“Dopo un anno di finta trattativa, i ministri hanno sottoscritto l’accordo con i sindacati delle forze di polizia per il contratto del triennio 2022/2024. Tutte tranne una: la Funzione Pubblica CGIL. L’accordo tradisce le promesse fatte dalla Presidente del Consiglio che un anno fa garantì che avrebbe riconosciuto il valore del lavoro di donne e uomini in divisa come nessuno mai prima e con risorse superiori a quelle messe a disposizione per tutti i lavoratori pubblici. Le chiacchiere stanno a zero e l’accordo riduce il peso degli stipendi rispetto a quello di tre anni fa. È la prima volta che un rinnovo contrattuale non difende gli stipendi dall’inflazione”. Questo il commento della Funzione Pubblica CGIL a margine della conclusione della trattativa per il rinnovo del contratto Sicurezza 2022/2024.

 

CCNL

 

 

STIPENDIO MESE ISPETTORE SUP. AUMENTO STIPENDIO MESE INFLAZIONE TRIENNIO INCIDENZA INFLAZIONE DIFF. INCR. CCNL – INFL.
2016/2018 2.040,16 126,07 1,80 34,45 91,61
2019/2021 2.098,59 58,44 2,00 40,80 17,63
2022/2024 2.240,10 141,51 16,50 346,27 -204,76 

 

Nell’esempio in tabella, calcolato su un Ispettore superiore, si vede che nel 2018 ebbe un aumento di 126,07 euro mentre la perdita da inflazione fu di 34,45 euro. Nel 2021 a fronte di una perdita da inflazione pari a 40,80 euro, l’aumento fu a regime di 58,44 euro. Il contratto per il triennio 2022/2024 prevede un aumento di 141,51 euro a fronte di una svalutazione dello stipendio mensile pari a 346,27 euro. Con il risultato che la perdita che rimane a regime sarà di 204,76 euro al mese. Lo stesso effetto di perdita riguarderà anche l’indennità pensionabile e tutto il personale di polizia penitenziaria.

“Avevamo fatto proposte per evitare questo risultato – spiega il sindacato -. C’era la possibilità di utilizzare le risorse messe nella Legge di Bilancio per chiudere un accordo di maggiore soddisfazione per le donne e gli uomini in divisa. Avevamo proposto una diversa articolazione dello straordinario perché pagato molto meno che per tutti gli altri lavoratori pubblici e privati. Ma il Governo non ha voluto sentire e si è perfino negato al confronto”.

“Così i poliziotti penitenziari in carne ed ossa i conti li faranno ogni giorno in base a quanto avranno da spendere per mangiare, mandare i figli a scuola o per pagarsi cure e medicine. Cancellando il principio fondamentale per cui un contratto nazionale deve innanzitutto difendere gli stipendi dall’inflazione, si accetta che pur lavorando ci si possa impoverire. È con fatti e numeri alla mano che misuriamo la distanza tra le promesse fatte un anno fa dalla Presidente Meloni, nella parata di Palazzo Chigi davanti ai sindacati di polizia e militari, e i risultati di questa farsa. Noi non ci stiamo e per questo non abbiamo sottoscritto questo accordo a perdere. Per parte nostra continueremo a rivendicare il giusto riconoscimento del valore di tutte le lavoratrici e i lavoratori pubblici, compresi quelli in divisa”, conclude la Fp Cgil.