Manager copia Mussolini: bene le dimissioni, ma il fatto resta gravissimo
Il dipendente è tenuto ad astenersi da qualsiasi intervento o commento che possa nuocere al prestigio, al decoro o all’immagine dell’amministrazione di appartenenza o della pubblica amministrazione in generale.
È questo uno dei principi che il Governo ha adottato per definire la netiquette nella pubblica amministrazione, l’insieme di regole che impone ai dipendenti di osservare determinati comportamenti non solo nello svolgimento del proprio ufficio, ma anche nella vita quotidiana, con un chiaro riferimento all’uso dei social network. Chissà se il presidente della 3-i, Claudio Anastasio, era tenuto al rispetto di un codice simile o se ha ritenuto di potersi muovere liberamente su Outlook, con buona pace della realtà amministrata.
Il dubbio ce lo siamo posti stamane, quando Repubblica ha rivelato una mail trasmessa dal vertice della SpA informatica con una citazione di mussoliniana memoria: non una menzione qualunque, ma una parafrasi del discorso con cui il leader fascista rivendicava di fatto l’omicidio Matteotti. Agghiacciante, inappropriato, vergognoso. Con la commemorazione delle Fosse Ardeatine alle porte, la tempistica esalta lo stile e denota una certa confusione tra lo Stato repubblicano, nelle cui maglie ci si muove, e quello repubblichino, che è stato archiviato ben prima dell’avvento dell’informatica.
Le dimissioni, una volta tanto tempestive, non rimuovono purtroppo il danno d’immagine che abbiamo registrato, né riducono la sensazione di frustrazione nel vedere l’Istituto anche solo lontanamente accostato a personaggi in cerca d’autore.
Ci chiediamo se in Consiglio dei Ministri, valutando in futuro nuovi esaltanti codici di comportamento, avranno tempo e pazienza per rivedere il testo. Una specifica sarebbe opportuna: è sconsigliato offendere il proprio datore e citare discorsi sanguinari di un violento dittatore. Magari evitiamo figuracce.
Roma, 14/03/2023
FP CGIL – INPS
Antonella Trevisan
Giustizia allo sfascio. La FP CGIL si mobilita!
“Giustizia allo sfascio”. Fp Cgil, Cisl Fp e Uilpa promuovono per venerdì 10 marzo un presidio nei pressi del Ministero della Giustizia, in piazza Benedetto Cairoli a Roma dalle ore 12 e anche sui nostri territori. “A quattro mesi dall’insediamento dei nuovi vertici del Ministero – motivano le ragioni della protesta i sindacati -, nonostante le gravissime criticità delle amministrazioni della Giustizia, ben note ai vertici, nulla è stato fatto. Pur avendo fornito ampia disponibilità al dialogo, le relazioni sindacali sono ferme al palo, senza alcun plausibile motivo”.
I sindacati rivendicano nei confronti del ministero guidato da Carlo Nordio misure “volte innanzitutto a migliorare i servizi” come “l’ampliamento degli organici e un piano straordinario di assunzioni anche attraverso lo scorrimento delle graduatorie e la stabilizzazione dei precari, insieme alle procedure di digitalizzazione e smaterializzazione degli atti”. Serve inoltre, proseguono, “dare piena applicazione al contratto nazionale con il contratto integrativo, sbloccare il pagamento del salario accessorio, le progressioni economiche e le carriere, per rendere attrattivo il lavoro nella Giustizia e riconoscere a chi ci lavora i giusti meriti”. Punti sui quali Fp Cgil, Cisl Fp e Uilpa registrano da parte del Ministero “un silenzio assordante”, per queste ragioni “non possiamo rimanere inerti” e indicono un sit in a Roma in piazza Cairoli, nei pressi del dicastero di via Arenula, il 10 marzo dalle ore 12 alle ore 15.
Stato di agitazione al Ministero dei Trasporti
In Emilia-Romagna i dipendenti delle Motorizzazioni aderiscono allo Stato di Agitazione nazionale del Ministero dei Trasporti in vista del presidio previsto a Roma per il 7 febbraio!
“Manca il personale e invece di assumere si privatizza, con un importante aggravio di costi a carico dell’utenza. In questo modo” – spiega Melissa Toscani, Segretaria Generale Fp Cgil Piacenza – “avviene una continua diminuzione delle funzioni del sistema pubblico a favore dei privati, cosa che tanto piace ai governi che si sono succeduti nel tempo, ma che va a danno principalmente degli utenti, i quali vedranno crescere in modo importante i costi che devono sostenere per ottenere il servizio.”
“Si fa in modo che le priorità la abbiano le agenzie private, che vengono così privilegiate ma loro poi agiscono in risposta alle leggi del mercato…”, fa sapere Salvatore Bianco della Fp Cgil Bologna. Al contrario, andrebbe “riaffermata la centralità del ruolo del servizio pubblico in materia di revisione dei veicoli pesanti, al fine di assicurare uniformità di controlli ed effettività del diritto alla sicurezza sulle strade”.
Anche a Modena la FP CGIL annuncia lo stato di agitazione della motorizzazione e il blocco degli straordinari a partire dal primo febbraio.
Di seguito le nostre rivendicazioni
Con le richieste dell’8 novembre, 24 e 31 dicembre 2022 abbiamo evidenziato l’urgenza di un incontro su temi estremamente importanti per i lavoratori del MIT, e più precisamente:
1. urgenza dell’adozione di un piano assunzionale straordinario, vista la grave carenza di organico diffusa in tutti gli uffici. Piano che deve peraltro servire a massimizzare il numero delle progressioni in deroga possibili previste dal CCNL;
2. il chiarimento sugli importi percepiti dai lavoratori a seguito dell’entrata in vigore del nuovo CCNL;
3. lo sblocco degli incentivi tecnici previsti all’art.113 del D. Lgs. 50/2016 a tutt’oggi ancora fermo per un rilievo dell’UCB di cui le OO.SS. non sono state ufficialmente informate;
4. la parziale applicazione del regolamento del lavoro agile;
5. il mancato avvio del lavoro da remoto, a tal proposito si evidenzia come l’amministrazione dal mese di agosto ad oggi non è stata in grado di dotarsi di un dispositivo per la rilevazione delle presenze;
6. la revisione della Legge 870/86. A tal proposito si evidenzia come la circolare n. 39957 del 20/12/2022 del direttore della DG MOT, ha determinato, in modo improprio e surrettizio, un modello operativo, che vede un maggiore coinvolgimento degli Ispettori Autorizzati esterni, se non addirittura una loro esclusività operativa, a scapito dei funzionari tecnici delle motorizzazioni ai quali viene assegnato un ruolo marginale, residuale e sottopagato, con un evidente arretramento delle funzioni svolte dalla PA. Il tutto con un notevole incremento dei costi (intorno al 70% circa) per l’utenza esterna.
Nel ribadire la nostra contrarietà alla predetta disposizione, che sta provocando numerose reazioni spontanee in molti Uffici della Motorizzazione, e considerato che, ad oggi, le richieste inoltrate sono rimaste inevase, nonostante lo spessore dei temi in oggetto, le scriventi OO.SS. comunicano la ripresa dello stato di agitazione e l’organizzazione di un presidio che si terrà presso la sede di via Nomentana in data 7 Febbraio 2023 dalle ore 10 alle ore 13.
Motorizzazione civile Piacenza: adesione di lavoratrici e lavoratori allo stato di agitazione
Anche lavoratrici e lavoratori della motorizzazione civile di Piacenza aderiscono allo stato di agitazione nazionale.
Il testo è il seguente
Con le richieste dell’8 novembre, 24 e 31 dicembre 2022 abbiamo evidenziato l’urgenza di un incontro su temi estremamente importanti per i lavoratori del MIT, e più precisamente:
1. urgenza dell’adozione di un piano assunzionale straordinario, vista la grave carenza di organico diffusa in tutti gli uffici. Piano che deve peraltro servire a massimizzare il numero delle progressioni in deroga possibili previste dal CCNL;
2. il chiarimento sugli importi percepiti dai lavoratori a seguito dell’entrata in vigore del nuovo CCNL;
3. lo sblocco degli incentivi tecnici previsti all’art.113 del D. Lgs. 50/2016 a tutt’oggi ancora fermo per un rilievo dell’UCB di cui le OO.SS. non sono state ufficialmente informate;
4. la parziale applicazione del regolamento del lavoro agile;
5. il mancato avvio del lavoro da remoto, a tal proposito si evidenzia come l’amministrazione dal mese di agosto ad oggi non è stata in grado di dotarsi di un dispositivo per la rilevazione delle presenze;
6. la revisione della Legge 870/86. A tal proposito si evidenzia come la circolare n. 39957 del 20/12/2022 del direttore della DG MOT, ha determinato, in modo improprio e surrettizio, un modello operativo, che vede un maggiore coinvolgimento degli Ispettori Autorizzati esterni, se non addirittura una loro esclusività operativa, a scapito dei funzionari tecnici delle motorizzazioni ai quali viene assegnato un ruolo marginale, residuale e sottopagato, con un evidente arretramento delle funzioni svolte dalla PA. Il tutto con un notevole incremento dei costi (intorno al 70% circa) per l’utenza esterna.
Nel ribadire la nostra contrarietà alla predetta disposizione, che sta provocando numerose reazioni spontanee in molti Uffici della Motorizzazione, e considerato che, ad oggi, le richieste inoltrate sono rimaste inevase, nonostante lo spessore dei temi in oggetto, le scriventi OO.SS. comunicano la ripresa dello stato di agitazione e l’organizzazione di un presidio che si terrà presso la sede di via Nomentana in data 7 Febbraio 2023 dalle ore 10 alle ore 13.
Motorizzazione Bologna: si va verso lo sciopero!
Da un articolo di BolognaToday
Disagi e tempi lunghi alla Motorizzazione civile di Bologna continuano, tanto che il personale ha deciso il blocco delle prestazioni straordinarie, ovvero quelle ore che i dipendenti della Motorizzazione svolgono lontano dall’ufficio assistendo attività come gli esami di guida. Inoltre, verrà chiesto l’anticipo del pagamento dell’indennità di missione
I lavoratori denunciano una sorta di ‘esproprio’, ovvero un “processo di crescente erosione delle funzioni strategiche del pubblico a favore dei privati” con conseguente aumento dei costi a carico dell’utenza fino al 70%. Partirà infatti una campagna informativa, a cura dei sindacati, per sensibilizzare i cittadini “sull’aggravio dei costi”, ma si parla anche di sciopero e comunque della partecipazione al presidio di protesta a Roma il 7 febbraio.
Il personale tecnico interno sarebbe stato destinato “ad attività residuali”, spiegano Fp-Cgil, Uil-Pa e Sgb di Bologna. “Si fa in modo che le priorità la abbiano le agenzie private, che vengono così privilegiate ma loro poi agiscono in risposta alle leggi del mercato…”, fa sapere Salvatore Bianco (Fp-Cgil). Al contrario, andrebbe “riaffermata la centralità del ruolo del servizio pubblico in materia di revisione dei veicoli pesanti, al fine di assicurare uniformità di controlli ed effettività del diritto alla sicurezza sulle strade”: queste mansioni, assieme ai controlli sul rinnovo delle patenti, dovrebbero restare appannaggio del pubblico, ma per farlo sarebbe necessario un potenziamento del personale della Motorizzazione. “Serve un piano straordinario di assunzioni che colmi l’emorragia di personale determinatasi negli ultimi anni per effetto del blocco del turnover. Servono assunzioni per colmare un vuoto di organico che si approssima al 100%”, spiega Bianco.
Alla fine del 2022, Bologna Today aveva raccolto le testimonianze di alcuni cittadini che denunciavano i tempi biblici per ottenere gli appuntamenti e fino a un anno per avere la patente di guida con un -70% delle sessioni di esame. Di “comparto in sofferenza” ci aveva parlato Stefano Galletti, Segretario Provinciale UNASCA Bologna – Unione Nazionale Autoscuole e Studi di Consulenza Automobilistica.
Concorsi per 113 posti presso l'Ente Nazionale per l'Aviazione Civile
Si rende noto che sono indetti concorsi pubblici, per esami, per 113 posti presso l’Ente nazionale per l’aviazione civile (ENAC).
L’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (ENAC) è un’agenzia pubblica italiana che si occupa della regolamentazione, sorveglianza e sicurezza del settore dell’aviazione civile in Italia. Tra le sue funzioni principali ci sono la certificazione degli aeroporti e delle compagnie aeree, la sorveglianza del traffico aereo e la formazione degli operatori del settore. ENAC è sottoposto al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e svolge un ruolo importante nella promozione della sicurezza e nello sviluppo dell’aviazione civile in Italia.
I 113 posti saranno così distribuiti con relativi link al bando specifico:
- 60 posti per ingegnere professionista, categoria C, leggi il bando;
- 34 posti per funzionario, categoria C, leggi il bando;
- 12 posti per ispettore di volo, leggi il bando;
- 4 posti da avvocato professionista, leggi il bando;
- 3 posti da medico chirurgo, leggi il bando.
La scadenza di tutti i bandi è il 26 gennaio 2023 e potrai fare domanda seguendo le specifiche contenute in ogni singolo avviso.
Scopri le nostre video-lezioni e il nostro materiale online
Abbiamo realizzato, grazie all’aiuto di docenti esperti che hanno prestato la loro professionalità, numerosi corsi online per aiutarti nella preparazione ai concorsi pubblici.
Oltre alle video-lezioni avrai a disposizione decine di materiali di studio, dispense, quiz per preparati al meglio al test. Tutto sul nostro portale online CONCORSI PUBBLICI FP CGIL
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Stabilizzazione precari giustizia - Nessuno venga escluso!
“Stabilizzare i precari della giustizia, nessuno escluso”. Questa la rivendicazione alla base manifestazione promossa da Fp Cgil, Cisl Fp e Uilpa mercoledì 23 novembre a Roma in piazza Cairoli, nei pressi del Ministero della Giustizia.
Una manifestazione che ha avuto alla base una precisa richiesta: “Prorogare i contratti in scadenza dei precari della Giustizia – rivendicano i sindacati – e, allo stesso tempo, lavorare per allargare la platea dei beneficiari della procedura di stabilizzazione al fine di ricomprendere tutti gli Operatori Giudiziari con rapporto a tempo determinato attualmente in servizio”.
Da anni, fanno sapere Fp Cgil, Cisl Fp e Uilpa, “gli uffici giudiziari si avvalgono della collaborazione di lavoratori precari, di recente assunti con contratto di lavoro a tempo determinato e inquadrati nella figura professionale dell’operatore giudiziario. Dopo una lotta decennale che ci ha visto protagonisti siamo riusciti ad avere una norma che li stabilizza: la procedura individuata col passato governo, ovvero aver maturato i 36 mesi entro il 31 dicembre di quest’anno, ne esclude però circa 200 mentre 1.200 verranno stabilizzati a partire da gennaio del prossimo anno. Chiedono la proroga del contratto affinché anche questi lavoratori possano essere stabilizzati”.
Concorso Ministero della Giustizia per 104 Funzionari
Il Ministero della Giustizia ha indetto un concorso pubblico per esami, per la copertura di 104 posti di funzionario della professionalità giuridico-pedagogica, III area, a tempo indeterminato.
Per la partecipazione al presente concorso i candidati devono essere in possesso diploma di laurea (DL) in:
- scienze dell’educazione e della formazione, giurisprudenza, psicologia, sociologia;
- laurea (L):L-19 – Scienze dell’educazione e della formazione, L-14 – Scienze dei servizi giuridici, L-24 Scienze e tecniche psicologiche; L-40 Sociologia;
- laurea magistrale (LM): LM-50 – Programmazione e gestione dei servizi educativi e formativi, LM-57 – Scienze dell’educazione degli adulti e della formazione continua, LM-85 – Scienze pedagogiche, LM-93 – Teorie e metodologie dell’e-learning e della media education, LMG/01 – Giurisprudenza, LM-51 – Psicologia, LM-88 – Sociologia e ricerca sociale;
- laurea specialistica (LS): 56/S – Programmazione e gestione dei servizi educativi e formativi, 65/S – Scienze dell’educazione degli adulti e della formazione continua, 87/S – Scienze pedagogiche, 22/S – Giurisprudenza, 102/S – Teoria e
tecniche della normazione e dell’informazione giuridica, 58/S – Psicologia, 89/S – Sociologia, 49/S – Metodi per la ricerca empirica nelle scienze sociali; ovvero titoli equiparati ed equipollenti secondo la normativa vigente.
Leggi il bando del Concorso Ministero Giustizia per scopire come inviare la candidatura!
Corso per il Concorso Ministero Giustizia
Abbiamo realizzato, grazie all’aiuto di docenti esperti che hanno prestato la loro professionalità, un corso online per aiutare nella preparazione ai concorsi del Ministero della Giustizia. Video-lezioni teoriche ed esercitazioni con un questionario di 60 domande cui risponde in un’ora, mirate per ogni profilo professionale.
Le materie approfondite:
- Elementi di Ordinamento giudiziario
- Elementi di Diritto processuale civile
- Elementi di Diritto processuale penale
- Nozioni sui servizi di cancelleria
- Diritto amministrativo e costituzionale
- Il lavoro pubblico: caratteristiche e fondamenti
- La Dirigenza pubblica e le sue responsabilità
- Diritto civile
- Elementi di Diritto penale
Per ogni argomento troverete video-lezioni, testi da scaricare e quiz di auto-valutazione.
Come fare per iscriversi
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Per chi ha un contratto di lavoro dipendente: è necessario iscriversi attraverso la Cgil del proprio territorio. La registrazione alla piattaforma è valida un anno e ti permette di accedere a TUTTI i corsi e materiali. Trova la Cgil del tuo territorio.
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Consiglio Superiore Beni Culturali e Paesaggistici - Il nostro programma elettorale!
LA PRESENZA DEI RAPPRESENTANTI FP CGIL: UNA GARANZIA PER I LAVORATORI
Il Consiglio Superiore, in questa passata gestione, si è distinto per la sua indipendenza di giudizio, la capacità approfondita di analisi, l’emissione di pareri in molti casi disallineati dalle scelte gestionali operate dal Ministero, una valutazione approfondita sulle criticità organizzative, a partire dalla drammatica carenza di personale e dal declino dei settori che si occupano della tutela del nostro patrimonio culturale.
Questo grazie ad una autorevole gestione del Presidente prof. D’Alberti ed alla composizione qualificata del Consiglio, ma anche grazie all’apporto competente e costruttivo che è venuto dai Rappresentanti dei Lavoratori, ai quali è stato consentito, a differenza delle passate gestioni, di partecipare a tutte le sessioni del Consiglio e non solo a quelle che hanno riguardato le politiche del personale.
In tale contesto è stato fondamentale il ruolo del componente eletto per la FP CGIL che ha fornito un apporto specifico sulle politiche di riorganizzazione conseguenti agli ultimi provvedimenti in materia e sulle politiche del personale, coordinando un gruppo di lavoro costituito ad hoc che ha prodotto un puntuale documento sullo stato dell’organizzazione con particolare riferimento alle condizioni occupazionali, al rapporto con la società in house, la ALES s.p.a. e più in generale all’articolazione del mercato del lavoro connesso ai cicli dei beni culturali.
LA CRISI OCCUPAZIONALE: IL VERO DRAMMA DEL MINISTERO
Una diminuzione drammatica del personale interno, dovuta essenzialmente alla mancata programmazione del turnover, i ritardi ingiustificabili che ancora si registrano nell’attuazione del piano assunzionale, i numeri insufficienti verificabili nella
programmazione stessa. Tutto questo si riverbera nella gestione dei servizi culturali, causandone una progressiva compressione, determina una crisi organizzativa profonda in tutti i settori dedicati alla tutela, mina alla base persino gli effetti stessi delle riorganizzazioni operate nel corso di questi anni, determina un ricorso indiscriminato a politiche di esternalizzazione senza tutele per i lavoratori coinvolti che ormai pervade tutta la struttura ministeriale, mette a serio rischio l’attuazione degli obiettivi previsti dal PNRR, tutti sulle spalle dei pochi lavoratori rimasti.
La pandemia ha prodotto una gravissima crisi di tutto il mercato del lavoro legato all’offerta dei servizi culturali, disintegrando livelli occupazionali pervasi da condizioni di sfruttamento e precarietà.
La ripresa post pandemica sembra basarsi unicamente sulla scommessa sul turismo e non si intravvedono linee di discontinuità, almeno nelle dichiarazioni
programmatiche, con il cambio di direzione politica. La scommessa sembra continuare ad essere tutta incentrata sulla valorizzazione estrema del patrimonio museale e non sul rafforzamento delle strutture interne dedicate alla tutela, alla ricerca ed alla conservazione del patrimonio.
IL MINISTERO POST RIFORME: ADDIO ALLA TUTELA?
Il quadro che presenta il Ministero a seguito dello “tsunami” Franceschini è sostanzialmente caratterizzato dalla disarticolazione organizzativa delle strutture che si occupano delle tutela del patrimonio culturale.
La creazione del sistema Museale ha assorbito circa la metà del personale previsto nell’organico ed il maggior numero dei Dirigenti, sottratti ai cicli di tutela. La creazione della Soprintendenza Unica, presentata come una operazione di semplificazione burocratica, in realtà è il prodotto finale di un processo di marginalizzazione del sistema delle Soprintendenze, trasformati in Uffici indeboliti nelle funzioni di tutela sul territorio, senza poteri di spesa, con un organico fortemente ridimensionato e con i Funzionari cosiddetti Capi Area a sostituire i Dirigenti sottratti dai circuiti Museali. Analoga situazione di degrado la vivono Archivi e Biblioteche, che hanno perduto quasi interamente il loro corpus dirigenziale e buona parte del personale, diventando sostanzialmente i settori “cenerentola” del MIC. In tale contesto abbiamo assistito ad operazioni la cui funzionalità è assai dubbia: una proliferazione dei Musei autonomi che ha prodotto la frammentazione dei più importanti circuiti archeologici e museali, il tentativo di coinvolgere le Biblioteche nelle politiche di valorizzazione estrema tramite l’integrazione di alcune di esse nei circuiti museali, una politica dell’offerta culturale legata al principio della mercificazione e dell’utilizzo improprio dei luoghi della cultura, una condizione di insufficienza strutturale rispetto alle disponibilità relativa ai cicli manutentivi e di tutela del patrimonio culturale. La creazione della Soprintendenza Nazionale per il PNRR si è rivelata un utile espediente per operare la cosiddetta “semplificazione” tramite un accentramento delle competenze relative al rilascio dei pareri sui progetti che hanno impatto sul paesaggio.
Una scatola vuota che ha solo comportato un aggravio esponenziale dei carichi di lavoro in capo alla DG ABAP ed alle Soprintendenze Territoriali.
IL MINISTERO CHE VOGLIAMO
La premessa indispensabile è che il nostro Paese torni ad investire sulla Cultura perlomeno ai livelli dei più avanzati Paesi Europei e comunque nel giusto rapporto alla quantità ed alla qualità dello straordinario patrimonio che l’Italia possiede. Se si vuole davvero operare per il cambiamento allora bisogna partire dalla riqualificazione dei servizi pubblici e dal rafforzamento delle strutture che si occupano della tutela del patrimonio culturale. Le riorganizzazioni non sono un esercizio ideologico basato su visioni preordinate senza alcuna attenzione al concreto svolgersi del lavoro ed alle problematiche connesse.
Di conseguenza noi vogliamo confrontarci rispetto ad un progetto di riorganizzazione che comporti prioritariamente i seguenti investimenti organizzativi:
-
UN PIANO SERIO DI REVISIONE DEI FABBISOGNI PROFESSIONALI:
occorre riconoscere e inserire all’interno dell’organizzazione generale tutti i processi di innovazione tecnologica legati all’evoluzione ed alla modernizzazione dei modelli organizzativi. Tramite:
1. la revisione della distribuzione degli organici nelle aree. Questo comporta una revisione adeguata dei fabbisogni interni alle Aree funzionali, mirata al riconoscimento di ciò che effettivamente serve, nei termini dell’apporto professionale, al funzionamento dei servizi;
2. l’inglobamento nell’organico previsionale di figure professionali che emergono dai processi formativi e che non trovano allocazione nell’ordinamento interno. Questo comporta un processo di riordino generale dell’ordinamento professionale, da attuarsi tramite gli strumenti che il nuovo CCNL offre nella identificazione delle nuove famiglie professionali;
3. una valutazione su un possibile ampliamento dell’organico teorico, recuperando il taglio ultimo prodotto dalla manovra spending review sia per gli organici delle aree che di quelle dirigenziali;
4. un investimento straordinario sulla formazione riqualificazione del personale interno, tramite il reperimento e l’allocazione di risorse utili a rispettare la previsione contenuta nel CCNL di un investimento pari all’1% del monte salari. La crescita professionale continua dei lavoratori è condizione essenziale al miglioramento dei servizi ed al giusto riconoscimento dell’apporto dei lavoratori.
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UN PIANO STRAORDINARIO PER L’OCCUPAZIONE
Le misure predisposte appaiono del tutto insufficienti a garantire un corretto ricambio generazionale. La riduzione del 50% del personale, l’innalzamento dell’età media degli addetti sono i fattori che occorre affrontare tramite una corretta programmazione delle assunzioni.
A tal fine è necessario:
1. Reperire risorse straordinarie, procedere immediatamente alle assunzioni già autorizzate, avviare da subito la programmazione assunzionale e l’emanazione dei bandi di concorso con procedure semplificate e velocizzate al fine di evitare l’impasse degli Uffici che quasi certamente si determinerà in rapporto tra le tempistiche delle uscite per pensionamento e quelle necessarie all’espletamento dei nuovi concorsi;
2.Realizzare la riforma dell’ordinamento professionale prevista dal CCNL 2019/21, determinando le giuste opportunità di crescita professionale dei lavoratori, definire gli accordi per le progressioni economiche, attuare i passaggi d’area finanziati dal CCNL e tramite le riserve concorsuali per i lavoratori interni da inserire nella programmazione ordinaria;
3. Garantire le riserve concorsuali al personale interno.
- DIRITTI E DIGNITÀ PER TUTTI I LAVORATORI.
È assolutamente necessario introdurre regole che definiscano tutele e diritti per tutti i lavoratori che, a vario titolo, contribuiscono al funzionamento dei servizi. Una sorta di Codice Etico che uniformi il comportamento del Ministero nella definizione e regolazione del mercato delle esternalizzazioni. In particolare occorre:1. riconoscere finalmente le professioni dei Beni Culturali tramite l’adozione degli atti applicativi la legge n.110/2014;2. definire regole di comportamento che determinino le modalità del ricorso ai professionisti esterni, garantendo trattamenti minimi dal punto di vista delle condizioni normativo-contrattuali ai professionisti in regime di collaborazione;
3. eliminare i massimi ribassi negli appalti e rafforzare le clausole sociali di garanzia dei livelli occupazionali, normativi e contrattuali al momento del rinnovo delle concessioni;
4. determinare un trattamento contrattuale uniforme di tutti i lavoratori dipendenti presenti nei cicli esternalizzati, garantendo agli stessi l’applicazione di un CCNL coerente con le finalità delle attività svolte;
5. prevedere una definizione analitica dei costi relativi al lavoro esternalizzato e pretendere la puntuale applicazione dell’anagrafe delle prestazioni, che deve essere riportata su un piano di trasparenza in modo coerente con le previsioni normative in materia;
6. procedere alla progressiva reinternalizzazione delle attività cedute all’esterno e/o relative a fabbisogni professionali emergenti;
7. garantire le riserve concorsuali ai contratti flessibili in applicazione della legge Madia.
- RIPRENDIAMOCI LA TUTELA
La proliferazione di riforme dell’apparato ministeriale, che hanno trovato la loro conclamazione nello “tsunami“ Franceschini, è stata uno dei fattori determinanti della grave crisi organizzativa che affligge il Ministero A noi interessa invece un vero spirito riformista che si occupi concretamente dei problemi e trovi soluzioni condivise e fatte proprie dai lavoratori. Nel MIC il vero spirito riformista non può che partire dall’esigenza di un profondo rafforzamento delle strutture che si occupano della tutela del patrimonio: Soprintendenze, Archivi, Biblioteche e Istituti Centrali e dalla ricomposizione della frattura determinata dalla separazione dei cicli di tutela da quelli della valorizzazione del patrimonio culturale. Il MIC deve riacquisire la dignità e la funzionalità del lavoro di tutela e di ricerca e ritrovare il senso vero delle dinamiche dell’offerta culturale nei modi previsti dal Codice dei Beni Culturali e non certo tramite la sua mercificazione che ha trasformato i luoghi della cultura in palcoscenici per eventi estranei alla loro funzione ed in molti casi mortificanti per quello che gli stessi rappresentano per le comunità ed i territori di appartenenza. La fruizione della Cultura è un diritto costituzionale di tutti i cittadini, una finalità dichiarata dall’art. 9 della Costituzione e non una prerogativa cui possono accedere solo i cittadini più abbienti ed i turisti. Il nostro impegno in seno al Consiglio Superiore, se avremo la fiducia dei lavoratori, continuerà ad essere costante nel sollecitare il mantenimento di uno spirito autonomo e, qualora necessario, critico verso le scelte operate dall’amministrazione, nella consapevolezza che solo il senso dell’autonomia istituzionale di questo importante organo possa garantire un utile e costruttivo apporto alla determinazione degli obiettivi che ci prefiggiamo.
Concorso per 518 posti al Ministero della Cultura
Pubblicato il bando per l’assunzione di 268 archivisti, 130 bibliotecari, 35 storici dell’arte, 32 architetti, 20 archeologi, 15 restauratori, 10 demoetnoantropologi e 8 paleontologi.
La procedura pubblica, avviata nel 2021, arriva dopo l’espletamento del concorso per 1.052 Assistenti alla fruizione, accoglienza e vigilanza, terminato con la pubblicazione delle graduatorie e la nomina dei vincitori lo scorso 12 agosto.
Il termine ultimo della domanda, presentabile esclusivamente per via telematica attraverso il format di candidatura sul portale “inPA” disponibile all’indirizzo internet https://ww.inpa.gov.it/, scade alle 23:59 del 9 dicembre.
Il bando è consultabile sul sito del MiC all’indirizzo https://cultura.gov.it/concorso518cultura, dove verranno pubblicati gli aggiornamenti riguardanti la procedura concorsuale.
Un’opportunità importante per tanti e tante. Consulta il sito che ha creato FP CGIL Nazionale per conoscere tutte le novtà sui bandi di concorsi, le possibilità per frequentare corsi di preparazione e per arrivare pronti alle prove concorsuali!