FP CGIL Emilia-Romagna a fianco di Linea Rosa per la giornata internazionale della Donna
La FP CGIL Emilia Romagna nella Giornata Internazionale dei Diritti della Donna ; devolverà un contributo economico a favore di Linea Rosa.
Riteniamo importante dare un segnale di attenzione concreta a chi si occupa di un tema doloroso e sempre troppo attuale; la violenza sulle donne. Linea Rosa è un’ associazione di volontariato nata il 2 dicembre 1991 a Ravenna e, da oltre 30 anni si batte contro la violenza di genere sulle donne , verbale , fisica , psicologica ed economica e condanna ogni tipo di abuso senza distinzione.
Se da un lato la convenzione di Istambul e quella di IOL ratificata il 26 gennaio 2021 contro la violenza sulle donne , segnano un punto normativo importante ,questo non basta a sanare un fenomeno come quello della violenza sulle donne , che ha forti radici culturali. Le associazioni di volontariato che sono sui territori svolgono un lavoro importante e fondamentale per le donne, le operatrici di queste associazioni no profit , sono preparate e competenti , sanno accogliere senza giudicare , guidare e indirizzare chi subisce violenza ad uscirne .
Immobilismo dell'INPS nel garantire Bonus di 550 euro a lavoratori part time ciclico verticale
Immobilismo dell’Inps rispetto alla mancata esigibilità per i lavoratori in part time ciclico verticale del diritto a vedersi riconosciuta l’indennità di 550 euro previsto dal D.L. 144/2022.
Il respingimento di 49.600 domande presentate a fronte delle 64.800 prodotte è un dato che rende evidente che qualcosa nel sistema di valutazione dei requisiti non ha funzionato.
Non ci interessa conoscere le ragioni tecniche, occorre fornire subito risposte chiare e soddisfacenti a questi lavoratori che, per i servizi prestati nell’anno 2021, devono vedersi riconosciute con urgenza le loro spettanze.
A tutti gli interessati verrà data l’opportunità di una domanda di riesame, ma dovranno essere loro stessi a produrre l’onere della prova circa il diritto spettante, cosa che, a nostro giudizio, già è stato fatto con la presentazione della prima domanda. Tra le 49.600 richieste respinte, siamo sicuri che vi si potranno trovare dei non aventi diritto, ma ciò non può valere per il 76,6% di queste.
Ove necessario interpelleremo anche il Ministero del Lavoro affinché intervenga, attraverso l’Inps, per dare certezza all’applicazione delle norme e soddisfare nella maniera più ampia possibile la platea dei lavoratori che strutturalmente sono impegnati in rapporti di lavoro che prevedono periodi di sospensione dell’attività lavorativa.
Grande preoccupazione per la situazione della sanità in Emilia-Romagna
Preoccupazione che nasce dalle mancate risposte alle nostre istanze per il riconoscimento delle risorse necessarie alla valorizzazione del personale e soprattutto rispetto alla garanzia della sicurezza e della qualità dei servizi del nostro SSR e dei diritti contrattuali dei dipendenti.
Infatti sicurezza, qualità e diritti devono necessariamente prevedere, tra le priorità, la completa sostituzione del personale cessato per pensionamento o per dimissioni volontarie, le stabilizzazioni di tutti coloro che ne hanno i requisiti e i rinnovi dei contratti a tempo determinato. Al contrario, da mesi, nelle aziende sanitarie queste necessità non vengono garantite per produrre risparmi di bilancio su indicazione della Regione.
Oggi sulla sanità bisogna investire, anche con nuovi modelli ma non tagliare sul personale!
Ferie accumulate insieme a migliaia di ore di straordinario, che rimangono patrimonio inalienabile dei dipendenti, impossibili da pagare e da recuperare fanno infatti il paio con tempi di attesa per le prestazioni specialistiche ambulatoriali e chirurgiche in aumento e tempi di permanenza nei pronto soccorso ormai diventati inaccettabili.
Per 15 anni tagli alle assunzioni
Viene spesso sbandierato da parte dell’Assessorato alla Sanità, il saldo del personale assunto dal 2018 ad oggi, pari a +7300, ma la vera considerazione da fare è che se per 15 anni si è tagliato sulle assunzioni, in realtà chi è stato stabilizzato o assunto, viene impiegato per lo più a “rattoppare gli organici” e a ristabilire quella presenza di personale per garantire l’assistenza di qualità vanto della nostra Regione. Assunzioni che sono state necessarie anche per garantire gli organici “integrativi” (che per i non addetti ai lavori sono coloro che sostituiscono malattie, ferie, permessi a vario titolo) che purtroppo oggi sono all’osso, o addirittura assenti; ad esempio nel 70% dei casi, le lunghe assenze, come le maternità o le malattie di lungo periodo, non vengono sostituite.
Altro dato da evidenziare, è che per mettere in pratica quanto previsto per la riorganizzazione della sanità territoriale, da Decreto Ministeriale 77/2022, si dovranno assumere nella nostra Regione: dai 1500 ai 2300 Infermieri di Comunità, per le Centrali Operative Territoriali 270 infermieri e circa 67 altre figure tra personale sanitario/amministrativo, per gli Ospedali di Comunità circa 639 infermieri – 426 OSS – 142 fisioterapisti, ed infine almeno 800 infermieri e 600 OSS oltre che psicologi e altre professionalità per trasformare le Case della Salute in case di Comunità.
Quindi se servono più persone è lecito chiedersi per quale motivo la Regione sta bloccando il turn over? Non si potrà certo pensare di garantire servizi aggiuntivi e funzionalità di strutture finanziate dal PNRR riducendo organici sapendo che chi prende in carico e cura le persone non sono i muri ma il personale.
Verso la mobilitazione
Dopo diversi solleciti, finalmente, come Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl siamo stati convocati il 7 marzo p.v dall’Assessore Donini, ma in vista di quella data, proprio perché non accetteremo ancora risposte prive di contenuti reali e fattivi, abbiamo deciso di riprendere un percorso vertenziale unitario e condiviso tra livelli territoriali e regionali proprio per evidenziare quanto per Noi, e soprattutto per le donne e gli uomini che rappresentiamo, quanto quell’incontro sia determinante.
Una mobilitazione, che ci vedrà coinvolti a livello territoriale nelle Aziende Sanitarie: venerdì 3 marzo con la distribuzione di materiale che spieghi la grave situazione che si sta delineando, martedì 7 marzo con lo svolgimento di presidi di protesta, concludendosi poi con una conferenza stampa regionale l’8 marzo, nella quale daremo le risultanze dell’incontro che si sarà svolto in Assessorato, e delle decisioni scaturite in merito, e lo diciamo sin d’ora, SENZA RISPOSTE VERE VALUTEREMO COME PROSEGUIRE LA NOSTRA MOBILITAZIONE!
Serena Sorrentino rieletta segretaria generale della FP CGIL
Serena Sorrentino rieletta segretaria generale della Funzione Pubblica Cgil.
Oggi a Cervia, al termine della quattro giorni del 12° congresso nazionale della categoria della Cgil che rappresenta le lavoratrici e i lavoratori dei servizi pubblici, l’Assemblea generale appena eletta ha riconfermato Sorrentino alla guida della Fp Cgil con il 98.21%. Su 224 votanti hanno votato a favore in 220 e contrari in 4.
“Non bisogna mai smettere di sentirci uomini liberi e donne libere – ha affermato Sorrentino dal palco all’esito dell’elezione -. Ringrazio tutte le delegate e tutti i delegati al congresso e l’intero gruppo dirigente della Funzione Pubblica Cgil. Un congresso che ha testimoniato una grande forza e una grande consapevolezza, ovvero che tutto quello che abbiamo costruito in questi anni per le lavoratrici e i lavoratori dei servizi pubblici è oggi un valore politico che portiamo come contributo di elaborazione dalla categoria alla confederazione. Ringrazio tutti coloro che mi hanno dato fiducia, così come coloro che non mi hanno dato fiducia, lavorerò e continuerò a farlo sempre per l’unità del mondo che noi rappresentiamo”, ha concluso Sorrentino.
Sottoscritto accordo regionale sull'indennità di Pronto Soccorso
Sanità Regionale: i problemi non sono gli ambulatori infermieristici ma la governance del sistema
L’attivazione degli ambulatori infermieristici all’interno dei Pronto soccorso della Regione e la nascita del percorso “See and Treat” come modello di risposta assistenziale alle urgenze minori, definite come “casi lievi il cui problema di salute potrebbe essere risolto direttamente all’accoglienza evitando diversi passaggi e procedure” sono elementi di crescita di un sistema che vuole migliorare la qualità delle prestazioni erogate e contribuire a risolvere l’annoso problema delle attese infinite in pronto soccorso.
Percorsi già sperimentati e ormai diventati ordinari in paesi che hanno un sistema sanitario di eccellenza e anche in alcune Regioni del nostro territorio nazionale, vedi Toscana, nelle quali hanno dato risposte importanti nella gestione dei percorsi di emergenza-urgenza.
Questo per dare una risposta adeguata e nel tempo più rapido possibile senza incanalare su un binario unico tutte le richieste di accesso al pronto soccorso.
Non ci stupisce ormai più, purtroppo, la nota stampa della CIMO che come sempre ad ogni proposta di innovazione organizzativa di sviluppo delle competenze e delle responsabilità delle professioni sanitarie risponde chiamando in causa confini derivanti da leggi, contratti e giurisprudenza che non permetterebbero lo sviluppo del sistema sanitario, oggi fondamentale, se non si vuole abdicare in favore del privato.
Basta con la propaganda e le tensioni tra professioni ormai superate abbondantemente dalla realtà e dalla integrazione multi professionale di chi lavora nel nostro sistema sanitario.
Avanti con i nuovi modelli se aumentano l’appropriatezza e la qualità delle risposte e diminuiscono i tempi di attesa.
In questo contesto manca però una visione regionale, un modello condiviso e questo genera una sanità con livelli assistenziali diversi ed a macchia di leopardo nella nostra Regione. Se a questo sommiamo dichiarazioni scomposte di volontà di unificazioni aziendali da una parte e difese di campanile dall’altra, diventa sempre più impellente un confronto con la Regione sul futuro della Sanità in Emilia-Romagna rispetto a proposte che abbiamo da mesi avanzato; confronto che oggi latita.
Ciò che deve essere messo in discussione non è certo il tema delle competenze delle singole professionalità, ma la governance e l’organizzazione del modello di sanità pubblica che questa Regione vuole perseguire.
Ciò che ribadiamo è che senza il personale e la sua valorizzazione non si può dar gambe a nessun progetto. Investire sulla sanità pubblica con modelli innovativi, a partire dal potenziamento della medicina territoriale, con tagli al numero e alla spesa del personale non è per noi una strada percorribile! Per questo abbiamo chiesto nuovamente un incontro urgente all’Assessore Donini affinché siano riconosciute in tutte le aziende del SSR le risorse derivanti dal rinnovo contrattuale! In assenza di risposte concrete, come Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl valuteremo i percorsi di mobilitazione conseguenti
Mauro Puglia riconfermato Segretario generale FP CGIL Emilia-Romagna
Mauro Puglia è stato eletto segretario generale della FP CGIL Emilia Romagna al termine dei lavori del 12esimo congresso regionale della categoria, che si è svolto ieri e oggi all’hotel Mediterraneo di Riccione. Puglia, segretario uscente, è stato confermato con il 95% dei voti favorevoli dell’Assemblea Generale (94 voti favorevoli, 5 contrari, nessun astenuto).
Durante il congresso sono arrivati i saluti istituzionali di Paolo Calvano (assessore al Bilancio, Personale, Patrimonio, Riordino istituzionale e dei Raporti con l’Unione Europea della Regione Emilia Romagna) e della sindaca del Comune di Riccione Daniela Angelini, oltre a quelli di Sonia Uccellatori (segretaria generale Cisl FP Emilia-Romagna) e Paolo Palmarini (segretario generale UIl FPL Emilia-Romagna).
La proposta di Puglia a segretario generale è stata avanzata dai centri regolatori superiori rappresentati da Fabrizio Rossetti, segretario nazionale FP CGIL, che ha concluso i lavori della due giorni. Nato a Reggio Emilia, 56 anni, Puglia è stato precedentemente segretario generale della FP CGIL di Reggio Emilia.
Dalla guerra in Ucraina al lavoro svolto durante la pandemia, dai diritti universali a quelli costituzionali, a partire dalla difesa del servizio sanitario nazionale pubblico e universale; da una vera e propria lotta all’evasione e all’elusione fiscale, per un’equa distribuzione del reddito, a una riforma fiscale progressiva e redistributiva, che sostenga lo stato sociale e che dia risposte a quei oltre due terzi di lavoratrici, lavoratori e pensionati che generano le entrate fiscali nel nostro Paese.
Da un piano straordinario di assunzioni e il contrasto alla precarietà lavorativa al rinnovo dei CCNL scaduti, per una reale innovazione della PA che migliori la qualità dei servizi e la qualità del lavoro. La cancellazione degli assurdi vincoli esistenti sulla spesa del personale e sulla contrattazione integrativa dei comparti e delle aree di contrattazione pubblica, per rivendicare gli stessi diritti per tutte le donne e gli uomini che lavorano nella filiera dei servizi pubblici, lottando contro il dumping salariale che, oggi, rappresenta uno dei problemi più importanti del mondo del lavoro.
Cosa ne pensiamo della Manovra
È una legge di bilancio ingiusta, che favorisce i privilegiati, che aggrava la situazione dei poveri e dei disagiati, che favorisce l’evasione fiscale, che accentua la precarizzazione del mercato del lavoro, che lascia solo briciole a sanità, istruzione e welfare e che non dà risposte al dramma del lavoro, delle diseguaglianze e alla necessità di costruire un nuovo modello di sviluppo e accelerare la transizione ecologica nel nostro Paese.
A pronunciarlo è la Campagna Sbilanciamoci che, come ogni anno, ha presentato una vera e propria Contromanovra. 75 proposte per 53 miliardi e 800 milioni di spesa pubblica orientata ai diritti, alla pace, all’ambiente.
Da dove prendere le risorse
Come ripete anche la Cgil, i soldi per gli investimenti ci sono, basta prenderli dove stanno. Innanzitutto, riformando seriamente il fisco. La contromanovra propone di recuperare oltre 7 miliardi dalla rimodulazione delle aliquote Irpef più alte, e investendone 10 per ridurre quelle più basse. E poi via la flat tax, e così si recuperano due miliardi, altri 6,8 arriverebbero dall’imposta di successione, mentre oltre 16 dalla patrimoniale. E ancora si potrebbero riscuotere 3,5 miliardi da un piano straordinario di accertamento e riscossione, 3,7da una tassa sulle transazioni finanziarie e tre da una revisione della web tax. Infine, sul fronte fiscale, 200 milioni potrebbero arrivare da misure fiscali penalizzanti per il rilascio del porto d’armi e 500 da investimenti pubblicitari. E non finisce qui, ben quattro sono i miliardi che si potrebbero recuperare dai contributi ambientalmente dannosi da destinare al fondo per la decarbonizzazione, e altri 5 miliardi potrebbero arrivare dalla riduzione delle spese militari.
Come spendere le risorse
Il riorientamento della spesa previsto dalla manovra di Sbilanciamoci è presto detto: più investimenti pubblici per i diritti. E allora 10 miliardi per portare la spesa per la sanità al 7% del Pil, e altri due circa per i farmaci innovativi, i Lea e il fondo per la non autosufficienza. E poi un miliardo e mezzo verrebbe investito per il diritto all’abitare, uno per il varo di una missione di soccorso in mare. Si chiuderebbero i Cas e verrebbe riorganizzata l’accoglienza diffusa sul territorio, 900 milioni andrebbero a finanziare il miglioramento delle condizioni di vita dei detenuti. Per rendere il diritto all’istruzione e formazione, e anche quello alla cultura, davvero esigibile la spesa prevista si aggira attorno ai tre miliardi. Come è ovvio, non solo non si prevedono tagli al RdC, ma nella manovra della 50 associazioni che aderiscono alla Campagna Sbilanciamoci è prevista la costituzione di un vero diritto alla presa in carico per chi è sotto la soglia di povertà. A prendersi cura di cittadini e cittadine sono gli enti locali e allora ecco destinati a loro ben due miliardi e 300 in più.
Il capitolo lavoro, e l’ambiente
Otto potrebbero essere i miliardi per il sostegno al sistema produttivo, 500 quelli da destinare all’aumento della dotazione del Fondo per occupazione e formazione e 35 per un piano straordinario sulla sicurezza sul lavoro. Sul versante ambiente gli investimenti potrebbero essere rilevanti se si seguisse la strada della contromanovra. Del quattro miliardi al fondo per la decarbonizzazione abbiamo detto, altri mille sarebbero destinati a interventi contro il rischio idrogeologico a fronte del quasi niente previsto dal governo Meloni
Insomma, ha sottolineato Giulio Marcon portavoce della Campagna nel corso della conferenza stampa di presentazione della contromanovra: “Il Paese avrebbe bisogno di altre misure e scelte per un modello di sviluppo nuovo e per un’Italia capace di futuro. Servono maggiori investimenti pubblici per la scuola, la sanità, il welfare e l’ambiente. Serve una dura lotta contro le diseguaglianze e la povertà. Abbiamo bisogno di politiche per la pace e il disarmo, per la cooperazione allo sviluppo, per i diritti dei migranti. Bisogna dare risposte al lavoro e alla politica industriale”.
16 dicembre sarà Sciopero generale in Emilia-Romagna
Venerdì 16 dicembre SCIOPERO GENERALE in Emilia-Romagna per l’intera giornata o turno di lavoro e sono indette manifestazioni territoriali indetta da CGIL e la UIL unitariamente!
*lo sciopero coinvolgerà tutti i settori esclusi Igiene Ambientale, INL e ANPAL
Leggi di più sulla nostra mobilitazione!
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Lettera del nostro segretario generale Mauro Puglia in vista delle Elezioni del 25 settembre
Il 25 settembre si andrà alle urne per le elezioni politiche 2022. Un appuntamento che, a ridosso del centenario della marcia su Roma e a circa un anno dall’assalto fascista alla nostra sede nazionale di Corso d’Italia, ci ricorda quanto l’esercizio di voto sia espressione, preziosa, di libertà costituzionale.
La nostra Organizzazione Sindacale, nei propri principi costitutivi e fondamentali, basa i propri programmi e le proprie azioni sui dettati della Costituzione della nostra Repubblica. Per chi è iscritto ciò comporta la piena eguaglianza di diritti e di doveri nel pieno rispetto dell’appartenenza a gruppi etnici, nazionalità, lingua, orientamento sessuale, identità di genere, culture e formazioni politiche, diversità professionali, sociali e di interessi, dell’essere credente o non credente, in sostanza valori delle libertà personali, civili, economiche, sociali, politiche e della giustizia sociale che diventano presupposti fondanti e fini irrinunciabili di una società democratica.
Va da sé che il voto del 25 settembre diventa nevralgico rispetto all’idea di quale società vogliamo per quanto riguarda ad es. precarietà, salari, sanità, pensioni, conoscenza, sicurezza sul lavoro.
Quello che stiamo vivendo è un periodo difficilissimo. Alle conseguenze della crisi economica/finanziaria, iniziata tra il 2007 e il 2008, si sono aggiunte quelle della pandemia da Covid e lo scatenarsi del conflitto in Ucraina che hanno portato ad un impoverimento sempre maggiore e all’aumento delle disuguaglianze. Per tali motivi la CGIL ha presentato, proprio a Bologna il 14 settembre u.s., la propria piattaforma “ASCOLTATE IL LAVORO”, un programma in dieci punti (clicca qui per leggerlo tutto) in cui indica la strada per invertire la rotta e contrastare povertà e disuguaglianze.
E’ il programma su cui si baseranno le azioni future e che presenteremo a chi sarà chiamato a guidare il Paese, dopo il risultato delle urne. Tramite questa piattaforma la CGIL esprime le proprie idee, il 25 settembre esprimi la tua.
Mauro Puglia
Segretario Generale FP CGIL Emilia Romagna