Un’importante vittoria sindacale che tutela lavoratori e pensionati dal rischio di versamenti maggiorati
La CGIL ha ottenuto un primo, importante risultato nella battaglia contro gli acconti IRPEF calcolati con le vecchie aliquote, che avrebbero potuto colpire in modo ingiusto milioni di lavoratori e pensionati. Il rischio era concreto: a causa del comma 4 dell’articolo 1 del D.Lgs. 216/2023, anche nel 2024 si sarebbero dovute applicare le quattro aliquote IRPEF vigenti fino al 2023, anziché le tre previste dalla riforma in vigore dal 1° gennaio 2024.
Il problema: acconti IRPEF calcolati con il vecchio sistema
Secondo quanto previsto dal decreto, l’acconto IRPEF dovuto nel 2024, calcolato in sede di dichiarazione dei redditi, sarebbe stato basato sulle aliquote e detrazioni obsolete, generando così versamenti non dovuti e penalizzando i contribuenti.
Il rischio? Un aggravio ingiustificato sui bilanci familiari, già provati dall’aumento del costo della vita e dall’inflazione cumulata negli ultimi anni.
La richiesta della CGIL e la risposta del Governo
Per evitare questo scenario, la CGIL ha tempestivamente chiesto l’abrogazione del comma 4 del decreto e l’applicazione immediata delle nuove aliquote e detrazioni anche per il calcolo degli acconti.
A seguito della segnalazione, il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) ha pubblicato un comunicato ufficiale in cui riconosce la fondatezza della richiesta e annuncia che:
“Il Governo interverrà anche in via normativa per consentire l’applicazione delle nuove aliquote del 2025 per la determinazione dell’acconto.”
Una tutela concreta per milioni di persone
L’intervento annunciato rappresenta una risposta concreta alle preoccupazioni di milioni di lavoratori e pensionati e dimostra l’efficacia dell’azione sindacale nel monitorare e correggere storture che, se non rilevate, rischierebbero di tradursi in ulteriori sacrifici economici per le famiglie italiane.
La CGIL continuerà a vigilare affinché il provvedimento normativo venga adottato nei tempi e nei modi necessari per garantire equità e giustizia fiscale.