Un’organizzazione come la Cgil, un sindacato confederale che ambisce a far partecipare il mondo del lavoro alla vita democratica del Paese e a incidere sulle scelte politiche generali, non può che manifestare tutta la sua contrarietà al Disegno di Legge sul Premierato, approvato lo scorso 18 giugno in prima lettura dal Senato della Repubblica.
Se questo progetto diventasse legge saremmo di fronte a una formidabile verticalizzazione del potere, senza precedenti e senza paragoni in Occidente. La nostra democrazia cambierebbe completamente i suoi connotati, risultandone sfigurata, ridotta a un guscio vuoto. Le persone che rappresentiamo, lavoratori e pensionati verrebbero trasformate in popolo indistinto, chiamato a votare una delega in bianco ogni cinque anni a favore di chi concentrerebbe nelle sue mani ogni decisione, senza dover rendere conto a nessuno per l’intero mandato. In questo scenario, non solo le organizzazioni sindacali, ma gli stessi partiti politici, i corpi intermedi e la società civile in generale conterebbero poco o nulla.
Per queste ragioni intendiamo utilizzare tutti gli strumenti democratici a disposizione per difendere la centralità del Parlamento, il ruolo di garanzia del Presidente della Repubblica e l’equilibrio dei poteri sancito dalla nostra Costituzione.