Gestione Critica del Personale in Ausl Imola: Una Coperta Corta Durante le Festività
Le festività sono alle porte, ma per l’Azienda Unità Sanitaria Locale (Ausl) di Imola, le criticità di organico sembrano essere un ospite indesiderato che ritorna ciclicamente. In un periodo segnato non solo dalle celebrazioni, ma anche da un picco di influenze, emergono le sfide che il personale dell’Ausl Imola sta affrontando con determinazione.
Coperta Corta e Ritardi Organici
Il problema fondamentale è la nota “coperta corta,” che comporta ritardi sistematici rispetto alle dotazioni organiche necessarie. La Medicina A e B attualmente si trova in una situazione critica a causa di una forte defezione di personale, richiedendo il supporto di altri reparti per far fronte alle esigenze emergenti. Tuttavia, questa soluzione crea a sua volta difficoltà nei reparti di provenienza, con lunghe e stressanti pause nei turni di riposo.
Sfide Durante le Festività
Il periodo festivo invernale, noto per le sue criticità, vede la maggior parte dei reparti di degenza senza ferie programmate, garantendo solo qualche giorno di recupero e festività. Questo approccio si scontra con la necessità di garantire un equo riposo compensativo, evidenziando disuguaglianze nella gestione delle festività godute. Nel reparto di ortopedia, in particolare, persistono situazioni problematiche riguardanti l’organizzazione delle presenze e delle ferie.
Situazioni Critiche e Fantasiose Organizzazioni
Sorge l’interrogativo sulle assunzioni di personale infermieristico previste dal mese di gennaio in poi e su come il personale attuale sarà gestito fino ad allora. La criticità si accentua con l’apertura del Centro di Assistenza Urgenza (Cau), destinato a utilizzare personale già assegnato ad altri servizi. Questo pone una sfida: come garantire un potenziamento dei servizi senza un parallelo potenziamento del personale disponibile?
Prospettive Future
Il Cau dovrebbe rappresentare un’opportunità supplementare per i cittadini, ma deve essere gestito senza compromettere ulteriormente gli altri reparti ospedalieri. La crescita dei servizi deve essere accompagnata da un investimento nella risorsa più preziosa: il personale. Solo così sarà possibile garantire un’assistenza di qualità, mantenendo un equilibrio tra le esigenze emergenti e la gestione oculata delle risorse umane.
Nuovo Contratto Dirigenza Funzioni locali/Sanità: Incrementi Salariali e Miglioramenti
Nel corso di oggi, abbiamo ufficialmente sottoscritto l’ipotesi di accordo con l’Aran del CCNL, che coinvolge 13.280 dirigenti tra EE.LL., PTA e Segretari. Questo accordo rappresenta un passo significativo verso miglioramenti salariali e diritti ampliati per diverse categorie professionali.
Incrementi Salariali Dettagliati
- Dirigenti F.L.: Incremento tabellare di €135,00; incremento posizioni organizzative e di risultato di €174,00.
- Dirigenti PTA: Incremento tabellare di €135,00; incremento della posizione organizzativa di €108,00.
- Segretari: Incremento tabellare di €135,00; posizione e risultato aumentati di €104,00.
Struttura del Contratto e Novità Importanti
Il contratto è diviso in una parte normativa comune e 3 sezioni specifiche. Vi sono miglioramenti significativi nelle relazioni sindacali, inclusi:
- Ampliamento delle materie oggetto di informativa e confronto.
- Istituzione dell’OPI, anche con un numero ridotto di personale.
- Tempistica certa per la contrattazione integrativa.
Tutele e Diritti Ampliati
Il Contratto offre maggiori tutele e diritti, tra cui:
- Miglioramenti nel periodo di prova.
- Norme favorevoli al lavoro agile.
- Maggiori diritti per il patrocinio legale e l’assicurazione.
Focus su Categorie Specifiche
Il Contratto si occupa anche di questioni specifiche, come:
- Protezioni per le donne vittime di violenza.
- Supporto per gravi patologie richiedenti terapie salvavita.
Ripartizione delle Risorse Economiche
Nonostante i limiti di bilancio e la normativa vigente, si prevede una migliore ripartizione delle risorse economiche. Questo include l’adeguamento dei Fondi per le retribuzioni di posizione e di risultato, l’indennità di reggenza e di supplenza, nonché retribuzioni aggiuntive per convenzioni di segreteria e incarichi ad interim.
Misure di Welfare Integrativo
Il nuovo Contratto introduce una regolamentazione più ampia, espandendo le misure di welfare integrativo a favore del personale.
Questo accordo rappresenta un passo avanti significativo nelle condizioni lavorative e nei diritti dei dipendenti, chiudendo il ciclo dei contratti del triennio 2019-2021. Ciò ci permetterà di iniziare con celerità la nuova stagione contrattuale, continuando il percorso di miglioramento già avviato.
Infermieri in fuga da ospedali del Nord, decine di dimissioni
Fuga degli infermieri dagli ospedali del Nord. Molti vanno all’estero o nel Sud Italia. Gli stipendi non sono sufficienti a sostenere il costo della vita.
Intervista a Giancarlo Go, Coordinatore nazionale infermieri Fp Cgil, a Rai GR1.
🎙 Ascolta dal minuto 2.50: https://www.raiplaysound.it/audio/2023/09/GR-1-ore-2200-del-04092023-68f751f4-a4de-480a-b4e7-00e0157170fd.html
Rete emergenza e medicina territoriale di prossimità: senza persone e risorse rischiamo arretramento del nostro Sistema Sanitario Regionale.
Scatole vuote, questo è quello che rischiano di essere le nuove progettualità della Regione se non si assumono le lavoratrici ed i lavoratori necessari a farle funzionare e se non vi è un progetto complessivo del riordino del sistema sanitario regionale condiviso con chi tutti i giorni è al servizio dei cittadini.
Abbiamo appena terminato, infatti, un confronto sul riordino della rete emergenza che ci ha visti esprimere alcune perplessità sui centri di assistenza in urgenza, quelli che vengono denominati CAU e sulla possibilità che le persone non possano presentarsi in un pronto soccorso spontaneamente (questione che attualmente non si pone e che farebbe parte della seconda fase del progetto).
Ma a prescindere dalle questioni tecniche il nodo resta quello del personale e i numeri fanno impressione, meno mille in un anno, questa è stata la cura dimagrante che la Regione ha imposto alle Aziende e che è stata realizzata nel 2022 e che tutt’ora continua. Quello che a noi appare incoerente, e sul quale chiediamo una inversione di tendenza, è lo sviluppo di questo progetto e del riordino degli assetti territoriali della medicina di prossimità in questo contesto di riduzione del personale che tanto appare come una operazione “recupero costi”.
Nella riorganizzazione della rete di emergenza urgenza, inoltre, si chiedono maggiori professionalità e competenze ai professionisti della sanità, alle quali corrispondono maggiori responsabilità, ma a questo ad oggi non corrisponde alcuna valorizzazione economica. Il risultato è che a sempre meno personale viene chiesto di fare di più, di fare anche per chi non c’è, e di fare anche per progetti sperimentali per cui le competenze devono essere specifiche.
Si pensi anche alla riorganizzazione dell’assistenza territoriale, solo ad esempio, all’infermiere di comunità che deve essere parametrato ad uno standard di uno ogni 3000 abitanti e che, dati alla mano, prevedrebbe una implementazione delle dotazioni organiche che complessivamente supererebbe le mille unità. Quello che chiediamo è quindi molto chiaro: escludere le nuove progettualità dalla riduzione del turn over per procedere alla loro messa in opera sui territori e valorizzare i professionisti del SSR a cui tanto si sta chiedendo.
Se il tentativo sarà quello di sostituire, cioè di cambiare nome agli assetti e ai profili per far tornare i conti allora si sappia che la mobilitazione di FP CGIL, CISL FP e UIL FPL sarà intensificata a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori della sanità e dei cittadini.
No al taglio dei pasti all'AUSL di Reggio Emilia
Funzione Pubblica Cgil, insieme a Cisl e Uil, ha organizzato una raccolta di firme a Guastalla e Correggio per protestare contro il nuovo servizio mensa dell’Azienda Usl, specialmente nei distretti della Bassa che non dispongono di una mensa interna ospedaliera. Durante l’iniziativa, è stato consegnato a ogni dipendente un pacchetto di crackers, in modo ironico, come compensazione per il servizio mensa scadente fornito a seguito dell’appalto.
Non si fermano qui le azioni intraprese, poiché sono pronte iniziative legali da mettere in campo. La qualità del cibo discutibile, i locali inadeguati e i prezzi troppo alti sono solo alcune delle criticità evidenziate. In particolare, la convenzione costringe i lavoratori dei distretti di Guastalla e Correggio a pagare di tasca propria per poter usufruire di un pasto decente, poiché non hanno a disposizione una mensa interna ospedaliera.
Funzione Pubblica Cgil è pronta a difendere fermamente gli interessi dei lavoratori e a lottare per un servizio mensa dignitoso e adeguato. Siamo dalla vostra parte!
24 giugno - Manifestazione nazionale per la difesa della Sanità Pubblica
La CGIL, insieme a un’ampia rete di associazioni laiche e cattoliche, ha organizzato e portato avanti con grande successo una manifestazione nazionale a Roma il 24 giugno. Migliaia di lavoratori, cittadini e attivisti si sono uniti in questa straordinaria dimostrazione di forza e solidarietà per difendere il diritto alla salute delle persone e nei luoghi di lavoro e per promuovere il rilancio del Servizio Sanitario Nazionale, pubblico e universale.
Siamo stati entusiasti di vedere una così ampia partecipazione e di ricevere il supporto di così tante persone, tutte unite dalla consapevolezza che la salute è un diritto fondamentale per ogni individuo e per l’intera comunità. Abbiamo preso posizione per proteggere e rafforzare il nostro Servizio Sanitario Nazionale, che rappresenta uno dei pilastri fondamentali della nostra società e del nostro benessere collettivo.
Nella splendida cornice di Piazza della Repubblica, alle ore 10 del mattino, ci siamo radunati per dare voce a questa importante causa. Il corteo si è poi mosso verso Piazza del Popolo, dove abbiamo ascoltato interventi appassionati e motivanti dal palco, inclusa la conclusione del discorso del segretario generale della CGIL, Maurizio Landini.
Abbiamo sollevato diverse questioni cruciali che riguardano la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. È inaccettabile che ancora oggi vi siano così tante vittime di infortuni e malattie professionali, e siamo determinati a porre fine a questa situazione.
La nostra lotta si è concentrata su dieci priorità chiave, che necessitano di un intervento urgente da parte delle istituzioni. Abbiamo chiesto una campagna di controlli straordinaria per assicurarci che tutte le aziende rispettino le norme di sicurezza e di legalità, e abbiamo sottolineato l’importanza di investire in personale specializzato per monitorare e prevenire tali situazioni.
Abbiamo richiesto di non concedere finanziamenti alle imprese che non rispettano i diritti dei lavoratori e le norme di salute e sicurezza sul lavoro. Inoltre, abbiamo proposto l’istituzione di una patente a punti per l’accesso alle gare di appalto pubbliche, in modo da garantire che solo le aziende che rispettano tali norme possano partecipare.
Abbiamo evidenziato la necessità di investire maggiormente nella ricerca sull’incidenza degli infortuni e delle malattie professionali, per poter adottare misure sempre più efficaci nella loro prevenzione.
Riteniamo che l’educazione sia uno strumento cruciale per la prevenzione, per questo abbiamo proposto di introdurre l’insegnamento della sicurezza sul lavoro fin dai primi cicli scolastici.
La formazione e l’addestramento dei lavoratori sono diritti fondamentali che devono essere garantiti da leggi e normative adeguate. Per questo, abbiamo chiesto che venga assicurato il rispetto di tali diritti e che i datori di lavoro siano obbligati a fornire la formazione necessaria ai propri dipendenti.
Abbiamo sottolineato l’importanza di modificare le norme sugli appalti pubblici per garantire che le risorse necessarie per la salute e la sicurezza siano allocate in modo adeguato.
Infine, abbiamo chiesto di garantire l’autonomia e il ruolo centrale del medico competente nella salvaguardia della salute dei lavoratori.
Questa manifestazione è stata un momento di grande importanza per la CGIL e per tutti coloro che credono nel diritto alla salute e alla sicurezza sul lavoro. Siamo orgogliosi di aver promosso una mobilitazione così significativa e determinata, e continueremo a lottare per garantire un futuro migliore per i lavoratori e per l’intera società italiana.
All'AUSL di Reggio Emilia oltre 7.500 lavoratori rischiano di non aver garantito il pasto
Sono oltre 1.200 dipendenti Ausl di Correggio e Guastalla che dal 1 giugno non hanno la sicurezza di poter accedere alla mensa. Oltre ai circa 6.000 che nei festivi rischiano di dover pagare come oro un semplice panino o un trancio di pizza. E’ il risultato dell’applicazione della nuova convenzione aziendale per il servizio sostitutivo della mensa voluta dalla direzione dell’Ausl”. Così Gaetano Merlino, Fp Cgil, Alberto Ansaloni, Cisl Fp e Franco Danese, Uil Fpl in una nota.
Il problema riguarda in particolare i distretti di Guastalla – dove lavorano circa 720 dipendenti tra infermieri, operatori socio-sanitari, amministrativi, tecnici sanitari e medici – e Correggio, a cui sono assegnati oltre 500 operatori.
“Questi sono gli unici due ospedali della provincia – spiegano i sindacalisti – che non hanno una mensa interna. Se fino al 31 maggio avevano un locale dove, a prezzo convenzionato, tutti potevano consumare un pasto completo al termine del turno di lavoro, oggi questa possibilità non c’è più. Per quanto riguarda Guastalla e Correggio i locali che secondo la direzione dovrebbero poter servire un pasto completo, incluso nel valore del buono pasto, per oltre 1.200 persone sono tre bar e un pub. Numeri con tutta evidenza insufficienti”.
Numerose invece le possibilità di accesso a locali che offrono il pasto a valore, ossia al prezzo standard proposto dagli esercizi. “In questo caso – spiegano i dirigenti sindacali – è evidente che con 7 euro non si mangia. Si obbliga così il dipendente a dover pagare di tasca sua, incidendo ancora di più su stipendi che già sono inadeguati”.
Questo, infatti, è il problema che invece riguarda tutto il resto dell’Azienda, a partire dal Santa Maria ma che interessa anche gli altri distretti: Montecchio, Scandiano, Castelnovo Monti e tutti i servizi territoriali. Nell’ospedale del capoluogo tra l’altro è stata cancellata la convenzione con i bar interni alle strutture ospedaliere, che hanno prezzi importanti per pietanze come panini o insalatone, che arrivano a sfiorare i 7 euro ciascuno, ossia il valore dell’intero buono pasto.
In più l’azienda da maggio ha scelto di eliminare il servizio di take-away dalle mense aziendali che, nato nel periodo pandemico, era apprezzatissimo da tutti i dipendenti e dava una risposta anche rispetto alla conciliazione dei tempi di lavoro e vita privata.
“Il 15 giugno abbiamo incontrato l’azienda chiedendo una soluzione tempestiva per i colleghi di Correggio e Guastalla, dal riaprire i vecchi appalti mensa fino alla riattivazione del servizio da asporto, o la possibilità di usare i buoni ad esempio nei supermercati o in tutte le fasce orarie. – concludono Merlino, Ansaloni e Danese – Le risposte sono state negative o vaghe rispetto ai tempi di risoluzione. Per questo nei prossimi giorni si svolgeranno degli incontri con i lavoratori di tutta l’Azienda, a partire dagli ospedali di Correggio e Guastalla, per valutare le iniziative del caso”.
All'ospedale Santa Maria della Scaletta di Imola troppe situazioni critiche
Nonostante l’Ausl di Imola abbia comunicato recentemente diversi risultati positivi, in termini di qualità dei servizi, di vari reparti dell’Ospedale Santa Maria della Scaletta, la FP CGIL di Imola ribadisce che questi risultati non cancellano “le annose criticità di personale ancora presenti in diverse unità operative, che si traducono in un peggioramento delle condizioni di lavoro a causa dell’incremento di ore straordinarie e in reperibilità, richieste di doppi turni, salti di riposo e, in alcuni casi, non garanzia delle 11 ore di riposo tra un turno e l’altro“. Su questi temi, insiste la FP, “continuano infatti giornalmente le segnalazioni, che riguardano un numero di organici di sostituzione non idonei a coprire le assenze, la mancanza di un numero adeguato di Oss, in particolare nelle fasce notturne nei reparti di degenza, e l’incremento esponenziale dei carichi di lavoro”. Una situazione che “è frutto anche del ‘piano di rientro’ che la Regione ha chiesto alle Ausl sul fronte del personale dopo le assunzioni straordinarie Covid, con l’input di tornare ai numeri del 2019”. Allo stesso tempo, si legge però in una nota congiunta, “ci aspettiamo che l’Ausl evidenzi le criticità e discuta con i sindacati soluzioni condivise, anziché minimizzare e far ricadere le conseguenze sui lavoratori”.
Programmazione estiva
Tra le criticità che si riscontrano, la FP CGIL segnala, ad esempio, che “la programmazione dell’attività estiva del blocco operatorio che ci è stata presentata prevede circa 30 sedute di sala operatoria in più rispetto all’anno precedente, in un contesto in cui permane la criticità del superamento delle reperibilità mensili del personale infermieristico, di gran lunga superiore alle sette previste contrattualmente”. Vengono poi “le perplessità sulla rimodulazione prevista per luglio e agosto del servizio Residenza trattamento intensivo, che garantisce l’appropriatezza dell’intervento per pazienti in condizioni di scompenso psicopatologico acuto o subacuto. I 10 posti letto “saranno chiusi e trasferiti alla clinica per la salute mentale di Villa Azzurra di Riolo Terme”, con le motivazioni di voler “garantire le ferie estive del personale e dell’impossibilità di formare il personale in tempi brevi”. Motivazioni che però “si contrappongono alla discussione fatta sui tavoli sindacali degli ultimi anni per trovare una soluzione organizzativa appropriata”.
Altro problema è dato dal fatto che “le lavoratrici e i lavoratori di quel reparto non sanno ancora dove la Direzione infermieristica intende ricollocarli durante l’estate“, e nel Piano delle riduzioni estive “non si evince nessuna variazione in capo al servizio immuno-trasfusionale”, per il quale “ad oggi sono stati reclutati quattro tecnici di laboratorio, di cui tre da pochi mesi e per questo non formati alla possibilità di gestire sacche di sangue in autonomia ed in reperibilità, su un totale di otto tecnici”. Di conseguenza, tirano le somme le sigle confederali, “durante il turno notturno e nei festivi sarà il personale dei reparti a gestire il supporto trasfusionale dei pazienti, con ulteriore carico di lavoro e di responsabilità”.
Sanità modenese: si aggrava la carenza di personale
La situazione della sanità modenese è sempre più problematica in riferimento al personale: ritmi di lavoro insostenibili e abbassamento della qualità dei servizi. Questi gli effetti che sta producendo la carenza di personale dovuta al blocco del turn over e al mancato scorrimento delle graduatorie per il personale sanitario nell’Ausl di Modena.
Solo poche decine di assunzioni nelle ultime settimane per il personale infermieristico attraverso lo scorrimento delle graduatorie e un prevalente ricorso alle agenzie di somministrazione, scelta poco lungimirante che non va a sanare la strutturale carenza di personale e non rende giustizia a chi ha sostenuto e vinto un concorso pubblico.
“Una situazione ormai insostenibile per la tenuta dei servizi – dichiara Giulia Casamassima responsabile Sanità Fp Cgil Modena – Negli ultimi mesi abbiamo denunciato più volte con le mobilitazioni provinciali e regionali del 3 e 7 marzo e del 6 maggio un problema relativo agli organici e alla tenuta dei servizi. Adesso, con la programmazione delle ferie estive, la situazione diventa ancora più grave. Inoltre siamo ancora in alto mare con le stabilizzazione dei precari covid.”
“Il definanziamento del Fondo Sanitario, l’inflazione e il caro energia, insieme alle promesse mancate del Governo sul ripianamento delle maggiori spese sostenute dalle regioni per il covid, diventano un mix micidiale per la tenuta dei servizi sanitari – aggiunge Valerio Coviello della Fp Cgil di Modena – La soluzione dei tagli lineari alla spesa per il personale della sanità non è accettabile, l’obiettivo di riportare le dotazioni organiche ai livelli pre-covid senza tenere conto di come è aumentata la richiesta di accesso alle cure e la complessità assistenziale, è una scelta miope che mette a serio rischio il sistema. Dopo decenni di tagli alla sanità questo significherebbe ancora far ricadere sugli operatori e sui cittadini la scelta di continuare a fare sempre di più con sempre meno persone. Gli <eroi> sono ormai da tempo dimenticati, tutto continua a gravare sulle spalle dei lavoratori e le difficoltà organizzative non vedono soluzioni nel breve termine. Per tutte queste ragioni la Cgil si mobiliterà con una manifestazione nazionale il prossimo 24 giugno.”
“Se vogliamo mantenere un servizio sanitario di qualità per la nostra cittadinanza – affermano i sindacalisti della Cgil – non possiamo permetterci che nessuna delle graduatorie in essere venga archiviata senza il suo completo scorrimento. Ad oggi sono centinaia i lavoratori che attendono la chiamata per l’assunzione. L’Ausl di Modena ha fortemente bisogno, oltre che di medici, di tutte le figure sanitarie e tecno-amministrative: infermieri, Oss, tecnici, autisti soccorritori, fisioterapisti, logopedisti, terapisti occupazionali, assistenti sanitari, psicologi e personale amministrativo.”
“Ogni giorno riceviamo dagli ospedali e dai distretti decine di segnalazioni sul personale assente non sostituito – dichiara Giulia Casamassima – di grandi difficoltà nel portare avanti l’attività programmata e sull’ormai consueta impossibilità ad accedere ad istituti contrattuali come ferie, al di fuori dei periodi estivi e permessi. E’ all’ordine del giorno saltare i riposi ed è un lontano miraggio per i lavoratori conciliare tempi di vita e tempi di lavoro.”
La Fp Cgil Sanità è fortemente preoccupata per come il protrarsi di politiche di austerità sulle dotazioni di personale possa conciliarsi con la riorganizzazione dei servizi sanitari territoriali, conservando la forte vocazione pubblica della sanità modenese. Tale riorganizzazione inoltre porterebbe in sé l’occasione e l’opportunità di mettere a valore titoli e competenze degli operatori sanitari dell’Azienda Usl di Modena, apportando valore aggiunto ai servizi per la cittadinanza, ma è ancora inspiegabilmente ferma anche la graduatoria dei “Dirigenti delle Professioni Sanitarie Infermieristiche, Tecniche, della Riabilitazione, della Prevenzione e della Professione Ostetrica.
Chiediamo all’azienda l’immediato scorrimento delle graduatorie per dare nuova linfa e un servizio all’altezza per tutti i cittadini del territorio”.
DL Bollette: Grave stop alla stabilizzazione dei ricercatori sanitari
Annunciato lo stato di agitazione, parte messa in mora per riconoscimento del dovuto