adozione di opportune misure di prevenzione e protezione dei lavoratori devono essere intese quali obiettivi di primaria importanza. Vanno rimossi i fattori che favoriscono le aggressioni, attraverso le modifiche degli spazi e dell’organizzazione del lavoro, oltre a cambiamenti procedurali e addestramento del personale.

Non è possibile che gli operatori che si occupano della salute delle persone, mettano a rischio la propria.

Tra gli obblighi del datore di lavoro rientra la valutazione di tutti i rischi, non solo quelli legati all’attività svolta, ma anche quelli a danno della salute fisica e psichica dei lavoratori e delle lavoratrici.
Il rischio di aggressione è alla base dello stress lavoro correlato, dato che aumenta il senso di insicurezza percepita nel luogo di lavoro.
L’Azienda deve garantire un ambiente di lavoro sicuro, per la tutela della sicurezza dei lavoratori e della qualità del servizio erogato.
Riteniamo fondamentale che l’Azienda provveda a dare concreta applicazione a quanto contenuto nella raccomandazione n.8 del Ministero della Salute: “Raccomandazione per prevenire gli atti di violenza a danno degli operatori sanitari”, nonché attivare ogni strategia al fine di contrastare il fenomeno delle aggressioni.

Nessun contesto è privo di rischio di aggressione. Tenuto conto della multifattorialità delle cause, per poter decidere che azioni mettere in campo dovranno essere coinvolti, a nostro avviso, tutti gli attori tra cui gli operatori stessi, i rappresentanti della sicurezza, le rappresentanze sindacali, i responsabili della formazione, ecc…

Secondo la Fp Cgil è necessario avere una presenza fissa h 24 all’interno dell’ospedale con sede nel Pronto Soccorso, che possa intervenire in caso di emergenza nei vari servizi.

Valutare l’apertura chiusura porte con “pulsante” o con codice (come presente in altri pronto soccorso), fast track con percorsi mirati per pazienti con problematiche psichiatriche o con sospetti abusi di alcool/stupefacenti/psicofarmaci.
Questo è quanto avviene già in altri Pronto soccorso dove si sono verificate problematiche simili.

Le segnalazioni sindacali non sono fatte per fare perdere tempo e i fatti ce lo dimostrano. La Funzione pubblica Cgil pretende relazioni sindacali più puntuali e soprattutto più veloci perché le lavoratrici e i lavoratori, su temi come la sicurezza, gli organici, la sostituzione del personale assente, le risorse economiche da destinare alla contrattazione, devono avere risposte certe, sollecite e concrete.

La qualità del lavoro e conseguentemente la qualità dei servizi resi ai cittadini dipende da tutti questi fattori.


Rinnovata la convenzione UNIPOL per assicurazione COLPA GRAVE

Sei un professionista o un operatore sanitario o socio sanitario e lavori in una struttura socio sanitaria assistenziale dei settori privati?

Se si allora ti diciamo che è stata rinnovata la convenzione UNIPOL per la copertura gratuita degli iscritti della FP CGIL dell’assicurazione COLPA GRAVE fino ad aprile 2023.

La Funzione Pubblica Cgil, infatti, ha già attivato una polizza assicurativa che non ti costa nulla e che ti tutela per i rischi da colpa grave sanitaria nel tuo lavoro. Il danno da colpa grave sanitaria è quando, mentre esercita le sue funzioni, un professionista, un operatore sanitario o socio sanitario causa un danno a una persona o a un ente, per negligenza, imprudenza e imperizia. Ed è poi costretto a risarcirli di tasca propria. La polizza gratuita per gli iscritti alla Fp Cgil è totalmente conforme ai requisiti richiesti dalla legge Gelli ed è rivolta a tutti i professionisti e operatori sanitari di aziende sanitarie private, società, cooperative, associazioni, fondazioni, consorzi ed enti. E’ assicurato tutto il personale che lavora in strutture sanitarie e socio sanitarie private e nel dettaglio:

  • Caposala e Coordinatori sanitari
  • Infermiere generico e infermiere psichiatrico
  • Massaggiatore con varie denominazioni e Massofisioterapista
  • Odontotecnico
  • Ottico
  • Professioni sanitarie infermieristiche, ostetriche, riabilitative, tecnico sanitarie

e tecniche della prevenzione

  • Puericultrice
  • Ricercatore IRCCS o IZS o Aziende sanitarie, appartenente a professioni

sanitarie

  • Ausiliario socio sanitario
  • Autista ambulanza o autista soccorritore
  • Operatore socio sanitario
  • OTA-OSA-ADEST-ASA- Operatore assistenza domiciliare
  • Personale dellassistenza sociale
  • Personale educativo e socio educativo (educatori non sanitari e animatori, con

varie denominazioni locali) dei servizi sanitari e socio sanitari

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Senza nuove risorse non si può garantire il diritto alla salute

Condividiamo le preoccupazioni di Donini, senza nuove risorse è inimmaginabile garantire il diritto alla salute.

Condividiamo pienamente le preoccupazioni dell’assessore regionale Raffaele Donini nel denunciare il mancato finanziamento della sanità per l’anno in corso. Una situazione drammatica che, senza interventi in tempi brevissimi, rischia di provocare un grave inasprimento delle relazioni all’interno delle aziende, tra chi ha responsabilità di governo, professionisti, rappresentanti politici, organizzazioni sindacali e utenti, che mette a rischio la tenuta e la qualità dei servizi.

Nella sostanza, il finanziamento del fondo sanitario nazionale è stato aumentato di una quota complessiva pari a 2 miliardi di euro, risorse già vincolate su voci di bilancio predefinite (tra i quali ci sono i rinnovi dei contratti di lavoro dei dipendenti della sanità, relativi al triennio 2019-2021, peraltro già scaduti ancora prima di essere firmati).

Vengono a mancare invece i finanziamenti speciali previsti nei decreti emergenziali per la lotta al coronavirus erogati nel 2020 e nel 2021, come se la situazione legata alla pandemia fosse scomparsa. Verrebbe lecito chiedersi come si può, senza risorse, mantenere l’attuale impianto per la gestione della pandemia, potenziato in questi due anni per affrontare l’emergenza sanitaria.

In mezzo a questa crisi del sistema sanitario, rischia di rimetterci chi ci lavora e i cittadini. A breve, in alcune aziende non ci saranno i soldi per pagare le quota di produttività al personale, mentre chi usufruisce dei servizi si ritroverà presto con strutture in grandissima sofferenza proprio per la carenza di personale. Senza risorse aggiuntive è infatti inimmaginabile il mantenimento dell’attuale assetto organizzativo.

Così non va, lo diciamo con forza al ministro della Salute, al ministro dell’Economia e al Parlamento. Metteremo in atto tutte le azioni di mobilitazione possibile, perché se la tutela della salute è ancora un diritto costituzionale, allora urge un provvedimento che finanzi il nostro sistema sanitario.


pronto soccorso emilia romagna

Pronto soccorso. Buone le proposte della Regione, ma serve aprire un tavolo sul DM 71

La soluzione dei problemi dei Pronto soccorso passa dalla riorganizzazione della rete territoriale delle cure primarie. Apprezziamo le proposte della Regione, ma serve aprire un tavolo sul DM 71.

È sufficiente contare il numero di codici bianchi che si rivolgono ai Pronto soccorso per capire cosa non funzioni nel sistema e quali interventi siano necessari.

Ad oggi sono migliaia le persone che tutti i giorni in Emilia-Romagna si rivolgono al Pronto soccorso chiedendo di usufruire prestazioni di base che nulla hanno a che fare con l’emergenza e con l’urgenza.

Di conseguenza, pur apprezzando le proposte della Regione, riteniamo che da sole non bastino e che sia necessario fare  altro per dare risposta alle difficoltà e per evitare fughe di professionalità ed esperienze fondamentali per il nostro servizio sanitario regionale.

Iniziando da cose semplici e basilari, come evitare di assegnare ai medici dei Pronto soccorso, oltre alle normali funzioni, anche quelle di guardia ospedaliera, come spesso accade negli ospedali di piccole e medie dimensioni. Con il rischio di trovare fuori dalla struttura il medico che dovrebbe sostare in PS perché obbligato a controllare anche altri reparti, trovandosi poi in difficoltà nella gestione di un’emergenza improvvisa. E tornando a sviluppare i protocolli per la gestione dell’emergenza territoriale, per garantire la massima efficacia ed efficienza utilizzando in maniera proficua i medici dipendenti all’interno del Pronto soccorso.

Dopodiché, va aperta una discussione sul decreto ministeriale numero 71 per la riorganizzazione della rete territoriale delle cure primarie, indirizzando chi ha problemi non urgenti/emergenti verso strutture idonee per evitare inutili intasamenti. Provando a capire se è bene che eventuali ambulatori di gestione dei codici bianchi rientrino nei Pronto soccorso (come nella proposta della Regione) o all’interno delle Case della Salute (come immaginiamo noi) evitando così di legittimare flussi di prestazioni che provocano ulteriori intasamenti.

Riteniamo anche fondamentale progettare la necessaria formazione/informazione nell’utilizzo dei servizi, uscendo dalla logica punitiva del superticket nei confronti di chi si rivolge erroneamente al Pronto soccorso, ed entrando in quella dell’uso consapevole della rete dei servizi.

 

FP CGIL Medici
Vittorio Dalmastri
Marco Blanzieri


Gruppo Kos, così non va - Il 3 maggio presidi davanti alle strutture

Gruppo Kos, così non va. L’Emilia-Romagna non è un bancomat, la Regione intervenga. Il 3 maggio presidi davanti alle strutture interessate.

Nessuna mediazione al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali tra il gruppo KOS e le organizzazioni sindacali, riguardo al passaggio del personale del gruppo dal contratto ARIS-AIOP Sanità al contratto ARIS RSA (con salari più bassi e meno diritti).

È grave che un grande gruppo industriale, con ricavi in crescita, decida autonomamente di calare i salari, in una regione dove è garantita la fornita dei servizi ospedalieri e le tariffe sono aumentate.

Questo infatti è quel che sta accadendo: attraverso una cessione di un ramo d’azienda, al personale trasferito nella nuova società verrà applicato un contratto peggiorativo rispetto ai salari e i diritti attualmente riconosciuti. Ma il lavoro che queste lavoratrici e questi lavoratori saranno chiamati a svolgere è lo stesso di prima. Un’ingiustizia inaccettabile.

Abbiamo chiesto un incontro alla Regione, alla quale chiediamo un impegno per creare i presupposti perché ciò non accada. E perché si possa consolidare un modello che, attraverso le relazioni sindacali, getti le basi per la tutela dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori intesa come elemento di miglioramento della qualità del lavoro e per la crescita economica e sociale del nostro territorio.

C’è bisogno di lavorare insieme per la tutela del lavoro di qualità e delle persone, donne e uomini che lo garantiscono. Per questo, oltre a proseguire la vertenza a tutela dei diritti di chi lavora e della garanzia dei servizi, il prossimo 3 maggio organizzeremo presidi davanti alle tre strutture interessate alla cessione del personale: alla clinica Villa Azzurra a Riolo Terme (Ravenna), al centro Cardinal Ferrari a Fontanellato (Parma) e alla clinica Villa Pineta a Pavullo (Modena).

 

 

Marco Blanzieri,  FP CGIL Emilia-Romagna

Carmela Lavinia, CISL FP Emilia-Romagna

Paolo Palmarini, UIL FPL Emilia-Romagna


FP CGIL Emilia-Romagna, in crescita, si conferma nettamente il primo sindacato in sanità

Tante certezze per la Funzione Pubblica CGIL arrivano dai risultati delle elezioni regionali delle RSU in sanità, che confermano un trend di crescita importante che caratterizza ormai da diversi anni il tesseramento.
Una prova di democrazia che ha coinvolto, nel settore sanitario, 36.762 persone, pari al 70% degli aventi diritto di voto.
Al primo posto si conferma la FP CGIL Emillia-Romagna con 12.966 voti, pari al 36,73% delle preferenze complessive, il doppio rispetto a quelli della UIL FPL (arrivata terza) e con oltre 4.200 voti in più rispetto a quelli presi dalla CISL FP (arrivata seconda).
Complessivamente, si osserva un dato politico importante: calano solo le organizzazioni autonome, con un crollo della FIALS, dovuto sicuramente al pessimo risultato registrato nel bolognese (dove perde oltre 500 voti), e alle flessioni dei sindacati Nursing up e Nursind.
I numeri ci dicono che chi lavora nel sistema sanitario regionale non è attirato dal sindacalismo autonomo, nonostante i suoi grandi proclami e gli investimenti economici fatti. Mentre vengono premiati merito, serietà e volontà di tutelare i diritti di tutto il personale (amministrativo, tecnico e sanitario) messi in campo dalle organizzazioni confederali, in primis dalla FP CGIL.
Perché la forza del nostro sistema sanitario, come diciamo sempre nelle assemblee, nasce attraverso l’insieme delle lavoratrici e dei lavoratori che lo compongono.
Ora avanti con il contratto nazionale di lavoro che, anche alla luce dei risultati elettorali, deve essere chiuso nel più breve tempo possibile, per ridare, a chi lavora in sanità, oltre ai miglioramenti salariali e agli arretrati, anche quella giusta dose di innovazione, necessaria attraverso la ristrutturazione del sistema di classificazione che permetterà la valorizzazione professionale del personale sanitario.


Raggiunto accordo stabilizzazione precari covid!

Abbiamo sottoscritto un importantissimo accordo unitario con la Regione Emilia-Romagna per stabilizzare con contratti a tempo indeterminato.

Abbiamo sottoscritto accordo per lavoratori e lavoratrici PRECARI assunti durante l’emergenza COVID e che avranno maturato 18 mesi di anzianità a giugno come previsto dalla legge di bilancio 2022.

Infatti sono in uscita i bandi per assumere a tempo indeterminato il personale sanitario e socio-sanitario che è stato reclutato a tempo determinato con procedure concorsuali e che abbiano maturato al 30 giugno 2022, alle dipendenze di un ente del Servizio Sanitario Nazionale, almeno 18 mesi di servizio, anche non continuativi, di cui almeno 6 mesi nel periodo intercorrente tra il 31 gennaio 2020 e il 30 giugno 2022.

AUMENTARE LE RISORSE
VALORIZZARE LE PERSONE
MIGLIORARE LA QUALITA’ DI SERVIZI


Le nostre Proposte per la sanità RSU 2022

LA SICUREZZA PRIMA DI TUTTO

 

Dalle ultime elezioni della Rappresentanza Sindacale (2018) il nostro percorso di delegate e delegati Cgil non è stato semplice. La situazione emergenziale determinatasi con la diffusione del Covid 19 ci ha costretto ad affrontare nuove sfide, molte anche inedite, per continuare a garantire la tutela e la sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici. Rivendichiamo perciò con orgoglio il lavoro fatto nelle salette sindacali durante l’esplosione dell’epidemia attraverso il confronto aziendale, il monitoraggio costante dell’andamento dell’epidemia tra il personale delle aziende sanitarie, i protocolli per la sicurezza costruiti e le vertenze fatte contro il decreto Speranza che abolì la quarantena al personale sanitario e contro il quale abbiamo raccolto 25.000 firme, sull’abolizione dello screening fatto dalla direzione generale dell’assessorato regionale poi revocato a seguito della protesta e sul riconoscimento dell’infortunio per coloro i quali, lavorando in sanità, hanno contratto il virus.

Sulla sicurezza vogliamo mettere in evidenza anche l’impegno e il lavoro fatto sul dramma delle aggressioni al personale in sanità sul quale abbiamo costruito una vera e propria campagna di informazione e organizzato un corso di formazione, accreditato ECM, rivolto alle lavoratrici ed ai lavoratori della sanità, su tutti i territori della nostra regione che ha ottenuto un grande successo.

 

CONTRATTARE AI TEMPI DEL COVID, I NUOVI BISOGNI DIVENTANO NUOVI DIRITTI

 

Negli ultimi due anni le nostre certezze sono state spazzate via dall’arrivo dell’epidemia da COVID19 e anche la nostra azione sindacale si è chiaramente orientata a rappresentare nuovi diritti emergenti. Oltre alla sicurezza, nella prima fase della pandemia si è rivelata fondamentale la costruzione di permessi per garantire ai genitori la possibilità di stare con i propri figli costretti a casa dalla didattica a distanza, permessi che abbiamo letteralmente inventato all’interno del confronto sindacale e che poi sono diventati un riferimento per la normativa nazionale sull’emergenza. Siamo inoltre riusciti a costruire un accordo che ha erogato il cosiddetto “bonus covid” a tutto il personale del S.S.R., il primo firmato in Italia che ha garantito risorse aggiuntive a tutto il personale, nessuno escluso, del settore amministrativo a quello tecnico fino a quello sanitario. Infine, abbiamo esteso l’indennità di malattie infettive a tutto il personale che lavora nelle unità operative dove vengono ricoverati i pazienti con COVID, un risultato importante e per nulla scontato in relazione alle troppe rigidità delle norme.

 

L’ACCORDO SULLE GUIDE DI TIROCINIO: LA FORMAZIONE SEMPRE AL CENTRO

 

Siamo l’unica regione sul territorio nazionale che, attraverso un accordo sindacale, riesce a garantire un incentivo a chi svolge il ruolo di guida di tirocinio agli studenti delle professioni sanitarie nei reparti, attraverso lo stanziamento della Regione di 5 milioni di euro aggiuntivi rispetto al contratto nazionale di lavoro. Lo riteniamo un accordo fondamentale, non solo perché riesce a garantire risorse economiche aggiuntive, ma soprattutto perché qualifica e migliora la struttura della formazione pratica da parte dei professionisti verso i nuovi che si stanno formando e rappresenteranno il futuro del nostro S.S.R.

 

LO SVILUPPO DELLE PROFESSIONI SANITARIE UNO DEI TEMI DEL FUTURO

 

Per noi quella dello sviluppo professionale è una questione fondamentale, ed è per questo che tutti gli anni organizziamo un iniziativa politica dove promuovere la discussione su questo tema invitando gli ordini e i responsabili delle professioni delle Aziende, oltre ai responsabili politici e tecnici della sanità. All’interno di questo precorso abbiamo promosso la nascita della figura del direttore assistenziale che porterà, caso unico sul territorio nazionale, le professioni sanitarie nel cuore della direzione strategica.

 

AVANTI CON LE ASSUNZIONI E STABILIZZARE TUTTI I PRECARI PER IL BENE DEL S.S.R.

 

Quella degli organici e delle stabilizzazioni è una battaglia identitaria della nostra organizzazione. Abbiamo raccolto oltre 3000 firme dentro e fuori i posti di lavoro e fatto banchetti, presidi e tutto quello che potevamo fare per portare a casa un risultato importantissimo e, come detto prima, identitario. Chi ha lavorato come precario e ha dato un contributo al nostro S.S.R. deve essere stabilizzato. Questo abbiamo fatto e questo vogliamo fare in futuro. Sono ragazze e ragazzi giovani che rappresentano un valore assoluto da preservare e garantire, anche in futuro. Dove ci sono precari c’è la CGIL che lotta per dargli un contratto a tempo indeterminato.

Così come la CGIL continuerà la sua battaglia perché la Regione continui ad assumere per garantire oltre alla copertura dei pensionamenti anche le necessità che il sistema deve garantire in funzione alla nascita dei nuovi bisogni sanitari. Una battaglia che ha portato ad un aumento dell’organico del SSR da 51.000 a 55.000 dipendenti.

 

LA CONTRATTAZIONE INTEGRATIVA MIGLIORA LA QUALITA’ DEI SERVIZI, BISOGNA AUMENTARE LE RISORSE

 

Sui fondi della contrattazione chiediamo da tempo un adeguamento che ne ridetermini la consistenza in relazione all’aumento delle dotazioni organiche. L’annoso problema dei tetti previsti dalla normativa va sgomberato dal tavolo per continuare nella direzione che già abbiamo intrapreso. Abbiamo infatti realizzato accordi per incrementi nel biennio 2021/2022, per un valore superiore a 100 milioni di euro che ha permesso di garantire i valori attuali della contrattazione integrativa. Ma serve di più, serve un incremento strutturale. Chi ha permesso al nostro sistema di superare l’emergenza COVID va valorizzato con tutti gli strumenti a disposizione.

 

IL CONTRATTO COME STRUMENTO DI CAMBIAMENTO

 

Siamo alle porte di un rinnovo del CCNL, e come il precedente ha permesso l’estensione di alcuni diritti fondamentali a categorie di lavoratrici e lavoratori, quello nuovo deve garantire una ristrutturazione del sistema di classificazione. L’erogazione dell’indennità di sub-intensiva agli infermieri del P.S., dell’indennità di blocco operatorio, di intensiva, sub-intensiva, nefrologia e dialisi e malattie infettive agli OSS, dell’indennità di assistenza domiciliare alle assistenti sociali, categorie prima escluse, sono stati un risultato importante ma ora bisogna risolvere la questione legata al blocco delle progressioni verticali e le difficoltà sulle progressioni orizzontali, superando l’attuale sistema per categorie a favore di un nuovo sistema di aree che permetta di semplificare le possibilità di valorizzare le persone dando a tutte e tutti un’opportunità. È inoltre già garantita nella proposta ARAN del nuovo CCNL la valorizzazione di infermieri, ostetriche, tecnici di laboratorio e di radiologia, fisioterapisti e tecnici della prevenzione, attraverso un’indennità specifica. Infine, il nuovo sistema degli incarichi permetterà di valorizzare il personale sanitario oltre a quello amministrativo estendendo la possibilità di assegnarli anche all’attuale categoria Bs e C, cosa fino a oggi non consentita.

 

I NOSTRI SERVIZI, UN PUNTO DI FORZA PER TUTTI

 

L’assicurazione sulla colpa grave per il personale sanitario e socio sanitario, la patrimoniale per il personale amministrativo, la garanzia dei crediti ECM necessari attraverso una piattaforma on-line, i corsi di preparazione ai concorsi senza nessun costo aggiuntivo per gli iscritti, rappresentano un offerta che, oltre alla tutela collettiva, si rivolge anche a quella individuale insieme ai servizi di INCA e TEOREMA. Cosi come le nostre convenzioni con le Università telematiche per l’accesso a prezzi scontati ai corsi e ai master, con UNIPOL per le assicurazioni individuali, sono insieme a tanti altri servizi una garanzia per chi entra in FP CGIL.