Oggi 16 settembre, durante lo sciopero nazionale indetto da FP CGIL, CISL FP, FISASCAT CISL, UIL FPL e UILTUCS, si sono svolti due presidi regionali molto partecipati: a Fiorenzuola, davanti alla Casa Protetta della Fondazione Verani Lucca, e a Ravenna presso Villa Serena, nella frazione di San Romualdo. Centinaia di lavoratrici e lavoratori hanno espresso la loro forte opposizione alle proposte di Uneba, giudicate inadeguate e irrisorie, con una partecipazione significativa e determinata.
La protesta contro la proposta Uneba
Le organizzazioni sindacali regionali e i partecipanti ai presidi hanno denunciato con fermezza la mancanza di volontà di Uneba di rinnovare il Contratto Nazionale di Lavoro. La proposta avanzata dall’associazione prevede un aumento minimo, ritenuto del tutto insufficiente per riconoscere e valorizzare i professionisti del settore socio-sanitario, che ogni giorno si prendono cura della collettività con dedizione e responsabilità.
L’urgenza di un rinnovo contrattuale dignitoso
I segretari regionali e i funzionari sindacali presenti hanno ribadito che la proposta attuale di Uneba non è accettabile, sia dal punto di vista economico che per quanto riguarda i diritti lavorativi. Hanno evidenziato come, in altri comparti del settore socio-sanitario, siano stati raggiunti accordi contrattuali molto più significativi, sia sotto il profilo economico che normativo. In particolare, si sottolinea l’urgenza di ottenere un rinnovo che riconosca il valore professionale e umano dei lavoratori, garantendo loro condizioni lavorative dignitose e giuste.
La critica alle strutture Uneba accreditate
Una delle principali critiche mosse dalle organizzazioni sindacali riguarda il fatto che molte strutture Uneba operano in regime di accreditamento socio-sanitario, beneficiando quindi di fondi pubblici. Nonostante ciò, secondo i sindacati, queste strutture sfruttano tali risorse per fare business sulla salute e sul lavoro di professionisti che, al contrario, dovrebbero essere valorizzati con un rinnovo contrattuale rispettoso e dignitoso. Questo comportamento è stato definito “vergognoso” dalle segreterie regionali.
Lo sciopero e i presidi di oggi rappresentano un importante passo avanti nella battaglia per ottenere pari diritti e condizioni di lavoro adeguate, con la richiesta chiara e forte di “pari diritti per pari lavoro”.
Primi risultati dello sciopero
nella giornata di ieri, presso la sede di Uneba, si è tenuto il primo degli incontri che segue lo sciopero nazionale dello scorso 16 settembre. In apertura di confronto abbiamo ovviamente evidenziato come l’alta percentuale di adesione alla mobilitazione registrata in tutto il territorio, sia il chiaro sintomo di come le operatrici e gli operatori cui viene applicato il CCNL Uneba, non siano più disposti a lavorare per retribuzioni che se paragonate a quelle di molti altri colleghi del settore socio-sanitario- assistenziale-educativo, risultano essere nettamente inferiori. Le OO.SS. hanno quindi evidenziato, anche e soprattutto alla luce di quanto riportato nel comunicato diffuso dall’Associazione datoriale in data 13 settembre, all’indomani cioè dell’incontro avuto con i capi delegazione e a pochi giorni di distanza dallo sciopero del 16, che la cifra di 100 euro di aumento tabellare non può certamente essere ritenuta soddisfacente.
A fronte della posizione espressa in modo netto da FP CGIL, CISL FP,UIL Fpl, FISASCAT Cisl e UILTuCS, la controparte si è dunque detta disponibile ad un ulteriore sforzo, anche in termini economici, arrivando alla cifra di 120 euro, ponendo però sul tavolo la necessità di inserire all’interno del nuovo CCNL dei meccanismi di gradualità che possano in parte riprendere quanto già previsto nel CCNL Cooperative Sociali. Termine di paragone quest’ultimo, che per le OO.SS. rappresenta un punto di riferimento anche e soprattutto per le quantità economiche ottenute con il rinnovo dello scorso marzo. La delegazione di Uneba ha poi dichiarato la disponibilità alla revisione dei seguenti articoli: definizione delle causali contratti del tempo determinato, rivisitazione del TEP (Trattamento Economico Progressivo), istituto della maternità. Per parte nostra, nel prendere atto della condivisione di alcune proposte sindacali, abbiamo tuttavia ritenuto necessario avanzare una serie di precisazioni, in primis relativamente al TEP, di cui queste OO.SS. hanno chiesto l’eliminazione e non la rivisitazione. Abbiamo inoltre aggiunto la necessità di discutere ed approfondire ulteriori punti riportati in piattaforma. In relazione, poi, alla proposta di “gradualità” avanzata dalla controparte, ci siamo riservati di definire una posizione a valle di quella che sarà la discussione sulle quantità economiche da noi ritenute ancora insufficienti.
Al fine, tuttavia, di stringere il più possibile i tempi e giungere ad una convergenza di posizioni che porti al rinnovo di un contratto che lavoratrici e lavoratori attendono ormai da anni, è stato fissato il seguente calendario di appuntamenti: 21 ottobre; 7 novembre; 13 novembre; 25 novembre; 4 dicembre.