Trattativa rinnovo CCNL Sanità. A che punto siamo?

Nell’incontro del 29 luglio, tenutosi in modalità da remoto, l’Aran ha presentato una nuova versione della parte normativa del contratto. Questa versione include ipotesi di modifica su vari temi cruciali come gli incarichi, l’orario di lavoro, le pause, le prestazioni aggiuntive, lo smaltimento delle ferie pregresse, la formazione, l’age management, il patrocinio legale e il welfare aziendale.

Critiche alle Proposte di Aran

Le modifiche proposte, insieme alla conferma di quelle già avanzate in precedenza, ci trovano molto insoddisfatti. Le risorse disponibili sono ritenute insufficienti e ciò pesa come un macigno sull’intero negoziato.

Modifiche Proposte

  • Incarichi: Incremento del valore massimo dell’incarico di base da 1.300 a 1.400 euro, ritenuto insufficiente da Fp Cgil, che chiede almeno 3.000 euro, con un aumento a 5.000 euro per gli incarichi di complessità intermedia.
  • Pronta Disponibilità: Nessun aumento per l’indennità oraria collegata alla pronta disponibilità, ma aumento dei turni mensili da sette a dieci, mantenendo una media di sette nel quadrimestre.
  • Prestazioni Aggiuntive: Utilizzo delle prestazioni aggiuntive per fronteggiare carenze di organico e raggiungere obiettivi ulteriori, il che può portare a un incremento surrettizio dell’orario di lavoro senza sbloccare le assunzioni o aumentare adeguatamente gli stipendi.
  • Ferie Pregresse: Assegnazione alle aziende della possibilità di predisporre piani di smaltimento con il dipendente, lasciando il singolo a gestire le richieste del dirigente.
  • Age Management: Introduzione di misure di age management, ma il testo proposto è considerato vuoto, con solo generiche dichiarazioni di principio.

Posizione di Fp Cgil

Abbiamo espresso contrarietà a questa impostazione, richiamando le proposte contenute nella piattaforma unitaria. Abbiamo ribadito che, senza un cambio di impostazione da parte dei datori di lavoro e senza ulteriori risorse, il negoziato non potrà concludersi positivamente. Questa posizione è stata condivisa dalla maggioranza delle organizzazioni sindacali al tavolo delle trattative.

Prossimi Passi

La trattativa è stata aggiornata a settembre, in data da definirsi. Continueremo a tenere aggiornati i nostri iscritti e sostenitori.


È necessaria una revisione della Clausola "Obbligo Permanenza" di 5 Anni nelle Aziende Sanitarie dell'Area Metropolitana di Bologna

La Fp Cgil Bologna e Fp Cgil Imola hanno formalmente richiesto una revisione della clausola di “obbligo permanenza” di 5 anni alle dipendenze dell’Amministrazione di prima assunzione, prevista nel regolamento del bando di concorso per l’Area Metropolitana di Bologna. Questa clausola, derivante dall’art. 35 del Dlgs n. 165/2001, limita significativamente la mobilità del personale sanitario, creando diverse problematiche. Ecco una panoramica dei punti salienti della richiesta di revisione.

Ingiustizia della Clausola

Le organizzazioni sindacali ritengono ingiusto negare la mobilità, soprattutto quella di interscambio, poiché limita le possibilità degli operatori sanitari di conciliare esigenze personali e professionali. Questo vincolo impedisce l’acquisizione di nuove risorse lavorative desiderose di entrare a far parte delle strutture sanitarie dell’area metropolitana di Bologna.

Impatto sulla Decisione dei Professionisti

La presenza del vincolo di 5 anni disincentiva i professionisti a scegliere le aziende sanitarie pubbliche dell’area metropolitana di Bologna, influenzando negativamente la loro decisione di accettare un posto di lavoro. Questo porta a una minore attrattività delle aziende, con conseguenti difficoltà nel reperimento del personale necessario per garantire il turnover e l’assistenza sanitaria.

Problemi con la Mobilità per Interscambio

La mobilità per interscambio, che prevede lo scambio di azienda tra due dipendenti senza danni per le amministrazioni, viene sistematicamente rifiutata senza alcuna valutazione preventiva. Questo comportamento provoca un impoverimento delle risorse umane e delle competenze nelle aziende sanitarie, poiché molti professionisti scelgono di dimettersi volontariamente se non ottengono l’interscambio desiderato.

Disparità di Trattamento

Un ulteriore punto critico è rappresentato dal fatto che altre aziende pubbliche, basandosi sul parere Aran N.0103321/2022 del 24/03/2022, non applicano questo vincolo. Ciò crea una disparità di trattamento e diritto per il personale del servizio unico metropolitano.

Richiesta di Revisione

Le organizzazioni sindacali sottolineano la necessità di una riflessione da parte delle direzioni aziendali, poiché le rigidità attuali hanno portato solo danni ai reparti e ai servizi. In caso di mancata revisione della clausola, le organizzazioni sindacali si riservano di intraprendere tutte le azioni necessarie a ogni livello di discussione.


Firmato l'accordo integrativo con la AUSL e AOU di Parma!

Prosegue l’impegno della FP CGIL assunto con le lavoratrici e lavoratori dell’Ausl e della A.O.U. Di Parma sull’attribuzione dei Differenziali Economici di Professionalità (ex fasce).

Nel merito dell’accordo:

  • raddoppiata la quota passando da 400 mila euro a 800 mila euro;
  • impegno a continuare con i DEP nel 2025;
  • impegno nel passaggio tra le aree (progressioni verticali);
  • impegno nel riconoscimento degli incarichi nell’area degli operatori e assistenti;
  • confermata la quota economica di produttività per il 2024;
  • applicazione accordo regionale in merito al pagamento della quota in aggiuntiva a 50 euro a partire dal 1 Maggio 2024, come da richiesta della FP CGIL;
  • per Ausl aumento della quota economica dell’accordo emergenza estiva;
  • per A.O.U. aumento della quota economica sulle assenze improvvise.

Ci riteniamo soddisfatti del risultato raggiunto, ottenuto con un grande lavoro di coerenza e responsabilità iniziato nel 2023, con la sottoscrizione del contratto decentrato 2023-2025, quando qualcuno non ha avuto abbastanza coraggio per crederci. Continueremo nel 2025 per mantenere l’impegno di poter riconoscere una progressione a tutti gli aventi diritto con l’impegno e la coerenza, che ci ha sempre contraddistinto.


Verso lo sciopero della sanità privata del 23 settembre!

Stiamo conducendo una serie di azioni di mobilitazione in tutta la regione Emilia-Romagna per difendere i diritti dei lavoratori della sanità privata. Questi sforzi sono volti a richiamare l’attenzione pubblica e politica sulla necessità urgente di rinnovare il contratto collettivo, scaduto da anni, per i professionisti che operano in strutture sanitarie private accreditate.

Protesta nella Provincia di Rimini

Nella provincia di Rimini, le bandiere dei sindacati sono state affisse all’esterno di tutte le strutture che applicano il contratto della sanità privata Aiop. Questo gesto simbolico vuole sottolineare la precarietà di centinaia di lavoratori il cui contratto è fermo da anni. La sanità privata accreditata vive quasi esclusivamente di fondi pubblici, e non è più accettabile continuare a fare accordi sulla pelle dei professionisti. È compito delle regioni e delle associazioni trovare il finanziamento necessario, ma è fondamentale che si arrivi alla sottoscrizione del nuovo contratto il prima possibile. Se la sanità privata deve continuare a far parte del perimetro pubblico, non è concepibile avere professionisti di serie A ed altri di serie B.

Manifestazioni a Bologna

A Bologna, abbiamo manifestato per il mancato rinnovo del contratto della sanità privata, fermo dal 2018. Presidi sono stati organizzati in tutta la città. Un presidio significativo si è tenuto davanti a Villa Torri, dove le lavoratrici e i lavoratori hanno chiesto con forza il rinnovo del contratto collettivo. La mancata apertura di un tavolo di contrattazione con Aiop e Aris ha portato i sindacati a uno stato di agitazione permanente, con oltre 200.000 lavoratori a livello nazionale a rischio.

Presidio a Reggio Emilia

A Reggio Emilia, abbiamo organizzato un presidio davanti al Centro Medico Lazzaro Spallanzani. La richiesta principale è un adeguamento economico di 200 euro per equiparare i lavoratori della sanità privata ai dipendenti pubblici. Il presidio ha coinvolto cinquecento professionisti, tra infermieri, tecnici sanitari e operatori socio sanitari, impiegati presso strutture private accreditate come Villa Verde, Villa Salus, Millefiori a Novellara e Hospice Madonna dell’Uliveto di Albinea. Questi professionisti chiedono maggiori diritti e un adeguamento salariale, lavorando per aziende che generano utili.

Gravi condizioni alla Casa di cura Salus di Ferrara

A Ferrara non si può dire che il contesto sia migliore e la FP CGIL Ferrara denuncia le gravi condizioni lavorative degli operatori sanitari presso la Casa di Cura Salus srl. Una situazione insostenibile e per la quale non si è riusciti ad arrivare alla conciliazione dopo l’incontro in Prefettura dello scorso 24 giugno.

Ci sono poi problemi che proseguono come i “continui mancati versamenti delle quote del Tfr verso i fondi pensionistici ma anche all’atto delle dimissioni. Un comportamento che non solo viola i diritti contrattuali dei lavoratori, ma che dimostra una totale mancanza di rispetto nei confronti degli operatori che, dopo anni di servizio, si vedono negati i loro legittimi compensi.

Davanti a Salus e anche a Qusisana da diverso tempo sono posizionate le bandiere delle organizzazioni sindacali, un gesto simbolico per attirare l’attenzione su migliaia di lavoratrici e lavoratori che fanno lo stesso identico lavoro dei colleghi della sanità pubblica.

Conclusione

La mobilitazione della FP CGIL, insieme a CISL FP e UIL FPL, rappresenta un passo decisivo nella lotta per i diritti dei lavoratori della sanità privata. La determinazione dei lavoratori e lavoratrici dimostra l’importanza di garantire condizioni di lavoro eque e dignitose per tutti i professionisti del settore. Non ci fermeremo, per questo il 23 settembre è previsto un grande sciopero generale dei lavoratori della sanità privata. Più tutele, più diritti!


Sottoscritto il Contratto Integrativo di ARPAE del 2024

Il 9 luglio 2024 è stato firmato il Contratto Integrativo Aziendale CIA di Arpae, proseguendo il percorso iniziato nel 2023. Questo accordo rappresenta un passo significativo per l’ente e i suoi dipendenti, con diverse novità e conferme. Vediamo insieme i punti salienti:

Proseguimento del Percorso DEP

Il percorso di sviluppo professionale DEP continuerà nel quadriennio, con 319 passaggi previsti solo per il 2024. Questo è un passo fondamentale per la crescita e la valorizzazione del personale.

Aumento del Saldo di Produttività

È stato concordato un aumento del saldo di produttività per l’anno in corso, valido per tutte le aree contrattuali. Questo incremento è volto a premiare l’impegno e l’efficienza del personale.

Nuovo Progetto Regionale dal 1° Agosto 2024

Dal 1° agosto 2024 partirà un nuovo progetto regionale che garantirà la compensazione del disagio per le attività di ispezione e monitoraggio in esterno. Queste attività prevedono 8 ore di lavoro a una distanza dalla sede inferiore a quella delle trasferte, offrendo così un supporto concreto agli operatori.

Prosecuzione dei Progetti Incentivanti

I progetti incentivanti regionali, già attivi nel 2023, verranno proseguiti anche nel 2024. Questi progetti mirano a incentivare il personale, migliorando le condizioni lavorative e l’efficacia dei servizi offerti.

Garanzia dei Fondi Straordinari

È stata garantita la disponibilità dei fondi legati allo straordinario per le varie strutture di Arpae. Inoltre, c’è un impegno a recuperare nel prossimo anno le situazioni di difficoltà verificatesi in alcuni nodi.

Confronto su Organici e Carichi di Lavoro

Sarà aperto un confronto sugli organici e sui carichi di lavoro, con l’obiettivo di raggiungere miglioramenti nelle attività svolte dal personale, ponendo particolare attenzione al tema delle responsabilità.

Questo accordo è stato possibile grazie al contributo delle Rsu, alla partecipazione attiva delle lavoratrici e dei lavoratori, e alle relazioni sindacali che da anni sono impegnate a valorizzare il personale per migliorare i servizi ai cittadini.


Ottenute in Ausl e Aosp Bologna le risorse aggiuntive per il personale!

“Non possiamo che essere soddisfatti per l’arrivo delle risorse economiche aggiuntive in Ausl e Sant’Orsola frutto dell’accordo Cgil, Cisl e Uil dell’aprile scorso e ufficializzate dopo lo sciopero del 23 di maggio.” Lo affermano Marco Pasquini Segretario Generale e Gaetano Alessi Responsabili Comparto Sanità della Fp Cgil di Bologna

Si tratta di risorse economiche che mettono in sicurezza gli attuali trattamenti economici e danno la possibilità di costruire percorsi di valorizzazione degli operatori e le operatrici.

Riteniamo – continuano i Sindacalisti – che non serva andare in India per trovare operatori, basterebbe pagare meglio quelli in servizio e dargli una prospettiva di carriera ed una città Metropolitana più ospitale, negli affitti, nei trasporti, nei servizi.

Resta da capire se il Rizzoli, che ad oggi non ha ancora dichiarato l’aumento delle risorse, sarà nella stessa linea delle altre aziende sanitarie e non permetteremo il contrario.

“Rimaniamo comunque in stato di agitazione – concludono Pasquini e Alessi – per tutto il tema riguardante le dotazioni organiche, ma un altro risultato è stato raggiunto.
Ed ogni euro investito in sanità è un euro che garantisce la salute di tutti.
Specialmente per chi è più debole”.


Accordo per la difesa della sanità modenese

“Abbiamo firmato un importante accordo con Azienda Usl e Azienda Ospedaliero Universitaria di Modena, nel segno della responsabilità e della difesa del valore strategico della sanità pubblica, delle sue lavoratrici e dei suoi lavoratori. Con questo accordo si pongono basi condivise per iniziare a ridurre la pressione di ritmi logoranti e impossibili da reggere costantemente, si afferma il principio di carichi di lavoro adeguati al numero di personale in servizio e si rimette al centro la necessità di un sistema pubblico dove il lavoro è sostenibile, adeguatamente retribuito e capace di tornare ad essere attrattivo per i nuovi professionisti”.

 

Così Giulia Casamassima (Fp Cgil Modena), Gennaro Ferrara (Cisl Fp Emilia Centrale) e Nicola Maria Russo (Uil Fpl Modena e Reggio Emilia) presentano l’accordo siglato stamane con Azienda Usl e l’Azienda Ospedaliero Universitaria di Modena.

 

TROVATO UN PUNTO DI EQUILIBRIO

“Un accordo nel segno del senso di responsabilità. Qui, al livello territoriale, insieme alle due aziende abbiamo posto ordine ad un meccanismo che stava andando fuori controllo, comportando il rischio di burnout e di una emorragia aggravata di personale. Abbiamo trovato un punto di equilibrio per garantire il più grande dei servizi pubblici ai cittadini e sostenibilità professionale ai suoi lavoratori e alle sue lavoratrici. Ora la stessa responsabilità la chiediamo alla Regione e al Governo affinché investano le risorse necessarie per il rilancio della sanità pubblica alle prese con una grave mancanza di fondi”, affermano le tre sigle sindacali.

 

TUTELATI LAVORO E VITA FAMILIARE DEI SANITARI.

LE LISTE D’ATTESA NON SI ABBATTONO TRASFERENDOLE AI PRIVATI

“Abbiamo portato avanti un dialogo serrato con le due Aziende – proseguono Casamassima, Ferrara e Russo – che ci ha permesso di fissare alcuni punti importanti: i carichi di lavoro devono essere adeguati al numero di personale presente in servizio e i piani di produzione aziendale e di smaltimento delle liste d’attesa dovranno necessariamente tenere conto della difficoltà che oggi ha il sistema nel reperire personale infermieristico”.

L’accordo si fonda sulla necessità condivisa dalle parti di “evitare il sovra utilizzo di turni aggiuntivi oltre l’orario di lavoro ordinario perché il personale è allo stremo, sviluppando politiche che vadano verso la conciliazione di tempi di vita e di lavoro del personale sanitario. Le prestazioni aggiuntive – specificano Casamassima, Ferrara e Russo – saranno ben pagate ma il vero obiettivo è creare le condizioni affinché si reperisca nuovo personale per le aziende sanitarie di Modena. Altro punto, fondamentale per preservare il servizio sanitario nazionale, è l’aver messo nero su bianco che dovrà essere assolutamente residuale rispetto al totale il ricorso al privato accreditato per il piano di abbattimento delle liste d’attesa.”

 

MONITORAGGIO OGNI DUE MESI

L’intesa raggiunta tra sindacati, Ausl e Azienda Ospedaliero Universitaria di Modena sarà sottoposto ad un check bimestrale. “Proveremo a limitare le difficoltà che la sanità pubblica sta vivendo a causa dello scarso finanziamento nazionale e regionale perché non possiamo rischiare – concludono i sindacalisti – che il peso di tutto questo si riversi solo sulle spalle dei lavoratori che da anni lavorano in maniera incessante per assicurare la salute di tutti I cittadini, nonostante le estreme difficoltà di tenuta quotidiane”.


Sanità privata, contratto scaduto da anni: sarà sciopero!

Come Fp Cgil Rimini, insieme a Cisl Fp Romagna e Uil Fpl abbiamo affisso le nostre bandiere fuori da tutte le strutture che applicano il contratto della sanità privata Aiop nel territorio di Rimini. Un gesto simbolico, volto a tutelare centinaia di lavoratrici e lavoratori il cui contratto è scaduto da troppi anni, una situazione non più tollerabile.

La sanità privata accreditata vive quasi esclusivamente di fondi pubblici, e non è più accettabile continuare a fare accordi sulla pelle dei professionisti. La modalità per il finanziamento è compito delle regioni e delle associazioni trovarlo, a noi interessa che si arrivi alla sottoscrizione il prima possibile. Se la sanità privata deve continuare a essere nel perimetro pubblico, non è più concepibile avere professionisti di serie A ed altri di serie B.

Con il caro vita che grava pesantemente sui redditi, assicurare prestazioni con una paga ferma al 2018 è insostenibile. Nel frattempo, la sanità pubblica ha già ottenuto un ulteriore rinnovo contrattuale (sebbene anch’esso insoddisfacente), mentre il sistema privato è ancora fermo al palo.

Per il prossimo 23 settembre, abbiamo proclamato un grande sciopero generale.

Serve chiarezza e trasparenza, e va rivisto il sistema degli accreditamenti affinché il privato sia obbligato a rinnovare il Ccnl parallelamente ai rinnovi del settore pubblico, pena la decadenza dell’accreditamento stesso. Questa è solo l’inizio di una “battaglia” che deve vedere i professionisti del privato essere considerati alla stregua dei colleghi del pubblico, sia dal punto di vista economico che normativo.


Trattativa per il rinnovo del contratto Sanità Pubblica. A che punto siamo?

Nella mattinata del 25/6/2024 è proseguita la trattativa per il rinnovo CCNL 2022/24 comparto sanità pubblica.

A fronte di un testo inviato alle OO.SS. con proposte di modifica da parte dell’ARAN nelle sezioni inerenti alle relazioni sindacali, l’orario di lavoro, la pronta disponibilità, prestazioni aggiuntive ed attività di supporto, ciascuna organizzazione ha espresso valutazioni e proposto modifiche del testo.

Dal canto nostro, abbiamo ribadito l’importanza di individuare nel contratto una serie di meccanismi che rendano attrattivo il settore, al diritto alla gestione delle ferie troppo spesso non pienamente disponibile e troppo spesso soggette ad abbattimento indotto o forzoso da parte delle organizzazioni aziendali ed abbiamo confermato l’indisponibilità ad arretramenti in merito a conquiste ottenute con il precedente contratto, come nel caso della pronta disponibilità.

Abbiamo rilanciato la necessità di individuare dei meccanismi di tutela in un contesto di progressivo invecchiamento dei lavoratori, di rendere l’organizzazione del lavoro meno rigida e più attenta ai bisogni di vita dei singoli, ponendo particolare attenzione e della necessità di investire sulla formazione riservando almeno 2 ore a settimana all’aggiornamento professionale ed all’assolvimento degli obblighi in fatto di ECM.

Quanto alle relazioni sindacali è indispensabile ora più che mai riappropriarci di numerose materie che lasciano la possibilità alla azienda di prendere decisioni unilaterali nei confronti dei lavoratori senza passare per la contrattazione e di regolamentare tutto il settore delle prestazioni aggiuntive anche al fine di evitare lo sfruttamento dei professionisti per far fronte alle gravi carenze di organico.

Questa richiesta, neppure troppo nascosta, di aumento dell’orario di lavoro di fatto per guadagnare qualcosa in più a fronte di uno stanziamento del governo che copre a malapena un terzo dell’aumento dei prezzi che le lavoratrici e i lavoratori hanno dovuto fronteggiare nel triennio è, al momento, la cifra principale delle proposte dei datori di lavoro.

E’ evidente che si tratta di un approccio che non fa che confermare tutte le ragioni della nostra mobilitazione, che prosegue, a tutti i livelli, per rivendicare più risorse per finanziare il contratto, garantendo così salario e condizioni di lavoro più adeguate

Il tavolo è stato riaggiornato al 29 luglio, vi terremo aggiornati.


fp cgil parma sanità in crisi

FP CGIL Parma: "Preoccupa lo stato di salute della Sanità del nostro territorio"

“Sottofinanziamento, mancanza di una strategia complessiva e carenza di personale nelle due Aziende Sanitarie della provincia”

La Fp Cgil di Parma insieme a tutti i livelli dell’organizzazione è impegnata da anni in una mobilitazione in difesa della sanità pubblica, del suo finanziamento, e dello “stato di salute” sia nazionale che territoriale.

“La mobilitazione continua perché riteniamo che il periodo della pandemia non abbia insegnato abbastanza, soprattutto in tanti hanno già dimenticato quanto una sanità pubblica e universale sia fondamentale nell’affrontare emergenze ma soprattutto quanto sia fondamentale nella quotidianità delle persone e della loro cura.”

Il sottofinanziamento del sistema, è di fatto cronico e continuo, questo mette in crisi l’intero sistema che difficilmente potrà reggere nelle situazioni attuali.

A livello territoriale e provinciale non possono non sentirsi gli effetti delle problematiche nazionali per questo riteniamo che la situazione a nostro modo di vedere venga dipinta più rosea di quello che effettivamente è.

La situazione del personale nelle due Aziende Sanitarie della provincia con intensità diverse, è preoccupante perché constatiamo dai nostri punti di ascolto, un personale stanco e demotivato non solo perché non remunerato adeguatamente ma soprattutto perché considerato solo un numero e non una risorsa.

In Azienda Ospedaliero Universitaria la pressione sulle lavoratrici e i lavoratori in servizio è pesante e non più sopportabile, i richiami in turno sono continui, la maggior parte delle unità operative ha turni che superano le 36 ore, la prova sono il monte di ore e di ferie residue non godute.

Sono diverse le motivazioni di queste carenze di figure professionali: sicuramente il
rispetto dei tetti di spesa del personale vincola le aziende ma vi sono altre motivazioni più specifiche degne di attenzione.

Una città poco “accogliente” dal punto di vista del costo della vita, del costo degli affitti, elementi che portano a fare scelte differenti ai professionisti sanitari e addirittura li porta a valutare altre soluzioni lavorative.

Un numero ormai non sufficiente a coprire il fabbisogno provinciale.

Crediamo però che le nostre aziende sanitarie, al netto dei proclami entusiastici fatti anche a mezzo stampa, stiano agendo in modo non sempre adeguato ai problemi importanti e concreti che si trovano davanti e che da anni le organizzazioni sindacali sottolineano.

“A nostro modo di vedere manca una strategia complessiva in grado di sopperire alle problematiche citate perché troppo impegnati a tenere gli equilibri politici del territorio e non a dare risposte concrete ai propri dipendenti.”

I Cau non solo non funzionano come dovrebbero, ma pur essendo un servizio in capo alle cure primarie, ancora ad oggi non hanno personale dedicato e stanno dando risposte solo grazie all’impegno del personale che fa di tutto per riuscire a dare risposte ai cittadini.

Al problema delle liste di attesa sono state date soluzioni precarie e fragili, sdoganando di fatto anche la partecipazione del privato accreditato, senza mai proporre o prospettare percorsi assunzionali strutturati, percorsi imposti anche dall’importante accordo regionale sottoscritto tra Organizzazioni confederali, di categoria e Regione in aprile 2024.

Accordo che sancisce anche l’incremento dei fondi per dare continuità a percorsi di carriera e continuare il percorso di contrattazione integrativa.

Di contro, notiamo tentativi di riorganizzazione che mancano di programmazioni definite e strutturali, anzi, vi è un susseguirsi di istituzioni di incarichi dirigenziali, di dipartimenti fatti ad personam, incarichi 15 septis ad esterni quando da tempo professionisti sono in attesa di veder riconosciuto l’impegno e l’attaccamento alle Aziende, vediamo in queste settimane un numero alto di dimissioni e uscite dalle aziende sanitarie verso il mondo privato.

Abbiamo bisogno di risposte

“Come Fp Cgil nel porre questi temi, tra l’altro posti più volte ai tavoli sindacali, vorremmo che il disagio delle lavoratrici e lavoratori trovasse risposte perché le pacche sulle spalle ormai non sono più sufficienti, come non è più tollerabile la mancanza di decisioni strategiche in nome di percorsi che senza norme nazionali non potranno essere attuate.”

Abbiamo sempre creduto nelle buone relazioni sindacali gestite con trasparenza e soprattutto crediamo nelle istituzioni che gestiscono il bene comune ma allo stato attuale, nella gestione delle due aziende questi temi sembrano non essere presenti.

“La Fp Cgil valuterà le più opportune azioni da mettere in campo per il presente e per il futuro per fare in modo che le risposte vengano date e per la tutela generale delle lavoratrici e lavoratori.”