Sottoscritto accordo regionale sull'indennità di Pronto Soccorso
Sanità Regionale: i problemi non sono gli ambulatori infermieristici ma la governance del sistema
L’attivazione degli ambulatori infermieristici all’interno dei Pronto soccorso della Regione e la nascita del percorso “See and Treat” come modello di risposta assistenziale alle urgenze minori, definite come “casi lievi il cui problema di salute potrebbe essere risolto direttamente all’accoglienza evitando diversi passaggi e procedure” sono elementi di crescita di un sistema che vuole migliorare la qualità delle prestazioni erogate e contribuire a risolvere l’annoso problema delle attese infinite in pronto soccorso.
Percorsi già sperimentati e ormai diventati ordinari in paesi che hanno un sistema sanitario di eccellenza e anche in alcune Regioni del nostro territorio nazionale, vedi Toscana, nelle quali hanno dato risposte importanti nella gestione dei percorsi di emergenza-urgenza.
Questo per dare una risposta adeguata e nel tempo più rapido possibile senza incanalare su un binario unico tutte le richieste di accesso al pronto soccorso.
Non ci stupisce ormai più, purtroppo, la nota stampa della CIMO che come sempre ad ogni proposta di innovazione organizzativa di sviluppo delle competenze e delle responsabilità delle professioni sanitarie risponde chiamando in causa confini derivanti da leggi, contratti e giurisprudenza che non permetterebbero lo sviluppo del sistema sanitario, oggi fondamentale, se non si vuole abdicare in favore del privato.
Basta con la propaganda e le tensioni tra professioni ormai superate abbondantemente dalla realtà e dalla integrazione multi professionale di chi lavora nel nostro sistema sanitario.
Avanti con i nuovi modelli se aumentano l’appropriatezza e la qualità delle risposte e diminuiscono i tempi di attesa.
In questo contesto manca però una visione regionale, un modello condiviso e questo genera una sanità con livelli assistenziali diversi ed a macchia di leopardo nella nostra Regione. Se a questo sommiamo dichiarazioni scomposte di volontà di unificazioni aziendali da una parte e difese di campanile dall’altra, diventa sempre più impellente un confronto con la Regione sul futuro della Sanità in Emilia-Romagna rispetto a proposte che abbiamo da mesi avanzato; confronto che oggi latita.
Ciò che deve essere messo in discussione non è certo il tema delle competenze delle singole professionalità, ma la governance e l’organizzazione del modello di sanità pubblica che questa Regione vuole perseguire.
Ciò che ribadiamo è che senza il personale e la sua valorizzazione non si può dar gambe a nessun progetto. Investire sulla sanità pubblica con modelli innovativi, a partire dal potenziamento della medicina territoriale, con tagli al numero e alla spesa del personale non è per noi una strada percorribile! Per questo abbiamo chiesto nuovamente un incontro urgente all’Assessore Donini affinché siano riconosciute in tutte le aziende del SSR le risorse derivanti dal rinnovo contrattuale! In assenza di risposte concrete, come Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl valuteremo i percorsi di mobilitazione conseguenti
Il Rizzoli di Bologna verso lo Sciopero: "Adesso basta!"
Personale del Rizzoli pronto allo sciopero. L’annuncio arriva dalle funzioni pubbliche di Cgil, Cisl e Uil, Fials, Nursind e Fsi-Usae. I sindacati “dichiarano la propria volontà di indire lo stato di agitazione, compreso blocco dello straordinario ed eventuale iniziative di sciopero, delle lavoratrici e dei lavoratori dell’istituto ortopedico Rizzoli di Bologna”.
A scatenare la reazione la decisione della direzione dello Ior, “in seguito a nuove valutazioni tecniche”, di eliminare “l’indennità di rischio radiologico” e il “corrispondente riposo biologico di 15 giorni annui ad oltre 50 unità infermieristiche di sala operatoria” a partire dal 1 gennaio. Per il sindacato “è evidente l’obiettivo della direzione di recuperare unità infermieristiche e il disinteresse ad utilizzare quest’istituto contrattuale che ha lo scopo di tutelare preventivamente il personale esposto a rischio radiologico”.
Ma ci sono altri motivi di disagio da parte dei lavoratori.
A partire dalla “mancata riapertura del confronto sulle criticità del Pronto soccorso più volte evidenziate e analizzate ma che non hanno visto nessuna presa in carico rispetto alla creazione di percorsi per gestire pazienti pediatrici o di implementazione del personale per ridurre i tempi di attesa dell’utenza o gli sforamenti oltre l’orario di apertura al pubblico del servizio”.
Inoltre c’è “carenza di personale in molti servizi sia di area sanitaria, sia di area tecnico amministrativa, a partire dai servizi sopra menzionati. Il turn over è stato decisamente rallentato nel corso del 2022 con conseguenze negative in termini di carichi di lavoro. Si chiede di garantire il turn over in tempi celeri e di assumere laddove siano presenti carenze”. Infine i sindacati parlano di “poca attenzione a garantire un corretto sistema di relazioni sindacali”.
La direzione “ha sottoscritto accordi sindacali i cui impegni non sono mantenuti”. Ad esempio si segnalano “tempi lunghi di applicazione di accordi sottoscritti mesi prima come sulle progressioni economiche orizzontali” e la “mancata apertura del tavolo di contrattazione in merito alla finalizzazione delle risorse contrattuali previsti per i fondi anno 2022 in applicazione del rinnovo” del contratto nazionale. Infine le “criticità determinate dai servizi unici amministrativi sulla contrattazione sono sempre più pesanti e inaccettabili”.
I rappresentanti dei lavoratori “chiedono pertanto che si attivi la procedura di raffreddamento e conciliazione tra le parti”. Intanto le diverse sigle sindacali “proclameranno le iniziative di mobilitazione (con il relativo preavviso previsto dalla legge in caso di sciopero) trascorsi i periodi previsti dalla norma”.
Indennità di pronto soccorso - Nuovo CCNL sanità
Indennità di pronto soccorso: un passo avanti per la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori dell’emergenza e urgenza.
L’indennità coinvolge chi lavora presso:
- Pronto soccorso generale;
- Pronto soccorso specialistico con accesso diretto;
- Punti di Primo Intervento;
- Emergenza territoriale 118
Oltre 4 milioni di euro in Emilia-Romagna per riconoscere una indennità mensile retroattiva al primo gennaio.
Vogliamo chiudere l’accordo entro gennaio 2023 per erogare l’indennità nella busta paga di febbraio.
INOLTRE CI SARANNO ULTERIORI RISORSE DA DESTINARE GIÀ DAL 2023 A LIVELLO AZIENDALE PER COGLIERE ASPETTI ORGANIZZATIVI SPECIFICI E PROFESSIONALITÀ CHE CONTRIBUISCONO AL SISTEMA DELL’EMERGENZA E URGENZA.
Nuovo contratto della sanità - Tutto quello che c'è da sapere
Firmato il 2 novembre in via definitiva il contratto delle lavoratrici e dei lavoratori della Sanità Pubblica relativo al triennio 2019-2021, dopo l’intesa raggiunta il 15 giugno scorso.
Tutti i materiali per comprendere al meglio il nuovo contratto. Dal testo integrale a una scheda sui punti principali, dagli arretrati con tabelle economiche agli elementi del nuovo contratto per infermieri, oss, ostetriche, tecnici sanitari e personale tecnico amministrativo.
In questo video Marco Blanzieri, di FP CGIL Emilia-Romagna, ci spiega le novità sugli arretrati del nuovo contratto della sanità.
Scarica e consulta tutti i documenti relativi al nuovo contratto della sanità
TESTO CONTRATTO
SCHEDA PUNTI PRINCIPALI (PDF)
SCHEDA ARRETRATI (PDF)
SCHEDA INFERMIERI (PDF)
SCHEDA OSS (PDF)
SCHEDA OSTETRICHE (PDF)
SCHEDA TECNICI SANITARI (PDF)
SCHEDA TECNICI AMMINISTRATIVI (PDF)
Seminari di aggiornamento online per OSS
Continuano le opportunità di aggiornamento professionale per le iscritte e gli iscritti alla FP CGIL.
Questa volta si tratta di un percorso dedicato ad OSS: 5 appuntamenti che trattano in un seminario, singolarmente, vari argomenti.
- primo soccorso
- movimentazione dei carichi
- contrastare la violenza in sanità, e non solo
- integrazione professionale tra infermiere e OSS
- alimentazione dell’anziano
Altri argomenti sono in fase di realizzazione e verranno proposti nei prossimi mesi.
Gli incontri sono realizzati via web con piattaforma ZOOM. La durata di ogni incontro è di 2 ore. Potrà essere rilasciato un attestato di partecipazione.
Possono partecipare, se interessate, anche figure professionali diverse dagli OSS.
Non si tratta di un corso ECM.
Il calendario:
- 26 ottobre: primo soccorso
- 9 novembre – ore 16.00/18.00: movimentazione dei carichi
- 23 novembre – ore 16.00/18.00: contrastare la violenza in sanità, e non solo
- 14 dicembre – ore 16.00/18.00: integrazione professionale tra infermiere e OSS
- 13 gennaio 2023 – ore 16.00/18.00: alimentazione dell’anziano
Come detto, si tratta di un’opportunità riservata ad iscritte ed iscritti.
Per partecipare scrivere a: oss@er.cgil.it
Sanità, se non la curi non ti cura! Il 29 ottobre la Manifestazione a Roma
Promossa da FpCgil-CislFp-UilFpl-Fials-Nursind, appuntamento in piazza del Popolo dalle ore 9.30
‘Sanità, se non la curi non ti cura!’.
È il titolo della manifestazione nazionale in programma a Roma sabato 29 ottobre in piazza del Popolo a partire dalle ore 9.30 delle lavoratrici e dei lavoratori che operano in sanità: nel pubblico, nel privato e nel terzo settore. Una manifestazione, promossa dai sindacati Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Fials e Nursind, per chiedere al nuovo governo un immediato e concreto impegno sulla sanità per garantire la tutela della salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività.
Una mobilitazione che ha al centro 8 rivendicazioni, 8 misure urgenti sulle quali intervenire:
1. Maggiori risorse per il fondo sanitario nazionale;
2. Lotta alle esternalizzazioni;
3. Superamento dei limiti di tetti di spesa per il personale;
4. Assunzioni e stabilizzazioni;
5. Adeguate risorse contrattuali;
6. Spazi per la contrattazione decentrata e la valorizzazione del personale;
7. Misure per l’integrazione fra pubblico e privato;
8. Integrazione fra sanitario e sociale.
Il programma della giornata prevede interventi di delegate e delegati, al termine dei quali parleranno i segretari generali di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Fials e Nursind, Serena Sorrentino, Maurizio Petriccioli, Michelangelo Librandi, Giuseppe Carbone e Andrea Bottega.
Mobilitazione nazionale a difesa del Servizio Sanitario Nazionale
Mobilitazione nazionale a partire da settembre su difesa, rilancio e riorganizzazione del Servizio sociosanitario nazionale. A promuoverla la Fp Cgil, come da Ordine del giorno approvato dal Comitato direttivo della categoria.
Una mobilitazione in continuità con l’impegno della Fp Cgil “a partire dalla prima ondata pandemica” e che ha visto la categoria “con coerenza e determinazione rivendicare negli ultimi anni assunzioni, risorse e un vero progetto di riforma”. Non solo, “una mobilitazione conseguenza delle scelte non prodotte fino ad ora dalle istituzioni e dal parlamento, ma che dovranno concretizzarsi in appositi decreti e nella legge di Bilancio”.
Al centro della mobilitazione di settembre, con la quale parlare a operatori, cittadini, istituzioni, parlamento e governo, tra le altre cose, “la stabilizzazione delle risorse Covid e l’implementazione del Fondo sanitario nazionale fino a coprire le spese necessarie all’indispensabile piano straordinario di assunzioni, anche in funzione dei processi di riorganizzazione del Servizio sociosanitario nazionale”, insieme al “superamento dei tetti di spesa per il personale previsti dal Decreto Calabria, così come sul salario accessorio”.
La Fp Cgil punta a un piano straordinario di assunzioni che passi attraverso “la deroga al numero chiuso dei percorsi di formazione universitaria per le professioni sanitarie per i prossimi cinque anni; l’assunzione di tutti i precari del Servizio sociosanitario nazionale, tutti i ruoli e profili, compresi quelli degli Ircss e degli Izs; il graduale superamento del regime di convenzione per i medici di medicina generale e gli specialisti ambulatoriali, dando la possibilità alle regioni di assumerne direttamente alle proprie dipendenze; il blocco di tutte le esternalizzazioni e l’attivazione di processi di reinternalizzazione”.
C’è poi la necessità per il sindacato di rilanciare “la contrattazione nei settori privati, per evitare il fenomeno del dumping contrattuale e l’intermediazione illecita di mano d’opera tramite il ricorso agli appalti di servizio, con lo sblocco dei contratti della sanità privata, delle Rsa, del sociosanitario e socioassistenziale in attesa di rinnovo”, insieme “all’adeguamento nelle basi d’asta della variazione dei costi derivanti dal rinnovo dei Ccnl da parte delle committenze pubbliche, prendendo a riferimento sempre i Ccnl non solo quelli sottoscritti dalle organizzazioni maggiormente rappresentative ma anche quelli che hanno il campo di applicazione più congruo”.
Per la Funzione Pubblica Cgil, inoltre, bisogna “rivedere gli schemi di accreditamento, di affidamento e concessione dei servizi pubblici per evitare che le risorse del Pnrr siano investimenti pubblici che produrrebbero come effetto, in assenza di una necessaria inversione di tendenza nella spesa corrente che deve aumentare per assumere più personale e rinnovare i Ccnl, una vasta opera di esternalizzazione; ridefinire a livello nazionale linee guida per gli standard qualitativi dei servizi accreditati dalle singole regioni (minutaggio di assistenza agli anziani, ai disabili, ai minori e per tutte le forme di fragilità) tale da restituire dignità alle persone e alle lavoratrici e lavoratori e da garantire armonizzazione sugli aspetti legati alla qualità e all’organizzazione del lavoro anche sotto il profilo del Ccnl applicati”.
Serve poi “un piano nazionale di interventi su Rsa pubbliche, Asp e altre strutture analoghe, il potenziamento dell’assistenza domiciliare, la valorizzazione dei professionisti impegnati nelle attività sanitarie e sociosanitarie territoriali e di comunità; una ridefinizione unitaria, omogenea sul territorio nazionale e senza inopportune fughe in avanti delle singole regioni, della figura dell’operatore socio sanitario; il riconoscimento per gli operatori dei settori sanitari e dell’assistenza del lavoro usurante ai fini dell’anticipo previdenziale e norme contrattuali che favoriscano ragionevoli accomodamenti nell’alternanza tra mansioni gravose e altre attività”.
Punti che impegnano quindi a una mobilitazione che la Fp Cgil auspica il più larga possibile, unitaria, che coinvolga lavoratrici e lavoratori della sanità e tutti coloro che hanno a cuore il Servizio Sociosanitario Nazionale: “Non c’è più tempo. La Cura e la Salute non possono non essere la priorità del nostro paese, soprattutto non bisogna perdere questa occasione di utilizzo di risorse ordinarie e straordinarie per ridare finalmente solidità ed efficacia al nostro Servizio sociosanitario nazionale e soprattutto diritti, salario, valorizzazione professionale agli operatori”, conclude.
Cura e salute devono essere la nostra priorità
Le parole del nostro Segretario Generale dell’Emilia-Romagna Mauro Puglia
La crisi di Governo che sta attraversando il nostro Paese, si scontra con una realtà quotidiana in cui è esplosa un’ emergenza sociale sempre più drammatica, con un aumento della povertà, della precarietà e della disuguaglianza sociale sempre maggiori.
Questa crisi mette in discussione l’ agenda sociale che la CGIL stava presentando, anche nei confronti delle forze politiche, e che riassumiamo per punti: crisi energetica, superamento della precarietà, strumenti fiscali per tutelare i salari e le pensioni dall’aumento dell’inflazione, salario minimo e legge sulla rappresentanza, rinnovo dei contratti, politiche industriali, scuola, sanità, una vera riforma fiscale, pensioni, politiche dell’abitare, vecchie e nuove povertà.
Guardando ai contenuti è evidente come la nostra categoria sia coinvolta.
Infatti, chiediamo da tempo un maggior impegno alla lotta alla precarietà (sia per quei lavoratori con contratti privati che svolgono funzioni pubbliche sia per i tanti precari della pubblica amministrazione) ed un piano straordinario di occupazione. Come dichiarato dalla nostra Segretaria Generale Serena Sorrentino “siamo in una situazione di allarme rosso: senza un piano straordinario per l’occupazione nel settore pubblico sono a rischio i servizi ai cittadini” ma, se per investire nella PA le risorse del PNRR sono un’occasione che deve essere sfruttata, è necessario aumentare anche le risorse nella spesa corrente.
Facciamo un esempio, non si può pensare di costruire nuovi ospedali (risorse da PNRR) se non assumi anche il personale per farlo funzionare (risorse da legge di bilancio). Quindi, rilanciare e riorganizzare il SSN per una sanità pubblica ed universale, ecco perché stiamo portando avanti una “vertenza sanità” nella nostra regione, con manifestazioni e proteste in tutti i territori e proclamazione di stato di agitazione in diverse realtà, che ha avuto un punto di sintesi nel presidio tenutosi davanti al palazzo della Regione a Bologna il 13 giugno u.s.
Non solo, nell’ultimo Comitato Direttivo FP CGIL è stato approvato un ordine del giorno che ben spiega l’urgenza di intervenire sulla cura e sulla salute. In conclusione, queste sono le priorità da affrontare in Italia: occupazione e salute, esigenze primarie per noi imprescindibili e per tali ragioni in autunno, in attesa della prossima legge di bilancio, è prevista una mobilitazione generale.
Ausl Imola, grave criticità di organico
Cgil Imola, Funzione Pubblica e Spi Cgil Imola hanno inviato una lettera alla Direzione dell’Ausl di Imola, al sindaco Marco Panieri e all’assessore regionale Raffaele Donini per chiedere azioni urgenti a fronte di una situazione non più sostenibile.
Manca il personale e questo ricade sui carichi di lavoro del personale dell’Azienda sanitaria e sul servizio ai cittadini e sul continuo allungamento dei tempi di attesa.
Di seguito il testo della Lettera dal sito della CGIL Imola.
La scrivente Organizzazione Sindacale è costretta di nuovo a denunciare una grave situazione di criticità di personale, anche in riferimento all’aumento dei contagi covid degli utenti e degli operatori.
Stiamo ricevendo innumerevoli segnalazioni da parte dei lavoratori per l’aumento dei carichi di lavoro, modifiche continue sui turni e, in particolare nei reparti, l’istituzione di turni dove non vengono garantite le 11 ore di riposo giornaliere, operatori che vengono richiamati in servizio nonostante non sia attivo l’istituto della reperibilità, continue richieste di salti di riposo e richieste di doppi turni che incidono con un aumento importante dello straordinario.
Tutto questo ricade sulla qualità dei servizi e sul continuo allungamento dei tempi di attesa, creando disagio ai cittadini che in questi due anni di pandemia si sono visti allungare i tempi per gli interventi e per le visite specialistiche. Come richiesto anche in sede di Conferenza Sociale Sanitaria Metropolitana, le aziende sanitarie e nello specifico l’Ausl di Imola hanno necessità di implementare l’organico per ridurre i tempi di attesa degli utenti e allo stesso tempo garantire il diritto al riposo e alle ferie estive. Non ci basta quanto scaturito dall’incontro in CTSSM che, per prendere tempo, vuole attivare incontri per definire settore per settore dove manca il personale.
Le Ausl sanno molto bene quanto personale manca e se non lo sanno possono ascoltare le Organizzazioni Sindacali che ogni giorno ricevono segnalazioni di aiuto dagli operatori e dai cittadini del territorio.
Non c’è più tempo: è necessario un piano di assunzioni ben definito e in tempi velocissimi.
In Azienda sono disponibili delle graduatorie attive di OSS e infermieri dalle quali si poteva attingere già da tempo proprio in previsione del periodo di ferie estive e delle malattie da covid del personale sanitario. Chiediamo perciò che venga preso con urgenza ogni provvedimento per la salvaguardia psicofisica del personale e degli istituti contrattuali, per non mettere a rischio la sicurezza dei lavoratori e di tutti i cittadini che si rivolgono a questa Azienda per ricevere cure.
Chiediamo uno sforzo e un impegno concreto ed urgente da parte delle istituzioni, dal Sindaco di Imola con delega alla Sanità, all’Assessore alle politiche per la salute Raffaele Donini, perché crediamo nella Sanità pubblica come unico strumento di garanzia della tutela della salute, una Sanità Pubblica che deve essere efficiente ed efficace ma non a discapito di chi ogni giorno ha messo a disposizione la propria professionalità con sacrificio continuo per garantire l’assistenza ai pazienti.
Anche in data 13 giugno durante il presidio indetto dalla Fp Cgil Emilia Romagna abbiamo evidenziato il bisogno di assumere personale in relazione alle carenze presenti nei reparti e nei servizi di questa Azienda.
Le assunzioni fatte fino ad oggi risultano insufficienti per garantire l’assistenza sanitaria.
I lavoratori, le lavoratrici della sanità e i cittadini non si meritano tutto questo!
Se non avremo risposte in tempi brevi a queste nostre richieste, avvieremo percorsi di mobilitazione.