Nonostante l’Ausl di Imola abbia comunicato recentemente diversi risultati positivi, in termini di qualità dei servizi, di vari reparti dell’Ospedale Santa Maria della Scaletta, la FP CGIL di Imola ribadisce che questi risultati non cancellano “le annose criticità di personale ancora presenti in diverse unità operative, che si traducono in un peggioramento delle condizioni di lavoro a causa dell’incremento di ore straordinarie e in reperibilità, richieste di doppi turni, salti di riposo e, in alcuni casi, non garanzia delle 11 ore di riposo tra un turno e l’altro“. Su questi temi, insiste la FP, “continuano infatti giornalmente le segnalazioni, che riguardano un numero di organici di sostituzione non idonei a coprire le assenze, la mancanza di un numero adeguato di Oss, in particolare nelle fasce notturne nei reparti di degenza, e l’incremento esponenziale dei carichi di lavoro”. Una situazione che “è frutto anche del ‘piano di rientro’ che la Regione ha chiesto alle Ausl sul fronte del personale dopo le assunzioni straordinarie Covid, con l’input di tornare ai numeri del 2019”. Allo stesso tempo, si legge però in una nota congiunta, “ci aspettiamo che l’Ausl evidenzi le criticità e discuta con i sindacati soluzioni condivise, anziché minimizzare e far ricadere le conseguenze sui lavoratori”.
Programmazione estiva
Tra le criticità che si riscontrano, la FP CGIL segnala, ad esempio, che “la programmazione dell’attività estiva del blocco operatorio che ci è stata presentata prevede circa 30 sedute di sala operatoria in più rispetto all’anno precedente, in un contesto in cui permane la criticità del superamento delle reperibilità mensili del personale infermieristico, di gran lunga superiore alle sette previste contrattualmente”. Vengono poi “le perplessità sulla rimodulazione prevista per luglio e agosto del servizio Residenza trattamento intensivo, che garantisce l’appropriatezza dell’intervento per pazienti in condizioni di scompenso psicopatologico acuto o subacuto. I 10 posti letto “saranno chiusi e trasferiti alla clinica per la salute mentale di Villa Azzurra di Riolo Terme”, con le motivazioni di voler “garantire le ferie estive del personale e dell’impossibilità di formare il personale in tempi brevi”. Motivazioni che però “si contrappongono alla discussione fatta sui tavoli sindacali degli ultimi anni per trovare una soluzione organizzativa appropriata”.
Altro problema è dato dal fatto che “le lavoratrici e i lavoratori di quel reparto non sanno ancora dove la Direzione infermieristica intende ricollocarli durante l’estate“, e nel Piano delle riduzioni estive “non si evince nessuna variazione in capo al servizio immuno-trasfusionale”, per il quale “ad oggi sono stati reclutati quattro tecnici di laboratorio, di cui tre da pochi mesi e per questo non formati alla possibilità di gestire sacche di sangue in autonomia ed in reperibilità, su un totale di otto tecnici”. Di conseguenza, tirano le somme le sigle confederali, “durante il turno notturno e nei festivi sarà il personale dei reparti a gestire il supporto trasfusionale dei pazienti, con ulteriore carico di lavoro e di responsabilità”.